venerdì 8 maggio 2015

[Populpost] Timeo grillinos et dona ferentes

Nella migliore tradizione di questo blog, ecco a voi un post populista (un populpost)!


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Dunque domani Beppe Grillo parteciperà, a Perugia, alla marcia per il reddito di cittadinanza. Pare che questo reddito di cittadinanza sia una realtà in tutta Europa, con l'eccezione di Italia, Ungheria e Grecia. Così almeno ci assicura Giovanni Perazzoli su MicroMega. Sentite che parole accorate usa: «L’esistenza di quello che di fatto è un reddito di cittadinanza in Europa spiega molte cose che in Italia vengono riproposte, lasciatemi dire, in modo del tutto assurdo. Spiega la flessibilità europea (peraltro di gran lunga minore che in Italia), spiega l’assenza di lavoro nero, spiega l’assenza delle massicce raccomandazioni, spiega anche il fatto che le persone competenti occupino in genere il posto che compete loro (mentre così non è in Italia). Non capisco perché nonostante l'Europa raccomandi dal lontano 1992 all’Italia di introdurre un reddito di cittadinanza questo non succede neanche con la crisi. E soprattutto è incomprensibile che a sinistra nessuno ne parli chiaramente. A chi giova? Evidentemente a qualcuno gioverà

Questa idea del reddito di cittadinanza si accompagna a una narrazione che sarà, in futuro, sempre più riproposta. Ne ho parlato in classe con i miei studenti commentando la notizia, di qualche giorno fa, che la Cina si sta avviando sulla strada di una massiccia introduzione dei robot in fabbrica. L'articolo proseguiva citando una fabbrica di componentistica elettronica che, nei prossimi 18 mesi, ridurrà la sua manodopera da 1800 addetti a 200, mantenendo inalterato il volume di produzione. Ho chiesto ai miei studenti se vedessero, nell'estensione generalizzata di questo modello, un problema, ed essi mi hanno ovviamente risposto che il problema sarà la disoccupazione. A quel punto ho chiesto loro: "ma se ci sarà una grande disoccupazione, chi comprerà i prodotti delle fabbriche robottizzate?"

Il più sveglio di loro mi ha risposto citando il reddito di cittadinanza.

In classe adotto spesso modi teatrali, e così ho fatto anche in questa occasione. Mi sono messo a passeggiare facendo "uhm... uhm" e grattandomi il mento; poi ho guardato il pischello sveglio e gli ho chiesto: "quindi, secondo te, quelli che mettono i soldi per costruire fabbriche robottizzate poi, per recuperare i loro soldi, pagano le tasse con cui si finanzia il reddito di cittadinanza, così i disoccupati comprano i loro prodotti?"

Li ho visti alquanto disorientati. Soddisfatto di ciò ho aperto il registro di classe e ho cominciato a interrogare. A scuola non faccio politica, ma qualche domandina zen ogni tanto me la concedo.

Sul mio blog, però, posso fare politica. Ebbene, la domandina zen descrive bene il senso profondo del reddito di cittadinanza, di cui Beppe Grillo si proclama alfiere. Il reddito di cittadinanza altro non è che una colletta forzata, a spese del monte salari, per promuovere una redistribuzione minima che garantisca la tenuta sociale del sistema. Inoltre la battaglia per il reddito di cittadinanza serve a spaccare il fronte del lavoro, perché è evidente che chi ha un'occupazione e un reddito non è tanto favorevole all'idea di dividerlo con chi non ce l'ha.

Per capire l'ordine del problema prendiamo il caso della Germania. Secondo un articolo di Roberto Rais il reddito di cittadinanza (o di base) costa, allo Stato tedesco, 50 mld l'anno. Per assicurare prestazioni analoghe lo Stato italiano dovrebbe farsi carico di una spesa di 28 mld l'anno i quali, spannometricamente spalmati sui circa 40 mln di contribuenti, implicano un esborso medio pro-capite di 700 euro. Sul reddito medio di 19000 euro l'anno, ciò comporterebbe un prelievo del 3%. Niente di grave, sia ben chiaro, anche se in realtà il costo pro capite sarebbe, a mio avviso, un po' superiore, sui mille euro.

Qualcuno obietterà che le risorse dovrebbero essere reperite tassando i redditi alti, o con una patrimoniale. Per quanto attiene i "redditi alti" c'è il piccolo problema che il loro numero è troppo esiguo per assicurare un gettito significativo, sebbene ovviamente sia giusto che essi paghino di più. Per quanto attiene la "patrimoniale", faccio sommessamente osservare che vale la già citata considerazione, come pure che tassare i patrimoni significa eroderli, e dunque che questa soluzione non può andar bene sul lungo periodo. Questo vuol dire che, in un paese ricco come l'Italia, non ci sono le risorse per finanziare il reddito di cittadinanza? Assolutamente no, le risorse ci sono! Solo che sono risorse finanziarie, costituite da quegli stessi grandi capitali che investono per costruire le fabbriche robottizzate che distruggono (al netto) posti di lavoro.

Ma allora tassiamo i grandi capitali!


E come si fa? Con quali leggi? E soprattutto: facciamo prima il reddito di cittadinanza e poi tassiamo i grandi capitali, oppure tassiamo prima i grandi capitali e poi facciamo il reddito di cittadinanza?

Non è una domandina di poco conto perché, sebbene sia possibile fare una legge, qui ed ora, che introduca il reddito di cittadinanza, tassare i grandi capitali è un filo più complicato. Non fosse altro che per il fatto che vige un regime di completa libertà di movimento degli stessi! Nell'attesa di trovare il bandolo della matassa, il reddito di cittadinanza si risolverebbe in una colletta solidaristica forzata a spese del monte salari, con l'unico effetto di garantire la tenuta del sistema. Come volevasi dimostrare!

La battaglia per il reddito di cittadinanza, presentata come una conquista di civiltà, è dunque un cavallo di Troia. "Timeo grillinos et dona ferentes", verrebbe da dire.

Ma non è tutto. C'è un altro problema, ben più grosso, che ho trascurato per discettare sul reddito di cittadinanza. Sarete d'accordo con me, immagino, se vi dico che non c'è reddito di cittadinanza, finanziato a spese del monte salari, che possa intaccare il problema numero uno: chi comprerà i beni prodotti dalle fabbriche robottizzate? E' del tutto evidente che se il monte salari viene solo spalmato, e non aumentato in proporzione all'aumento di produttività, ci sarà un problema di smaltimento della produzione, cioè di domanda aggregata.

Questa obiezione è venuta a farmela, alla fine dell'ora di lezione, proprio lo studente sveglio che aveva avanzato la proposta di reddito di cittadinanza. Gli ho risposto in corridoio, in mezzo alla confusione del cambio dell'ora: "caro, ma è semplice, si produrrà di meno, solo per quanto sarà possibile vendere". Mi ha chiesto: "Ma così facendo, i capitalisti non guadagnano di meno?"; ed io: "senti, ma tu preferiresti vendere 1000 cappelli guadagnando 50 euro per ognuno, o diecimila cappelli guadagnando 5 euro per ognuno?". Si è fatto due conti e ha capito che la cifra era la stessa, per cui è restato in attesa della spiegazione. Me lo sono guardato e gli ho chiesto: "secondo te, io preferirei insegnare a dieci alunni, o a trenta?". Lo studente sveglio mi ha ringraziato ed è tornato in classe.

Sono certo che chi legge ha capito il problema, che è quello del livello ottimale di output. E', cioè, il problema dell'equilibrio macroeconomico generale, che ha la non secondaria caratteristica di avere più soluzioni, non tutte equivalenti.

Cosa produrre, in che quantità, per chi, questo è il problema: se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi di tanti lavoratori organizzati, o prender l'armi contro di essi e combattendo disperderli. E dopo averli dispersi, tenerli buoni a loro spese...

Il reddito di cittadinanza, che è la soluzione ottimale quanto inevitabile per garantire la sopravvivenza del sistema, tra l'altro finanziata in grandissima parte a spese del mondo del lavoro, ha anche un altra qualità: devia l'attenzione degli elettori orientandola nella direzione di una zuffa emotiva, moralistica e piagnona sulla quale i media si butteranno a mani basse per svolgere lo sporco compito per il quale sono pagati; aiutati in ciò da una pletora di pseudo-intellettuali di regime e da un'ancor più vasta platea di capre semi-alfabetizzate produttrici di fuffa. Niente di meglio dell'Italicum per selezionarle!

A proposito: chi è che dice che l'Italicum potrebbe rivelarsi un autogol? Ah, davvero... perché? Perché potrebbe vincere il M5S?

Non con il mio voto!

53 commenti:

  1. E quindi? Non introduciamo niente?

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    1. Dico, le parole sono importanti no? E allora leggiamo quello che ha detto oggi il vate grillesco all'orda meetuppara:

      «Guardate che una delle più grandi menti della storia dell’economia, un gesuita che è quello che ha procurato il miracolo della Germania che si chiamava Nell-Breuning, negli anni ’50 e ’60 era il consigliere di molti ministri, diceva che un terzo del lavoro serve a produrre danni, un terzo del lavoro serve per controllare e riparare i danni e solo un terzo del lavoro è utile. Concentriamoci su quel terzo lì! Poco lavoro, tempo a disposizione e reddito di cittadinanza. Un mondo nuovo! Un mondo straordinario! Un grande mondo! Forse ci crollerà addosso, chi lo sa! Ma ci vuole un’idea da portare avanti e seguirla, se no è politichina di quella da mercato.»

      Ma chi è 'sto Nell-Breuning? Googliamo...

      «Oswald von Nell-Breuning SJ (March 8, 1890 – August 21, 1991) was a Roman Catholic theologian and sociologist.
      Born in Trier, Germany into an aristocratic family, Nell-Breuning was ordained in 1921 and appointed Professor of Ethics at the University of Frankfurt am Main in 1928. He was instrumental in the drafting of Pope Pius XI's social encyclical Quadragesimo anno (1931), which – like the earlier Rerum novarum (1891), after which it was named – dealt with the "Social Question" and developed the principle of subsidiarity

      E che cos'è il Principio di sussidiarietà? Googliamo...

      «Subsidiarity is an organizing principle that matters ought to be handled by the smallest, lowest or least centralized competent authority. Political decisions should be taken at a local level if possible, rather than by a central authority.»

      Se ti sei "ciucciato" un po' di Luciano Barra Caracciolo allora dovresti capire, altrimenti comincia da subito.

      Capito qual è l'impronta "culturale" (parola grossa) del Grillo? Io non ho nessuna voglia di farmi inchiappettare da 'sto coso buffo con la storiella del "Venite tutti! Sarà uno spettacolo straordinario: ci toccheremo, ci guarderemo, parleremo di tutto, parleremo del lavoro, parleremo del Reddito di Cittadinanza..."

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    2. Guarda Fiorenzo che ho capito benissimo e condivido le obiezioni ma resta un fatto molto pratico: non diamo niente ai disoccupati? No, perché il reddito di cittadinanza sarà anche intrinsecamente liberista ma, in attesa di un cambio di paradigma che non ci sarà per chissà quanto tempo, un po' di sollievo ai poveri disgraziati lo dà. Bisogna essere concreti e se una proposta non ci piace occorre elaborarne un'altra che sia applicabile qui ed ora.

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  2. Aggiungo:1) Alcune persone riceverebbero un reddito senza lavorare, il che sarebbe
    ingiusto nei confronti dei lavoratori.
    2) Alcuni potrebbero decidere di non lavorare e vivere solo di questo
    reddito; così facendo però diminuirebbe la quantità di beni e servizi
    prodotti (offerta), mentre potenzialmente la domanda aumenterebbe, perché
    molte persone che prima non potevano spendere lo potrebbero fare.
    Risultato? Probabile inflazione, specialmente se ci avvicinassimo alla
    piena occupazione. Una torta che rimpicciolisce (beni e servizi), un numero
    maggiore di persone che la mangiano.
    3) I lavoratori sarebbero di fatto più sfruttati, perché produrrebbero
    anche per chi non lavora.
    4) Le persone che ricevono questo reddito "disimparano" a lavorare,
    perdendo abitudini, conoscenze, capacità; ne risentirebbe la qualità del
    "capitale umano".
    5) È probabile che chi riceve questo reddito, se ne ha l'occasione, si
    trovi anche un lavoro in nero (perché ha molto tempo libero).

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  3. Bravo ...si faccia inchiappettare invece da un sistema in cui cinici soloni trovano spazio per poter mantenere quel cinismo vigliacco e quella ignavia improduttiva così cara a tanti... di inutilità ne ho lette tante ...ma che si voglia farle passare pure per sagge elucubrazioni mi sembra ridicolo ...oltre che patetico !

    Il reddito di cittadinanza rappresenta una forma primitiva di reddito di esistenza che permetterà in futuro di non dover più essere costretti a lavorare per sopravvivere (o peggio a vivere per lavorare) ma si lavorerà per migliorare se stessi e la propria comunità ...senza dover subire soprusi o essere coinvolti in competizioni disumanizzanti con il tuo prossimo che arricchiscono solo chi trae profitto dai conflitti in cui è immersa la povera gente ...

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  4. A scanso di equivoci e perché non si pensi che io possa scrivere delle cose intelligenti, i concetti del mio post precedente non sono miei, benché in parte li condivida, bensì di un amico esponente della rete ME-MMT.

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    1. In effetti quella che aveva vergato i commenti cui ti riferisci non mi sembrava una mano piddina... ;-)

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    2. Beh si, il mio pensiero sulla disfunzionalità del reddito di cittadinanza è molto più banale e parte dal concetto che la moneta è l' unità di misura delle disuguaglianze e che essa rappresenti un valore da cui è bene non sia sganciata. Dare un reddito a fronte di nulla, in poco tempo, produrrebbe un proporzionale aggiustamento verso l' alto dei redditi da lavoro innescando inflazione e annullamento in breve dei benefici attesi dal reddito di cittadinanza.

      « Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. »
      (Karl Popper, Conoscenza oggettiva: un punto di vista evoluzionistico.)

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    3. Madooooooooooooooooooooooooooooooooonna quanto sei piddino! Non l'hai manco virgolettate le piddinate che hai detto!

      a) la moneta NON è l'unità di misura delle disuguaglianze; semmai è un'unità di conto.
      b) essa NON rappresenta una beneamata fava. La moneta è un segno di potere. Se chi la emette è forte => la moneta è affidabile, se è debole => la moneta è carta straccia.
      c) il problema non è contabile, come credo tu immagini in base alla tua ossessione per l'inflaZZZione. Dico, ma falla una proporzione tra la "moneta" necessaria a finanziare un eventuale reddito di cittadinanza e quella stampata per i QE ameregani ed europei! Ahò! Parliamo di decine e decine di miliardi al mese, mica di 28 all'anno! Hai visto l'inflazione?

      Dici: ma allora, se non è contabile, qual è la natura del problema?

      T'arisponno: a casa tua chi comanna? Tu o tu moje? Che è un problema contabile? Che? Voi comanna' tu solo perché guadagni de più? Ammesso e nun concesso...

      Ergo, il problema è nei rapporti di forza tra capitale e lavoro. Insomma: è un problema esclusivamente, unicamente, squisitamente, equellocheteparemente politico!

      'Na vorta ve mannaveno alle Frattocchie, e là ve l'insegnavano la politica!

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    4. Vedi ti ho fatto contento con delle piddinate autentiche, io parlavo dell' aspetto psicologico della moneta, che non è affatto da trascurare, quella del Symbolum.
      Ed i QE non sono altro che redditi di cittadinanza per le elite finanziarie.
      Già che ti sento ti interesserebbe fare l' assessore, urbanistica o lavori pubblici? Volendo anche bilancio o ecologia.Non sto scherzando.

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    5. Se volessi fare l'assessore chiederei solo ed esclusivamente la cultura. Cmq no, non mi interessa minimamente, ma grazie lo stesso per l'implicita manifestazione di stima.

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    6. L' assessorato alla cultura in una giunta Piddina sai che non può esistere

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  5. Ah, per inciso, Fiore' , ma tu lo sai che cosa è e a cosa serve l' unità di conto?

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    1. Diciamo che per unità di conto si intende il rapporto fra il doblone della contea di Castro dei Volsci (di cui sono baronetto) e la lira tornese. T'abbasta?

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  6. Io insisto sulla differenza fra reddito di cittadinanza come misura di emergenza e non strutturale. Quella strutturale è ciò che Fassina stesso suggeriva, il lavoro di cittadinanza, aggiungo io ottenuto tramite la redistribuzione del lavoro fra tutti come si è già discusso. La differenza fra queste due cose si giocherà all'interno del processo che si svilupperà (sempre che non continui 'sto mortorio).

    Che poi avvenga a spese del monte salari in fondo è un bene, senza toccare il garantiti, senza portarli dall'altro lato della diagonale del debito il mortorio continua sicuramente. Porterà un altra crisi? Ma "se non ci sarà una crisi non si uscirà dall'euro, puoi metterti l'animo in pace". Fu un commento davvero azzeccatissimo (che richiamo per la seconda volta), allora forza meteorite-reddito di cittadinanza.

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    1. Fammi capire Giovanni. In pratica tu stai dicendo che, poiché la battaglia tra il nostro esercito e quello del nemico è in una fase di stanca (un mortorio), tanto per movimentare un po' la situazione si potrebbe organizzare uno scontro tra la nostra cavalleria leggera e la fanteria. Se la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi etc. la tua proposta va interpretata così. Con l'aggravante che chiamare "reddito di cittadinanza" quello che in realtà sarebbe una cassa di mutuo soccorso contribuirebbe a perpetuare l'equivoco.

      Cmq l'errore di fondo (o quello che a mio avviso è l'errore di fondo - non voglio diventare il vate di Castro dei Volsci n.d.r.) è l'idea che il lavoro produttivo sia scarso e dunque che debba essere distribuito. Questa, sempre secondo la mia modesta opinione (non voglio etc..) è una cagata pazzesca. Argomenterò in un commento riassuntivo, perché mi sembra un'idea che alligna, ahimè, nel pensiero di parecchi commentatori di questo blog.

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    2. Con mortorio intendo il fatto che nonostante gli enormi sforzi profusi dai vari gruppi antisistema nulla si smuove. In fondo non è una sorpresa, io me lo spiego col fatto che molti non sono ancora colpiti direttamente dalla crisi (stanno dalla parte meno scomoda della diagonale del debito), alcuni lo sono indirettamente sui propri figli ma questo genera paura.

      L'errore di fondo credo sia in un altro: il "reddito di cittadinanza", la "cassa di mutuo soccorso" ... chiamiamolo come ci pare, sarebbe una misura che stabilizza (secondo i desiderata dei dominati) o destabilizza? Se per porlo in essere devono ad andare ad intaccare le posizioni ritenute finora intoccabili allora sarebbe comunque destabilizzante, nonostante le intenzioni. Io penso che sia per questo che ancora non viene accettato, perché implicherebbe comunque una modifica del quadro corrente che chi tira a campare non vuole. Rompere l'attuale stallo è prioritario.

      Comunque "redistribuzione del lavoro residuo" ricordo che fosse una frase di un tuo precedente post. Ma potrei pure sbagliarmi visto che non ho cercato adesso.

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    3. Ho parlato del reddito di cittadinanza in un video con Claudio (non ricordo quale, è stato parecchio tempo fa)) e, all'epoca, ero possibilista. Poi ho cambiato idea.

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    4. Oggi sono dell'idea che si debba uscire dall'euro (e dall'UE) e poi fare politiche espansive anticicliche. Il reddito di cittadinanza può andar bene solo se inquadrato in questa prospettiva, cioè dicendo chiaramente "usciamo dall'euro e dall'UE per fare il reddito di cittadinanza". Quando il M5S sarà molto più chiaro su ciò, smetterò di considerarlo una finta opposizione.

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    5. Non si può che essere d' accordo con te Fiorenzo, sono anche io decisamente su questa posizione.

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    6. @ Fiorenzo

      Domanda : una volta usciti dall'euro (e dall'UE) dove le trovi le risorse per fare politiche espansive anticicliche ?

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    7. Più o meno come si scalda l'acqua per fare la pasta. Come fai? Accendi il fuoco e provochi una bella inflazione termodinamica (una cosa tanto brutta perché aumenta l'entropia), poi al momento giusto butti la pasta. Aspetti quel che devi aspettare, la tiri fuori, la condisci e te la mangi. Alla faccia di quelli che "come faremo nel lungo periodo, con l'entropia che esplode?".

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  7. La.proposta.dei piani di lavoro garantiti della MMT è ben strutturata, benché si presti a derive autoritarie.Non capisco perchè le risorse debbano essere trovate per forza erodendo il monte salari, non possono essere reperite in deficitspending o meglio ritornando alla sovranità monetaria?

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  8. Il problema a mio avviso è che siamo entrati in piena crisi neo-luddista. Fenomeni intellettuali del genere si sono susseguiti nel tempo, fin dai tempi della rivoluzione industriale (ci vuole decrescitaaaaa).
    E quando leggo certi articoli allarmistici "riduzione per colpa della tecnologia" mi viene in mente quando mia madre mi raccontava che per studiare a Roma da esterna nel '82, per la gestione degli obblighi burocratici (gestione esami, pagamento tasse...) delegava il tutto ad apposite agenzie di studio dietro compenso. Ma adesso con internet questi lavori sono praticamente scomparsi, e non mi pare ci siano stati morti per le strade (oddio, i morti ci sono sempre, ma per motivi del tutto diversi).

    Insomma, siamo di fronte a due fenomeni estremi, da una parte il neo-luddismo che vuole tornare ai bei tempi di Berta filava perchè le macchine ci rubano il lavoro. E dall'altra gli accomodantisti, che siccome non possono fermare il progresso tecnico dicono "diamo il reddito e come la và, la và"
    Non capendo che il mondo è grande, e che qualcuno che fabbrica i robottini per costruire i prodotti finiti da qualche parte lo dovranno pur prendere.

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    1. Quindi le va bene il sistema così com'è? Come no, c'è lavoro e reddito per tutti, basta "reinventarsi", direbbe Farinetti.

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    2. Non mi sembra che Petyr abbia detto ciò.
      Quando i trattori sostituirono le mondine nelle risaie la disoccupazione non aumentò, la leptospirosi diventò una malattia infettiva rara, e le condizioni di vita di tutti migliorò sensibilmente.

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    3. Non è una questione di reinventarsi o meno. Un'innovazione di per sè porta sempre aumenti o riassorbimenti dell'occupazione, è così dai tempi della rivoluzione industriale. Poi se vogliamo mettere misure di tutela per i disoccupati io sono il primo a metterci la firma, ma se per forza dobbiamo parlare di reddito di cittadinanza allora facciamo quello vero: diamo un tot a ogni cittadino di nazionalità italiana e basta. Visto che i posti di lavoro vanno a diminuire perchè mettere vincoli alla ricerca del lavoro stesso?

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  9. Salve a tutti. Vedo che l'argomento "tira" ma ho come la sensazione che non si sia capito bene quello che sostengo. Per questa ragione provo a spiegarmi meglio, poi se siete d'accordo bene, altrimenti ciccia.

    Parte I

    Innanzi tutto la pseudo tesi (chiedo venia) secondo cui il lavoro scarseggerebbe. Portiamola alle estreme conseguenze e immaginiamo un mondo totalmente robottizzato, una cosa tipo Asimov per intenderci, dove tutto, ma proprio tutto venga fatto dai robot. Se volete ci possiamo mettere anche la disponibilità di super bambole flessuose e morbide, e fustacci da paura per soddisfare tutti i gusti, tanto non ci costa niente. Ebbene, mi volete spiegare per quale ragione, in un mondo così, le suddette attività produttive completamente robottizzate dovrebbero stare in mano al capitale privato?

    Torniamo sulla terra. La robottizzazione altro non è che innovazione che aumenta la produttività e, se aumenta la produttività, la soluzione non è distribuire reddito come fosse elemosina, ma aumentare le retribuzioni. Ciò avrebbe l'effetto, importantissimo, di distribuire la capacità di accumulare reddito e di partecipare, a tutti gli effetti, alla vita economica collettiva. La capacità di fare innovazione non sarebbe così una esclusiva prerogativa del grande capitale, ma sarebbe democraticamente condivisa. Il che avrebbe non secondarie conseguenze anche sulle scelte in merito al cosa produrre, per chi produrre e come produrre. La soluzione del reddito di base, al contrario, concentra questa facoltà nelle sole mani del grande capitale, e pertanto è intrinsecamente antidemocratica e non inclusiva. Avete fatto caso al fatto che le famose fabbriche robottizzate producono, in gran parte, beni il cui bisogno viene indotto? Potranno mai i cittadini mantenuti con il reddito di cittadinanza mettere bocca in queste decisioni? Claro che no.

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    1. Parte II

      L'obiezione di Pierre Lamboria è seria: «il reddito di cittadinanza sarà anche intrinsecamente liberista ma, in attesa di un cambio di paradigma che non ci sarà per chissà quanto tempo, un po' di sollievo ai poveri disgraziati lo dà. Bisogna essere concreti e se una proposta non ci piace occorre elaborarne un'altra che sia applicabile qui ed ora». Pierre, hai ragione, qualcosa si dovrà pur fare, ad esempio un reddito di base come misura transitoria, ma che ne dici di non chiamarlo così ma, che so, "Cassa di mutuo soccorso dei lavoratori"? Dovrebbe sempre essere finanziato attraverso la fiscalità generale, ma si dovrebbe anche rendere esplicito il fatto che si tratta di una misura solidaristica che colma un deficit di redistribuzione di reddito generato dagli aumenti di produttività di cui si appropria il capitale. Se il M5S dicesse questo, implicitamente invitando il mondo del lavoro alla lotta di classe per riappropriarsi di ciò che è stato sottratto, il mio atteggiamento sarebbe un po' diverso. Lo dice Grillo? Lo esplicitano i grillini donas ferentes? A me sembra proprio di no.

      Una nota conclusiva. Vedo che tutti si affannano al capezzale del "sistema malato" proponendo cure e terapie. Orbene, io non credo che questo sia il modo più adatto di porsi perché, dall'altra parte, non vedo altrettanta disposizione d'animo. Ci si può mettere intorno a un tavolo, per discutere di soluzioni, se, e solo se, la controparte che si pappa la parte del leone riconosce questo stato delle cose e dichiara, preventivamente, la disponibilità a mollare l'osso. Poiché così non è, dobbiamo smetterla di scervellarci per elaborare sistemi monetari o quant'altro che "farebbero stare tutti bene". Questa è una cosa da fessi (scusate il tono assertivo). Qui c'è solo da lottare, cioè organizzarsi politicamente (finché ciò sarà possibile... poi si vedrà) per contrastare il grande capitale finanziario e indurlo a scendere a patti. Quest'ultima "tirata" è ovviamente dedicata agli amici memmettari, ai quali non si riesce di far entrare in testa che la medicina miracolosa (quale che essa sia) non può essere somministrata se chi ha in tutela il paziente non vuole.

      Prima si cambiano l'equilibrio politico tra capitale e lavoro, poi si parla di soluzioni. La politica viene prima.

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  10. Invece di fare i professori che hanno capito tutto e dispensare perle di saggezza, sarebbe il caso di riappropriarsi della umiltà di confrontarsi con gli altri. Lascia l' amaro in bocca notare che chi propugna la flessibilità del cambio lo faccia col disvalore ( con una unica lodevole eccezione) della rigidità.

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    1. Ti ho forse mancato di rispetto? Ti ho offeso? Se l'ho fatto dimmi come e quando e, anche se non capissi, ti chiederei ugualmente scusa! Però lasciami libero, te ne prego, di sostenere le mie ragioni con tutte le armi dialettiche in mio possesso, e con la determinazione connaturata al mio carattere.

      Non sono superbo, ma focoso sì
      Mamma mi fece così

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  11. Ma no Fiorenzo, non ce l' avevo con te, infatti non ho risposto a nessun post, era un invito a tutti me compreso, è un problema serio del fronte sovranità, in speciale modo di chi aspira all' egemonia culturale nei vari movimenti. Assolutamente, se ti è sembrata una critica nei tuoi confronti, sono io che ti chiedo scusa.
    So benissimo che la rigidità non ti appartiene.....
    Aho si scherza né?

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  12. Intervengo in modo "lievemente" OT, solo per segnalare questa perla di narrazione piddina in abito "antisistema" regalataci da Antonio (Toni?) Negri su: http://www.sinistrainrete.info/europa/4743-anegri-e-rsanchez-cedillo-la-speranza-del-mostro-democratico-fra-syriza-e-podemos.html

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  13. Il Reddito di Cittadinanza si potrebbe fare anche prima dell'uscita dall'Euro se venisse pagato in Certificati di Credito Fiscale (moneta complementare di transizione). Purtroppo il M5S non dice neanche questo.

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    1. Quali sono le criticità nell' utilizzo di questo strumento?

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    2. Le perplessità sono di natura politica. Se hai la forza di fare i ccf allora hai anche la forza di uscire. Ma per avere la forza di uscire devi prima vincere la battaglia politica e i ccf non sono il massimo dell'arrapante dal punto di vista comunicativo. Restano uno strumento tecnico (ripeto: strumento tecnico) tra quelli che potrebbero essere messi in campo una volta decisa l'uscita.

      Il problema è sempre lo stesso, caro Ippolito: troppe persone credono che si possa risolvere questa situazione con accorgimenti tecnici. Non è così, questa è politica, cioè una storia di rapporti di forza.

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    3. Come saprai Fiorenzo io sono un medico, ogni volta che qualcuno viene a presentarmi un nuovo farmaco miracoloso chiedo sempre se ci sono precauzioni d' uso, controindicazioni ed effetti collaterali; anche in medicina non esistono "pasti gratis", in genere se un farmaco non ha effetti indesiderati vuol dire che non funziona.
      Diffido sempre di soluzioni semplicistiche e miracolistiche in ogni ambito della attività umane.

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    4. Purtroppo l'euro é una malattia unica al mondo e senza casi precedenti. Gli unici farmaci esistenti sono sperimentali: sia i CCF che il beak-up. La differenza é che i CCF possono essere usati per uscire con gradualitá e non escludono un brak-up successivo, che anzi sarebbe agevolato dalla presenza di una pseudo moneta giá circolante.

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    5. Ogni riferimento a insetti di collodiana memoria e a corpi celesti è assolutamente voluto.

      Se hai la forza politica per imporre misure come il reddito di cittadinanza (che incrementerebbe la domanda aggregata e neutralizzerebbe i "benefici" della "disoccupazione strutturale" che l'Italia deve garantire secondo i parametri UEM), vuol dire che hai la forza politica per risolvere il problema "a monte" (ossia per incidere sul sistema che causa il problema "a valle") ma che non vuoi farlo.

      La ragione per cui non vuoi farlo possono essere due (tertium non datur):

      - o hai motivi seri e razionalmente condivisibili per non farlo (non mi pare che finora i soggetti in questione ne abbiano esplicitati);

      - oppure sei sostanzialmente concorde con il sistema che ha generato il problema che dici di voler risolvere.

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    6. Gli insetti e gli astri che citi hanno una paura fondata: che, almeno inizialmente la scelta di svincolarsi dalla moneta unica potrebbe causare sconquassi e turbolenze difficili da gestire sia sul versante interno che sul versante internazionale. Se dovesse mai vincere il M5S tarderà il più possibile una presa di posizione definitiva, piuttosto preferirà scaricare viglaccamente la scelta sul popolo con un referendum.Ecco il perché di un comportamento ondivago, prima di dover prendere una decisione proverà a regalarci il palliativo del RDC.

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  14. "..ma se ci sarà una grande disoccupazione, chi comprerà i prodotti delle fabbriche robottizzate?"
    Semplice: gli abitanti dei paesi emergenti che stanno per assaporare quel benessere che noi abbiamo assaporato per un po' di tempo.
    "Ma prima o poi finirà anche per loro", si potrà obiettare.
    "Poi, non prima, poi. Nel frattempo, vendo" Risponde il capitalista.

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    1. Si li compreranno i robot della Cina, il risultato, in verità, sarà l' erosione della ricchezza faticosamente costruita nella seconda metà del secolo scorso della gente comune dei paesi più ricchi che porterà alla fine ad una concentrazione della ricchezza e del potere nelle mani di pochissimi, una sorta di restaurazione della società medioevale che impedisca però la rinascita di un nel proletariato capace di maturare di nuovo una coscienza di classe, il capitalismo ha già sbagliato una volta, non ha intenzione di sbagliare di nuovo

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  15. L'economia espansiva ha portato benessere e opulenza a una piccola parte del mondo, ma anche eccessi, guerre e inquinamento. Che tipo di economia vogliamo immaginare per il futuro? Continuiamo così? Confidiamo nel progresso tecnologico aspettando che emergano soluzioni che rendano sostenibili produzione e consumo? Mi pare che finora il progresso tecnologico abbia sostanzialmente tradito queste aspettative. Sono sovranista perché il progetto eurista è una mostruosità antidemocratica, e perché credo che lo Stato nazionale sia la dimensione in cui si possano meglio approssimare gli ideali di eguaglianza, solidarietà, rappresentanza democratica e rispetto dei diritti. Ho compreso e condivido le analisi macroeconomiche sulla crisi, voglio sovranità monetaria perché lo Stato deve avere gli strumenti di repressione finanziaria e capacità di spesa sociale anche a deficit se necessario, ma senza entusiasmo quando si prospettano modelli economici basati sulla crescita del PIL. Ho detto senza entusiasmo, non che sono contrario a prescindere. Sul punto ho parecchi dubbi e poche certezze. Credo che alla domanda sui 1000 cappelli risponderei che se ne servono solo 1000 va bene produrne solo 1000 a 50 euro, se ne dobbiamo produrre 10000 a 5 euro per motivi di lotta sindacale allora c'è qualcosa che non quadra. I sovranisti spesso liquidano i decrescisti con insofferenza, ma finora non hanno fornito risposte convincenti alle obiezioni sulla sostenibilità ambientale, almeno che io sappia. Certamente è un tema piuttosto ignorato.

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    1. Leggendo certi ragionamenti, sembra che i legami con l'€uromostro siano già stati recisi e che ora si tratti di costruire modelli di società alternativi a quello partorito dal Leviatano.

      Signori, mi spiace interrompere bruscamente le vostre esperienze oniriche, ma la "pars destruens" della faccenda è ancora là che ci aspetta, tutta da fare. Continuamo a disquisire del "dopo" senza essere ancora passati per le forche caudine del "prima", un "prima" a cui, realisticamente, non potremmo arrivare se non insieme a coloro con cui, nel "dopo", ci scorneremo fino alla morte sul modello da mettere in piedi.

      Ecco qual è la ragione principale per cui il fronte sovranista è politicamente irrilevante: il "benaltrismo" (dicesi "benaltrismo" l'atteggiamento consistente nel non voler risolvere determinate situazioni critiche adducendo che ci sarebbero "ben altri" problemi da risolvere prima o collateralmente; trattasi di contegno tattico tipico di chi non vuole affrontare e risolvere alcun problema).

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    2. Allora voto Lega, così famo prima.

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    3. Distruggere senza sapere dove andare non mi sembra un atteggiamento che possa portare da nessuna parte.È anche da tenere in conto che in gioco non c' è solo la sovranità monetaria, ma anche e soprattutto la democrazia ed il diritto alla partecipazione alla vita democratica di una nazione da parte di tutti i cittadini.
      Personalmente di vivere in uno stato con sovranità monetaria, ma senza democrazia non me ne frega niente e troppo spesso nel fronte sovranità si levano promesse di vendette e regolamenti di conti; nemmeno mi interessano progetti di smantellamento dello stato unitario o riproposizioni del modello europeo su scala nazionale.

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    4. Demetrio, credo che qui la maggior parte dei commentatori siano persone che nel 2013 hanno incrociato le dita e votato il grillo (fa eccezione, probabilmente, Ippolito). Anch'io lo feci, nonostante lo criticassi già da tempo. Il tuo ragionamento avrebbe, forse, senso se fossimo in vista di elezioni politiche ma, così non essendo, credo che sia più che giusto discutere mettendo da parte il principio del meno peggio.

      Anche perché, vista la legge elettorale approvata e la crisi di Silvietto (de chi? Tra un po' non sarà più di nessuno...), è più che probabile che si andrà al ballottaggio tra PD e M5S. Ebbene, se l'invocazione del "principio del meno peggio" può aver senso, ciò può accadere al massimo alla vigilia del ballottaggio, non prima. A meno che tu non sia un grillino duro e puro, di quelli che non si capacitano del fatto che non tutti abbiano cieca fiducia in Beppe. Se è così devo darti un dispiacere: a me Grillo non convince, anzi, non mi ha mai convinto. La prova? Anche quando ero "grillino" ero in combutta con quelli che volevano ridurre (e di molto) la sua presa sul MoV.

      Nun ce posso fa gnente, so' uno de queli che vojono fa' er #partitodarbasso! QualcunIllo dirà "#DAR", ma io so' de coccio. Vojo er partito d'ar basso, nun vojo batte le mani a 'n buffone.

      Per dirla tutta: penso che la Lega Nord e il M5S si siano appropriati della battaglia contro l'euro (e solo contro l'euro, si badi!) per ragioni di brand elettoralistico, cioè per occupare uno spazio politico, impedendo così che esso sia terreno di crescita per forze realmente di opposizione. Se le cose stessero esattamente così, caro Demetrio, non pensi che gli ultimi partiti da votare sarebbero proprio Lega Nord e M5S? Io penso che le cose stiano esattamente così!

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    5. Guarda che voto Lega l'ho detto io, ma era chiaramente una provocazione. Ho capito quello che intende Demetrio, ma io non sono un benaltrista, anzi se il movimento sovranista sfocerà finalmente in una proposta politica seria e unitaria non solo io li voterò, ma darò anche una mano. Nel frattempo coltivo dubbi e pongo rispettosamente domande. Tutto qua.
      PS: 50 commenti, record!

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    6. Grillino? Non mi pare (vedi mio post 10 maggio 2015 12:12).

      Principio del "meno peggio"???

      Il ragionamento è di piana comprensione:

      1) nel meraviglioso mondo UE, gli Stati nazionali non hanno più autonomia (quasi) di alcun genere;

      2) in questa situazione, le forze politiche (nazionali) non hanno ragion d'essere (se non come mere propaggini degli eurocrati);

      2) non essendoci spazio per l'affermarsi di alcuna progettualità politica a dimensione nazionale, il presupposto imprescindibile perchè CHIUNQUE possa agire e lottare per l'affermarsi di un qualunque (dico: qualunque) modello di gestione della "polis" è che la "polis" torni ad essere sovrana;

      3) coloro che intendono portare avanti un qualunque (ripeto: qualunque) progetto politico (nazionale) non hanno altra scelta che stringere una alleanza strategica "con chi ci sta", non essendoci altro modo per tentare di ricreare le condizioni per rendere possibile a chiunque l'agire politico.

      Conclusione: chi si allea allo scopo di ricreare la "condicio sine qua non" per potersi eventualmente anche combattere in futuro è politicamente credibile e si comporta in modo eticamente corretto; chi invece rifiuta il compromesso strategico alzando barriere divisorie di tipo culturale, ideologico, programmatico o supponendo la malafede altrui, in fin dei conti sta bene come sta.

      Così è più chiaro?

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    7. Ma lo so che non sei grillino! Era un espediente retorico.

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