giovedì 15 gennaio 2015

Riscaldamenti privatizzati

Al rientro dalle vacanze di Natale la scuola era freddissima. Mugugni, cappotti stretti fino al collo, e pazienza. Ci viene detto che è la conseguenza del lungo spegnimento dell'impianto di riscaldamento e conseguente raffreddamento dei locali.

Passano i giorni ma la situazione non migliora. Siamo investiti da una perturbazione meteo abbastanza fredda, ma non eccezionale, che si somma agli effetti del periodo di chiusura. I termosifoni, in numero e dimensioni insufficienti, sono mantenuti ad una temperatura poco più che tiepida e spenti alle 11 del mattino. I ragazzi cominciano a protestare ma gli viene risposto che responsabile del riscaldamento è l'amministrazione provinciale, e dunque che la dirigenza scolastica altro non può fare che segnalare la circostanza e attendere che vengano presi provvedimenti.

Poi (finalmente) scatta lo sciopero spontaneo degli studenti. L'adesione, il primo giorno, è pressoché completa, meno il secondo. Domani pare che vi sarà un terzo giorno di mobilitazione, questa volta con una manifestazione davanti alla sede della Provincia.

Ma neppure la Provincia potrà far niente. In realtà quella del riscaldamento delle scuole è una competenza che non è più effettivamente in capo a questo organo amministrativo, essendo stata di fatto trasformata in un contratto di natura mista, pubblico-privato, i cui contraenti sono il CONSIP e l'azienda privata che si è aggiudicata l'appalto. Secondo quanto ci riferisce il nostro agente all'Avana, tra le condizioni contrattuali vi sarebbe l'obbligo di mantenimento di una temperatura di 20°C negli ambienti della scuola, mentre quella misurata da alcuni studenti risulta essere di 11°C. La differenza, i cui disagi sono sopportati da un migliaio di persone tra studenti, docenti e personale amministrativo e ausiliario, implica un ovvio ed evidente plus guadagno da parte dell'azienda titolare del contratto.

Credo che, dopo aver manifestato davanti agli uffici della Provincia, gli studenti e le loro famiglie, nonché i lavoratori tutti, dovrebbero prendere in esame la possibilità di una denuncia alla Procura della Repubblica per inadempienza contrattuale.

3 commenti:

  1. Dice: "ma tutto questo c'entra qualcosa con la UE?"

    C'entra, perchè senza la UE non avremmo mostruosità come la CONSIP e come i contratti di fornitura pubblico-privato.

    Sull'origine e sui guasti delle s.p.a. a capitale pubblico, imposteci da chi ci assilla perchè dobbiamo fare le "riforme", rinvio ad un interessante studio pubblicato su orizzonte48).


    P.S. Per quanto riguarda la denuncia alla Procura, non vorrei sbagliarmi ma credo che la situazione non abbia rilevanza penale (nel senso che il comportamento tenuto dall'azienda del gas, a meno che vi sia una truffa, non integra un reato e la Procura non può fare niente).

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  2. non da 20 a 19....da 20 a 11....vermi.

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  3. Oppure i genitori potrebbero portare delle stufe elettriche (occhio al carico).

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