martedì 25 febbraio 2014

Il dovere di ogni uomo e di ogni donna è quello di combattere le "bestie".

Ho appena visto il video che vi propongo in questo post. Vi prego: guardatelo anche voi. Dopo averlo fatto seguitate a leggere.


Dalla descrizione del video: Nel documentario del 2005 "We Feed the World" l'allora amministratore delegato di Nestlé, la più grande azienda alimentare del mondo, Peter Brabeck, condivise alcuni dei suoi punti di vista e 'perle di saggezza' sul mondo e l'umanità. Brabeck ritiene che la natura non sia "buona", che non ci sia nulla di cui preoccuparsi riguardo ai cibi OGM, che i profitti importino più di ogni altra cosa, che la gente dovrebbe lavorare di più e che gli esseri umani non abbiano diritto all'acqua.

Quest'uomo è portatore di una visione del mondo "bestiale". Nel vero senso della parola: "bestiale", adatta per le "bestie". Ove con il termine "bestia" non intendo gli animali, ma ciò che esso significa per la chiesa cattolica: la rappresentazione simbolica del diavolo.

Quest'uomo è un liberista. E' anche un maggiordomo, ne ha addirittura l'aspetto. La sua visione del mondo è primitiva, come ben si addice a chi ha il compito di servire i suoi padroni e null'altro. Il suo eloquio è apodittico: "è così perché è così", nemmeno sfiorato dal sospetto che esista altro oltre il puro esercizio della forza dei forti contro i deboli.
E tuttavia, il soggetto è un maggiordomo, null'altro che un maggiordomo. Lo sono, in fondo, anche i suoi padroni, gli azionisti della sua società, la Nestlé, anch'essi schiavi di un'idea, che è la vera proprietaria delle loro menti e dei loro corpi: homo homini lupus.

E' contro questa idea che dobbiamo lottare. E' un dovere morale, è il vero scopo dell'esistenza di ogni essere umano. Dobbiamo farlo non adottando un punto di vista utopico, favolistico, un "vogliamoci bene perché siamo tutti figli di Dio", ma al contrario opponendo ad essa l'idea che è sua mortale nemica, che sempre ha trionfato quando è scesa in battaglia. E' l'idea che l'esistenza può avere un senso trascendente solo a patto di accogliere il senso del limite. Solo se accettiamo il limite, una soglia oltre la quale nulla è permesso, solo a questa condizione, l'uomo può sperare di essere altro che fango e merda.

E poiché ognuno di noi sa bene quanto poco valga la propria esistenza se privata di questa prospettiva, io sono certo che le "bestie" saranno ancora una volta sconfitte. Io sono certo che ognuno di noi preferisce morire piuttosto che perdere la propria umanità. Le "bestie" saranno sconfitte!

nota: sono un agnostico razionalista, ma sono pronto a tutto per combattere le "bestie". Che mi importa di morire? Faccio mia la scommessa di Pascal.

4 commenti:

  1. Dici bene Fiorenzo,

    aggiungo solo una cosa, l'Immaginario è fondamentale per comprendere le sorti delle Civiltà davanti al propagarsi di questa Bestialità chiamata Liberismo.
    Tolkien scrisse alcuni dei suoi romanzi più famosi, come il Signore degli Anelli, a cavallo delle due Grandi Guerre Mondiali, impregnando i suoi personaggi fantastici di alcune "verità" sociali.
    Dietro la storia degli Hobbit c'era un richiamo alla figura della media borghesia in chiave "antagonista" rispetto ai poteri forti del Nazionalsocialismo, la compagnia dell'anello non era molto diversa ( come idea ) dalla dimensione Alleati in contrapposizione all'Asse. è un discorso lungo ma consiglio questa lettura :

    http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=3423

    Bisogna costruire un immaginario veicolato anche attraverso a nuovi metodi di narrazione, così che la Bestia sia ben definita in organismi e organizzazioni e le persone siano in grado di riconoscerla.

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  2. Grazie per la segnalazione. In effetti credevo che la saga di Tolkien (che non ho letto) fosse autenticamente "de destra". Ascolterò con attenzione gli interventi audio del convegno che mi hai segnalato e vedrò di farmi un'opinione più accurata, pur non avendo mail letto Tolkien. All'epoca passavo il mio tempo a studiare informatica, perché io sono una delle migliaia di "soldatini" che hanno "fatto la rete" quando i blog non esistevano, e figurati i social networks.

    p.s. - Che dici, ho fatto bene a contribuire alla costruzione della rete? Credo di sì... anche se ci ho rimesso un po' di cultura personale (e guadagnato qualche soldino... pochi). Peccato che il lavoro di queste migliaia di "soldatini" non sia mai stato riconosciuto, e quando la rete è diventata abbastanza grande siano arrivati i pesci grossi a "papparsi tutto". Ne avrei di cose da raccontare in proposito...! Ma nulla va perso: in fondo, anche questo serve ad alimentare la mia rabbia contro la pretesa del "mercato" di farsi "Stato".

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  3. Sei uno di quei Yuppies che hanno creduto all'inganno di quella cosa che è durata na manciata di mesi che si chiamava new economy ? oppure mi stai parlando di preistoria del web ?

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    1. Preistoria, purtroppo. Ti ricordo che sono nato nel 1956... quando sono arrivati gli yuppies io ero già a fine carriera. Per dirne una: ho messo le zampine su sistemi pc/m... sul pcos... ho programmato in fortran IV... ho usato l'Univac 1100 della facoltà di fisica della Sapienza con 64k di ram... basta?

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