lunedì 29 dicembre 2014

Convergenze parallele - il prequel

5 commenti:

  1. Non capisco cosa ci si attende da alcuni militanti di un movimento che ha sempre dimostrato di dipendere in tutto e per tutto dal suo fondatore (il quale fondatore ha, a sua volta, dimostrato di dipendere in tutto e per tutto da un signore il cui unico ruolo - almeno ufficialmente - dovrebbe essere quello di fornire un supporto tecnico all'attività del movimento).

    Se il capo ortottero propone il referendum e, per di più, lo propone come ipotesi residuale alla istituzione degli eurobond, ciò significa semplicemente che opera affinché l'Italia resti nella "gabbia" e che, quindi, i suoi subalterni operano e non possono che operare nella stessa direzione.

    Ogni volta che in tv è stato chiesto agli esponenti del M5S perchè si limitino pilatescamente a rimettere la questione euro alle urne, nessuno degli interpellati ha saputo fornire una risposta politicamente plausibile ("è giusto che il popolo sia interpellato su una questione così importante" et similia).

    Non è mai esistito e non esisterà mai un soggetto politico dove "uno vale uno": la precondizione perchè un soggetto politico riesca a incidere è che sia governato da "alcuni" che abbiano una capacità progettuale a livello "macro". Nel m5s, quegli "alcuni", nella migliere delle ipotesi, non hanno capacità progettuale e, nella peggiore, perseguono in modo occulto un obiettivo di conservazione dello status quo.

    Molto meglio Salvini.

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  2. Ho letto tutto il commento annuendo. Ti segnalo che molte delle cose che scrivi mi spinsero, in tempi non sospetti, ad allontanarmi dal m5s. Però scusa: che c'azzecca la conclusione (meglio Salvini)?
    Boh...

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    1. Io ragiono così: essere pro o contro la U.E. (e annessi e connessi) è come essere pro o contro l'aria.

      Salvini agisce affinchè ci sia una condizione primaria per la vita, anche se personalmente aborro la sua concezione della vita; il capo degli ortotteri, invece, DI FATTO (ossia al di là dei proclami) si muove nella direzione opposta (negare quella condizione primaria).

      Poichè "primum vivere, deinde philosofari", come potrei sostenere, in una situazione in cui occorre lottare per il "vivere", che Salvini è peggio di Ms. G.?

      Secondo Lei,

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    2. In Grecia si va a votare e le borse europee crollano (Atene fino all'11%). L'UE è come l'aria? In ogni caso, è lecito dire che si è per l'uscita dall'euro e anche contro l'UE e contro la flat-tax? O è obbligatorio, se si è per l'uscita dall'euro, essere anche per la flat-tax? Perché dovremmo essere noi ad adeguarci a Salvini, e non Salvini a noi? Perché è bello desnudo?

      Quanto al capo degli ortotteri, chiarisco che reputo il referendum una sciocchezza, anche se molti argomentano che sia un buon modo di porre il problema sul piano comunicativo. La cosa non mi convince affatto, e infatti esprimo sovente il mio dissenso. Non arrivo fino al punto, però, di considerare M5S degli euristi.

      In sintesi: per me (sottolineo: per me) la flat-tax deve essere combattuta e il referendum è una sciocchezza, anche pericolosa. Ma io non ho la verità in tasca e gradirei, nell'un caso come nell'altro, che si argomenti. Così, almeno, imparo qualcosa... se del caso.

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    3. Riformulo correttamente il paragone: essere a favore della UE è come essere contro l'aria (e viceversa).

      Riguardo al referendum, non si tratta di un modo sbagliato per dare centralità alla questione, ma di un sistema che chiuderebbe definitivamente la partita a favore dei pro euro, ossia dei "poteri forti" che i caldeggiatori del referendum dicono di combattere.

      Se chi propone un simile plebiscito non è in grado di capire una cosa del genere, la conclusione non può che essere una sola: siamo in presenza di un soggetto che, essendo totalmente ebete sul piano politico, è per ciò stesso pericoloso.

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