martedì 29 settembre 2015

Il petardo

Cosa succede se si fa scoppiare un rumoroso ma innocuo petardo in mezzo alla folla? Dipende dal contesto, da come quell'evento viene percepito. Se viene interpretato come una manifestazione esuberante di entusiasmo non succede proprio nulla. Però, se lo si scambiasse per una bomba, peggio per il primo colpo di un commando di terroristi in azione, si scatenerebbe il panico.
Ecco, questa è la similitudine che mi viene in mente quando penso alla situazione finanziaria internazionale, e alla possibilità che qualcuno lanci un rumoroso seppur innocuo petardo, sotto qualsiasi forma.

Il contesto è quello di una grande e crescente tensione, aggravata dai venti di guerra che soffiano in Medio Oriente e Ucraina, e con la zona euro momentaneamente e apparentemente normalizzata, che tuttavia può deflagrare da un momento all'altro a causa delle tensioni politiche generate dalle politiche austeritarie necessarie ad assicurarne la stabilità. Per non parlare dei problemi cinesi, dei BRICS e dell'affaire volkswagen.

Ora di due cose possiamo essere certi: qualche petardo prima o poi esploderà, e le reazioni della vasta comunità globale degli affari sono fuori dal controllo di qualsiasi organizzazione statuale o sovranazionale. Il pericolo è amplificato dalla velocità con cui gli agenti, sotto la cui responsabilità sono posti patrimoni per trilioni di dollari, possono reagire ad un'ondata di panico, magari amplificandola in un parossismo di decisioni dettate dalla paura, che potrebbero finire con l'innescare una caotica corsa ai realizzi.

Stando così le cose, ogni ipotesi di dissoluzione controllata della zona euro, peggio di uscita unilaterale di uno o più paesi, viene percepita dai grandi decisori politici non democraticamente eletti come una minaccia da far tremare i polsi, dunque da non prendere nemmeno in considerazione, per quanto disfunzionale sia la moneta unica. La sola opzione che costoro considerano è pertanto quella di non far nulla, onde evitare di prendersi la responsabilità delle conseguenze, potenzialmente disastrose, di qualsiasi azione. La globalizzazione, concepita come un sistema che avrebbe dovuto essere capace di autoregolarsi, ha oggi urgente bisogno di essere governata, ma un governo mondiale oggi non c'è, men che mai democratico. Sbagliano i complottisti innamorati della tesi del "Nuovo Ordine Mondiale", perché scambiano l'adesione interessata dei grandi centri del potere finanziario e industriale all'ideologia liberoscambista come una forma di governo. Paradossalmente sarebbe meglio! Saremmo in una dittatura, ma almeno il caos potrebbe (forse) essere scongiurato.

Non esiste un ordine mondiale, inteso come sistema di rapporti gerarchici istituzionalizzati, capace quindi di esprimere un governo del mondo, sia pure antidemocratico, perché l'ideologia liberista e globalista non contempla questa ipotesi. Non c'è nessun organo politico sovranazionale che possa, oggi, imporre una disciplina ai grandi gruppi finanziari e industriali, mentre al suo posto proliferano cordate, più o meno variabili, di interessi in costante conflitto al loro interno e con l'esterno. Una delle dimostrazioni più solari di questo stato delle cose è, a mio avviso, lo scontro che si è consumato all'interno dell'amministrazione americana sulla linea di politica estera in Medio Oriente. Abbiamo visto settori di questa amministrazione, in rappresentanza di una cordata riconducibile ai repubblicani, operare in aperto contrasto con la linea di Obama. E stiamo parlando della potenza dominante nel mondo!

Credo che in molti stiano cominciando a percepire questa condizione di estrema instabilità potenziale, e cominciano a rendersi conto che le forze profonde che possono scatenarsi, da un momento all'altro, dopo l'esplosione di un petardo tra i tanti, sono così grandi da essere incontrollabili da chiunque, almeno in una prima fase. Il crollo del globalismo, quando inizierà, costringerà ogni comunità nazionale a cercare al proprio interno la forza morale e concreta per dotarsi di un autogoverno. Qualcuno chiama ciò "il risorgere dei nazionalismi", non volendo capire che solo dove questi riusciranno a riaffermarsi sarà possibile conservare i livelli di civiltà e coesione sociale necessari alla vita dei popoli.

9 commenti:

  1. Non concordo con Fiorenzo.
    Un governo del mondo c'è, almeno per quanto riguarda alcuni specifici aspetti, quelli d'interesse
    per i grandi capitali.
    Noi guardiamo alle altalene dei mercati a seguito del primo stormir di foglia interpretando tali eventi come un elemento di disordine e di anarchia, ma in realtà dovremmo secondo me riflettere su come tanti di questi episodi si siano poi risolti senza danni significativi se non per specifici operatori, ma questo nel mercato è fisiologico.
    Voglio dire che una finanza globale che assomma attività finanziarie pari a qualcosa come settecentomila miliardi di dollari, che poi è un ammontare dieci volte maggiore del PIL annuale mondiale, dovrebbe essere esplosa centinaia di volte in questi anni. Non l'ha fatto perchè questo mercato non è affatto anarchico, non esiste per niente questa mano invisibile di cui parlava Adam Smith, ma è controllata con la complicità di alcune banche centrali, tipicamente FED e BCE, da un numero di soggetti inferiori a mille che complessivamente ne detengono una percentuale sufficiente a determinare la direzione dei mercati.
    Il panico nei mercati, se c'è, è confinato ai microinvestitori che pur essendo numerosi, detengono quantità relativamente piccole di tali attività finanziarie.
    Insomma, di fronte alla situazione finanziaria potenzialmente esplosiva, è un miracolo come si sia giunti fino ad oggi senza guai reali e consistenti. Direi quindi che c'è al contrario un controllo ferreo dei mercati come mai si era visto prima.
    Che poi possano avvenire movimenti anche ampii nelle quotazioni, dipende dal fatto che non esiste governo di una comunità che possa garantire unanimità nelle scelte concrete.
    Del resto, tu stesso, Fiorenzo, citi il caso dei dissensi interni la mondo politico USA sulla Siria, il che dimostra l'opposto del tuo assunto, che cioè il governo della finanza globale è almeno altrettanto ferreo di un governo politico imperiale come quello USA.
    Ciò tuttavia non significa che gli equilibri del mercato siano eterni. E' tale il quadro oggettivo dei fattori di squilibrio che, malgrado questo ferreo governo finanziario globale, a un big bang si arriverà, ed il fatto che ci si arrivi per responsabilità anche politiche più tardi, non potranno che determinarne un aggravamento, e non è esagerato aspettarsi eventi esplosivi per l'effetto congiunto della rapidità delle loro dinamiche e dell'entità degli importi coinvolti.
    Dirò di più, la complicità delle banche centrali potrebbe indurre un coinvolgimento anche del denaro, fino a determinarne la completa perdita di valore, causando così perfino un momentaneo ritorno al baratto.
    Al disastro insomma ci si arriverà anche nella mia ipotesi, ma che si stiano creando le premesse per un tale disastro discende non dall'anarchia ma da un governo finanziario che difende i suoi interessi senza limiti, come quando si comprime una molla eccessivamente e questa prima o poi scatterà con effetti devastanti.

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    1. Credo che tu stia facendo confusione tra "governo" e club di potenti. Un governo è una struttura gerarchica con poteri coercitivi, capace di imporre a una parte (ovviamente quella più debole in quella circostanza) le sue scelte. Questa struttura gerarchica con poteri coercitivi il globalismo la rifiuta, fidando sul fatto che i contrasti interni, tra i grandi come tra i medi e i piccoli, saranno sempre tali da annullare gli effetti vicendevolmente. E' il principio dell'autoregolamentazione dei mercati, cioè degli interessi concreti.

      Ora questa visione è stata addirittura teorizzata attraverso modelli matematici. Ti ricordo, ad esempio, la vicenda del Long-Term Capital Management, fondato da un economista che aveva preso il nobel per il suo modello matematico che usava "quantitative models to exploit deviations from fair value in the relationships between liquid securities across nations and asset classes". In sostanza si trattava di un modello statistico, in base al quale le probabilità di insuccesso erano infinitesimali. Sappiamo come è finita? E' finita come innumerevoli altre volte, con disastri finanziari dalle dimensioni sempre più grandi, come una successione di oscillazioni che finisce con il divergere.

      Nel frattempo la velocità è aumentata, la complessità è sfuggita di mano, i disastri già avvenuti hanno creato tensioni anche geopolitiche e... c'è l'errore dell'euro. In questa situazione, questa è la mia tesi, non si mette mano alla dissoluzione della zona euro più per paura delle conseguenze che per difendere vantaggi che sono sempre più improbabili.

      Quanto alla spaccatura nell'amministrazione americana, proprio non capisco come tu possa sostenere che quella circostanza smentisca la mia tesi. Ho detto che manca un governo del mondo, al punto che anche al centro dell'impero l'unità di intenti non c'è, e prevalgono le ragioni e gli interessi di cordate opposte. Quale ferreo controllo? A me sembra un brutale scontro, non un ferreo controllo.

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    2. La mia opinione che forse non risultava chiara per l'uso disinvolto che avrò fatto del termine governo, posso qui riassumerlo, dicendo che come gli USA, che con tutta evidenza un governo ce l'hanno, esistono opinioni difformi, così all'interno della cupola finanziaria globale l'esistenza di contrasti non significa che non ersista una direzione di marcia. Su un punto, costoro sembrano ben determinati, quella di godersi il più a lungo possibile questo delirio di finanza creativa con cui hanno moltiplicato i loro patrimoni. Su quest'aspetto, quello di non vendere facendosi dominare dal panico, a me sembra che riescano bene ed in modo assolutamente compatto.
      Voglio essere chiaro, tutto questo per me non è affatto positivo, è anzi ciò che determinerà lo scoppio di un big bang finanziario così forte che distruggerà l'intero sistema finanziario, e forse perfino l'intero sistema monetario mondiale.

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    3. Scusa, ma su quali fonti tu basi la convinzione che esiste la "cupola" di cui parli, ossia più o meno ciò che il complottume imperversante nel web dannosamente propina come il "Nuovo Ordine Mondiale"? Se le premesse non sono documentate, si rischia di sviluppare su di esse ragionamenti suggestivi ma strampalati.

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  2. Caro Claudio, non buttiamola però in polemica spicciola, usando termini come complottismo.
    Che chi comanda al mondo abbia interessi a compiere operazioni senza che venga a conoscenza della grande opinione pubblica, potrebbe essere una cosa condivisa da tutti, sulla base di un minimo di buon senso. Che ciò non autorizzi a fare congetture prive di qualsiasi senso logico, è altrettanto vero. Come sempre, bisogna stabilire come stanno le cose volta per volta.
    Ora, che esistano istituzioni transnazionali che ospitano capitalisti e ceto dirigente provenienti da un po' tutto il mondo, è un fatto. Non so come giudichi tu un'istituzione come il gruppo Bilderbeng, che tiene riunioni periodiche, con partecipazione ad inviti personali e che opera in segreto, così che il contenuto delle riunioni è noto solo ai partecipanti.
    Questa mi pare una prima evidenza, esiste un luogo fisico dove i capitalisti, se volessero, potrebbero costituirsi come cupola.
    Dopodichè, esistono una quantità enorme di evidenze che mi portano a credere che questo potere sovranazionale esiste davvero.
    Ad esempio, è evidente a tutti che i governi nazionali, incluso quello USA, hanno perso molto del loro potere. A me ad esempio, ha molto col,pito il modo francamente sgarbato in cui il capo della NSA a risposto ai rilievi fattigli da Obama riguardo all'intercettazione teelfonica della Merkel, cioè dal suo presidente, dal capo della sua nazione. Dal tono della risposta, si coglieva il fatto che egli si ritenesse in qualche misura più potente di Obama, e comunque che egli dovesse rispondere ad altri capi e non al suo presidente, ed anche sembrava chiaro che davvero Obama non fosse stato informato di quella iniziativa.
    Non è possibile elencare tutte queste evidenze, ma basta ascoltare cosa dicono gli stessi politici, di come all'interno della UE uno come Draghi che alal fine è soltanto unb alto funzionario, conti molto più dei capi di tanti tra i paesi UE. Considera anche l'atteggiamento che gli stati hanno verso banche rigorosamente private, come il governo Berlusconi sia caduto nel 2011 per l'azione della BCE (la famosa letetra) e di come Napolitano abbia agito in modo palese come emissario di un potere estraneo alla nostra nazione, addirittura nominando Monti come nuovo premier, dove Motni rappresentava un uomo dell'establishment finanziario. Ricordiamo anche che alal fine Berlusconi cedette per il crollo dei titoli delle sue più importanti società in borsa (Mediaset in testa), dovendo alal fine scegliere di mollare la politica per non perdere le sue aziende.
    In generale, le teorie neoliberiste che tanto comodo fanno ai ricconi, non sono state elaborate ieri, van Hayek le elaborò decenni fa, ma oggi qualcuno che ha poteri abbastanza ampii, le utilizza proprio oggi, imponendole ad un pubblico istupidito. Tutti i media del resto sono monopolizzati da un potere unico tale che ciascun giornale sembra un ripetitore di un messaggio unico lanciato chissà da dove.
    Il TTIP cos'altro è se non il sogno delle multinazionali che tenta di farsi realtà?
    Di fronte a tutto questo ed a mille altre evidenze che sarebbe impossibile qui elencare, mi chiedo se sia più lecito dare del complottista a chi immagina una cupola finanziaria globale o invece dare del credulone a chi crede ai bollettini ufficiali governativi.

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    1. Il Bildembergh! Cosa ne sai? Hai partecipato agli incontri? Sai di cosa discutono e quali decisioni hanno preso finora ?

      Secondo te una cupola segreta la cui mission è quella di condizionare in modo occulto i destini di miliardi di persone si riunisce ogni anno (fra l'altro invitando "cani e porci") in luoghi che putualmente i "controinformatori" conoscono?

      Siamo nella palta non a causa della crisi in sè, ma perché il "popolo" non reagisce politicamente a tutela dei propri fondamentali interessi; il complottume che sul Pirlembergh ha edificato le propre fortune contribuisce a favorire l'immobilismo delle coscienze, inculcando nell'immaginario collettivo la terrorizzante figura di un Moloch indistruttibile di fronte al quale il comune mortale si sente sconfitto già in partenza.

      Che il Bildembergh e il Nuovo Ordine Mondiale esistano è irrilevante; ciò che è devastante sul piano politico è il "frame" creato intorno ad esso dagli spin doctors della controinformazione libera, dove la causa dei mali del mondo viene identificano nelle suddette combriccole di puzzoni e non nella nostra stessa ignavia morale.

      E' innegabile che sulla scena politica operino gruppi capitalistici che perseguono in modo più o meno occulto e illegale strategie politiche funzionali ai loro interessi. Ma nessun "profano" sa in quale misura e quando queste entità agiscano in modo razionale coordinando le forze per il raggiungimento di risultati condivisi oppure ognuna per sè e in lotta fra loro.



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  3. "...ciò che è devastante sul piano politico è il "frame" creato intorno ad esso dagli spin doctors della controinformazione libera, dove la causa dei mali del mondo viene identificano nelle suddette combriccole di puzzoni e non nella nostra stessa ignavia morale."
    Il problema risiederebbe quindi nella nostra ignavia morale??
    Mi chiedo perchè sia diventato impossibile parlare di politica, l'ignavia morale non è una categoria politica. Soprattutto non costituisce una causa ma un effetto, siamo come siamo perchè i media ci hanno fatto così. Che secondo te l'informazione pompi sui complotti intracapitalistici mi pare un errore palese, l'informazione vuole suscitare l'indignazione, e l'indignazione, che come noto non è una categoria politica, riesce a chiudere completamente la tenaglia tra da una parte l'economia considerata come criterio unico ed assoluto di scelta politica, ed indignazione morale che anch'essa contribuisce a sottrarre il rimanente spazio alla politica. Tutto ciò serve a separare politica e potere, e di conseguenza a rendere il potere autonomo ed automatico.

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    1. L'ignavia non sarà una "categoria politica" ma produce enormi riflessi sul piano politico quando assume un carattere pandemico .

      "Siamo come siamo perchè i media ci hanno fatto così." I media manipolano chi fa di tutto per essere manipolato e questo vale in egual misura per la manipolazione gestita dai media main stream e per la contromanipolazione gestita dai rivelatori di verità "occulte" (prima di tutto a se stessi).

      Fra queste due estremità perfettamente speculari fra loro c'è chi sente il bisogno di conoscere per poter capire e scegliere con la propria testa.

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    2. Claudio, io parlo statisticamente, è vano pretenedere che tutti capiscano, ed a volte se ci guardiamo bene dentro noi stessi, dovremo per onestà ammettere che anche noi non ne siamo immuni. Siamo esseri sociali, facciamocene una ragione!

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