domenica 4 ottobre 2015

I partiti veri nascono soltanto dal basso (di Stefano D'Andrea)

Post correlato: L'urgenza e la necessità dei movimenti dal basso - egodellarete 19-09-2015

Pubblico questo articolo di Stefano D'Andrea tratto da Appelloalpopolo.it perché lo condivido totalmente, e anche perché può essere utile a chi ignora i più elementari meccanismi della democrazia, giungendo a credere che le classi dominanti, per il fatto di essere tali, con ciò possano muoversi in piena libertà, come fossero cariche elettriche in un superconduttore ideale. La banale legge di Ohm, che tento di spiegare ai miei pargoli, è evidentemente troppo semplice per chi "sa di sapere".

Dal basso nacque il partito socialista italiano nel 1892.
Il Partito comunista d’italia nacque nel 1921 per una scissione ma, dopo essere stato quasi smantellato, rinacque dal basso, nel 1941-1945.
Non conosco bene la storia del Partito Popolare ma, in prima battuta, valutando le personalità dei fondatori, direi che esso nacque dal basso.
Il Partito Nazionale Fascista nacque dal basso.
Il MSI, dopo la caduta del fascismo e il (sacrosanto) ostracismo, nacque dal basso.
La lega nord è nata dal basso e dal basso è nato anche il M5S.
Dal basso è nato anche il piccolo partito risultato alla fine vincitore nella disputa politica della prima Repubblica: il partito radicale.
Partito socialdemocratico, Rifondazione, Sel, PDCI, PDS, DS, PD, Alleanza nazionale, La destra, Fratelli d’Italia, Margherita UDC, CCD, i vari partitucoli del partito socialista, sono nati per scissione e per furto di classi dirigenti e non sono o non sono stati veri partiti, ossia partiti significativi, che avevano la possibilità, almeno astrattamente, di produrre una linea politica nuova. Forza Italia fa storia a sé, ovviamente. Mentre il Partito Repubblicano e il Partito Liberale erano residui storici del periodo anteriore al fascismo. 
Negare che il partito della rivoluzione italiana debba nascere dal basso, almeno nel senso che esso non possa che  nascere dal basso, è da ignoranti e da illogici.
Si può sostenere che non ci siano uomini che hanno la capacità di promuoverlo. Ma questa è la classica posizione anti-italiana, oggi detta impropriamente autorazzista, posizione cinica, di chi è privo di una filosofia politica e di fiducia nelle capacità del popolo di tirar fuori elite politiche che sappiano organizzare nuove classi dirigenti.
Si può pensare di non voler dare il proprio contributo o si può credere di non avere le capacità di darlo. Ma allora contrastare i tentativi, anche i più umili e pazienti, muovendo da una pretesa inutilità o impossibilità, anziché agevolarli, è da ipocriti e in fondo da miserabili.

5 commenti:

  1. Vero, i partiti nascono dal basso, ma il problema è che senza le individualità "eccezionali", ossia capaci di stabilirne in modo lungimirante la traiettoria e di guidarli sapientemente lungo la stessa, fanno poca strada. Inoltre, debbono avere alla base un'idea-chiave elementare ma affascinante, cioè capace di fare presa sul piano emozionale e ideale (non basta fare appello alla sola comunanza degli interessi). Questo per evitare lo sfacelo dei partiti-appendice del leader carismatico (ogni riferimento al Berlusca e a Grillo è deliberatamente voluto),

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I partiti servono proprio a rendere "non indispensabili" le "personalità eccezionali". Se queste ci sono, meglio, ma se non ci sono il partito va avanti lo stesso. Le "personalità eccezionali" arrivano quando esiste già l'humus capace di accoglierle, non si può invertire l'ordine dei fattori. Il partito serve a creare l'humus. Questa idea che un partito possa nascere solo se c'è la guida di una "personalità eccezionale" non mi appartiene. Forse ho torto, ma io la penso così.

      Sono uscito dal movimento di Grillo nel 2009 proprio perché, contrariamente a quanto avevo ingenuamente sperato, i grillini, invece di costituirsi come partito (eventualmente con Grillo come mascotte/portavoce e nulla più) hanno finito con il cedere alle pressioni dello staff (senza nemmeno sapere chi ne facesse parte). Siccome ho la pretesa di "capire" le cose con un certo anticipo, li mollai e andai in cerca di altro. Non me ne sono mai pentito.

      Quanto all'idea chiave "elementare ma affascinante, cioè capace di far presa sul piano emozionale e ideale", questa esiste da sempre, ed è la seguente: "chi pecora si fa, il lupo se lo mangia!" In una versione aggiornata, è lo stesso concetto del "No taxation without representation". Se un popolo è capace di esprimere una leadership che sposa in pieno l'idea che "chi pecora si fa, il lupo se lo mangia!" o, se preferisci, "No taxation without representation", o quello che te pare ma sempre di questo si tratta, allora quel popolo potrà essere libero. Talmente libero da rischiare di diventare esso stesso, nel tempo, la fonte delle future oppressioni. Come è successo ai discendenti dei primi coloni americani che si ribellarono agli inglesi. Questo vale anche per le classi sociali, e per ognuno di noi.

      Ogni libertà nasce da una ribellione. Ribellarsi ha un prezzo, e comporta rischi perché si può venire annientati. Ma solo chi si ribella può sperare di essere libero. Chi non ha il coraggio di farlo, e aspetta che arrivi il "leader carismatico", è uno che tra ribellione e sottomissione ha già scelto quest'ultima.

      Naturalmente "ribellarsi" non significa "mettersi a fare il matto", ma esattamente il contrario: bisogna essere lucidi, pazienti, calcolatori, decisi fino alla spietatezza. La lotta non è una cosa per signorinette.

      Io amo vivere in pace e con la guardia abbassata, ma se mi si rompono i coglioni allora divento lucido, paziente, calcolatore e spietato. E non faccio inutili cazzate. Io sono un rivoluzionario. E tu?

      Elimina
    2. Se l'idea portante preesiste e prescinde dalle personalità carismatiche che di volta in volta la organizzano e incanalano storicamente, il partito "dal basso" decolla. Altrimenti o si candida a rimanere in eterno una sorta di circolo cultural-ricreativo (nel caso di assenza di soggettività "trainanti" e di menti capaci di progettualità) oppure si connota come il partito-ancella di un singolo signore e padrone (quindi un non partito)..

      Se sono un rivoluzionario? Lo sono, a modo mio; però non riesco a tagliare la realtà con la scure dividendo eroici lottatori per la giustizia e la libertà da un lato e spregevoli succubi della paura dall'altro..Fra il bianco e il nero ci sono almeno cinquanta sfumature di grigio e ogni tonalità ha il suo perché..

      Elimina
    3. «Altrimenti o si candida a rimanere in eterno una sorta di circolo cultural-ricreativo (nel caso di assenza di soggettività "trainanti" e di menti capaci di progettualità) oppure si connota come il partito-ancella di un singolo signore e padrone (quindi un non partito)»

      Hai messo il dito nella piaga. Se hai la bacchetta magica per creare dal nulla le "soggettività trainanti", oppure conosci una buona medicina per curare i candidati al ruolo di "signore e padrone" batti un colpo. Altrimenti non resta che l'alternativa tra la resa e il continuare a lottare. Il problema, ci tengo a segnalartelo, è che le polemichee all'interno di un movimento allo stato nascente vanno il più possibile evitate. Possibilmente devono restare, almeno, il più possibile sotto traccia. Ce ne sono già troppe, e il rovello di molti di noi è appunto il "che fare" nei confronti degli aspiranti al ruolo di "signore e padrone". E' una questione davvero molto delicata.

      Elimina
    4. Se avessi la bachetta magica non perderei tempo a scrivere. La mia era solo una considerazione che nasce dalla presa d'atto che i grandi partiti popolari del '900 erano tali grazie al binomio inscindibile "idea guida (trainante sul piano emozionale) - grandi personalità carismatiche (capaci di incarnarla storicamente)".

      A mio parere, il sovranismo - inteso come unica possibilità di recupero del modello socio-politico consacrato nella Costituzione repubblicana -- avrebbe le giuste caratteristiche per dare l'imput emozionale necessario alla costruzione di una realtà politicamente significativa. Dico "avrebbe" perché manca l'altro pezzo, le personalità "medium", quelle capaci di progettare l'azione e, nel contempo, di toccare le giuste corde emotive nella gente, sempre (ben inteso) nell'interesse della "causa" superiore (anche qui, ogni allusione al capocomico di mestiere e a quello per vocazione è pienamente voluta).

      Elimina