martedì 27 maggio 2014

Il sovranismo è l'antidoto al liberismo

All'alfiere italiano del liberismo Matteo Renzi, sostenitore dell'idea che la disoccupazione si combatte con la crescita, noi sovranisti rispondiamo, a muso duro, che condizione necessaria per avere la crescita è la piena occupazione!

Per noi sovranisti la piena occupazione è una condizione preliminare, da garantire a prescindere, anche a costo di limitare, intensamente ed estensivamente, la libertà di iniziativa economica privata. In altri termini, le libertà economiche devono, se necessario, essere sacrificate all'obiettivo della piena occupazione.

Ciò non significa propugnare l'abolizione dell'iniziativa economica privata, né il diritto alla proprietà privata dei mezzi di produzione. Tuttavia queste istanze non devono prevalere rispetto all'interesse generale, cioè alla necessità di costruire una società nella quale nessuno sia escluso.

Pertanto, i sovranisti sono statalisti!


I sovranisti respingono, con decisione e convinzione, la favola secondo la quale il libero mercato, essendo più efficiente, permette una migliore allocazione delle risorse. Gli enormi sprechi del modello liberista, i costi ambientali sotto gli occhi di tutti, quelli sanitari (ormai una vera emergenza), i ripetuti fallimenti dei mercati, soprattutto quelli finanziari, le continue guerre determinate dal prevalere degli interessi delle grandi corporazioni private, l'insicurezza delle esistenze individuali di milioni di concittadini, dimostrano senza ombra di dubbio la validità di questa tesi.

A coloro che obiettano che "non si può tornare indietro", i sovranisti rispondono che davanti a noi c'è un solo stretto sentiero che possiamo e dobbiamo percorrere: quello che conduce all'asservimento del mercato ai bisogni sociali, organizzati e mediati dallo Stato. Ai lati di questo sentiero ci sono soltanto strade che portano alla guerra e alla distruzione dell'ecosistema.

Sovranismo o barbarie


L'opzione sovranista è dunque una necessità storica. Non usiamo l'espressione "socialismo o barbarie", preferendo ad essa "sovranismo o barbarie", per l'esigenza di segnalare due differenze di fondo con la tradizione marxista. In primo luogo, per noi sovranisti il mercato deve essere sì asservito ai bisogni sociali, ma non soppresso. In secondo luogo, non crediamo che il passaggio dal liberismo al sovranismo/socialismo sia un esito predeterminato e iscritto nei meccanismi di sviluppo del capitalismo. Al contrario, esso è una possibile conquista dello spirito umano. Cioè, in ultima analisi, una scelta morale.

L'Associazione Riconquistare la Sovranità si appresta a svolgere la sua terza assemblea nazionale. L'appuntamento è  DOMENICA 8 GIUGNO 2014 (ore 9,30 – 18,30) presso il centro polivalente PALACAVICCHI di ROMA, Via R. B. Bandinelli 130 (confine con Ciampino, in prossimità del Raccordo Anulare). Siete tutti invitati a partecipare.

Nota dello scrivente (cui si associano i soci ARS di Frosinone e provincia):  chi mi/ci conosce di persona può contattarmi/ci per avere, se lo desidera, ulteriori chiarimenti sia sull'evento che sulla proposta politica dell'ARS. In particolare, se le richieste saranno numerose, potremmo organizzare un incontro nella mia casa di campagna, per confrontarci sotto un magnifico pergolato bevendo vino e dividendo il pane. 

7 commenti:

  1. Ciao, mi chiamo Simone.
    Sarei interessato a meglio comprendere le istanze dell'ARS.
    Resto in attesa di conoscere la lista dei vini!

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  2. Giovanotto, nelle sue parole colgo un forte slancio spirituale... quasi etilico. :-)

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. io sarei interessato alla fase etilica sotto il pergolato, grazie :-)

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  5. Veramente Renzi sostiene che la disoccupazione si combatte con l'abbassamento del costo del lavoro e con la flessibilità (un economista direbbe con la diminuzione di 'viscosità' del mercato del lavoro: eliminazione del contratto nazionale, emarginazione dei sindacati, sostanziale abrogazione del Diritto del lavoro, Job(s) Act...).
    Sarebbe già un bel progresso se sostenesse che serve la crescita per diminuire la disoccupazione

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  6. E perché RenZino vuole eliminare le "viscosità"? Perché così si cresce (a scapito di chi è più "viscoso", ovviamente).

    E' la logica della concorrenza: se qualcuno vince, qualcun altro deve perdere. Ma la concorrenza, eletta a valore assoluto di un sistema (ad esempio riducendo, o eliminando, il ruolo dello Stato) nella migliore delle ipotesi costringe i perdenti a fare una vita di merda, nella peggiore al disastro per tutti.

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