lunedì 17 agosto 2015

#Matteostaisereno!

 Riprendo il discorso aperto con il post "Matteo Renzi - Hic Rhodus hic salta". L'occasione mi è data dall'articolo di Giulio Sapelli pubblicato sul Messaggero di oggi 17 agosto 2015 dal titolo "L’Italia chieda più flessibilità, ora Berlino deve cedere". L'articolo non è ancora disponibile gratuitamente, per cui l'ho fotografato e lo riporto qui. Se mi verrà chiesto di rimuovere le foto lo farò, ma non credo che ciò avverrà, stante la natura rigorosamente no-profit del blog.

Ebbi modo di ascoltare Giulio Sapelli in occasione del seminario "CAPITALISMO FINANZIARIO E DEMOCRAZIA del 04/06/2013", ricavandone l'impressione di un uomo profondamente convinto della necessità di continuare sulla via dell'integrazione europea, pur modificandone radicalmente l'architettura economica. Non ero e non sono d'accordo con questa impostazione, che considero velleitaria e non percorribile, e l'intervento odierno conferma il mio scetticismo.

In esso Sapelli invoca un cambio di passo da parte degli Stati nazionali, in primo luogo l'Italia e a seguire la Francia, tale da imporre alle tecnostrutture europeee un profondo cambiamento nelle politiche economiche che "tendano all'autonomia relativa degli Stati" ponendo in secondo piano gli "strumenti automatici di controllo che sempre più concentrano meccanismi servili e vincoli, piuttosto che opportunità di possibili politiche economiche espansive".

 L'appello di Sapelli è analogo a quello di Romano Prodi già segnalato nel post "Matteo Renzi - Hic Rhodus hic salta". Entrambi i contributi possono essere inquadrati all'interno di una strategia di comunicazione tesa a descrivere il fallimento del processo di unificazione europea addossandone la responsabilità alla Germania, con l'evidente fine di smussare le responsabilità della classe politica italiana e del suo establishment politico-economico, del quale sia Sapelli che Prodi fanno parte. E non solo loro! Non sarebbe educato, infatti, trascurare il valido contributo al disastro di personaggi come Paolo Savona e Corrado Passera, per non dire dei vari Napolitano, Monti, Berlusconi, Tremonti e via messa cantando. Non ultimo, infine, il nostro attuale Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al quale Sapelli chiede oggi di fare ciò che sempre si sarebbe dovuto fare, fin da quando la Germania di Schroeder lanciò l'agenda 2010, cui fecero seguito le riforme Hartz - vedi  Mi' cuggino all'abbiemmevvu (prima e seconda parte).
Oggi dunque Matteo Renzi incontrerà la Merkel all'Expo di Milano. Secondo il buon Sapelli i due capi di Stato avrebbero così la possibilità di "parlarsi", come se, nell'era di Internet, fosse necessario incontrarsi di persona come erano costretti a fare i loro analoghi del XIX secolo! Già questo dettaglio è sufficiente per qualificare la sortita di Giulio Sapelli: propaganda ad uso e consumo delle masse semi-acculturate che, sotto il condizionamento dei media, formano l'opinione pubblica cosiddetta "informata" dei fatti. Completano il quadro le citazioni del poeta Heinrich Heine e del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer (il teologo che sfidò Hitler), a rimarcare il concetto che la colpa è dei tedeschi cattivi, la cui icona è naturalmente Wolfgang Schäuble, che del cattivo ha anche l'aspetto truce nonché il fatto che è immobilizzato su una carrozzella, e dunque chissà quanto è sadico!
 La verità è un'altra: la vittoria ha molti padri mentre la sconfitta è orfana! Agli €uristi nostrani serve un capro espiatorio che, per il momento, non può ancora essere Angela Merkel, dalla quale ci si attende non si sa bene quale miracolo. Perché la Merkel dovrebbe, improvvisamente, imprimere una svolta a 180° alla politica del suo paese per salvare le terga della classe politica e dell'establishment politico-economico italiano? E se del caso, in cambio di cosa lo farebbe? Cosa può offrire l'Italia, per contraccambio ad una timida apertura in senso espansivo della politica economica europea, se non una definitiva cessione di sovranità?  Eppure è proprio questo il senso del pigolare dei vari Prodi e Sapelli: concedeteci qualche briciola, incolpiamo di tutto il capro espiatorio, e salvateci! Cioè salvate noi, i responsabili italiani del disastro.
Questo è il mandato di cui è oggi investito Matteo Renzi, il quale però è stato scelto e promosso al ruolo di salvatore d'Italia sulla base di una diversa illusione, quella secondo cui, facendo le riforme, il nostro paese avrebbe rapidamente riguadagnato i margini di competitività necessari per confrontarsi alla pari con la Germania. I risultati economici, però, sono sotto gli occhi di tutti, e qualche nervosismo comincia a manifestarsi. A mio parere, per Renzi è suonata la campana dell'ultimo giro.

All'inevitabile fallimento cui andrà incontro nell'impossibile compito di "cambiare la Germania" farà seguito, alla ripresa autunnale, l'attacco coordinato per sostituirlo con un negoziatore più affidabile e di migliori capacità. Circola il nome di Enrico Letta. #Matteostaisereno!

3 commenti:

  1. Secondo me, mettere assieme Sapelli e Prodi non ha molto senso. Sapelli non è nessuno, e generalmente, quando lo ascolto, mi genera più che altro compassione, per la sua insistenza a sostenere le sue tesi senza riuscire in alcun modo ad argomentarle efficacemente.
    Riguardo a Prodi, il discosrso è del tutto differente.
    Egli rappresenta quella vena non anti-USA, ma neanche acriticamente filo-USA, come si usa comunemente da noi, che in Italia ha una lunga tradizion e, e di cui si può considerare antesignano Mattei, leggendario padre-padrone dell'ENI, morto in circostanze misteriose come si usa dire eufemisticamente. Anche Andreotti e Craxi han no sempre mostrato una loro capacità di distanziamento dagli USA, in grado di opporsi anche a muso duro a singole iniziative USA considerate particolamrente dannose per la politicva internazionale italiana.
    Soltanto che con prodi questo sentimento non succube verso gli USA, non è più a favore della nazione itatliana, ma diventa pro-UE, una visione della UE insomma come cont5raltare agli USA e non come mero strumento degli USA. Tutta la storia di prodi conferma questo suo ruolo.
    Quindi, dobbiamo capire che i giochi in corso non vedono alcun ruolo della singola nazione italiana, ci sono interessi USA e poi ci sono interessi generricamente europei che faticosamente si manifestano anche in modo contradditorio.
    La germania rimane il rpoblema fondamentale perchè, pur svolgendo il ruolo più importante in europa, pare non apprendere la lezione che vuole che il paese egemone è quello che deve donare agli altri, enon utilizzare tale egemonia per fottere gli altri.
    Prodi vede con estrema preoccupazione come la miope politica tedesca porterà inevitabilmente al flalimento di ogni tentativo di autonomia dagli USA che dovranno autodistruggersi come impero unico del mondo.
    Si potrebbe quindi dire eche esitstono a livello geopolitico tre diffdwerenti poszioni.
    L'una è quella USA, che vede la UE come un suo strumento e che vuole rendere i vincoli con l'europa più stringenti con il TTIP.
    Un aseconda è quella tedesca che pensa di potere sfruttare la UE come un mezzo per aumentar eil proprio potere pronti a nche a distruggere la UE pur di non smettere di approfittare degli altri paesi UE.
    La terza è quella di un europeismo più tradizionale, che vede l'europa come un possibile ulteriore polo di potere geopolitico, che ha progettato l'euro pensando di forzare un processo federalista, e che adesso si rernde conto di avere pienamente fallito, stretti come sono tra le due prime posizioni.
    In tutto questo, non esiste una posizione Renzi e quindi neanche italiana, Renzi rappresenta in tutto e per tutto al posizione USA, essendo stato messo al governo dai Clinton, e che quindi condivide con gli USA questo atteggiamento che spinge per contrastare la posizione tedesca, am che non spoinge mai l'opposizione fino alla rottura.

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    1. Io ho scritto "L'appello di Sapelli è analogo a quello di Romano Prodi già segnalato nel post "Matteo Renzi - Hic Rhodus hic salta". Entrambi i contributi possono essere inquadrati all'interno di una strategia di comunicazione tesa a descrivere il fallimento del processo di unificazione europea addossandone la responsabilità alla Germania, con l'evidente fine di smussare le responsabilità della classe politica italiana e del suo establishment politico-economico, del quale sia Sapelli che Prodi fanno parte".

      Dunque non ho messo sullo stesso piano Sapelli e Prodi, ma ho segnalato il fatto che, proprio perché messaggi analoghi provengono da settori diversi del fronte euro-federalista, se ne può dedurre che sia in atto una campagna che ha il fine di addossare alla Germania cattiva la responsabilità di un errore storico. Questo è quel che sostengo nel post.

      Ciò detto, accolgo con interesse il tuo punto di vista. La sola osservazione è che quella che tu elenchi come terza posizione è la visione federalista del manifesto di Ventotene, che qui in Italia è stata sostenuta dal partito più abile a mimetizzarsi dietro molte battaglia spesso condivisibili: il partito radicale. Che è il vero partito vincitore degli ultimi decenni di politica in Italia.

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  2. Allora se circola il nome di Enrico Letta , nipote di Gianni Letta , il Richelieu di casa nostra ,
    vuol dire che vogliono fare un patto del Nazzareno 2 , cioè se non è zuppa è pan bagnato ?

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