martedì 14 aprile 2015

Un giovane "Acerbo"

Giacomo Acerbo e Matteo Renzi
Da wikipedia: «Il sistema delineato dal disegno di legge Acerbo andava a modificare il sistema proporzionale in vigore da 4 anni, integrandolo con un premio di maggioranza, che sarebbe scattato in favore del partito più votato che avesse anche superato il quorum del 25%, aggiudicandogli i 2/3 dei seggi. Durante la discussione in commissione, i popolari avanzarono numerose proposte di modifica, prima cercando di ottenere l'innalzamento del quorum al 40% dei votanti e poi l'abbassamento del premio ai 3/5 dei seggi. Ogni tentativo di mediazione fu però vano e la commissione licenziò l'atto nel suo impianto originale, esprimendo parere favorevole a seguito di una votazione terminata 10 a 8.
Il ddl venne quindi rimesso al giudizio dell'aula, dove le opposizioni tentarono nuovamente di modificarlo: esse confluirono attorno ad un emendamento presentato da Bonomi, che proponeva ancora di alzare il quorum per lo scatto del premio di maggioranza dal 25% al 33% dei voti espressi. Il tentativo fallì, anche per la rigida posizione assunta dal governo, che, opponendo la fiducia, riuscì a prevalere (seppur di stretta misura): su 336 presenti in 178 votarono a favore della fiducia e contro l'emendamento, 157 a favore dell'innalzamento della soglia e contro il governo. Decisivo risultò il numero degli assenti - ben 53 - che avrebbero potuto orientare in modo diverso l'esito del voto.
Il 21 luglio del 1923 il ddl Acerbo venne infine approvato con 223 sì e 123 no. A favore si schierarono il Partito Nazionale Fascista, buona parte del Partito Popolare Italiano (il cui deputato più noto fu Filippo Cavazzoni, poi espulso dal partito con gli altri dissidenti), la stragrande maggioranza dei componenti dei gruppi parlamentari di tendenze liberali e la quasi totalità degli esponenti della destra, fra i quali Antonio Salandra. Negarono il loro appoggio i deputati dei gruppi socialisti, i comunisti, la sinistra liberale e quei popolari che facevano riferimento a don Sturzo. La riforma entrò in vigore con l'approvazione del Senato del Regno, avvenuta il 18 novembre, secondo altre fonti il 14 novembre, con 165 sì e 41 no.»

Questa è ormai SStoria. Una SStoria che molti purtroppo non conoscono, o non ricordano, o fanno finta di non ricordare. Ora ci risiamo: il governo si appresta a far approvare l'Italicum. La nuova legge elettorale, così come è già stata approvata dalla Camera, prevede:
  • l'elezione di 630 deputati, di cui 12 nelle circoscrizioni estere
  • Ogni regione viene suddivisa in un certo numero di circoscrizioni. Ad esempio per il Lazio (5,9 mln di abitanti) le circoscrizioni saranno 57, per la Lombardia (10 mln di abitanti) 101, per la Campania (5,8 mln di abitanti) 60. Ad ogni collegio spetta un numero di seggi proporzionale al numero di abitanti, secondo i dati dell'ultimo censimento.
  • Sono previste soglie di sbarramento: l'8% in caso di liste singole, il 12% per le coalizioni. Per le coalizioni che raggiungono il 12% i seggi saranno ripartiti tra quelle che raggiungono almeno il 4,5%.
  • E' prevista una soglia del 37% per l'attribuzione del premio di maggioranza. Questo consiste nell'assegnazione, alla lista che raggiunge il 37%, di un numero di deputati tale da farle raggiungere la soglia di 370 seggi (circa il 58%), salvo che non ne abbia già ottenuti di più con i suoi voti.
  • Se nessuna lista raggiunge il 37% si va al ballottaggio. In questo caso si sfidano le prime due liste, o coalizioni, e alla vincente vanno 321 seggi (poco più del 50%).
  • Non è previsto alcun voto di preferenza.
Rispetto alla legge Acerbo, che prevedeva una soglia per il premio di maggioranza del 25%, l'Italicum appare più "democratico", rigorosamente tra virgolette. Ma non è questo il punto che mi interessa.

Io do per scontato che sarà approvato, e che con esso dovremo fare i conti. La domanda è: può essere sconfitto il piano di Renzi, il "giovane Acerbo" del terzo millennio? La risposta è no, anche se si verificassero le seguenti (improbabili) condizioni:
  1. Il PD si spacca, con l'uscita di Fassina e di altri capaci di promuovere una formazione "de sinistra" su posizioni anti-euro.
  2. Nasce una coalizione del PD fassiniano con il M5S
  3. La Lega, che non potrebbe evidentemente aderire alla coalizione PD fassiniano-M5S, corre da sola, e lo stesso fa ciò che resta di Forza Italia.
In questo scenario alla coalizione PD fassiniano-M5S si opporrebbe una coalizione PD renziano-NCD. Naturalmente alla Lega, e soprattutto a Forza Italia, dovrebbero essere promesse contropartite. Nel caso di Forza Italia queste riguarderebbero il ruolo di Silvio Berlusconi. Per la Lega si tratterebbe di patti che spaziano dalla politica fiscale (flat-tax e federalismo fiscale) ad accordi di potere su base regionale al nord. Il problema è che non esistono solo i partiti, ma anche i corpi sociali, termine con il quale non intendo riferirmi "ar popolo", ma alle grandi corporazioni di interessi concreti. La loro scelta sarebbe, con ogni probabilità, in favore di Renzi. Questi, che già detiene il potere e gode dell'appoggio del grande capitale finanziario italiano ed europeo, avrebbe ben altri argomenti per trattare sia con Berlusconi che con la Lega di Borghi-Salvini che non l'armata brancaleone costituita da un'alleanza, per altro improbabile, tra il M5S e i dissidenti del PD guidati da Fassina o chi per lui.

Dunque, con l'approvazione dell'Italicum, Renzi terrebbe tutti per le palle. E anche se si andasse alle elezioni, di fatto l'Italicum è fatto apposta per favorire una campagna elettorale bipolare: da una parte il Partito della Nazione (PD renziano + NCD), dall'altra una sinistra eterogenea e problematica, con Lega e Forza Italia nella condizione di intervenire nella fase del ballottaggio. Ammesso e non concesso che almeno una delle due non si schieri, fin da subito, con Renzi.

In ogni caso, il ruolo e il possibile protagonismo dei cosiddetti "movimenti dal basso", penso soprattutto ai sovranisti, sarebbe ridotto ai minimi termini. In altri termini l'approvazione dell'Italicum, che considero certa, avocherebbe all'attuale ceto politico ogni scelta nel delicato orizzonte politico che si prospetta, segnato dalla crisi dell'euro cui la prossima uscita della Grecia imprimerà un'accelerazione importante.

La scelta dei sovranisti


Cosa dovrebbero fare i sovranisti, qualora lo scenario delineato si avverasse? Non possono pensare, nemmeno alla lontana, di partecipare, questo è ovvio. Ma credo anche che non dovrebbero, per nessuna ragione e in nessun caso, cedere alle farlocche lusinghe del "voto utile", della serie: se non votate per la coalizione "de sinistra", allora farete il gioco di Renzi. E sono certo che così sarà, salvo piccole frange di pseudo-sovranisti, magari create ad arte per fare confusione. Ma di ciò parleremo se, e quando, verrà il momento.

6 commenti:

  1. A parte il fatto che in Senato la soglia per l'attribuzione del premio di maggioranza.è stata portata al 40% e che la soglia di sbarramento in ingresso per i partiti è stata abbassata al 3%, se si andrà al ballottaggio la scelta sarà tra il PD di Renzi ed il M5S.

    Secondo me i sovranisti cederanno alle farlocche lusinghe del "voto utile" e voteranno per il M5S.

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    1. Caro Peter, coregime se sbalio ma la soglia del provvedimento, così come è stato approvato dalla Camera, è al 37%, e quella per i singoli partiti è all'8%. Da dove tiri fuori questi numeri? Mi puoi dare un riferimento? Se hai ragione sarebbe un parziale positivo segnale che non sono completamente e totalmente folli. Ovviamente restano comunque antidemocratici.

      Quanto al ballottaggio, credo che sarà tra coalizioni, o al massimo tra la coalizione renziana e il M5S. Altrimenti dovrei concludere che Renzi è scemo. E non lo credo.

      Quanto al "voto utile", mi sento di smentirti, ma staremo a vedere. Se passerà il "voto utile" mi dichiarerò "unico essere umano senziente in un mondo di imbecilli". Parlo dei sovranisti veri, cioè di quelli "storici", non di quelli che spunteranno come funghi in campagna elettorale: entità artificiali con una false flag mission incorporata.

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    2. Caro Fiorenzo,
      la versione originale dell'Italicum è stata modificata in Senato in gennaio :

      http://www.polisblog.it/post/196977/come-funziona-legge-elettorale-renzi-berlusconi-testo

      Quanto al ballottaggio, è troppo presto per prevedere cosa farà Renzi, certe decisioni verranno prese in prossimità delle elezioni, in relazione al quadro politico del momento. L'unica previsione che mi sento di fare, se si andrà al ballottaggio, è che da una parte ci sarà Renzi e dall'altra il M5S.

      Quanto al "voto utile", staremo a vedere.

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  2. ma il referendum? dai per scontata l'approvazione con più di due terzi dei voti???

    perchè senza l'approvazione della modifica costituzionale questa legge elettorale serve a poco.

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    1. Che ne pensi della sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittimo il porcellum ma ha anche stabilito che questo parlamento è legittimo?

      Una volta vinte le elezioni, e con 370 deputati su 630, faranno il cazzo che gli pare.

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    2. giusto...ma se la riforma del senato non passa coi due terzi in senato non avranno la maggioranza. e il senato avrà potere di sfiducia sul governo.

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