martedì 7 luglio 2015

ANEL e il tabù dell'unione di trasferimento

Link correlatoPerché Syriza deve cadere? - L'ego della rete 2 luglio 2015

La lettura di un articolo sul blog di Luciano Barra Caracciolo (EURO ALLA FRUTTA E TTIP ALLE PORTE. E IL REFERENDUM BOOMERANG ALLA FINE TUTELERA' I CREDITORI) mi apre una prospettiva che non avevo considerato, costringendomi così a tornare sulla tesi che avevo esposto nell'articolo linkato per affinarla.

Avevo infatti sostenuto che "Essi sanno che altre crisi arriveranno; Essi sanno che l'architettura monetaria dell'euro prevede che, quando un'area va in crisi, i salari debbano scendere rapidamente per ripristinarne la competitività. Se ciò non accade con la sufficiente velocità (Essi sostengono), allora la crisi può auto-alimentarsi e propagarsi".

Nell'articolo di LBC è però riportata una considerazione di Krugman secondo la quale ciò che viene effettivamente chiesto al governo greco è un aumento del saldo primario. Krugman dimostra (prendo per valide le sue argomentazioni) che, per ogni aumento del saldo primario di 1 punto di PIL, quest'ultimo scenderebbe di ben 3 punti percentuali, con una conseguente crescita del rapporto debito/PIL di 5 punti. Inoltre, la deflazione dei prezzi che ne seguirebbe causerebbe un'ulteriore aumento del rapporto debito/PIL di circa 1 punto percentuale l'anno. In sintesi, secondo Krugman, l'austerità di bilancio che viene chiesta alla Grecia ingloba, in ogni caso, la necessità di futuri haircut periodici del suo debito pubblico.

Vengo alla domanda che l'articolo di LBC mi ha suscitato: perché la Germania ha rotto le trattative? Non so a voi, ma a me viene da pensare che il fatto che in Grecia ci sia, al governo, una forza di sinistra, sia solo uno dei motivi per cui ciò è avvenuto. Syriza, infatti, non è sola al governo della Grecia, ma è alleata con ANEL. Questo partito fa parte, al parlamento europeo, del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei, nel quale troviamo anche il Partito Conservatore del Regno Unito, oggi al governo con David Cameron.

Cosa hanno in comune i "comunisti" di Syriza con i conservatori di ANEL? Certo, possiamo immaginare che ci sia un elemento patriottico, ma francamente questo mi sembra un valore che può avere importanza a livello popolare, dunque propagandistico, ma sono scettico sulla possibilità che il patriottismo abbia un peso di rilievo nelle contrapposizioni tra le classi dirigenti.

Credo invece che sia ben più importante lo scontro tra il liberismo in versione angloamericana e l'ordoliberismo tedesco, e che il motivo del contendere sia la netta e storica opposizione tedesca ad ogni ipotesi di unione di trasferimento. Cos'altro sarebbero dei periodici, e necessari (se Krugman ha ragione), haircut al debito della Grecia, se non una forma non convenzionale di trasferimenti monetari, i quali sarebbero soprattutto a carico della Germania?

E poiché l'ipotizzata flessibilità verso il basso dei salari (tesi da me sostenuta nell'articolo linkato), prevista dall'architettura dell'euro, è nei fatti impraticabile, ecco che il vero obiettivo della politica della Merkel (e soprattutto del falco Schauble) potrebbe essere l'espulsione della Grecia dall'eurozona. Il che è motivo di preoccupazione per gli angloamericani - che temono un avvicinamento della Grecia alla Russia - ma non necessariamente per la Germania che, in prospettiva, ha interesse ad affrancarsi dalla tutela angloamericana e ad aprirsi in direzione dell'Eurasia.

Sul piano geopolitico, allora, la partita giocata dagli angloamericani potrebbe essere quella di forzare la Germania ad accettare un primo passo verso l'unione di trasferimento, e questo potrebbe spiegare la "strana coabitazione" nel governo greco di un partito "comunista" come Syriza con un partito "atlantico" come ANEL. Se questa lettura è corretta sul fronte opposto - quello degli interessi raccolti intorno al grande capitale renano - l'obiettivo non potrebbe non essere quello di liberarsi dei pesi morti, cioè dei paesi che non riescono ad integrarsi e a tenere il passo con la disciplina tedesca.

In sintesi: la partita che la Germania sta giocando potrebbe essere quella di espellere dall'eurozona i paesi per il cui mantenimento sarebbe chiamata a pagare di tasca propria, i quali resterebbero però di fatto suoi satelliti. Uno scenario che, se si avverasse, segnerebbe una sconfitta storica per i sogni dei federalisti europei, e potrebbe tramutarsi in un incubo per un paese come il nostro per il quale potrebbe prendere seriamente forma il rischio di una secessione del nord.

En passant: niente a che vedere con l'ipotesi accarezzata dagli estensori del Manifesto di solidarietà europea, secondo i quali avrebbe dovuto essere la Germania a lasciare l'eurozona.

5 commenti:

  1. Ai creditori non gliene frega una mazza che il rapporto debito/PIL aumenti, l' importante è che il debito in valori assoluti diminuisca, cioè che gli ritornino i dindini, i greci per loro possono pure morire, ma dopo aver saldato.Che vogliono un saldo primario positivo lo hanno detto chiaramente prima durante e dopo le trattative, non lo ha mica scoperto Krugman; la sostenibilità del debito dal loro punto di vista è solo un problema dei greci e degli Italiani.

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    1. Ad oggi i creditori della Grecia non sono più i privati ma le "Istituzioni", cioè quelli che i soldini li possono fabbricare. Questo sposta il ragionamento dalla finanza alla politica.

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    2. In effetti hai ragione, e allora perchè si comportano come creditori privati?

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    3. Abbi pazienza, ieri c' erano 40°, adesso ho capito.
      Ti chiedo scusa.

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    4. Guarda, non lo dico mica io, che non ho la palla di cristallo né agenti segreti a Bruxelles! Ricordati sempre che sono un sub-divulgatore, cioè uno che legge quello che scrivono persone che mi sembrano credibili e informate per poi riproporlo in sintesi in modo comprensibile ai più.

      Prendi ad esempio questo brano di Jaques Sapir (tratto da qui):

      «Dobbiamo ricordare che un’uscita dall’Euro non necessariamente (e obbligatoriamente) passa attraverso una precisa decisione. Questo punto è stato particolarmente ben esposto da Frances Coppola in un articolo pubblicato nella rivista Forbes. Può derivare da logiche di circostanza e dalle reazioni del governo greco, confrontato con il doppio-gioco dell’Eurogruppo e della BCE, che lo stanno strangolando finanziariamente. Qui, ancora una volta, è inaudito che una banca centrale come la BCE, che è anche responsabile della stabilità del sistema bancario nei paesi dell’area dell’euro, stia in realtà organizzando lo strangolamento delle banche e il loro crollo. È un fatto inaudito, ma non è un fatto senza un precedente. A questo punto dobbiamo parlare un po’ della tragica storia del XX secolo.

      Nel 1930, in Germania, il Presidente della Reichsbank (la Banca centrale della Germania), Mr Hjalmar Schacht, si oppose a un prestito americano al governo della Repubblica di Weimar, provocando così una crisi bancaria. Il panico conseguente determinò la caduta della coalizione allora al potere e le dimissioni del ministro delle finanze, il socialista Rudolph Hilferding. Dopo aver raggiunto il suo obiettivo, Schacht tolse il suo veto. Qui possiamo vedere che l’azione antidemocratica di una banca centrale ha un precedente, ed è un precedente tragico. Con l’arrivo del cancelliere Brüning, la Germania prese la strada di una folle austerità, che pochi anni più tardi avrebbero portato i nazisti al potere. Questo stabilì il potere della Reichsbank come un potere parallelo a quello del governo. Il termine di “Nebenregierung” o "governo parallelo" si è effettivamente affermato nel linguaggio tecnico e storico in Germania.

      Dobbiamo pertanto chiederci se l’uscita della Grecia dall’eurozona non abbia avuto inizio una settimana fa, su iniziativa della BCE e a causa del peso della Germania sugli organismi della BCE. Ma è chiaro, quindi, che questa uscita è interamente da addebitare all’Eurogruppo e alla BCE. Si tratta in realtà di un’espulsione, un’azione che è sia scandalosa sia illegale, che legittimerebbe le autorità greche a ricorrere alle misure più radicali.
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