domenica 23 marzo 2014

Cosa faranno i "badogliani"?

Riprendo una discussione sul forum di cobraf.com dal titolo "Target2 Incastra la Germania non l'italia (repetita Iuvant)" nella quale Giovanni Zibordi argomenta la tesi secondo cui il sistema di pagamenti interbancari europeo TARGET2 "obbliga automaticamente, per il modo stesso in cui funzionano i pagamenti tra banche in euro, a finanziare i nostri deficit esteri", e dunque che "è il creditore di "riserve" in Target2 (la Germania - n.d.r.) che è incastrato, non il debitore, è il contrario!". La tesi è corretta.

Quello che intendo fare, con questo post, è "sub-divulgare" in modo comprensibile ai più il significato di questa affermazione. E porre una domanda.

Quando il signor Mario Rossi va dalla sua banca a chiedere un prestito per acquistare un bene che non è prodotto in Italia, e il prestito gli viene concesso perché Mario Rossi viene giudicato solvibile, la sua banca gli accredita il denaro necessario. La banca, nel momento in cui accredita il denaro sul conto di Mario Rossi, "crea" denaro, cioè la capacità di spesa di Mario Rossi. Se, in modo corrispondente, il signor Karl Muller va dalla sua banca a chiedere un prestito di pari importo per acquistare un bene prodotto in Italia, le due transazioni si annullano.

Per ovviare al fatto che non sempre Mario Rossi e Karl Muller acquistano contemporaneamente beni di pari importo, e dunque l'insorgere di momentanei squilibri contabili tra il sistema di banche tedesche e quello italiano, è necessaria una "camera di compensazione interbancaria", nella quale vengano "segnati" i saldi delle transazioni commerciali. L'idea è che, nel medio periodo, questi si compensino statisticamente, e che la fiducia che ciò accadrà consentirà alle banche di conservare la fiducia reciproca sulla rispettiva solvibilità. Questo meccanismo è il sistema dei pagamenti interbancari europei TARGET2.
Le cose sono andate come riportato in figura. A partire dal 2007 la compensazione statistica non ha più funzionato.

La causa principale del fallimento è l'euro, perché i differenziali di produttività (cioè di inflazione) tra i paesi dell'eurozona, cumulandosi, hanno reso sempre più competitivi i prodotti tedeschi e meno quelli degli altri paesi. Senza la flessibilità del cambio gli aggiustamenti monetari non sono stati possibili, e i saldi TARGET2 sono esplosi. Ma tutto ciò è, ormai, un fatto noto e acclarato, meno che per i decerebrati piddini. Lo riconosce perfino il vice presidente della BCE Vítor Constâncio.

Ora dobbiamo capire alcune cose:
  1. Il sistema TARGET2 è il cuore dell'euro.
  2. Se il sistema TARGET2 fosse messo da parte, l'euro finirebbe in meno di 24 ore.
  3. Alla Germania l'euro fa estremamente comodo perché è, per essa, una moneta sottovalutata che aiuta le sue esportazioni, mentre è sopravvalutata per il suoi principali concorrenti, in primo luogo l'Italia.
  4. Se l'euro saltasse, con il ritorno alle monete nazionali i crediti tedeschi nel sistema TARGET2 si svaluterebbero nella misura in cui il nuovo marco si rivaluterà rispetto, ad esempio, alle nuove lire.
  5. La perdita immediata rispetto alla sola Italia, per la Germania, si aggirerebbe intorno ai 200 mld di euro.
  6. Il surplus di bilancia commerciale tedesco collasserebbe.
  7. I paesi del sud, in particolare l'Italia, vedrebbero decollare i loro surplus commerciali.
Poiché viviamo in un sistema di mercato, e dunque non è possibile proibire per legge ai consumatori dei paesi periferici di acquistare merci estere a debito, l'unico modo per scoraggiare questi acquisti è quello di impoverirli. Lo strumento per ottenere questo è l'austerità.

Chi chiede di por fine all'austerità, dunque, non fa un ragionamento sbagliato da punto di vista macroeconomico, ma commette un errore politico grossolano che non tiene conto degli interessi in gioco, non solo tra sistemi paese, ma anche, e soprattutto, all'interno di questi. Non si capirebbe altrimenti perché, nella stessa Germania, esistano forze anti-€uro, come pure perché queste comincino a manifestarsi anche in Italia all'interno del ceto dominante (Governo, Renzi attacca Camusso e Squinzi: “Strana coppia che agisce contro riforme”).

L'errore politico grossolano consiste nel fatto che chiedere la fine dell'austerità equivale, tout court, a chiedere la fine dell'€uro. Con l'aggravante che la via della fine dell'austerità nasconde, agli occhi degli elettori, i termini reali del problema, con l'intento evidente di salvare la classe politica eurista dal disastro. Insomma, evitare un "processo di €urinberga".

Abbiamo dunque un problema di "verità". La fine dell'austerità, come pure la proposta di Ferrero di "disobbedire ai trattati europei", sono parte di una strategia che mira a:
  1. farla finita con l'€uro dando la colpa alla Germania
  2. salvare il "mercato unico", vale a dire la libera circolazione di capitali, merci, servizi e persone. Cioè Maastricht.
Un mercato unico che costituisce l'interesse comune e prioritario del Capitale, sia dei paesi in surplus che di quelli in deficit. Che è anche ciò che vuole la potenza dominante, gli USA.

La frattura che si sta formando, in Italia, tra i sostenitori della sola uscita dall'euro (Lega Nord, Fratelli d'Italia, M5S, Tsiparioti) attuata per l'ambigua via della "disobbedienza ai trattati" o della "fine dell'austerità", e le forze del socialismo costituzionale (ARS, MPL e altri), prelude a un durissimo scontro di classe. I primi sono, chi più chi meno, i nuovi gattopardi; i secondi sono patrioti e socialisti che vogliono restituire al popolo italiano la sovranità effettiva che il lungo processo di integrazione liberista dell'Europa gli ha sottratto. Anche i metodi usati, dagli uni e dagli altri, denunciano questa diversità di fondo: gli uni vanno in televisione, gli altri, cioè noi, lavorano testardamente dal basso per costruire un nuovo CLN, formato da movimenti, che dovranno diventare nuovi partiti, ispirati alla nostra Costituzione tradita. I primi sono i "nuovi badogliani", noi siamo la "nuova resistenza".

Dice: la storia si ripete, la prima volta in tragedia, la seconda come farsa. Vero, ma che accade quando la farsa accade la prima volta? Settanta anni dopo la farsa della riconquistata libertà sotto l'ombrello dei bombardieri USA, la scelta giusta è quella di prendere l'unica cosa buona che riuscimmo ad ottenere, un pezzo di carta chiamato "Costituzione" (mai attuata) e farne la nostra bandiera per la tragica battaglia che ci attende.

La domanda è: cosa faranno i "badogliani"?

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