domenica 31 gennaio 2016

Il "Trilemma di Rodrik" e la "Matrice di Fraioli"


Sono venuto a conoscenza dell'interessante congettura di Dani Rodrik, nota come "Trilemma di Rodrik", grazie al blog di Quarantotto (ad esempio qui e qui).

Secondo la congettura non è possibile la coesistenza di globalizzazione, sovranità nazionale e democrazia: è necessario rinunciare ad una di esse.
  • Nell'epoca del Gold Standard (l'ottocento) si rinunciò prioritariamente alla democrazia. Con gli esiti ben noti.
  • Dopo la seconda guerra mondiale (in realtà fin dal 1934, sotto i colpi della crisi mondiale conseguente al crollo di Wall street) si rinunciò prioritariamente alla globalizzazione, attraverso una serie di scelte e provvedimenti cui ci si riferisce talvolta con l'espressione "accordi di Bretton Woods", tal altra con quella di "regime di repressione finanziaria".
  • Oggi, ad essere sacrificata, è priotariamente la sovranità nazionale.

Se analizziamo il trilemma alla luce della dialettica destra-sinistra, possiamo fare qualche interessante considerazione. Una prima, a mio parere parziale lettura, può essere la seguente: Nell'epoca del Gold Standard, essendo sacrificata la democrazia, il luogo del conflitto politico era la sua riconquista. Nell'epoca di Bretton Woods, essendo sacrificata la globalizzazione, il luogo del conflitto politico è stato il processo di riapertura dei mercati. Nell'epoca attuale, essendo sacrificata la sovranità nazionale, il luogo del conflitto politico è diventato la difesa di questa.

Questa lettura è parziale, prima di tutto perché presenta le tre opzioni come se fossero equivalenti in termini di giudizi di valore: al tempo del gold standard si sarebbe sacrificata la democrazia, nell'epoca di Bretton Woods la globalizzazione, oggi la sovranità nazionale. Così raccontata sembra quasi che, in ogni epoca, si sia fatta una scelta in qualche modo razionale, o quanto meno dettata dalle circostanze oggettive. In effetti, se accettassimo un'equivalenza in termini di giudizi di valore dei tre principi, la cosa potrebbe avere qualche plausibilità. Tuttavia il trilemma di Rodrik ci rivela che, in ogni epoca, la scelta ha riguardato una coppia di giudizi di valori, un "due su tre" che non può essere facilmente derubricato a necessità storica determinata dalle circostanze oggettive. Forse vi è stata intenzionalità politica.

Se analizziamo la questione dal punto di vista dell'intenzionalità politica, la prima questione da porsi è quale sia, dei tre principi, quello più desiderabile, e quale il meno importante.

Indichiamoli con tre lettere: G per Globalizzazione, S per Sovranità nazionale, D per Democrazia. Le combinazioni possibili sono:

Globalization First
(le élites)
Sovereignty First
(i nazionalisti)
Democracy First
(il popolo)

destra
sinistra
destra
sinistra
destra
sinistra
1
G
G
S
S
D
D
2
S
D
G
D
S
G
3
D
S
D
G
G
S

La tabella va letta così. Se, ad esempio, il giudizio di valore che si pone al primo posto (si vedano le prime due colonne) è la globalizzazione (G), allora la dialettica destra-sinistra si riproduce nel confronto tra quelli che pongono al secondo posto la sovranità nazionale (destra) e quelli che le antepongono la democrazia (sinistra).

Messa così la questione è più complessa, ma anche più interessante. Dovesse piacervi, vi pregherei di chiamarla "Matrice di Fraioli". Yeah!

Introducendo giudizi di valore nel trilemma di Rodrik la dialettica destra-sinistra assume configurazioni che possono ben spiegare la confusione del dibattito su questo tema. In effetti, dalla "Matrice di Fraioli" si evince immediatamente che esso è condizionato da una doppia scelta: quale sia il primo giudizio di valore, e quale il secondo (o l'ultimo). Inoltre, viene messa in evidenza l'esistenza di tre diversi interessi prioritari: quelli delle élites (globalizzare), dei poteri forti nazionali (comandare in casa), e del popolo (partecipare). I primi privilegiano, ovviamente, soluzioni di natura globalista, i secondi soluzioni nazionali, infine il popolo desidera prima di tutto la democrazia.

In questa sede, lasciando ad altri (dopo il sicuro successo della "Matrice di Fraioli") il piacere di continuare ad elucubrare sullo schema interpretativo proposto, procederò ad una sua breve disamina.

Cominciamo dalla terza coppia di colonne, in cui la scelta prioritaria è posta in capo al valore della democrazia. Questa coppia descrive la contraddizione che divide il campo della sinistra cosiddetta radicale italiana. Infatti, posto che tutti coloro che si definiscono confusamente "di sinistra" pongono al primo posto il valore della democrazia, e non potrebbero certo fare diversamente, ciò che crea divisione è la scelta del secondo valore: la sovranità nazionale o l'apertura dei mercati?

Credo sia impossibile non convenire sul fatto che, ad esempio, un partito come SEL opti per l'apertura dei mercati (il "più Europa"), e con esso gli tsiprioti di ogni longitudine e latitudine, mentre la scelta della sovranità nazionale, come secondo valore dopo la democrazia, sia quella fatta da ancora piccole ma vivaci e combattive forze politiche, che possiamo etichettare come "sinistra sovranista". Tra esse l'iniziativa Programma-101, alla quale ho aderito con grandi speranze.

E i nazionalisti? Usiamo ancora la "Matrice di Fraioli" ed esaminiamo la seconda coppia di colonne. Il "nazionalismo di destra" è sicuramente quello di Salvini, Borghi, Meloni e compagnia cantando (Bagnai?), per i quali, dopo la scelta prioritaria della sovranità nazionale, il secondo valore è comunque l'apertura dei mercati, mentre il "nazionalismo di sinistra" è, a mio parere (ci sono stato, so di cosa parlo) quello dell'ARS.

Infine i globalisti. Anche in questo campo è possibile rilevare la presenza dell'immarcescibile dialettica destra/sinistra. Posto che la scelta di valore prioritaria è posta in capo all'apertura dei mercati, anche in questo caso, in base alla seconda, è possibile discriminare i globalisti di destra da quelli di sinistra. Solo che, in Italia, non v'è traccia apparente dei primi, essendo i secondi ottimamente rappresentati dai piddini e, scusate se insisto, dal vertice occulto del M5S. Obama è stato il loro idolo, ora stanno scegliendo il successore. Chi sono, dunque, i globalisti di destra? E dove è possibile trovarli? Mi permettete di essere banale? I globalisti di destra sono i neocon americani, le loro propaggini anglosassoni, il complesso militar-industriale che sta mettendo a ferro e fuoco il mondo. In Italia, per fortuna, non hanno rappresentanza politica, ma solo complici infiltrati nelle nostre forze armate e nei servizi di sicurezza. (E con questa battuta conclusiva la probabilità che non sia schedato diventa zero!).

25 commenti:

  1. A Fiore', una sola domanda: ma tu il libro di Rodrik lo hai letto?

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  2. Fin dalle prime righe ho chiarito di aver saputo del trlemma di Rodrik dalle pagine del blog di Quarantotto.

    Cos'è che non ti convince del ragionamento?

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    1. Leggilo perchè un libro che merita attenzione.
      In merito al tuo ragionamento rilevo che il trilemma (in quanto trilemma) si risolve escludendo una delle 3 opzioni ed è del tutto irrilevante il peso che si conferisce alle 2 opzioni scelte, perchè devono essere considerate come un unicum.
      Quindi quello che conta è sapere se si è disposti a rinunciare alla Democrazia, piuttosto che alla Sovranità nazionale o alla Globalizzazione (che Rodrik nel libro chiama IperGlobalizzazione per motivi che scoprirai solo leggendo il libro).
      La definizione di "Nazionalisti di sinistra", per esempio è fallace in quanto noi dell'ARS mettiamo sullo stesso (importante) piano democrazia e sovranità e ripudiamo la globalizzazione.
      Se la vedi sotto questo punto di vista noterai che non c'è alcuna differenza, ad esempio, tra "nazionalisti di sinistra" e la "sinistra sovranista" in quanto ciò che si vuole scartare è la globalizzazione.
      Quindi, per concludere, la "Matrice Fraioli" non la vedo molto utile se non per creare - o giustificare - inutili identità che ai fini della battaglia comune per democrazia e sovranità contro globalizzazione giocano solo a favore di quest'ultima.
      Spero che questo aiuti a chiarire, ancora una volta, la scelta dell'ARS di non qualificarsi né di centro, né di destra, né di sinistra.
      Saluti

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    2. Avevo già chiarito, nell'auto commento che segue (e prima di leggere il tuo) le ragioni per cui la matrice giunge a definire l'ARS come "nazionalisti di sinistra" e P101 come "democratici di destra". Comunque repetita iuvant, per cui ribadisco.

      La matrice è solo una mappa concettuale, basata sul fatto di determinare, per una forza politica, quali sono i valori non negoziabili, in ordine di importanza. Non so se ho correttamente inteso che per l'ARS questi siano, nell'ordine, la sovranità nazionale e la democrazia, mentre per P-101 rispettivamente la democrazia e la sovranità nazionale.

      Bene fai a chiarire che l'ARS NON FA DIFFERENZA ALCUNA TRA I DUE VALORI. Me ne compiaccio, ma il modello che ho concepito esclude questa possibilità, per cui ho dovuto scegliere.

      Ora ti chiedo: posto che ARS possa scegliere solo uno dei tre come primo valore non negoziabile, e solo uno dei rimanenti come secondo valore non negoziabile, ho sbagliato nel ritenere che per l'ARS la scelta sarebbe, nell'ordine, Sovranità-Democrazia?

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    3. Da socio e membro del direttivo dell'ARS non so risponderti. Credo che neanche il presidente sia in grado di risponderti.
      La domanda è senza senso. Sarebbe come chiedere a un padre quale figlio sacrificherebbe per primo.
      Democrazia e Sovranità sono inscindibili per l'ARS.

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    4. Hai ragione, non si può chiedere a un padre chi preferisca tra due figli. Però, converrai con me, ad un occhio esterno talvolta una qualche preferenza per l'uno o per l'altro è rilevabile.

      Cheese.

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  3. Visto che quando i vituperati anonimi sono esclusi qua non commenta nessuno, non mi resta che auto commentarmi.

    Come sapete ho fatto parte di ARS (con cui sono sempre in buoni rapporti, a parte le teribbili - una ere e due bbi - discussioni con SdA) e da un po' ho aderito a Programma-101. Orbene, se si usa la "matrice di Fraioli", risulta che gli amici dell'ARS sono catalogati come "nazionalisti di sinistra" e i compagni di Programma-101 come "democratici di destra".

    Sembra un risultato paradossale, e forse lo è, però vorrei ricordare che la matrice è una mappa, non il territorio. Una schematizzazione che deve avere, prima di tutto, una sua coerenze interna, e questa la rivendico. Infatti, se si assume che, per una formazione politica, la prima scelta sia "non negoziabile" (la sovranità per l'ARS e la democrazia per P-101) e che tale sia anche la seconda (la democrazia per ARS e la sovranità per P-101), dalle premesse discendono le conseguenze.

    Ora queste possono non piacere, ma ciò discende, coerentemente, dalle premesse semantiche: il considerare, cioè, la sovranità come un valore prevalentemente "di destra" e la democrazia come un valore prevalentemente "di sinistra". Questa scelta può essere contestata, messa in dubbio, ad esempio sostenendo che la sovranità è, anch'essa, un valore "di sinistra", o che anche la destra abbia aspirazioni democratiche. Non discuto di ciò, faccio solo notare che, quando si traccia uno schema, si devono fare delle scelte. La scelta, credo esplicita, che ho adottato è stata quella di utilizzare le attribuzioni convenzionali di queste parole, e da ciò discendono i risultati.

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  4. Quando democrazia e sovranità coincidono si parla di autocrazia.
    Una curiosità, i regimi totalitari del secolo scorso, fascismo,nazismo e comunismo dove li collocheresti nella tua matrice?

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    1. La matrice serve appunto al "fai da te". Puoi essere tu stesso ad esprimere valutazioni sulle scelte valoriali di fascismo, nazismo e comunismo. A proposito, perché tra i regimi totalitari del secolo scorso non hai messo il turbocapitalismo USA? Ho idea che tu sia ancora prigioniero di Matrix.

      Comunque, siccome lo scopo della matrice è quello di renderci più indipendenti dalle convenzioni nominalistiche, propongo di identificare le 6 ombinazioni, da sinistra a destra, con una notazione con indici: c1, c2, c3, c4, c5, c6. Così facendo, ad esempio, l'ARS sarebbe un movimento ciquattrista e P-101 un movimento cicinquista (presto cicinquisti dell'Illinois).

      Che dici, così facendo l'amico Franceschelli si rilasserà?

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    2. Non lo so.
      Ho dimenticato anche le teocrazie.
      Se l' imperialismo può essere identificato come una forma di globalizzazione forse riesco a rispondermi da solo.

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    3. Certo che l'imperialismo è una forma di globalizzazione. Cosa pensi, che olandesi e inglesi andassero in giro per il mondo per fraternizzare? Oppure per aprire rotte commerciali, imponendo ragioni di scambio a loro favorevoli? Ti ricordo che la grande espansione coloniale europea raggiunse l'acme proprio nel periodo del Gold Standard.

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    4. vabbè, non ti arrabiare, ho solo chiesto.

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    5. e allora anche le teocrazie sono globalizzanti?

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    6. A Ippo', #macchesseidecoccio? Son Diego e ti spiego.

      Prendiamo la teocrazia iraniana. Il fatto che il regime sia teocratico può significare, secondo te, che possa impipparsene del problema del commercio? O della difesa della sovranità nazionale? O della democrazia? Ovvio che no.

      Allora tu (sottolineo: tu, perché tue devono essere le valutazioni) ti osservi ben bene quel regime e ti chiedi: qual è il primo interesse (o valore) non negoziabile per esso? Supponiamo che, in base al tuo giudizio, sia la difesa della sovranità nazionale, e allora ti segni "S". Poi ti chiedi quale sia il secondo interesse (o valore) non negoziabile, e magari per te si tratta della democrazia (e ti segni "D"). A questo punto hai finito, perché la sequenza è: SDG.

      Poi ripeti l'operazione per un altro regime (o partito), che magari ti sembra completamente diverso e, oplà, magari scopri che ANCHE QUEST'ALTRO REGIME E' DESCRITTO DALLA STESSA SEQUENZA. Oppure, in alternativa, l'operazione la fai su un regime (o partito) che ti sembra proprio uguale ma, accidenti, esce fuori che sono descritti da sequenza diverse...

      Cominci a capire come si usa la matrice, e la sua utilità? Cioè le risposte che può dare e quelle che non può dare?

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    7. simpatica la tua matrice, può essere utile, ma non dirlo a quelli che pensano che dx e sin non esistono più ché poi ti danno del "piddino" pure a te.

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  5. E in una realtà come l'attuale, dove non esiste ne Sovranità ne Democrazia? Dove ci piazziamo all'interno del Trilemma e della Matrice Fraiolana?

    Preferisco giudicare il mondo attraverso l'analisi del Terzetto Inconciliabile

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    1. La matrice può essere usata, se si vuole, per valutare la collocazione di un movimento politico in base alle sue priorità. Se ad esempio la forza politica X è descritta dalla sequenza SDG, e la forza politica Y dalla sequenza SGD, se ne ricava che, sebbene entrambe si dichiarino sovraniste (la prima scelta non negoziabile è S) tuttavia esse non sono uguali, perché la seconda scelta non negoziabile non coincide.

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  6. Poichè sono convinto che per il popolo , Globalizzazione sia sinonimo di Consumismo , cioè aver la libertà di consumare i brand del momento , che arrivano dalle varie parti del mondo , l'unico appunto che mi sento di farti è quello di sostenere che per il popolo la prima priorità è la Globalizzazione e non la Democrazia . Visto che come educatore potrebbe interessarti , potresti andare su L'Arena.it e renderti conto che le studentesse 15enni , pur di poter consumare alla pari delle loro amiche appartenenti alla classe delle elites adescano in pieno centro e alla luce del sole i 50enni .e purtroppo non sono casi sporadici o isolati , ma si sa , in Italia l'informazione la fanno solo Roma e Milano .

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    1. È il primato, effimero, dell' io consumatore sull' io produttore.
      Cmq...
      Dove, di preciso, le 15enni adescano i 50enni?

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    2. Caro Fabio Campedelli, io sono un insegnante, non un educatore. Sono pagato per insegnare diverse discipline (elettronica, elettrotecnica, sistemi automatici, macchine elettriche, Tecnologia Disegno e Progettazione, Telecomunicazioni analogiche e digitali, reti di computer, informatica, Scienze e Tecnologie Applicate...) ogni anno diverse dalla prima all'ultima classe, in aule strapiene di studenti e fatiscenti, qualche volta senza nemmeno la porta. Quest'anno non faccio due ore di seguito in nessuna classe, ad ogni campanella devo cambiare aula talvolta sobbarcandomi 4 piani di scale (l'ascensore te lo fanno usare solo se sei sciancato). In molte aule ci sono le Lim, ma non funzionano, per cui devo accontentarmi di piccole lavagnette. Lo scorso anno, per dire, passai quattro mesi in una classe senza Lim e senza lavagna, e per disperazione me la portai da casa: arrivavo a scuola, tiravo fuori la lavagna dalla mia macchina, la portavo in classe e poi me la riportavo a casa. Nessuno ebbe nulla a ridire.

      Ci vogliamo aggiungere che, siccome c'è il registro elettronico, ogni ora perdo venti minuti buoni per la burocrazia (appello, ritardi, protocollare le comunicazioni portate dai personale ausiliario, scrivere il nome di chi esce in anticipo, segnare le giustificazioni, appuntare gli argomenti del giorno...)?

      E tu mi chiedi di fare l'educatore? Bè, in effetti li educo: a ribellarsi, ma riscuoto meno successo che con i risultati didattici.

      Che se li educhino le famiglie i loro ragazzi, io insegno. Lo faccio anche quando non mi stanno ad ascoltare, lo faccio anche quando li vedo con gli occhi stralunati, lo faccio sempre, perché insegnare è il mio dovere. Ma se li educhino le famiglie i loro ragazzi, non lo chiedano a me. A me devono portarli già educati, perché io sono un insegnante. E se proprio vogliono che li educhi, allora quando gli metto un brutto voto vengano da me a stringermi la mano, invece che a piagnucolare perché il loro pargoletto "studia tanto e si impegna", o addirittura a fare ricorso. Se li educhino loro i pargoletti, io entro in classe e spiego. Questo è il mio mestiere, questo è il mio dovere.

      Che poi, mi dici come faccio a educare 120 studenti, 80 dei quali sono diversi da quelli dell'anno scorso? Cerchiamo di non essere ridicoli! Pardon, politically correct.

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    3. Quanto al popolo che preferisce la cuccagna della globalizzazione.

      Ragazzi, la matrice si applica alle formazioni politiche, non agli elettori. Forse è il caso che vi faccia una ripassatina sul "concetto di classe in sé e classe per sé".

      La "classe in sé" è definita dalle condizioni economiche, dal potere relazionale, dal possesso o meno dei mezzi di produzione. La "classe per sé" è definita dal fatto di avere coscienza di sé stessa, cosa che accade se e solo se questa classe è capace di esprimere un'avanguardia politica che ne rappresenti gli interessi: il suo o i suoi partiti.

      Ora si dà il caso che, mentre le classi dominanti hanno enormemente rafforzato le proprie avanguardie (chiedere lumi ai complottisti, che magari esagerano ma non sparano solo cazzate, almeno quelli intelligenti) le classi dominate hanno visto i loro partiti infiltrati, comprati e, infine, stravolti. Ve lo ricordate lo scemo che parlava di "partito liquido"? A noi il "partito liquido", loro, invece, si fanno la Mont Pelerin Society et similia! Bella roba.

      E' ovvio che il popolo, senza la sua avanguardia politica, sia una massa facilmente manovrabile, asservibile e, scusate se insisto, da tenere buona con lo zuccherino dei redditi di #quelchevipare.

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    4. Quanto alle 15enni che adescano i 50enni.

      Ragazzi, ho smesso a vent'anni di scandalizzarmi per queste cose. E più non dimandate.

      Vorrei però regalarvi una pilloletta si sapienza senile sul mondo fimmineo.

      La bellezza delle donne ci offre meravigliose promesse che loro, misere, non possono mantenere, nemmeno se vogliono. Questo le condanna ad essere ingannatrici, tutte. Mi dichiaro, pertanto, d'accordo con Paolo Barnard: per questo peso che devono portare mi fanno pena, e dunque le rispetto.

      Ma vallo a far capire a uno che c'ha vent'anni! Fossi capace di questo, allora si che sarei un educatore.

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  7. Fiorenzo, io mi identifico nella quinta colonna, quindi sarei di destra giusto? Vuol dire che sono un rossobruno?

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  8. Sei un cicinquista dell'Illinois, come me.

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  9. Facendo una analisi superficiale della tua matrice, si evidenzia che nella seconde righe, che determinano la distinzione Dx-Sin, la D è sempre considerata prevalente valore di sinistra, mentre la G lo è solo rispetto alla S.
    Inoltre mi hai dato un dolore 'nto core perché secondo la tua matrice io dovrei definirmi democratico di DESTRA.

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