venerdì 14 marzo 2014

La griglia


Tanti anni fa, era credo il 1999, nella scuola nella quale insegnavo fu organizzato un incontro con alcuni formatori. Il tema era l'imprenditorialità giovanile. Ero in classe ad insegnare ai miei giovani virgulti il concetto di retroazione negativa, quando entrò una bidella (oops... collaboratrice scolastica) per annunciare l'obbligo di trasferirci in aula magna per partecipare all'incontro.

Due giovanotti, un uomo e una donna, ci intrattennero per un paio di ore parlando del fatto che, negli anni a venire, non ci sarebbe più stato il "posto fisso", né in fabbrica né nello Stato; e dunque che, per avere un lavoro, i miei studentelli avrebbero dovuto diventare "imprenditori di sé stessi".

Al termine, i due giovanotti invitarono i presenti ad intervenire.

Silenzio di tomba

Alzai la mano e chiesi la parola. Mi rivolsi ai giovanotti, alla platea degli studenti e ai colleghi che li accompagnavano, e pronunciai, più o meno, le seguenti parole:

"Viviamo in una società che è detta capitalistica. Questo significa che, per essere imprenditori, ci vogliono dei capitali. I nostri studenti sono, nella maggioranza dei casi, figli di operai che non hanno capitali. Chi darà a questi ragazzi i capitali per avviare un'impresa?"

Silenzio di tomba

8 commenti:

  1. Caro Fiorenzo, capisco l'amaro sfogo....
    Probabilmente hai ragione: la lotta é impari e loro stanno a vincere, MA ....mica detto che si debba lottare per vincere! Si lotta anche per una propria dignità, per una propria coerenza, perché non é possibile rassegnarsi ad una vita squallida. Si può anche combattere sapendo che la battaglia é persa, ma almeno morire a testa alta con la propria integrità e umanità.
    Un caro saluto

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  2. Salvatore, sai qual è il problema? Io ho quasi 60 anni, non ho figli, ho un lavoro sicuro e sto bene di famiglia, per cui mi converrebbe restare in questa situazione. Che tra l'altro, quando mi serve qualcuno per fare un lavoretto (tipo tagliare l'erba o tinteggiare casa) oggi lo pago meno della metà di dieci anni fa. E allora ogni tanto mi domando: ma a me, chi me lo fa fare di starmi a dannare per questi disoccupati, precari, sotto-occupati che non capiscono che l'euro va in culo a loro? Che se la tengano, questo maledetta moneta!

    Poi mi passa e ricomincio. Ma devo pure sopportare certi "pudini color crema verdognola" che mi dicono che la penso come quelli di destra...

    Che dici, mi sto zitto e mi godo la vita? Certi giorni.... certi giorni...

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  3. Io te lo avevo detto che "siamo un popolo di coglioni".

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  4. E ti ricordo questo per dirti che il problema non sei tu.Anche io mi sono chiuso a riccio dopo aver costatato che siamo circondati da menti che rifiutano l'evidenza.Tutti i miei sforzi:vani.Ho deciso di affacciarmi alla finestra ed attendere i nuovi eventi.Ti seguo sempre con attenzione ed ammirazione.Filippo.

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  5. Salve è il mio primo commento quì su, ma seguo il blog da un pezzo.
    Oggi vorrei scrivere perché ho sentito una certa empatia in quello che dici in questo post.
    Proprio sabato mi sono trovato a discutere per l'ennesima volta della "moneta governatrice" con due laureati con 110 lode (non economisti)
    E non c'è verso di fargli processare ragionamenti diversi da quelli che spaccia l'ideologia dominante.
    Non ti vogliono neanche ascoltare.
    Se una cosa non l'ha detta il mainstream non è possibile che sia vera, come se la Ragione il Dio l'avesse data solo ai farisei di questi media.
    Non mi resta che consolarmi/ci con questa citazione di Parmenide:
    "mortali che niente sanno
    vanno errando, uomini a due teste: infatti è l’impotenza che nei loro
    petti dirige una mente errante; ed essi sono trascinati
    sordi e ciechi insieme, attoniti, gente senza facoltà di giudizio,
    dai quali l’essere e il non essere sono considerati lo stesso
    e non lo stesso, e perciò di tutte le cose il cammino è reversibile. "

    Alfonso.

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  6. Come forse sai, io ripongo qualche speranza nell'effetto padulo (il siluro che vola ad altezza di culo), ma temo che nemmeno questo sia sufficiente. Certo, un po' di gente si risveglierà con un fastidioso indolenzimento nelle parti basse... però serve qualcos'altro. Serve, io credo fermamente, costruire nuovi partiti, i quali, per un certo periodo, dovranno costituire un fronte comune mettendo in secondo piano le proprie specifiche particolarità. E' un impegno gravoso che richiede sacrificio, dedizione e la rinuncia a un po' di libertà e autonomia personale, da sacrificare alla disciplina di partito. Perché non prendi in considerazione questa possibilità? Io ho deciso di aderire all'ARS, ma ci sono altre scelte. E' necessario un fronte comune contro il liberismo, contro l'eurismo, contro il globalismo.

    L'idea di base è questa: il popolo deve tornare ad esprimere autonomamente la sua classe dirigente politica, come è avvenuto per tre decenni dopo la seconda guerra mondiale, fino alla fine degli anni settanta. Oggi, i rappresentanti politici del mondo del lavoro vengono designati dall'alto. Ciò è intollerabile.

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  7. L'effetto "padulo" è certamente necessario affinchè avvenga una rivoluzione, ma da solo non è sufficiente come ci sta dimostrando il popolo Greco.
    A quest'ora, secondo me, l'effetto "padulo" rischia di trasformarsi nel "fenomeno della rana bollita" http://lerane.wordpress.com/il-principio-della-rana-bollita/

    Sono stato "attivista" per un anno, ma attualmente sono giunto alla conclusione che in "democrazia" vince la coalizione che meglio riesce a far passare la propria "analisi ideologica" dei fatti usando come principale struttura del linguaggio la retorica tendenziosa ed i luoghi comuni. Dovrei tornare a partecipare anche io in qualche modo a questo cambiamento necessario per la nostra società, lo so.
    "L'opera di proselizione" come la chiama l'ARS va fatta questo è chiaro.
    In questo momento credo è più utile alla causa l'opera di diffusione di questi concetti che state facendo tutti voi tramite blog, canali youtube, siti di vera critica/informazione. Quando questi concetti avranno raggiunto gran parte delle persone si potrà parlare di creare una forza politica comune, credo.
    Visto che si tratta di guerra ideologica, quindi sleale, per me sarebbe lecito anche imbastire un'esercito di troll, se questo fosse efficace.
    Immagino su questo tu non sia d'accordo (ho visto il video dove discutete dei "300 spartani piddini")

    Continuo a seguirvi. Buona serata.
    Alfonso.

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    1. Alfonso, la tua osservazione (effetto rana bollita) è assolutamente calzante, e la condivido. Ovviamente hai ragione anche quando dici che non sono d'accordo sull'uso di una strategia "trolleggiante". Anche perché non è assolutamente nel mio carattere. Quanto alla nascita di nuovi partiti, penso che ciò sia possibile solo agendo su due piani: condurre una battaglia culturale e ideologica e, mentre si fa ciò, iniziare a selezionare e formare le persone attraverso la costituzione di associazioni politiche, in un certo senso "organismi pre-partitici". E' quello che stiamo facendo con ARS, sperando di incontrare altri gruppi che si siano sviluppati secondo un percorso analogo.

      Anche quando ci fosse sufficiente "consapevolezza ideologica", un partito non nascerebbe, per ciò stesso, in modo automatico. Ci vogliono le persone, e persone di un certo tipo, non gli entusiasti "de passaggio".

      L'alternativa è il "metodo moderno" del partito "che ci vogliono 30 milioni". Ma questo non mi interessa.

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