venerdì 31 ottobre 2014

Il gioco degli "anti" (di Truman)

Valentina Nappi
Un magnifico commento di Truman alla vicenda Nappi-Fusaro.

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Il gioco degli "anti"

Mi sembra di assistere ad un talk show, dove tutte le opinioni sono difendibili e alla fine il pubblico (il genere di pubblico che riesce a seguirli) se ne esce divertito e con le idee più confuse di prima. In alternativa se ne esce più convinto che mai delle "proprie" idee.
Fusaro gioca a fare l'anticapitalista e Nappi gioca a fare l'antifascista. Se dovessi ragionare come il pubblico dei talk show, sarei dalla parte di Fusaro, pur ammettendo che Nappi si difende bene. Ma non è mio interesse schierarmi e fare il tifo. Potrebbe anche essere divertente, ma il tempo a nostra disposizione comincia ad essere limitato. Il gioco degli antifascisti e degli anticapitalisti mi ricorda troppo la trappola delle contrapposizione destra-sinistra, che Fusaro espone, pur non chiamandola trappola. Una trappola è un meccanismo ne quale è facile entrare ma dal quale è difficile uscire, solitamente costruita per gli interessi di qualcuno. Non è necessario che la trappola sia materiale, anzi le trappole immateriali funzionano meglio.
Personalmente sono interessato a capire concetti e meccanismi, ma per capire il gioco degli "anti" funziona male, troppi possono essere gli opposti di qualcosa, un esempio dalla vecchia URSS:
Domanda: Cos'è il capitalismo?
Risposta: Lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Domanda: E cos'è il comunismo?
Risposta: il contrario.
Nelle infinite possibilità dei contrari di un concetto, si aprono spazi per discussioni interminabili.
Preferisco tentare di partire da definizioni in positivo. Per il capitalismo, dopo innumerevoli definizioni estremamente complicate, mi è rimasta una frase di Peter Hoeg (Il senso di Smilla per la neve): "quella mistura tipicamente occidentale di cupidigia e ingenuità."
Essa rende l'idea di un fondamento estremamente semplice, che riesce ad avere impatto sulle masse. Poi può essere ricoperto con concetti più complessi, ad esempio il cosiddetto mercato. Su questo concetto preferisco Federico Caffè: « Poiché il mercato è una creazione umana, l’intervento pubblico ne è una componente necessaria e non un elemento di per sé distorsivo e vessatorio.» Insomma il mercato è una creazione dello Stato più che il suo nemico. Un mercato che non sia regolato non è più un mercato, è un business mafioso.
E allora se si vuole combattere il "fondamentalismo del mercato" bisogna osservare che ciò che viene chiamato mercato di solito è solo un business ben distante dal mercato, perchè minore è la regolazione e maggiore è il profitto. Si dice mercato e si intende profitto (con la minore fatica possibile). In quest'ottica bisogna scardinare i legami tra gli individui, perchè maggiore è il legame tra gli individui e meno li si può sfruttare. La famiglia fa male al profitto.
Ma ciò che più fa male al profitto (mafioso) è il nomos, la legge, o meglio l'ordinamento giuridico. Da Hammurabi a Kelsen c'è una continua ricerca di combattere il profitto ingiusto tramite la legge, una legge che sia scolpita su pietra, resistente agli insulti, nota a tutti, interiorizzata, capita ed accettata. Nel continuo affinamento di una legge fondamentale (una Grundnorm) si esplica il combattimento tra i popoli e le elites parassite. E lo Stato è un'entità fondamentale per tenere saldo il nomos contro i parassiti.
Non sarà l'Europa a combattere questa battaglia per conto dei popoli, l'Europa di oggi è un consorzio di banche.
Nel frattempo la crescita del sentimento costituzionale all'interno delle popolazioni negli ultimi decenni è un grande progresso che pochi hanno trovato utile notare, perchè va contro il profitto. Ma la crescita c'è stata, e non è casuale che i continui sforzi dei ducetti e vicerè attuali puntino a demolire la nostra Costituzione.
Circa un anno fa hanno tentato di demolirla a partire dall'art. 138. Si sono inceppati e ci stanno riprovando in altra forma. Adesso il Parlamento si è inceppato nell'elezione dei giudici della Corte Costituzionale. Il loro nemico è la Costituzione. E la Costituzione è la nostra bandiera. Fin dai tempi di Hammurabi.

2 commenti:

  1. Concetti di una semplicita' disarmante. Mi stupisco che ancora siano messi in dubbio dalla gente comune.

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  2. E' il gioco democratico, bellezza, ma anche loro possono sbagliare.

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