domenica 3 maggio 2015

Rebus sic stantibus

Un paio di mesi fa, in occasione di una presentazione del libro Anschluss, a cena ebbi modo di conversare brevemente con Vladimiro Giacchè. Gli espressi la mia convinzione che il concetto di NAIRU, pur tecnicamente complesso (in questo blog ne ho parlato qui, qui e qui) tuttavia si presta molto bene alla divulgazione, perché questo è uno di quei rari casi in cui la complessità non riesce a nascondere la cruda verità.

Giacchè, che già in precedenti interventi pubblici ne aveva parlato, come pure quel giorno, si dichiarò d'accordo, e infatti constato che non manca mai di sottolineare che il prezzo per rimanere nell'euro è, cifre alla mano, una disoccupazione a due cifre!

Lo ha fatto anche l'on. Alfredo D'Attorre, del PD, intervistato a Omnibus da Alessandra Sardoni.


Il discorso, ridotto all'osso, è il seguente: poiché in regime di libera circolazione e moneta unica è indispensabile prevenire (e "curare") gli squilibri della bilancia commerciale, i cittadini devono essere tassati affinché, deprimendo l'economia, si generi la disoccupazione necessaria per comprimere i salari nella misura sufficiente a preservare la competitività verso l'estero.

Alfredo D'Attorre ha detto, chiaro e tondo, che il mantenimento del tasso di disoccupazione al di sopra di una soglia minima (attualmente intorno al 12%) è un obiettivo della politica economica del governo!

Questo messaggio, per quanto intuitivo e semplice, non riesce tuttavia a far presa sulla grandissima maggioranza dell'opinione pubblica, prigioniera di schemi interpretativi falsi, se non addirittura priva di qualsiasi chiave di lettura della realtà e guidata solo da pulsioni emotive.

Chi oggi si oppone all'euro deve misurarsi con questo enorme problema. I mezzi a disposizione sono miseri, al confronto l'avversario eurista ne ha a iosa. Chi riuscirà a risolverlo porrà una seria ipoteca sulla guida dell'opposizione politica all'eurismo per la semplice ragione che sarà colui che la farà nascere. 

Oggi, è del tutto evidente, questa non c'è. Non mancano i tentativi, in alcuni casi espliciti, in altri più o meno abilmente schermati da dichiarazioni e pudiche ritrosie da adolescente in fiore, ma è un fatto che una visibile opposizione al regime eurista non è ancora nata. La speranza, che qualcuno ha accarezzato, di un rigurgito di dignità di almeno una parte della classe politica non ha trovato riscontro nella realtà, fatta eccezione per alcuni encomiabili casi: lo stesso D'Attorre, Stefano Fassina e... basta.

Ancor prima un'altra speranza è stata bruciata dai fatti: l'idea che andando in televisione e pubblicando sui maggiori quotidiani nazionali, la "verità" si sarebbe fatta strada da sola.

Anche i tentativi esplicitamente "politici" segnano il passo. Questi sono posti in essere da un mondo ancora marginale, quanto tenacemente tenuto ai margini, nel quale si ritrovano fianco a fianco gruppi di notevole spessore contenutistico e capaci di analisi approfondite - i sovranisti dell'ARS (prossimamente Fronte Sovranista Italiano o FSI) e la Sinistra contro l'euro - insieme con una miriade di piccoli e piccolissimi gruppetti animati da buona volontà ma spesso del tutto carenti sul piano dell'analisi politica, per di più divisi sull'adozione di terapie macroeconomiche ingenuamente considerate come soluzioni ai mali del paese.

Chi mi legge sa che non ho mai riposto alcuna fiducia nella speranza che la classe politica eurista si sarebbe fermata davanti ai disastri che questa scelta ha comportato, e ciò per una duplice ragione. La prima è che la classe politica eurista è stata selezionata dall'alto, cioè da un livello di potere del tutto avulso dal controllo democratico; la seconda è che questa classe politica, espressione completa della borghesia capitalista italiana, coltiva e condivide in pieno l'idea che l'Italia faccia parte del triunvirato che guida l'Unione Europea, insieme con Francia e Germania, e dunque che si debbano fare tutti i sacrifici necessari per restarvi, perché alla fine i vantaggi si vedranno. Una riedizione delle "spallate sull'Isonzo", per intenderci. Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione del ridicolo provincialismo della grande borghesia italiana, da sempre ammalata di complessi di inferiorità e la cui massima ambizione è quella di entrare nel salotto buono della grande borghesia europea.

Che a pagare per queste miserabili ambizioni siano i lavoratori e i cittadini, come cento anni fa i fanti sull'Isonzo, non è cosa da togliergli il sonno. Conta solo fare (meglio: far fare) i sacrifici necessari per restare nel triunvirato, cioè nel "salotto buono" di scalfariana memoria. La condizione necessaria è una disoccupazione al 12%? Sia! Domani sarà del 15%? Ancora sia! Il 20%? Ci proveranno anche allora, siatene certi. Dunque, da questa parte, non tireremo fuori un ragno dal buco.

I singoli deputati "sanno" (una minoranza) oppure "sentono" che le cose stanno esattamente così. Né gli uni né gli altri, che "sappiano" o che "sentano", si opporranno a tutto ciò che gli verrà chiesto, anche demolire la democrazia. Come si apprestano a fare, per altro.

Ora, che la vera ragione per cui la scelta eurista sia descritta come "irreversibile" perché legata al ruolo che la grande borghesia italiana vuole, fortissimamente vuole, per sé, è dimostrato dall'acquiescenza con cui vengono accettati tutti i diktat dell'Unione Europea, a dispetto del fatto che i fondamentali delle nostre finanze, sia pubbliche che private, siano nella media europea, se non addirittura migliori come certificato dalla stessa Commissione Europea

Beniamino Andreatta
Rebus sic stantibus, l'unica flebile speranza viene dalla tanto bistrattata azione dal basso, la cui espressione passa per la militanza politica. Il problema testé delineato potrà trovare soluzione solo a condizione che la coalizione degli interessi contrari sappia organizzarsi, chiudendo una volta per tutte la vergognosa ritirata iniziata con l'adesione allo SME nel 1978, certificata nel 1991 da uno scritto di Nino Andreatta nel quale, tra le altre cose, scriveva: «Il divorzio non ebbe allora il consenso politico, ne' lo avrebbe avuto negli anni seguenti; nato come "congiura aperta" tra il ministro e il governatore divenne, prima che la coalizione degli interessi contrari potesse organizzarsi, un fatto della vita che sarebbe stato troppo costoso - soprattutto sul mercato dei cambi - abolire per ritornare alle piu' confortevoli abitudini del passato

Addendum notturno: questo video segnalato oggi, su twitter, proprio da Giacchè, è la pistola fumante.



Per non parlare dell'indimenticabile show di Mr Monti:


Infine Stefano Fassina il quale, seppur tardivamente (lo perdoniamo? Massssì daje!), ha magistralmente sintetizzato:


Ah, se i piddini non avessero un solo neurone...

12 commenti:

  1. Complimenti, articolo bellissimo, non ho altri commenti da fare.

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    1. Hai apprezzato anche l'addendum notturno....? Non te la prendere, se scherza, finché si può.

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    2. Tranquillo, non me la prendo, ho troppa stima per il mio unico neurone per prendermela per un Fraiolata qualsiasi.

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  2. La sinistra contro l'euro che è in fase di scioglimento in favore di una formazione politica nuova che prenderà vita nel dicembre p.v. dalla confluenza di più soggetti sovranisti e che per il momento si è data il nome di "ora".

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    1. Come rete territoriale come siete messi?
      Mi pare che ARS e rete me-mmt siano già abbastanza avanti.

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    2. "ora" nascerà ufficialmente a dicembre; per il momento si è dato corso ad una fase costituente dove alcune sigle preesistenti (tra cui sinistra no euro, movimento popolare di liberazione, partito umanista ed altri) e singole personalità si sono riunite attorno ad un appello-manifesto che puoi leggere qui: http://simoneboemio.blogspot.it/2015/04/ora-lappello-manifesto-ufficiale-e-la.html
      Nell'articolo oltre ad una lunga premessa, che puoi saltare essendo tu già a conoscenza della situazione attuale, troverai anche una bozza di proposta di programma politico che sto elaborando assieme ad alcuni amici.
      In questa fase costituente che terminerà a dicembre con un congresso e passerà per una assemblea a settembre, tutti possono partecipare alla nascita del nuovo movimento secondo le proprie possibilità e capacità.
      Sul territorio esistono numerosi gruppi, gruppuscoli e singoli che già operano in nome di "ora" diretti da un consiglio nazionale.
      Se mi dici di dove sei e se sei interessato a partecipare alla formazione di un movimento sovranista connotato da estrema democraticità interna e seriamente aperto al dialogo con tutte le altre forze democratiche che vedono nel riposizionamento della Costituzione del '48 al vertice dell'ordinamento e della vita degli italiani, ti posso mettere in contatto con il gruppo a te più vicino.
      A presto, Simone

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    3. Si grazie, sono interessato, puoi contattarmi sulla mia pagina facebook?
      Altrimenti dimmi tu come.
      Chiedo scusa a Fiorenzo di aver approfittato del suo blog.

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  3. Grimaldi, stiamo aspettando che lei cambi il Pd dall'interno, così non ci sarà bisogno per Ars e Mmt di creare nessuna rete.

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  4. Se si crea qualcosa di credibile non ci sarà bisogno di cambiare il PD dall' interno, così che io possa liberarmi dell' enorme fardello di cui tu mi hai incaricato, Pierre.

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  5. Credo che ci sia un errore nel link che rimanda alla Commissione Europea : hai linkato il Volantino Strategico n° 4 invece del n° 3

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  6. OT: oggi sciopero della buona squola. Professo', che ne penza della riforma? Ci fa un postino? Io non ne so molto, ma mi pare che chi oggi sciopera non abbia colto il contesto politico generale (commissariamento dell'Italia da parte dei mercati eccetera), quindi sciopera a vanvera.

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