sabato 17 gennaio 2015

Il piddino di famiglia

L'altra sera discussione con un piddino di famiglia. Un uomo colto, che ci ha spiegato dettagli curiosi e interessanti dell'Odissea di Omero, mica un piddino di strada! Poi, inevitabilmente, siamo finiti a parlare di euro. Lo stesso, che fino a poco prima aveva parlato con calma e serenità, e senza tema di essere interrotto perché la sua autorità e competenza sull'argomento erano chiaramente riconosciute, non appena si è cominciato a parlare di vili quattrini si è come trasformato.

Una passione! Un accanimento! Soprattutto una creatività nello sfornare esempi particolari e, fatto che mi ha mooooooolto fatto arrabbiare, un talento nell'inventare dati da lasciare sbalorditi! Quando ha detto, ad esempio (e in modo del tutto scollegato dal filo del discorso) che l'inflazione argentina è del 50% mi sono incazzato come una iena e, complici il tasso alcolico e il mio leggendario buon carattere, ho cominciato a gridargli contro che non tolleravo che in una discussione seria si inventassero di sana pianta i dati.

Il giorno dopo ho sentito Claudio, il quale mi ha riferito che il buon piddino di famiglia aveva trovato dei link (spediti a Claudio per email) nei quali si parla di un'inflazione argentina al 40%. Non so perché il piddino di famiglia non abbia osato inviare l'email anche a me... o forse sì. Io credo che si sia ormai instaurata una vera e propria competizione, in cui risulterà vincitore colui che riuscirà a convincere il buon Claudio della bontà delle sue tesi. E dunque il piddino di famiglia ha mandato a Claudio i suoi link, ma non a me, per timore ch'io potessi contro argomentare con vivace brio. Ma Claudio, equanime e amante della libertà di pensiero (mica come me che vorrei limitare il cosiddetto "diritto di satira"!) me l'ha girata.

Il piddino di famiglia avrà googlato qualcosa del tipo "inflazione argentina", ordinando poi i risultati in base all'ovvio criterio piddinico di considerare più accreditate le "fonti" che gli danno ragione. E infatti in cima all'elenco figurava proprio un articolo che parlava di un'inflazione argentina al 40%! Non proprio il 50%, ma il 40%, come a voler dire "visto? non ero poi così lontano dalla verità".

Ora io chiedo anticipatamente perdono al mio carissimo amico Claudio, ma sono costretto a massacrargli il fratello. Con una precisazione: parlerò di ciò che è, non di ciò che sarà, potrà un giorno mai accadere, avverrà mai per volere dell'altissimo o colpa dell'omini tutti. Discuterò cioè se sia vero che l'inflazione argentina sia del 40% (manco al 50%), e non di altro. Ciò perché l'Argentina farà la sua strada che io non posso prevedere, mentre il punto è un altro: non si possono tirare in ballo, in una discussione, dati falsi o farlocchi!

Il piddino di famiglia ha citato dati farlocchi. Mi limito al primo link (Argentina, il disastro continua: l'inflazione vola al 40%, e il difficile potrebbe dover ancora arrivare - Giovanni De Mizio 12.10.2014) nel quale leggiamo:

"Secondo gli ultimi dati relativi all'inflazione nella città di Buenos Aires, il costo della vita è aumentato del 2,2% su base mensile, che si traduce in un aumento di ben il 40% su base annua. L'anno scorso il tasso era poco più della metà, intorno al 25%."

Poiché il piddino di famiglia conosce, per sua stessa ammissione, la differenza tra interesse semplice e composto, sono certo che potrà ben comprendere le mie argomentazioni a sostegno della tesi che l'articolo citato (ma lo stesso vale per gli altri nella sue email) altro non è che una mastodontica distorsione dei fatti reali.

Cominciamo con l'osservare che il dato sull'inflazione mensile registrato a Buenos Aires (~3.000.000 di abitanti) NON è indicativo dell'inflazione di tutto il paese (~40.000.000 di abitanti).

Ma poi, in quale mese? Il sospetto che si sia preso l'ultimo dato disponibile (per altro nemmeno il peggiore dell'anno) è corroborato dalla conclusione: "il costo della vita è aumentato del 2,2% su base mensile, che si traduce in un aumento di ben il 40% su base annua". E infatti:


In arancione i dati "indipendenti" e in azzurrino i dati ufficiali. Se andate qui, potete verificare come, nel marzo del 2014, si sia verificato un picco di inflazione rilevato (con valori diversi) sia dalla statistica ufficiale che da quella indipendente. Un secondo picco si è verificato nell'ottobre 2014, subito seguito da una brusca caduta. L'articolista ha preso il dato di ottobre e ne ha ricavato, bontà sua, un dato tendenziale del 40% su base annua. E il piddino di famiglia ha abboccato.

Ma  come lo ha fatto questo calcolo, l'articolista? Ovvio che non ha moltiplicato 2,2% per 12, perché il risultato sarebbe stato 26,4%, e non 40%! Che poi il 26,4% non sarebbe poco, sia chiaro, ma siccome in un altro articolo dell'anno precedente la stessa testata aveva parlato di un'inflazione al 25%, nasce il sospetto che ciò non bastava per dimostrare l'inarrestabile marcia verso il disastro dell'Argentina! Serviva un numero maggiore, ed ecco che, magicamente, da un'inflazione mensile del 2,2% a Buenos Aires si tira fuori il titolone "che si traduce in un aumento di ben il 40% su base annua", sottointeso in tutta l'Argentina. Secondo me il De Mizio ha preso il dato di marzo (~6%), lo ha sommato a quello di ottobre (~2,2%), ha fatto la media e, precauzionalmente, ha applicato uno sconto per poi moltiplicare per dodici. Oppure avrà fatto la media, moltiplicato per dodici e poi applicato lo sconto? Misteri della matematica piddina...

Come si passa dal tasso di inflazione mensile a quello annuale? Un metodo lievemente più preciso che non moltiplicare per dodici un dato mensile consiste nell'applicare la formula dell'interesse composto, che il piddino di famiglia conosce per sua stessa ammissione. Senza farla troppo lunga (se qualcuno scassa la minGhia lo dimostro nei commenti) se si vuole estrapolare a dodici mesi un dato mensile (ad esempio il 2,2%) si calcola il valore di 1,022^12. E quanto fa?

Fa 1,298, cioè un'inflazione annua del 29,8%. Famo er 30% e nun ne parlamo più.

Il 30% di inflazione non è uno scherzo, ma non è il 50%. Che poi, se si riflette sul fatto che si è spalmato un dato, quello di un mese a Buenos Aires, su tutto il paese e che si sono fatti i conti alla cazzo di cane... allora forse la miglior cosa da fare è andare a guardare i dati veri, quelli delle banche dati internazionali, eventualmente confrontandoli con i calcoli alternativi di istituzioni un minimo credibili.

Giusto piddino di famiglia? E i dati ufficiali e alternativi che dicono? Raccontano un'altra storia, nella quale c'è sì un problema di inflazione, ma non il 50% tirato fuori dal piddino di famiglia, né il 40% del giornale primo citato nella lista, e neppure il 30% ricavato generalizzando in modo aritmeticamente corretto (almeno!) a tutta l'Argentina un singolo dato mensile nella città di Buenos Aires!

La verità è che, come spesso accade, i dati statistici possono essere stirati un po', ma fino a un certo punto. Qui, come vi ho già segnalato, trovate un confronto tra i dati ufficiali del gobierno argentino e quelli calcolati da un'istituzione indipendente credibile. La differenza c'è (scrivono: "Argentina series show a significant departure from official numbers. Our 2013 annual inflation rate is ~23%; official figures account for ~11%."), non è trascurabile e si devono comprendere le ragioni tecniche e politiche di questa differenza. Ma da qui a sparare numeri a caso letti sulla stampa scandalistica economica ce ne corre.

Come mai, se io sparo una cazzata, mettiamo putacaso sull'Odissea, il piddino colto me lo fa notare costringendomi ad abbassare la cresta, mentre il piddino colto che spara la qualunque (es. inflazione argentina al 50%!) per di più a sproposito non paga pegno? Come mai? Come mai? Forse perché, crede lui, andrà sempre in culo all'ortolano e questa illusione lo rende lievemente superficiale?

Staremo a vedere, caro piddino di famiglia! Qualcosa mi dice che presto imparerai a tacere di ciò di cui non puoi parlare...


1 commento:

  1. Con tutta la buona volontà, non capisco che ca... c'entra l'inflazione argentina. L'inflazione dipende da una serie di fattori oggettivi e scelte politiche che rendono il fenomeno relativo nello spazio e nel tempo.

    Innanzi allo stesso imput, astrattamente idoneo a causare un determinato output, quest'ultimo si verificherà solo se e nella misura in cui concorrano le altre concause necessarie (nessun fenomeno è dato da una unica causa).

    Il piddino, quindi, anzichè perdere tempo a cercare notizie sull'Argentina, dovrebbe spiegare perchè se l'Italia svalutasse ci sarebbe l'iperinflazione (e qui si metterebbe da solo nell'angolo).

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