mercoledì 9 marzo 2016

2 exit not 2 exit?

Ma alla fine questi vituperati anonimi (compresi quelli che fognano redditi minimi universali) che pensano dell'euroexit?

Nota: discussione aperta agli anonimi

 



«2 exit, o not 2 exit, questo è il dilemma:
se sia più nobile nella mente soffrire
i colpi di fionda e i dardi dell’oltraggiosa €uropa
o prendere le armi contro un mare di affanni
e, contrastandoli, porre loro fine? Morire, dormire…
nient’altro, e con un sonno dire che poniamo fine
al dolore del cuore e ai mille tumulti naturali
di cui è erede la moneta unica: è una conclusione
da desiderarsi devotamente. Morire, dormire.
Dormire, forse fognare. Sì, qui è l’ostacolo,
perché in quel sonno di morte quali fogni possano venire
dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale
deve farci riflettere. È questo lo scrupolo
che dà all'Unione Europea una vita così lunga.
Perché chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo,
il torto dell’oppressore, la contumelia dell’uomo superbo,
gli spasimi del lavoro disprezzato, il ritardo della legge,
l’insolenza delle cariche ufficiali, e il disprezzo
che il merito paziente riceve dagli indegni,
quando egli stesso potrebbe darsi quietanza
con un semplice exit? Chi porterebbe fardelli,
grugnendo e sudando sotto il peso di una vita faticosa,
se non fosse che il terrore di qualcosa dopo l'uscita,
il paese inesplorato dalla cui frontiera
nessun viaggiatore fa ritorno, sconcerta la volontà
e ci fa sopportare i mali che abbiamo
piuttosto che accorrere verso altri che ci sono ignoti?
Così la paura ci rende tutti codardi,
e così il colore naturale della risolutezza
è reso malsano dalla pallida cera del default,
e imprese di grande altezza e momento
per questa ragione deviano dal loro corso
e perdono il nome di azione. »

32 commenti:

  1. Partiam , dunque partiam , io sono pronto a partir , ma siamo sicuri che lascieranno partir ? Ma prima di patir contiamoci ben , ben ,che cosi' sappiamo
    chi son i nostri nemici ,che non cadiam in qualche imboscata da parte di chi , noi culi caldi , volevam liberar .

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  2. Alla luce del tuo commento da Quarantotto dovresti essere cosciente che la proposizione : "Questo utente è anonimo" è indecidibile all'interno del web.

    Stai bene.

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  3. Comunque troppo affollato.

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  4. Non volevo intervenire perché non sono anonimo, ma credo che non esserlo oltre che indurre moderazione ( quale Pedante disprezzo! ) non ci esima dall' esprimere chiaramente tutta la nostra amarezza; nel caso sapete dove abito e quando sarete stati promosso oncologi avrò il piacere di conoscervi personalmente ( per chi ne avrà il coraggio ovviamente ).


    In questi giorni, diversi indizi mi inducono a pensare che con i generali cui abbiamo affidato l' espressione delle nostre certezze non vinceremo mai, perché sono peggiori dei generali nemici, sono meno bravi, meno efficaci, meno efficienti a raggiungere gli obiettivi che chi si sente sovranista brama.
    Se il mio intervento è gradito sarò più esplicito in un prossimo post, che adesso ho il risotto ( Carnaroli, per quel che: il risotto si fa solo con il Carnaroli ) da seguire.

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    1. In realtà noi sovranisti non abbiamo scelto i generali, sono alcuni che si sono messi da soli i pennacchi, e in ragione di ciò in molti li hanno presi per tali. Peccato che "sotto il pennacchio niente". E' inutile rimpiangere il passato, dobbiamo guardare avanti e basta.

      L'esigenza, direi l'istinto di riprendersi la sovranità, continueranno a crescere: ci saranno nuove ondate di mobilitazione, anche più grandi di quella del triennio 2011-2013. Alcuni di noi diventeranno troppo vecchi, qualcuno ci lascerà, ma il processo è stato innescato e sarà incontenibile. Ora et labora.

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    2. Consentimi di aggiungere: la nostra generazione, che è vissuta nell'oscurità, ha tuttavia visto il debole chiarore dell'alba. Credo che la strada sarà lunga e nessuno di noi vedrà il sole a mezzogiorno. Io, che chiedo sempre troppo alla vita, sarei contento di far colazione nel mondo che verrà. Cappuccino e cornetto all'italiana, ti va?

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    3. Ma si, lasciamo perdere le supercazzole ed i pedanti sofismi, guardiamo avanti, sperando che il turbocapitalismo si suicidi da solo.

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    4. No , no Ippolito non sono i generali che ci mancano , anzi ne abbiamo da premio nobel , mai sottovalutare il genio italiano , è la truppa che è scarsa e in buona parte venduta , per quello l'alba è ancora lontana e qui ne hai una dimostrazione , io ero gia' pronto a partire anche senza sapere dove sarei approdato , forse in una terra dove ci aspettavano i Giavazzi e Alesina , i Boldrin e gli Zingales , i Borghi no ,ma pur di partire io ero pronto , e come mi ritrovo , io e Fiorenzo da soli .

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    5. questa è una guerra contro le elite, di altre elite o aspiranti tali mi sono rotto il cazzo, ieri più che amarezza ero afflitto da sconforto a leggere i "nostri" generali, il più equilibrato mi sembra proprio Bagnai.
      Di queste aspiranti elite ho colto finora solo disprezzo ( parafrasando il Pedante ) per il malato ( noi ) che si rifiuta di guarire.

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    6. Una volta si diceva , val piu' la pratica della grammatica , cioè qualche volta l'esperienza è piu' importante della teoria .Ecco ,penso che molte elite che disprezzano il popolo non facciano un'analisi della società italiana sul campo , chè è una società poliedrica dove , con questa crisi , c'è chi soffre e chi invece sta bene . Ad esempio , cosa vuoi che ne fotta al lavoratore della Lamborghini , della Ducati , dell'Autogerma ,che qui a Verona sono piu' di 1000 , della Lidl e centinaia altre aziende in mano ai tedeschi della SOVRANITA' ? E cosi' molte altre categorie di lavoratori o professionisti che sono tutelati da leggi emanate sotto il ricatto delle loro lobby presenti in Parlamento ? Diceva mia nonna la crisi è a macchie (macchie di leopardo ),è questo che ci sta fregando .

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    7. Ho una domanda a proposito di:
      In questi giorni, diversi indizi mi inducono a pensare che con i generali cui abbiamo affidato l' espressione delle nostre certezze non vinceremo mai, perché sono peggiori dei generali nemici, sono meno bravi, meno efficaci, meno efficienti a raggiungere gli obiettivi che chi si sente sovranista brama.

      Questa è o non è una forma di autorizziamo? I Generali di cui parli, alla fin fine, ce li siamo scelti (votati) noi - non parlo solo di quello che è al governo adesso (che di fatto non è stato votato, però aveva comunque raccolto un certo consenso) ma anche degli altri: i Berlusconi, i Salvini, i 5Stelle... e quelli dei giri prima...

      Anche ammesso che l'intera costruzione dell'UE sia stata fondamentalmente una macchinazione USA per portare avanti i propri interessi, perché i Tedeschi (che pure, in quanto sconfitti e divisi, partivano sostanzialmente svantaggiati) sono riusciti a ritagliarsi un ruolo egemone e a far andare la barca sempre dove conveniva a loro e noi (ma anche i Francesi, per dire) ci siamo fatti imbarcare come fessi?

      Ce lo abbiamo o no, un qualche problemino, a livello politico/nazionale?

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  5. Però che culo, abbiamo fatto in tempo a vedere il tramonto e ci sembra di intravvedere l' alba.
    Ha da passa' a nuttata.

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    1. Caro, tu dormivi piddinamente quando scoccava la mezzanotte! Per questo la notte ti sembra così scura! Ma a chi ha visto, da sveglio, l'ora più buia, quel che per te è tenebra assoluta appare come un tenue chiarore.

      Ora et labora.

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  6. A proposito Fiore' ma tu ci credi alla fusione fredda?
    Un mio paziente ( due antidepressivi, un anticonvulsivante ed una benzodiazepina) sostiene che la Corea del Nord cià la bomba atomica a fusione fredda.

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  7. Machedavéro? Temo che il dibattito "interno" fra i "sovranisti della prima ora", oltre che eccessivamente autoreferenziale, stia pian pianino divenendo, paradossalmente, di retroguardia. E quando scrivo "sovranisti della prima ora", non mi riferisco tanto a te, caro Fiorenzo Fraioli, ma ai "padri nobili" del movimento e tendo sempre più a non escludere nessuno di loro soliti (ig)noti.
    Il popolo italiano ha capito benissimo che l'UEM va abbandonata, e per sapere questo basta semplicemente uscire di casa, porgere l'orecchio al vento e ascoltare l'aria che tira (a meno che io viva al di fuori dell'Italia a mia insaputa). Il problema vero è che l'élite che dovrebbe dare forma alla volontà popolare ad oggi ancora rifiuta di farsi avanti e afferrare con mano il ruolo che la Storia le ha assegnato. Ha davvero dell'incredibile la mancanza di presa d'atto collettiva del fatto che l'élite prettamente politica che ha il dovere morale di mettere in sicurezza la nave che imbarca acqua siamo noi: se aspettiamo troppo il rischio è che essa affondi e che l'Italia così come l'abbiamo conosciuta sparisca dalle mappe politiche dell'Europa. La macchina del tempo si è già messa in moto e non guarda in faccia a nessuno: chi vi si opporrà verrà travolto, a meno che di nome non faccia Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord: questa è una importante lezione della Storia che mi pare stia sfuggendo del tutto a chi di dovere.
    La grande vittoria della restaurazione liberista, in fondo, consiste proprio in questo: nell'aver inibito le classi subalterne fino al punto di comprometterne irrimediabilmente la capacità di autopercezione, nell'aver trasformato la volontà in velleità, la vittoria certa in resa incondizionata. Credo fermamente che ci troviamo dinnanzi al più grande spreco di classe dirigente della storia dell'umanità. La strada è tutta in discesa, eppure stiamo qui, fermi, a fissarci negli occhi, in attesa di essere spazzati via da un nemico feroce e implacabile. La commedia finirà in tragedia in mancanza di buoni sceneggiatori, e allora sarà troppo tardi anche per noi: non avremo più scuse, perché, parafrasando "l'uomo che sussurrava ai piddini" - che a sua volta cita il più bel film della storia del cinema - a quel punto nemmeno Dio sarà più con noi, "perché anche lui odia gli imbecilli".
    Chiedo venia per la cupezza del messaggio, ma la situazione richiede quanto mai una seria riflessione su quanto si è fatto, su quanto si sarebbe potuto fare e su quanto si può ancora fare, tutti insieme, per il nostro amato Paese e per i nostri cari compatrioti. Forza e coraggio: è tutto ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento.

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    1. Caro winston smith, hai descritto la situazione come meglio non saprei ("l'élite che dovrebbe dare forma alla volontà popolare ad oggi ancora rifiuta di farsi avanti e afferrare con mano il ruolo che la Storia le ha assegnato").

      Personalmente non mi sorprendo del fatto che gli ambienti di vertice del paese, anche quelli che hanno ben chiara la situazione, siano passivi. E' già successo nella seconda guerra mondiale: all'inizio del 1942 era abbastanza chiaro come sarebbe finita, ma le manovre per far fuori Mussolini cominciarono molto più tardi. Il fatto è che queste classi (alti funzionari dello Stato, politici di primo piano, intellettuali, industriali) hanno molto da perdere da un eventuale passo falso. I più audaci aprono un blog o scrivono qualche articolo, altri si limitano a esprimersi in privato, ma di compromettersi veramente per una causa che, seppur giusta, potrebbe essere perdente, non ne hanno voglia. I pochi tra loro che "rischiano", e proprio perché rischiano, guardano in cagnesco quelli che, avendo poco o nulla da perdere, potrebbero togliergli la ribalta. Il "caso Barnard" è esemplare del modo in cui sono stati trattati tutti i movimenti dal basso: ignorati dal mainstream, e derisi da queste élites.

      "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa", disse il Poeta. E' un'ignavia del secondo ordine, particolarmente insidiosa perché non si può negare che vi sia impegno nel loro agire, né che il loro contributo sia prezioso, ma manca ad essi quel guizzo, quella determinazione, che invece abbondò tra i partigiani di tutte le nazioni europee nel combattere il tentativo egemonico che ha preceduto quello presente.

      Alla fine, le Costituzioni democratiche del dopoguerra non sarebbero state nemmeno immaginabili senza quel milioncino di partigiani in Italia, Francia Iugoslavia e Grecia, solo per restare all'Europa occidentale, che si gettò anima e corpo nella lotta. Oggi non si tratta di "prendere le armi", forse non ancora, ma i rischi per chi si oppone veramente sono comunque alti. Specialmente se si ha qualcosa da perdere.

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    2. Scusate, questi qui, sti generali, credono di ottenere consenso insultando tutti, non solo manifestano disprezzo per chi dovrebbero convincere ma sparano a zero anche su chi é già. consapevole, i sovranisti debbono proteggersi più dal fuoco amico che dagli euristi, ma vi pare normale?

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    3. Tutti date per scontata l'esistenza di una serie di generali.

      Io al massimo, a volte, ho la percezione dell'esistenza di un corpo d'armata ( magari un esercito intero.... ) e nella mia qualità di sergente sto al mio pezzo.

      Mi guardo intorno.
      E mi sento un po' come nel romanzo di Buzzati.

      E intanto mi domando "i generali chi?"; io alle volte ho difficoltà a identificare il mio sottotenente.

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    4. Conosci almeno quelli della tua squadra?

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    5. @Ippolito

      Caro, questi "generali aspettano un segnale dall'alto! Che ti piaccia o no, gli unici che aspettano un segnale dal basso sono i marxisti dell'Illinois!

      Tanto ti dovevo. E adesso, da piddino di buona volontà qual tu sei, fai la tua scelta.

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    6. Ci sono due tipi di "generali": i Cadorna e i Bonaparte. I primi vengono promossi a tavolino, i secondi emergono sui campi di battaglia. Per ora io vedo dei potenziali Cadorna in circolazione, mentre per Bonaparte occorrerà ovviamente attendere che le opportune condizioni di formazione si presentino.
      Il problema attuale che si pone di fronte a noi è il semi-immobilismo politico del movimento. Suggerisco sommessamente di concentrarci su quello.

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    7. Fiorenzo , sei ammirevole , sinceramente , ce ne vorrebbero altri due o tre , col tuo entusiasmo ,in Italia per smuovere l'apatia del suo popolo , ma paragonarmi la situazione sociale dell'ultimo periodo bellico con quello attuale , ecchecazzo , quando quest'anno gli Italiani acquisteranno 1.600.000 auto nuove , molte piu' dell'anno scorso , ti rendi conto di come percepiscono la crisi ?
      Anche i marxisti dell'Illinois sanno che il segnale arriverà da un default ,o gravissima crisi finanziaria dello stato italiano , prima che da una crisi di fame del suo popolo .
      Comunque io ti seguirò e conta su di me ,che non volendo servire lo stato capitalista neanche al caldo di un qualche ufficio ,mi hanno sbattuto a fare l'assaltatore al confine nord-est a meno 15 -20

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    8. Manco a farlo apposta, il Pedante ha pronto un articolo che spiega, almeno in parte, il problema di cui parlate.

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    9. Si, si
      Il potere tapioco della propoaganda pedante: non siamo noi che siamo incapaci di fare proselitismo di massa è la massa che si rifiuta di capire...

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  8. da quando questo blog sarebbe frequentato da piddiniredditominimouniversalisti???
    Io resto convinto che il dibattito web sia uno spreco di risorse, a questo punto chi è convinto della necessità di un abbandono dell'UE/€ deve lavorare sul campo, quindi questi dovrebbero essere luoghi di scambio per chi "ora et labora" per coordinarsi.
    Per capirsi: ricordi Fiorenzo cosa facevi nel triennio che citavi?Seguivi dibattiti con la telecamera, andavi e organizzavi incontri, formavi associazioni...C'era fermento reale e non etereo come adesso...mi sbaglio?probabilmente sono OT oltre che anonimo, però vedo tanta sterilità in queste discussioni.

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    1. Caro Tiziano, in questo periodo sono fermo perché sto preparando le condizioni per essere più incisivo almeno sul mio territorio, la Ciociaria. Ho costituito un'associazione e sto ristrutturando la mia casa di campagna per renderla adatta ad essere la sede in cui si svolgeranno le iniziative che intendo promuovere (dibattiti, proiezioni di film, corsi etc...). Tutto nel mio piccolo, ovviamente. Mi sono detto: abito a metà strada fra Roma e Napoli, sono nella condizione di contattare e invitare tantissimi relatori, posso offrir loro buon cibo e da dormire, posso riprendere gli eventi... e mi sono dato da fare. Ecco perché sembro "scomparso" e mi limito al blog. Mi alzo la mattina e comincio a correre dietro ai mille problemi, quando torno a casa all'ora di cena sono esausto e il massimo che posso fare è scrivere un post. Insomma, oro et laboro.

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    2. Scusa, ho detto le cose in modo sbagliato. Quello a cui mi riferisco è che cercare di cambiare le opinioni sul web alla massa (o semplicemente ai piddini) mi pare ormai impossibile se non raro. Quindi un post come questo, lo vedo come uno spreco del tuo già poco (e prezioso,lasciamelo dire)tempo. Se è per svago, meglio uno di quelli che va in caciara dove almeno ci si diverte no?;-)

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  9. Ciao Fiorenzo per prima cosa ritengo doveroso precisare che non mi sento un anonimo in quanto sono anni che,quando posto, uso sempre il mio nome e cognome. Non mi sono identificato come volevi tu in quanto non condividevo la tua scelta.
    Precisato questo fatto, secondo il mio punto di vista quando noi parliamo di Elites commettiamo un duplice errore:

    A) di fatto siamo noi i primi che non riconosciamo la nostra Costituzione, in quanto la stessa mira o mirava all'uguaglianza SOSTANZIALE di tutti i cittadini, dall'ultimo pastore abruzzese, dall'ultimo minatore sardo, dall'ultimo contadino siciliano, all'ultimo montanaro delle Alpi.
    B) Essi, cioè l'Elites, esistono perchè noi popolo li riconosciamo come tali e gli ammiriamo, mentre in una comunità veramente democratica dovremmo essere tutti cittadini di pari diritti e pari dignità dal cittadino minatore, al cittadino banchiere.
    Vedi Fiorenzo, io ho un anno meno di te, sono figlio di operai ed ho conosciuto la durezza del vivere fin da bambino e se devo essere sincero tanti, che sono considerati Elite, altro non sono, ai miei occhi, che bambini mai cresciuti che purtroppo ricoprono posti di grande responsabilità. La prima riforma da fare sarebbe d'istituire un servizio civile permanente dove ogni anno tutti i cittadini dai 20 ai 50 anni prestano servizio almeno 15/20 giorni all'anno e i lavori più umili dovrebbero essere riservati a chi nella vita civile è stato più fortunato, o per famiglia o perchè il Padre Eterno lo ha dotato più degli altri, o per la combinazione di questi due fattori.

    Sempre secondo il mio punto di vista ma non solo, sono in alta compagnia a cominciare da Calamandrei, la nostra Costituzione è il frutto dei morti della resistenza. La stessa fu possibile da queste combinazioni:
    1) La spontanea rivolta di tanti giovani alla leva e di tanti militari e civili che si nascosero in montagna per non finire ai lavori forzati in Germania

    2) Il ricostituirsi dei partiti democratici, sciolti dal fascismo, che poi diressero la resistenza di fatto legittimando l'azione di quei giovani, altrimenti sarebbero stati considerati solo dei rinnegati e disertori.

    3) L'aiuto militare ed economico degli alleati.

    Al momento non vedo nessuna di queste cose nel panorama Italiano e secondo me la rete ha esaurito la sua spinta propulsiva, temo che tanti suoi attori si siano mossi più che con un autentico spirito di cambiamento democratico, con uno spirito di autoreferenzialità.

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    1. @Mauro Gosmin

      1) Le élites

      Il linguaggio è spesso fonte di equivoci. Con il termine élites possono essere indicate sia le classi che hanno un potere de facto molto maggiore della media dei cittadini, sia le classi che detengono una conoscenza intellettuale particolarmente alta in uno o più campi. Per capirci: se non mi fossi dimesso da Ansaldo nucleare e avessi scelto di continuare la mia carriera in quell'azienda, oggi potrei far parte di un'élite dirigenziale abbastanza alta. Lo stesso se, da giovane, non avessi voltato le spalle a un paio di occasioni clamorose, allorché fanZiulle molto più che danarose si invaghirono di me. Mutatis mutandis, se oggi il problema da affrontare fosse la scelta nucleare, invece che una crisi economica, sarei più élite intellettuale di Bagnai e di tanti altri. Ciò detto, è vero che in moltissimi alberga una predisposizione dell'animo servile che li induce a sottomettersi con facilità a chi si propone come leader. Ovviamente non è il mio caso, per pure ragioni caratteriali: riconosco la superiorità degli altri, quando c'è, in campi che non sono i miei, ma pretendo sempre di continuare a ragionare con la mia testa.

      2) "la nostra Costituzione è il frutto dei morti della resistenza"

      La lotta politica c'è sempre, sia quando l'avversario è un regime che usa le armi (nel qual caso lo si affronta in armi), sia quando è un sistema che mente e disinforma (nel qual caso lo si affronta con le armi della cultura). A dimostrazione di ciò il fatto che in Europa occidentale, in particolare nel nostro paese, l'avversario è riuscito a ribaltare la situazione in suo favore senza ricorrere all'uso della forza. Dobbiamo essere grati alla sorte per essere nati in un momento storico in cui (si spera) la lotta può essere condotta con le armi della politica. Ciò detto, la lotta presuppone l'uso della forza, militare o politica a seconda delle circostanze. In entrambi i casi, la forza necessita di organizzazione. In tempi di lotta politica l'organizzazione è data dall'esistenza di partiti politici. Punto.

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    2. Partirei dalle conclusioni di Fiorenzo che condivido, ma che ritengo sia necessario precisare ulteriormente.
      Fare un partito non significa soltanto organizzare una classe dirigente che esiste già e che dovrebbe aggregare il popolo, significa molto di più.
      Il partito non è il semplice frutto di alcune menti illuminate che gli preesistono, è soprattuto il luogo dove tali menti si mettono assieme per costruire l'alternativa anche a livello teorico.
      L'ideologia dominante è così soffocante che solo all'interno di una comunità coesa e determinata è possibile uscirne per costruire una nuova ideologia.
      Insomma, avete mai sentito parlare di intelelttuale collettivo? Ecco, dobbiamo costruire l'intellettuale collettivo.
      Di recente, su SKY, hanno passato "La battaglia di Algeri" di Gillo Pontecorvo, che rivedendo a distanza di tanti anni, ho trovato oltre che bellissimo, straordinariamente attuale.
      Lo consiglierei a tutti i miei interlocutori più giovani anche a livello didascalico, mostra davvero cosa significa costituire una classe dirigente alternativa.

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