mercoledì 20 maggio 2015

Ha ragione la Commissione Europea o Dino Pesole?

Questa è una domanda cruciale. 


Dino Pesole
I fatti: Dino Pesole, giornalista del sole24ore, in un articolo di oggi 20 maggio 2015 dal titolo "Conoscere i numeri" scrive, citando dati OCSE:

"Che vi sia un problema per un paese che spende tra il 15 e il 16% del Pil per le pensioni è fuori di dubbio.".

Per completezza di informazione vi riporto un grafico elaborato dall'OCSE relativo alla spesa pensionistica in percentuale del PIL dei principali paesi:


Guardando l'istogramma sembrerebbe che Dino Pesole abbia, se non ragione, almeno le sue ragioni!

Luigi Pecchioli
C'è però un non picciol dettaglio di cui tener conto. Nel settembre 2012 la Commissione Europea licenziò un documento ufficiale nel quale erano riportate le conclusioni di un vasto studio sullo stato delle finanze pubbliche dei paesi dell'Unione Europea. Ne ha parlato, proprio oggi, l'ottimo Luigi Pecchioli in questo articolo su Scenari economici: Pensioni e legge Fornero: ma cosa ha detto realmente la Corte Costituzionale?

Pecchioli riporta il grafico più famoso di quello studio, dal quale emerge in modo inequivocabile il fatto che l'Italia ha le finanze pubbliche più sostenibili nel lungo periodo tra tutti i paesi dell'UE.


Pecchioli, nel suo articolo, ci informa che "anche l’economista Bernd Raffelhüschen, professore di Scienze finanziarie presso l’Università di Friburgo, in Germania aveva compiuto uno studio, considerando oltre al debito esplicito, quello implicito, ovvero gli impegni già presi dallo Stato per i decenni a venire e legati in particolare all’invecchiamento della popolazione: dunque le pensioni in maturazione nei prossimi anni e la spesa sanitaria che dovrà essere sopportata da una popolazione più anziana. Il risultato era sempre lo stesso: l’Italia era il Paese più sostenibile in assoluto. Ecco il grafico esplicativo:"


Mi permetto di ricordare anche un altro grafico, non citato da Pecchioli, presente nel suddetto documento della Commissione Europea (tratto da qui). In questo caso l'Italia non si piazza al primo posto, ma solo al terzo... risultando comunque ben più sostenibile della media europea!


In conclusione: chi ha ragione, il giornalista Dino Pesole o la Commissione Europea?

7 commenti:

  1. Fraioli, noi leggiamo il suo blog per avere delle risposte, non per rispondere alle sue domande. Chi ha ragione lo chiedo a lei.

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  2. L'articolo "Pensioni e legge Fornero" non è di A.M. Rinaldi, ma di Luigi Pecchioli.

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    1. Grazie mille per la segnalazione, ho provveduto a correggere.

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  3. Cominciamo col dire che l'ottimo (si fa per dire) Pecchioli fa un errore piuttosto madornale riguardo alla data dell'ormai ben noto Fiscal Sustainability Report 2012 : il Report non è del settembre 2011 ma è datato agosto 2012 e quindi NON precede la legge Fornero.

    Ne consegue che NON è vero che la riforma Fornero è stata varata con la scusa del debito pubblico insostenibile nonostante fosse già chiaro, sulla base del rapporto della Commissione Europea, che il debito italiano a medio/lungo termine fosse perfettamente sostenibile.

    Inoltre il grafico che viene riportato come prova delle valutazioni della Commissione Europea NON è propriamente un grafico sulla sostenibilità del debito pubblico nel medio/lungo periodo ma è una proiezione sulla sostenibilità dei conti pubblici in relazione all'invecchiamento della popolazione.

    Fatta questa precisazione, è vero che secondo il Fiscal Sustainability Report 2012 i conti pubblici italiani a medio/lungo termine sono perfettamente sostenibili ? Sì, è vero : nel Fiscal Sustainability Report 2012 si sosteneva l'ipotesi che i conti pubblici a medio/lungo termine fossero perfettamente sostenibili "due to a favourable initial budgetary position in 2014 thanks to the consolidation efforts of previous years".

    In estrema sintesi, nel 2012 la Commissione Europea riteneva che grazie ai "consolidation efforts" posti in essere dal Governo Monti, l'Italia avrebbe avuto "a favourable initial budgetary position in 2014" (cfr. pagina 42 del Report) cioè un avanzo primario del 5% (vedi tabella 3.4 a pagina 41) che avrebbe reso sostenibili i conti pubblici nel medio/lungo periodo.

    Se la mia lettura è corretta, è chiaro che le proiezioni del Report sulla sostenibilità dei conti pubblici italiani fatte in base ad ipotetico avanzo primario del 5% nel 2014 non hanno e non potevano avere alcun fondamento e quindi non ha senso utilizzare il Report per sostenere che alla fine del 2011 non vi fosse un reale problema di sostenibilità dei conti pubblici perché le proiezioni e le valutazioni del Report non sono attendibili.

    P.S. Riguardo agli studi di Raffelhüschen, è chiaro che l'ottimo (si fa per dire) Pecchioli non li ha letti : se li avesse letti saprebbe che Raffelhüschen riteneva che "In der kurzen und mittleren Frist ist der aktuelle Zustand der italienischen Staatsfinanzen dennoch problematisch" e saprebbe che il grafico proposto NON è di Raffelhüschen.

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    1. Bravo Peter, hai trovato due pecche. Ciò non toglie che la domanda sostanziale resta. Questa non è se Monti&Fornero fossero a conoscenza del reale stato delle finanze pubbliche italiane, bensì se tutto l'allarme che si è fatto, e si fa, su di esse, fosse e/o sia ragionevolmente fondato.

      Tu che ne penZi?

      p.s. Pierre, hai visto che ho ragione quando dico (come un carabiniere) "le domande le faccio io"?

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    2. Anche se in ritardo (causa caduta) rispondo come promesso a Peter:
      1. Il grafico è della Neue Zürcher Zeitung, importante quotidiano svizzero,che riprende ed integra, aggiungendoci la Svizzera, lo studio del Prof. Raffelhüschen, per cui i dati sono gli stessi.
      Il professore nei riguardi dell'Italia scrive: “l’Italia dopo la Francia secondo le nostre stime sarà il Paese con il più basso incremento di spese per pensioni, sanità e assistenza per anziani. Il saldo primario italiano è molto incoraggiante” ed ancora nelle conclusioni: “l’Italia non solo precede chiaramente la “locomotiva” Germania, ma anche tutti gli altri stati dell’Euro a 12. E dunque l’Italia può contare, a lungo termine, su uno sviluppo positivo delle finanze pubbliche”. Non mi pare male...
      2. Il Report è stato pubblicato nell'agosto 2012, ma la situazione era conosciuta dagli addetti ai lavori dal 2011, anche perché si tratta di uno studio commissionato.
      Sul contenuto quello che conta è che la Commissione Europea deve ammettere a denti stretti che la situazione dell'italia non era critica nel 2011, anche se evidentemente ha interesse ad affermare che solo con le politiche da lei consigliate la sostenibilità sarà di Medio/lungo periodo. Cosa evidentemente falsa, visto che proprio le politiche dissennate di Monti e successivi hanno dissestato i conti pubblici (come i dati inequivocabilmente dimostrano) e reso alla lunga insostenibile il debito.

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