mercoledì 19 febbraio 2014

Eh lo so, sono cose folli.


"Eh lo so, sono cose folli", commenta il finto Vendola alla sparata di Fabrizio Barca sulla patrimoniale da 400 miliardi (che lui farebbe). Un pezzo della registrazione che, nella versione divulgata da alcuni media main-stream, è stata pudicamente tagliata. La registrazione completa è disponibile qui.

Me ne sono accorto perché, parlando della vicenda con alcuni amici, ho scoperto che nessuno di loro aveva sentito le parole di Barca sulla patrimoniale, sebbene avessero ascoltato sui siti online la telefonata registrata.

Una cosetta da niente, probabilmente più grave della "voce dal sen fuggita" all'ingenuo(?) piddino Fabrizio Barca...

Ma dimentichiamo questa ennesima e squallida dimostrazione del grado di distorsione della realtà posto in atto da coloro che dovrebbero informare i cittadini, e solo dopo aver fatto questo con coscienza e imparzialità proporre opinioni e letture dei fatti. Dimentichiamola perché non serve a nulla che l'agnello protesti con il lupo: l'acqua scorre al contrario, quando serve. Parliamo invece della proposta di una patrimoniale da 400 miliardi.

Le cose da dire sono sostanzialmente due:
  1. dal punto di vista economico è, comunque la si metta, una proposta folle e demenziale
  2. anche se così non fosse, una domanda sorge legittima: mettereste voi 400 mld nella mani di questa classe dirigente e dei suoi maggiordomi politici?
Fabrizio Barca non è uno de passaggio. La sua proposta riprende quella lanciata da Profumo (sì, quello del Monte dei Paschi) qualche anno fa, prima della "cura Monti". Ne ha parlato anche Paolo Savona in un articolo pubblicato su Milano Finanza del 28 dicembre 2013 (Letta era ancora primo  ministro), nel quale affermava, tra l'altro: "Se poi i quarantenni mettono mano, sorretti dai fautori della crisi attuale, a una maggiore patrimoniale rispetto a quella che è già stata decisa, allora l'uscita dall'euro verrà causata da chi prenderà questa decisione. Einaudi non esiterebbe a chiamarli scriteriati". La frase in grassetto è una confessione: la patrimoniale è già stata decisa, si discute solo sulla sua entità.

Probabilmente si opterà per una via di mezzo, diciamo 150/200 miliardi, da riscuotere con un mix di provvedimenti, in parte una tantum e in parte spalmati negli anni a venire. Non è neanche difficile immaginare dove "metteranno le mani". Provo a indovinare, e segnalo queste previsioni al mio piddino preferito, l'amico Benny: 
  1. intervento sulle pensioni: tutti passano al contributivo
  2. intervento sulla sanità
  3. intervento sulla scuola: 24 ore settimanali per tutti... per cominciare
  4. ulteriore taglio dei trasferimenti agli enti locali e inasprimento delle aliquote locali
  5. aumento delle rendite catastali (diciamo un raddoppio)
  6. prelievo straordinario sui conti correnti (la tassa per uscire dall'euro)
  7. consolidamento dei titoli di Stato in mano a famiglie, imprese e banche, con successivo "salvataggio" di queste ultime a spese degli obbligazionisti.
  8. privatizzazioni a gò gò
Ora, chi farà questo "sporco lavoro"? Ma è logico: quel fesso di Renzi! Il quale, poi, sarà in qualche modo ricompensato. Mentre i "piddini buoni", come l'amico Benny, potranno sempre dire che "loro erano all'opposizione"! 

Andrà male, molto male invece, per i piccoli fessi dei piani bassi, quei trentenni/quarantenni che si sono imbarcati con l'armata renziana, sognando di salvare l'Italia con le loro giovanili energie. Porelli.

Torniamo alla ratio economica di una scelta del genere. Chi mastica un minimo di fondamentali (certo non i "porelli") sa bene che il vero obiettivo di una patrimoniale non è quello di ridurre il debito pubblico, bensì il costo del lavoro. L'effetto di un simile prelievo di ricchezza non potrà che essere quello di ridurre ulteriormente la già asfitica domanda interna, con successivo aumento della disoccupazione (soprattutto giovanile) e ulteriore compressione dei salari. Cari giovani, preparatevi a lavorare per 400/600 euro al mese! Una cosa, questa, che Piddu ha vissuto sulla sua pelle...


Certo, una patrimoniale da 150/200 miliardi, che avrebbe un senso (classista) se si uscisse contestualmente dall'euro, sarebbe una follia se invece si rimanesse nella gabbia. Nel primo caso, infatti, il fine dell'operazione sarebbe (solo) quello di scaricare integralmente sui lavoratori e sui risparmiatori i costi dell'uscita, approfittando vieppiù dell'occasione per portare un po' di fieno in cascina (le privatizzazioni a gò gò). Se, al contrario, questi folli decidessero di restare nell'euro, magari pensando di recuperare competitività con la Germania con una drastica ulteriore compressione salariale, allora...

In ogni caso, per i "porelli" non c'è futuro: tra pochi mesi, se sarà Renzi a fare lo sporco lavoro, per loro la politica sarà un affare chiuso. Capito Fil....?

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