domenica 11 gennaio 2015

I commenti democratici uniti...

Visto che gli Stati Uniti d'Europa (specie se democratici) sono una favoletta, propongo di unire almeno i commenti a due post sui quali si sta sviluppando un'interessante discussione:

Invito pertanto tutti a inserire i prossimi commenti ai suddetti post in questo. Sarà più semplice per tutti seguire una discussione che è interessante e attuale.

Vi ringrazio tutti.

Addendum:


Questa è "satira"! Non le porcherie di Charlie Hebdo.

14 commenti:

  1. Rispondo a Demetrio che in questo commento scrive: «Nessun documento giuridico sancisce il principio secondo cui la libertà di manifestazione del pensiero deve esplicarsi "dal basso verso l'alto."»

    In realtà nessun documento "giuridico" sancisce nemmeno la liberà di satira. Ad esempio (art. 19 della Costituzione): "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.".

    Anche il I emendamento della Costituzione americana recita: «Il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione, o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per la riparazione dei torti.»

    Dunque quello che è in discussione è la libertà di espressione e, per logica conseguenza, di fede religiosa. E' invece in discussione ciò che si intende per "libertà di espressione".

    Un esempio: è lecito pubblicare una foto nella quale si vede Gesù ignudo e in posizione prona con una scritta che recita "lasciate che i fanciulli vengano in me?". Guarda Demetrio, mi sento male anche solo a scriverla una frase del genere, ma talvolta è necessario dire cose spiacevoli per farsi capire. Se un gruppo di blogger iniziasse a pubblicare una rivista con questo genere di vignette, nelle quali si prende di mira non l'islamismo, ma la religione cristiana o quella ebraica, tu saresti ancora disposto a difendere il loro diritto di farlo? Sai, per capire perché gli altri diventano a volte violenti, la prima cosa da fare è provare a mettersi nei loro panni, e chiedersi con assoluta sincerità: cosa farei IO al loro posto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nello Stato di diritto è la legge (emanata dai rappresentanti del popolo) a delimitare in modo preventivo ciò che si può e non si può fare. Nello Stato (di diritto e) democratico (quindi pluralista), ciò che è lecito secondo la legge si può fare (si DEVE poter fare) indipendentemente dal fatto che il fare di alcuni dia fastidio ad altri.

      Nello Stato teocratico, in quello totalitario e in quello autoritario è consentito fare solo quello che i capi religiosi, il partito unico e il tiranno di turno stabiliscono.

      Da che parte vogliamo stare?


      P.S.

      1) Se fossi un autentico cristiano (non lo sono), la vignetta del tuo esempio non mi farebbe nè caldo nè freddo, o forse mi rattristerebbe. Nulla di più (chi coltiva veramente alcuni valori non si fa scuotere nelle proprie convinzioni profonde da una vignetta).

      2) Il referente costituzionale del c.d. diritto di satira è l'art. 21 Cost. (che trova corrispondenza in analoghe norme delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani) , che sancisce il diritto alla libera manifestazione del pensiero (includente il diritto di critica). Quella norma costituzionale non si sogna minimamente di limitare l'esercizio del diritto in questione "dal basso verso l'alto", non foss'altro perchè la Costituzione non considera l' "alto" come oggetto di possibile scherno e derisione.

      Elimina
  2. Ancora per Demetrio, che nel commento in oggetto scrive anche: «Oltretutto, perchè mai i seguaci di Maometto sarebbero il "basso" e noi l' "alto"? Sceicchi, sultani e tiranni mediorentali vari sarebbero dei diseredati mentre i nostri disoccupati in fila alla mensa dei poveri apparterrebbero al novero dei potenti della Terra?»

    Caro Demetrio, non so perché ma mi sono fatto l'idea che tu sia abbastanza giovane. Trovo anche che le tue osservazioni, sebbene mi facciano "lievemente" ribollire, sono tuttavia espresse con garbo, educazione e volontà di argomentare. Per queste ragioni resisto alla tentazione di liquidarti e dialogo con te (poi, se il mio caratteraccio prenderà il sopravvento... ti chiedo scusa in anticipo).

    Dunque: se le vignette satiriche fossero dirette a singoli personaggi ricchi e potenti del mondo islamico (sceicchi, capi di Stato etc.) allora rientreremmo nella definizione di "satira". Nel caso di CH non è così! Le vignette sono genericamente offensive dei simboli, dei valori e delle consuetudini di un intero universo (oltre un miliardo di esseri umani). Che tra di essi ci siano individui ricchi e potenti è ovvio, ma non mi risulta che siano loro che compiono atti terroristici... magari li finanziano, ma non certo perché un giornalettaccio di infima qualità offende l'Islam. Così come è sotto gli occhi di tutti che nel ricco "occidente" ci sono centinaia di milioni di diseredati.

    Dobbiamo dunque confrontare in termini "macro" il potere e la ricchezza di ciò che chiamiamo "occidente" (Europa+USA) con ciò che chiamiamo "mondo islamico". Se serve ti segnalo una serie di dati numerici ("dati"!, ho detto "dati"! non "opinioni") che dimostrano in modo inoppugnabile come tra l'occidente e il mondo islamico il rapporto è lo stesso che tra un pugile professionista e un ragazzino. Fammi sapere se ti servono li numeretti....

    Cheese.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I "numeretti" non servono.

      Esiste un mega-sistema cinico e protervo, denominato Occidente, nel quale vive e agisce liberamente una rivista satirica di pessimo gusto, che prende a bersaglio i simboli religiosi di una vasta moltitudine di individui che delle nefandezze commesse dal mega-sistema (cinico e arrogante) sono vittime.

      Se tu pensi che trucidare la redazione della rivista satirica sia stato un atto moralmente condannabile ma politicamente giustificato perchè compiuto da individui rientranti nella parte di umanità che è vittima del mega-sistema (cinico e protervo), ritieni che i redattori trucidati, per il solo fatto di vivere e operare nel mega-sistema (cinico e protervo), siano responsabili delle azioni nefande portate avanti dai governanti dello stesso mega-sistema ai danni delle suddette vittime e che sia "normale" che di i suddetti redattori debbano rispondere di quelle nefandezze.

      Invee, coloro che lavorano per la rivista satirica in questione, vivendo in un Paese che è, sì, membro del mega-sistema (cinico e protervo) ma che ammette al suo interno certe libertà, hanno quale unica responsabilità (eventuale) quella di avere insultato altri individui e ciò - mi pare - toglie "in radice" legittimazione all'idea che l'eccidio di Parigi possa avere "comprensibili" motivazioni di tipo geo-politico.

      La concezione secondo cui le colpe dello Stato ricadono automaticamente sui suoi cittadini è aberrante, se non altro perche oggi è toccato a CB, domani, per qualche scherzo del destino, potrebbe toccare a me o a te di essere identificato con l' "orrido occidente" (ci hai pensato?)

      .

      Elimina
    2. Io non dico che le colpe dello Stato debbano ricadere sui singoli cittadini, però è vero anche il contrario: i comportamenti dei singoli cittadini non possono sempre essere posti in capo allo Stato, ad esempio con il dispiego di mezzi di protezione (scorte e quant'altro). E ovviamente non dico nemmeno che i redattori di CH se la siano meritata. Mi limito a dire che erano un gruppo di esaltati facinorosi impegnati in un loro guerra privata con l'Islam.

      Loro riposino in pace, ma sia ben chiaro che IO NON SONO CHARLIE!

      La questione per me è chiara: 1) c'è stata una strage 2) i responsabili sono stati giustamente perseguiti (e non so quanto "giustamente puniti") 3) le vittime non sono eroi.

      Tutto ciò al netto, ovviamente, di altre considerazioni. Perché se si dovesse scoprire che non solo i terroristi, ma anche i redattori di CH erano in realtà in servizio permanente effettivo di uno Stato straniero (Isis i primi... indovina tu i secondi) allora la questione cambia radicalmente.

      Hai saputo dell'incidente diplomatico tra Hollande e Netanyahu? Strano vero?

      Elimina
  3. Per rispondere a Giovanni mi sposto qua. Cerco di fare un po' di ordine: l'obiezione che quella di CH non è satira è irrilevante; Fiorenzo fa delle considerazioni interessanti sula satira, ma rimane secondo me un tema marginale. Un tema più attuale secondo me è cosa dovrebbe essere consentito dalla legge e cosa no. Può essere satira o un volantino politico, un articolo giornalistico, o una semplice sequela di volgarità fini a se stesse, il punto è cercare di stabilire dei principi e dei limiti di carattere generale. Questi limiti ovviamente si possono rivedere, ma la revisione deve seguire procedure democratiche. Battute sui disabili così come bestemmie e volgarità gratuite su Gesù o Maometto sono ovviamente disgustose, bisogna stabilire se in un dato contesto storico e sociale è sufficiente la riprovazione sociale o se è necessario definire dei limiti giuridici e a che livello. Se nella società maturano sensibilità tali per cui a un certo punto si ritiene di tutelare determinati valori a scapito di altri mi sta benissimo. Quello che non mi va è ridefinire questi principi sotto il ricatto di una minoranza di disadattati criminali.
    Altro discorso invece riguarda gli attentati. Il terrorismo ha sempre scopi, intrecci e manovre che vanno al di là del fatto di cronaca, e noi italiani dovremmo saperlo bene. Gli attentatori sono solo pedine sacrificabili, oggi gli fanno attaccare un giornale, domani la sede di un partito, dopodomani una sinagoga... ma a chi giova tutto questo? Chi c'è dietro e quali sono i suoi veri scopi? Domande difficili a cui sarà difficile dare risposta nell'immediato. Oggi manifestiamo solidarietà alle vittime, come è giusto che sia, e respingiamo la violenza. Domani, calato il polverone e con mente più calma, secondo me dovremmo cercare di capire meglio come stanno realmente le cose.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Rispondo brevemente. Sul fatto che non si possa risolvere con una legge va bene, leggi e trattati formalizzano quanto già esiste e quindi sono il passo finale di una percorso e non quello iniziale. Su questo si potrebbe addirittura aprire un altro post perché è un altro punto su cui la propaganda dominante fa disinformazione, si propongono come soluzioni leggi e leggine su mobbing, femminicidio e tutto il resto con annesse tolleranze zero come soluzioni (la via giustizialista al socialismo) senza proporre un reale percorso di cambiamento sociale.

      Continuo però a pensare che non di può distinguere la discussione su cosa viene insistentemente presentato dal pubblico come satira, anche perché rivela quale sia la capacità del pubblico di comprendere e cosa occorre fare diffondere consapevolezza.

      Vabbè mi fermo perché mi verrebbe in mente un esempio un po' OT (ma un po' no), se mi va lo aggiungo domani.

      Elimina
  4. Caro Paolo Nobili, vorrei precisare il mio pensiero meglio di quanto sia evidentemente riuscito a fare. Io non sono affatto favorevole all'introduzione di forme di censura all'espressione del pensiero, poiché penso che ai vignettisti di CH debba essere consentito dalla legge di continuare a fare quello che hanno sempre fatto. Io penso però che dobbiamo essere capaci di distinguere tra le legittime, seppur aberranti, visioni di parte (ad esempio quella propalata da CH) e i valori comuni ai quali facciamo tutti riferimento. Quello che sta accadendo, sull'onda di un evento drammatico e doloroso, è invece la confusione tra le idee, legittime ma rivoltanti di un gruppo di vignettisti, e i valori fondanti della VERA cultura europea, alla quale il nostro paese ha dato un contributo essenziale.

    In sintesi la mia posizione è la seguente:

    1) condannare la violenza omicida degli attentatori
    2) non identificare i valori della cultura europea con il giornalaccio Charlie Hebdo
    3) mantenere ben ferma l'idea che è falso sostenere che i "buoni" siamo noi e i "cattivi" tutti gli altri

    Ne segue che, dal punto di vista politico, la manifestazione di oggi a Parigi è altrettanto rivoltante del massacro degli stupidi vignettisti di CH. Sebbene questi ultimi siano delle vittime alle quali, per il solo fatto che non sono più tra noi, si deve rispetto. Lo stesso che si deve, e questo per me è di una chiarezza cristallina, ai loro assassini.

    Ciò perché sono (siamo) tutti "attori" di un conflitto che non è quello cosiddetto di civiltà, ma il solito (dai tempi di Mosè ad oggi, passando per Spartaco e Vercingetorige) tra dominatori e dominati (lotta di classe, conflitto distributivo o... UGO)

    Le soluzioni che gli uomini di buona volontà hanno costruito, nel corso dei secoli, per stemperare e limitare la ferocia di questo conflitto, hanno diversi nomi: Legge, Democrazia, Costituzioni, Diritti dell'individuo.... etc..; le contromisure dei violenti dominatori di ogni tempo sono sempre le stesse: propaganda, isteria di massa, MENZOGNA.

    Tutto si risolve, alla fine, in false analisi il cui unico scopo è nascondere la realtà degli interessi reali in conflitto. Insomma: fanno i "democratici" con il culo delle loro vittime.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fiorenzo, messa in questi termini è difficile non essere d'accordo.
      Quanto alle motivazioni reali dell'attentato, segnalo l'ultimo post su Sollevazione, da cui cito:
      "... Nella realtà delle cose il fanatismo fallaciano serve "solo" alla propaganda. ... la propaganda è ovviamente una parte, a volte addirittura decisiva, della guerra stessa. La volgarizzazione fallaciana ha dunque una funzione ben precisa: quella di preparare i popoli alla guerra, quella vera, facendogli vedere un nemico terribile quanto sfuggente: l'islamico."
      Difficile dire se sia collegabile all'attentato di Parigi, ma non è da escludere. Sempre più gente parla di terza guerra mondiale. Tira una brutta aria.

      Elimina
    2. Quoto integralmente. Di ciò che accade, la parte più interessante e rivelatrice è l'interpretazione. Ciò perché un fatto, anche il più eclatante, è in ultima analisi una "fenomenologia del micro". Esso può trovare origine nelle cause più particolari e singolari (esempio: il fatto, accreditato mi sembra dai media, che gli attentatori siano dei lupi solitari); al contrario l'interpretazione di ciò che accade rivela il "frame", e questo è un dato "macro".

      Vi è qui una evidente simmetria con quello che tutti noi andiamo sostenendo da anni, ovvero che le cause della crisi economica vadano cercate a livello macroeconomico (moneta, debito pubblico o privato, vincolo esterno), e non microeconomico (produttività, #castacriccacorruzione).

      La "propaganda", per chi è capace di leggere la realtà e dunque riconoscerla, altro non è il "frame messo a nudo".

      Consentimi, ti prego, un'iperbole: niente è più osceno del potere messo a nudo.

      Elimina
  5. "... noi andiamo sostenendo da anni, ovvero che le cause della crisi economica vadano cercate a livello macroeconomico (moneta, debito pubblico o privato, vincolo esterno), e non microeconomico (produttività,... "profitti, relazioni interne)....

    Mi rendo conto di essere OT ma quelle che indichi come cause sono in realtà effetti (IMHO ma se non ricordo male anche K. Marx la pensava così)

    AP

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo, la causa prima è il peccato originale... (allora sì che se poteva magna' beve e tromba' come c'annava a tutti e sempre... porcaccia Eva ahò!)

      Elimina
    2. Peccato originale implica atto di fede. Come sai l'articolo non mi interessa.
      Noto che hai lasciato correre la citazione. Nulla quaestio. I capitalisti lo conoscono e lo apprezzano visto che lo applicano. E ne ricavano un innegabile e palese beneficio...

      AP

      Elimina
  6. Anzi, meglio quelli da te indicati come cause sono i "mezzi" (nel senso Churchill)

    AP

    RispondiElimina