martedì 19 gennaio 2016

Sovranità nazionale, Potere popolare, Giustizia sociale. Metti la tua firma! Mettici la faccia!

Nota del curatore del blog


Ho aderito al progetto P101 (vedi anche post precedente) perché sono convinto della necessità di una risposta politica popolare, che nasca dal basso, agli attentati alla Costituzione italiana e alla nostra sovranità nazionale, minacciate dal cosiddetto processo di unificazione europea che è, in realtà, un progetto volto a disciplinare il mondo del lavoro e a costruire un modello sociale non democratico, funzionale agli interessi delle classi dominanti degli Stati più forti. Constato, con favore, che anche alcuni settori dei ceti dominanti nazionali, come pure della cultura accademica e del mondo politico, cominciano a manifestare insofferenza, ma è altresì vero che, in troppi casi, lo fanno ancora con cautela, quasi con il il timore di un risveglio delle forze popolari. E' necessario, invece, che questo sia formidabile, quanto genuinamente democratico e ispirato alle tradizioni profonde incise nella lunga storia che ha formato la nostra identità di popolo. Viva l'Italia!


APPELLO

Sovranità nazionale, Potere popolare, Giustizia sociale: questi i tre principi, contenuti nella Costituzione repubblicana, che difendiamo e che poniamo a fondamento del nostro movimento e che sono in antitesi ai tre dogmi del neoliberismo: globalizzazione, tirannide oligarchica e ingiustizia generalizzata.

Se i partiti tradizionali, di sinistra e di destra, si sono venduti all’oligarchia capitalistica predatrice che detiene tutte le leve di comando, quelli nuovi che hanno momentaneamente raccolto la speranza di cambiamento, sono del tutto inadeguati a vincere la sfida. Confusionari sul piano dei principi, ingannano gli italiani quando sostengono che basti un governo nuovo che faccia qualche rattoppo per salvare il nostro Paese dalla morte lenta a cui lo condanna il tumore maligno neoliberista. No, non guarirà, come suggeriscono certi medici alle prime armi, con delle aspirine. E’ necessario un intervento chirurgico di asportazione.

Il momento della decisione e del coraggio, inesorabile, verrà, e dovremo farci trovare pronti, vigili, ben organizzati. Dovremo già avere costruito un blocco di unità popolare che liberi il nostro Paese dalla gabbia dell’Unione europea e dell’euro prendendo nelle sue mani le sorti del Paese e realizzando senza tentennamenti le grandi trasformazioni di cui esso ha bisogno.

Di questo blocco, faranno parte, in rappresentanza delle diverse classi sociali che hanno interesse a liberarsi dal giogo dell’oligarchia capitalista e predatrice e dei suoi politicanti corrotti, le diverse componenti politiche democratiche e antiliberiste.

Sarà quindi un fronte molto ampio, la cui forza propulsiva sarà tuttavia costituita dai milioni d’italiani che col loro onesto lavoro tengono ancora in vita questo Paese, e dai tanti, giovani anzitutto, che questo sistema condanna come “scarti sociali”, alla disoccupazione, alla precarietà a vita e all’esclusione sociale.

Ci rivolgiamo a coloro che non vogliono che si ripeta la solita storia, che l’universo dei lavoratori e degli esclusi sia usato da trasformisti e gattopardi i quali, per la loro sete di potere, vorranno mettersi alla testa del movimento popolare promettendo di cambiare tutto affinché tutto resti come prima. Chi comanda sta già preparando i suoi fantocci di riserva.

Il nostro è un appello accorato a tutti coloro che vogliono porre fine al doppio regime di protettorato eurocratico ed atlantista evitando così che il Paese sia trascinato dalla Nato in una nuova guerra neocolonialista;
ci rivolgiamo ai patrioti antifascisti che non scambiano la sovranità nazionale col nazionalismo;
ci rivolgiamo ai democratici sinceri che respingono ogni Stato autoritario e oligarchico e immaginano possibile un potere popolare paladino dei diritti e delle libertà civili e individuali;
ci rivolgiamo ai cittadini che non hanno smarrito l’ideale dell’eguaglianza sociale e che sanno che i discorsi neoliberisti sull’equità e le pari opportunità, sono solo dei paraventi per giustificare disparità sociali indegne e disumane;
ci rivolgiamo ai giovani ribelli che hanno compreso che chi comanda, usando ogni diavoleria tecnologica e immaginifica, li vuole ridurre in uno stato catatonico di docilità e impotenza;
ci rivolgiamo ai credenti che non si limitano a pregare, ma prendono sul serio la loro fede come messaggio di fratellanza, pace e di liberazione per i poveri.

Restare alla finestra oggi sarà considerato una colpa domani. Diventa con noi protagonista del cambiamento. C’è bisogno di ognuno di voi affinché l’Italia non naufraghi e il popolo non sia ridotto in schiavitù! Questo è un appello ai tanti che condividono le nostre idee a darci una mano, ad aiutarci a costruire una nuova, grande e solida casa del popolo.

Comincia con una firma e poi col metterci anche tu la faccia!
Partecipa al processo costituente di Programma 101 – Movimento di Liberazione Popolare

Comunica la tua adesione scrivendo a appello@programma101.org


PRIMI FIRMATARI

Angela Matteucci - Funzionario pubblico – Roma; Tony Manigrasso - libero professionista – Torino; Giuliana Nerla - consigliere comunale – Montegiorgio (FM); Giuseppe Amini - imprenditore – Rozzano (MI); Maria Ingrosso – insegnante – Lecce; Barrale Maria Luisa – sociologa – Palermo; Federico Pederzolli - geometra – Trentino; Isabella Massamba - libera professionista – Montefiorino (MO); Carlo Candi - dipendente pubblico – Signa (FI); Norberto Fragiacomo - funzionario pubblico – Trieste; Nino Galloni - economista – Roma; Giorgio Menon [Tonguessy] - tecnico elettronico – Padova; Luigi Plos – lavoratore autonomo – Roma; Simone Boemio - libero professionista – Perugia; Sabino Maurelli – pensionato – Livorno; Ino Cecchinelli – commerciante – Castelnuovo Magra (SP); Michele Luscia - avvocato – Trentino; Nello De Bellis - docente di storia e filosofia – Salerno; Silvia Pennazzi - responsabile commerciale – Firenze; Natascha Cambria Zurro - educatrice disoccupata – Cremona; Matteo Innocenti – operaio – Empoli (FI); Gianluigi Maddalena – pensionato – Schio (VI); Leandro Cioffi - operatore bancario – Salerno; Franco Maggio - docente di italiano e storia – Salerno; Moreno Pasquinelli – giornalista – Foligno (PG); Pier Paolo Filippini - educatore – Pescaglia (LU); Piero Filippone – disoccupato – Palermo; Daniela Di Marco – lavoratrice autonoma – Foligno (PG); Marcello Teti, medico, Perugia; Leonardo Mazzei – pensionato – Castelnuovo di Garfagnana (LU); Emanuele Di Giampaolo - archeologo – Bompietro (PA); Maria Grazia Da Costa – infermiera – Borgo a Mozzano (LU); Enrico Sodacci – sviluppatore software – Perugia; Elena Rappazzo – insegnante – Pisa; Innocenzo Graziuso – insegnante – Lecce; Gianna Poli – impiegata – Castelnuovo di Garfagnana (LU); Anna Paola Azzi – pensionata – Pieve Fosciana (LU); Paolo Loconte - Direttore Formazione professionale – Palermo; Claudia Castangia - impiegata – Foligno (PG); Edoardo Biancalana – artigiano – Viareggio; Emanuele Fanesi - operaio – Perugia; Roberto Grienti – pensionato – Noto (SR); Vittorio Paiotta – insegnante – Pisa; Maurizio Leonardi – esodato – Narni (TR); Daniele D’Arliano – consulente finanziario – Massarosa (LU); Giancarlo D’Andrea - libero professionista – Roma; Graziano Bianchi – operaio – Capannori (LU); Sergio Starace – psicoterapeuta – Lecce; Rodolfo Monacelli - libero professionista – Roma; Beppe De Santis, Programmatore economico libero professionista, Palermo; Fiorenzo Fraioli - insegnante – Frosinone; Rossana Nardini – imprenditrice - Campi B. Firenze; Robero Caggia - Operatore dei Beni culturali e Esperto CNR - Belmonte Mezzagno (PA); Renzo Scalia - Dipendente comunale - Piana degli Albanesi (PA); Mauro Moretti – pensionato – Montecarlo (LU); Filippo Abbate - consulente finanziario - Siena; Maurizio Del Grippo - docente di storia e filosofia – Salerno; Antonino Adamo - piccolo imprenditore – Ciminna (PA); Letizia Natale – pensionata – Livorno; Matteo Bortolon – saggista – Firenze; Angelo Sicilia - saggista, formatore e promotore della cultura immateriale siciliana – Palermo; Francesca Faienza - tutor di master – Firenze; Roberto Debiasi – architetto – Trentino; Salvatore Mannina - artigiano e esperto di sviluppo locale – Ciminna (PA); Fabio Massimo Frati - Segreteria Nazionale C.U.B - Trasporti – Roma; Marco Incardone – scrittore – Firenze; Giacomo Bandini, libero professionista, Firenze; Umberto Puccinelli – Architetto – Viareggio; Giovanna Ubaldeschi - insegnante – Milano; Pietro Attinasi - Preside Dirigente scolastico - Geraci Siculo (PA); Luciano Nardini – imprenditore - Campi B. Firenze; Vanna Logi - insegnante – Roma; Enea Boria - dipendente pubblico – Dairago (MI); Manuel Valter de Palma - studente universitario – Milano; Ruggero Arenella - video operatore – Torino; Jacopo Brogi - impiegato università – Siena; Giuseppe Di Martino - Sindaco Comune di Castellana sicula (PA); Laura Dalle Molle – pensionata – Schio (VI); Antonio Giovanni Minutella - architetto – Cefalù (PA); Michele Berti - ingegnere-ristoratore – Trentino; Massimiliano Del Carlo – artigiano – Castelnuovo di Garfagnana (LU); Claudia Ceccatelli Chesi - impiegata – Montespertoli (FI); Anna Saiani - psicologa-animatrice RSA – Trentino; Francesco Sutera - dirigente servizio sociosanitario territoriale - Piana degli Albanesi (PA); Lucio Dallaserra - dirigente d'azienda settore serramenti – Trentino; Rosana Patti – insegnante – Roma; Vincenzo Barbarulli – impiegato – Milano;  Compagno Antonella - medico chirurgo d'emergenza – Palermo; Andrea Gasparini  - operatore alberghiero – Vaglia (FI); Nina Tòlstikova - dottoressa in pedagogia – Salerno; Patrizia Mazzei – pensionata – Castelnuovo di Garfagnana (LU);

Aderisci anche tu scrivendo a appello@programma101.org

9 commenti:

  1. Firmerò, anche se l' ultimo attacco di Pasquinelli a Bagnai mi sembra un po' fuori luogo. Un leader politico non si "abbassa" a discutere pubblicamente con un tecnico a meno che non voglia riconoscergli un ruolo politico importante.

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    1. Diciamo che è fuori sincronismo. Per una volta che Bagnai si sta comportando abbastanza bene, senza inutili attacchi (o quasi) forse poteva lasciar perdere. Ma sai, questi teorici...

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    2. i personalismi non aiutano, a chi segue il dibattito non sarà sfuggito l' apertura, forse provocatoria, del prof ad una disgregazione monetaria del nostro paese:
      "A parte il fatto che questo tono sentenzioso e moralistico non mi trova molto in sintonia, umilmente chiedo: se si sono divise Repubblica ceca e Slovacchia, perché non potrebbero separarsi Nord e Sud? Fammi capire: voi siete quelli che il nazzzzionalismo è brutto ma la Repubblica è una e indivisibile? Parliamone. Se ci abbiamo messo il pareggio di bilancio, in Costituzione, forse possiamo metterci cose meno irrazionali. Come sapete, il mondo va in direzione di un frazionamento della sovranità statuale (Alesina, 1997), e ci sono ottimi motivi a supporto. Quindi"
      e qui si nota il limite della narrazione bagnaiana, che la soluzione agli squilibri distributivi siano essi sociali, territoriali o chissà cos' altro sia di assumenre monete diverse.
      Una concezione estremamente semplicistica, bene fa Pasquinelli a riportare il dibattito su binari corretti ma nel farlo rispondendo ad una persona di non pari levatura politica si espone nell' equivoca posizione di chi nella becera semplificazione bagnaiana, passa per difensore dell' euro nel timore di ancora più terribili derive liberiste nazionali.
      Sono errori che non si devono compiere.

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    3. Buonasera a tutti.
      Premesso che ho letto il disclaimer e che quindi conosco la politica del blog verso gli anonimi. Pertanto prometto che questo sarà il mio primo e ultimo intervento.
      Intervengo perchè il commento postato da Ippolito Grimaldi è una risposta che Bagnai diede a un mio post sul suo blog. Ammetto che il mio commento aveva un intento provocatorio, ma il Nostro forse o non se n'è accorto oppure ha voluto rendermi pan per focaccia. Non sono nella sua testa, quindi non ho certezze. Il fatto però è che io feci altri interventi, che non sono stati accolti dalla moderazione, in cui ricordavo che un'eventuale secessione del Nord o del Sud farebbe molto piacere ai libberisti/libberali/libbertari de noantri, e che costoro aspettano solo questo. Chissà perchè però i miei commenti non sono stati accolti.
      Con questo cosa voglio dire? che Bagnai è liberista? No.
      Temo soltanto che la questione del recupero della sovranità da parte di molti non sia più intesa come una battaglia politica, ma una lotta tra opposte tifoserie, in cui una di esse ritiene di rappresentare il bene in lotta contro il male, quindi al fine di sconfiggere il male può andare bene tutto, anche una soluzione "cecoslovacca".
      Mi ricorda molto da vicino la stessa situazione che si ritrovò la sinistra italiana durante il Governo Berlusconi nei primi anni 2000. Anche lì c'erano due opposte tifoserie incastrate in una lotta tra bene e male, ed è finito che la sinsitra in nome della lotta al suddetto male è finita con l'accettare tutto e il contrario di tutto, portando alla triste esperienza del governo Prodi, caduto perchè ognuno faceva a gara nell' essere più comunista dell'altro.
      Faccio questo parallelismo perchè il mio timore è che la battaglia politica per la sovranità nazionale possa naufragare perchè a un certo punto qualcuno inizi a sentirsi più "sovranista" degli altri.
      Spero che le mie preoccupazioni siano infondate.

      Grazie in anticipo per l'attenzione,
      Luca

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    4. Ciao Ippolito, ho pubblicato il commento di Luca in omaggio a te (e anche perché oggi mi sento buono).

      Devo dire però che non ho capito né il tuo né quello di Luca. Per essere preciso: di quello di Luca non ho capito niente, del tuo mi sfugge totalmente il senso della frase finale: "bene fa Pasquinelli a riportare il dibattito su binari corretti ma nel farlo rispondendo ad una persona di non pari levatura politica si espone nell'equivoca posizione di chi nella becera semplificazione bagnaiana, passa per difensore dell' euro nel timore di ancora più terribili derive liberiste nazionali".

      Cosa vuoi significare? Che Pasquinelli, per il fatto di discutere con "persona di non pari levatura politica" possa passare "per difensore dell'euro nel timore di ancora più terribili derive liberiste nazionali"?

      Ti dispiacerebbe spiegarti meglio?

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    5. Si scusa alle volte do per scontate alcune dinamiche.
      In politica esistono delle gerarchie ed i comportamenti sono dettati dal ruolo politico che si esercita; per chi non è avvezzo a queste dinamiche sembrerà assurdo quello che sto dicendo, si tratta in realtá di correttezza similistituzionale che si deve non solo agli avversari politici, ma anche e soprattutto ai propri compagni ed al movimento politico che si rappresenta.
      Mi sembra palese la diversa caratura morale e politica tra i due in questione, bene ha fatto Pasquinelli a palesarla, ma non doveva in quel modo ed in quei termini prestando il fianco alle sarcastiche repliche del Prof.
      Citandolo ne legittima una caratura, una equivalenza politica che non esiste; si espongono, quasi si esortano, i compagni a prendere posizioni che magari non coincidono con quelle del movimento.
      Prendi l' intervento di Boria nello stesso post, rileggilo, e vedrai che sarà facile gioco del Prof ribattere e cucire addosso a tutti i compagni e Pasquinelli dei bellissimi abitini tsiprioti.
      A torto per carità, ma l' immagine che ne esce è:
      "togliersi dalle scatole l'euro è necessario per fare qualsiasi altra cosa, ma se dobbiamo liberarcene per rimanere li a farci stampigliare in fronte il nostro valore dalla legge della domanda e dell'offerta, sfruttati eravamo prima e sfruttati rimarremmo anche poi."
      Che il Prof tradurrà: piuttosto che rischiare derive ultra liberiste teniamoci l' euro.

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    6. Adesso ho capito. In effetti Pasquinelli non è nuovo ad uscite fuori tempo, ma chi lo conosce sa anche quanto sia umorale.

      Anch'io, quando ho letto il suo post, sono rimasto sorpreso, e mi sono chiesto se valesse la pena continuare una polemica, sia pure in punta di teoria, con un soggetto la cui tesi politica di fondo (ci salveranno gli stessi che...) è oggi chiaramente smentita dai fatti (in futuro... vedremo).

      Bagnai va archiviato, e per l'ultima volta approfitto dell'occasione per ringraziarlo pubblicamente per ciò che ha fatto. Ma bisogna guardare avanti, perché non si può dare credito politico a uno che ha sostenuto, e continua a farlo, che per fare un partito ci vogliono tanti soldi e, contemporaneamente, si dichiara di sinistra. Questa è una contraddizione eclatante, perché significa sostenere che chi non ha potere è destinato a non contare nulla, a non avere voce in capitolo. Come ci si può definire di sinistra, se si pensa ciò? Se chi non ha potere non conta nulla, ciò significa che conta solo chi ha già potere, e dunque che la democrazia è impossibile, dunque che tutto è deciso dalle élites. E' di sinistra uno così?

      Sarà un caso che all'inizio del 2013, ai tempi del "manifesto di solidarietà europea", brillantemente e tempestivamente denunciato da Pasquinelli, il Bagnai si sia incontrato con la crema dell'ordoliberismo per discutere una via d'uscita? Senza che nessuno di noi, che all'epoca eravamo gli unici che se lo filassero, ne sapesse alcunché? Una chiara e indiscutibile prova di "élitismo", assolutamente coerente con la tesi che, per fare un partito, ci vogliono i soldi. Ma Bagnai, dice il suo followerame, è di sinistra! Forse intendono che Bagnai è un "chierico buono", di quelli che hanno pietà delle condizioni del popolino e si danno da fare per lenirne le sofferenze.

      E' stata dura, in questi anni, sopportare il bagnaismo, ma per fortuna ne siamo fuori. E cos'è il bagnaismo, nella sua essenza? Semplice: la convinzione che la razionalità sia l'attrice protagonista della storia. Non è così, la razionalità è solo una "caratterista". Magari poi il clip con la performance della caratterista fa milioni di visualizzazioni... ma diciamocelo francamente: quando il gioco si fa duro, la razionalità conta ben poco.

      Ti dico come andrà a finire: quando il tempo del "gioco duro" sarà passato, allora Bagnai avrà i suoi riconoscimenti, mentre noi "duri" saremo dimenticati. Vinceremo noi, e Illo si prenderà meriti non suoi. Francamente me ne infischio, quel giorno saremo tutti morti.

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    7. Ma anche no.
      Almeno spero di no... Mi piacerebbe pagare in lire un pernottamento ed una cena a Castro dei Volsci.

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    8. Tu non pagherai mai, né in lire, né in dollari né, tanto meno, in euro. Porta il vino.

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