venerdì 29 aprile 2016

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METAFISICA E MERCATO - Orizzonte48

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59 commenti:

  1. Leggo spesso, anche grazie alle tue sollecitazioni, i blog di LBC così come quelli di Bagnai e dell' anonimo Pedante. È una operazione non facile perché richiede uno sforzo non comune per persone di cultura medio-bassa come me.

    Devo dire che a parte la difficoltà di cercare un minimo di fonti attendibili di varie discipline: dalla economia alla filosofia, alla storia, alla sociologia, etc. che possono non appartenere al bagaglio culturale e professionale del lettore e che lo costringono a districarsi in una prosa a volte indugiante eccessivamente alla gergalità iperspecialistica, quello che lascia perplessi, oltre la già citata valenza culturale, è certamente la “cifra politica” di queste operazioni.

    Mentre l' opera di alcuni intelletuali "dissidenti" come Miglio, Borghi, Pasquinelli, tanto per fare dei nomi, è stata o è strettamente legata ad un progetto politico, per altri risulta difficile inferire persino quale modello di società essi agognino.

    Qual è allora il vero carattere che possiamo cogliere di tali operazioni culturali?
    Certamente non possiamo parlare di attività scientifica visto che ci sono pochi economisti che intervengono nel più famoso blog di economia del web; così come pochi costituzionalisti si prendono la briga di interloquire sul blog di LBC. Assistiamo, al massimo ad un confronto interdisciplinare, quando la qualità dei lettori lo consente.
    Resta, a mio parere, la valenza di una attività divulgativa attraverso uno strumento alternativo ai media tradizionali, se non fosse per una caratteristica, che ahimè, riporta il tutto su un piano strettamente politico poiché, volenti o nolenti, i temi trattati sono strettamente politici.

    In questo caso l' accanimento perissologico contro la tesi dominante ( perché comoda alle élite dominanti) in assenza del coraggio di opporvi o di mostrare una antitesi, un progetto alternativo, diventa quella che io chiamo emiperissologia; un atteggiamento culturale che, nella migliore delle ipotesi, viene identificata da un lettore disattento come un comportamento nostalgico o addirittura, magari a torto, reazionario; l'ipotesi peggiore porta invece il lettore meno accorto ad identificare le proprie aspirazioni politiche con l' Auctoritas dell' autore finché esso non ne viene carpito o plagiato.

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    1. A mio avviso hai ben colto i limiti dell'azione sia di Bagnai che di LBC, e condivido quanto affermi. La qual cosa non è, da parte mia, un giudizio di condanna poiché, evidentemente, ogni azione singola non può che caratterizzarsi prima di tutto per i suoi limiti: intellettuali, psicologici, di mere energie fisiche, in una parola limiti dell'individuo.

      Tra le conseguenze di questo "agire individuale" ci sono quelle che hai evidenziato: "un atteggiamento culturale che, nella migliore delle ipotesi, viene identificato da un lettore disattento come un comportamento nostalgico o addirittura, magari a torto, reazionario; l'ipotesi peggiore porta invece il lettore meno accorto ad identificare le proprie aspirazioni politiche con l' Auctoritas dell' autore finché esso non ne viene carpito o plagiato."

      E' proprio per evitare questo esito che, da anni, vado sostenendo l'idea che la platea dei divulgatori qualificati debba ampliarsi e interconnettersi. La prima cosa, bene o male, sta avvenendo, ed è una delle poche consolazioni del Bagnai. In effetti non passa settimana che qualche intellettuale non passi dalla parte del sovranismo, sia pure senza usare questa parola per qualificarsi (ma noi ce semo capiti). Il problema è che questi passaggi si traducono sì nell'accendersi di nuove luci, ma ancora non si riesce a costituire una rete interconnessa, ed è su questo versante del problema che noi oscuri sub divulgatori dobbiamo lavorare con tenacia.

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    2. Ciò detto e premesso, ora mi tolgo un sassolino dalla scarpa: nel dicembre 2012, proprio per aver proposto quanto sopra, Illo lanciò su di me la sua fatwa. Si sono persi almeno tre anni. Ma io, che non sono un professore universitario, sono però un insegnante, per cui dico che "non è mai troppo tardi".

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    3. Neanche io mi sento di condannare persone a cui in ogni caso dobbiamo tanto; cerco di non dimenticare che è sempre più facile sottolineare l' altrui limitatezza piuttosto che la propria.
      Però non dobbiamo neanche dimenticare che dopo tanti anni una qualche somma bisogna pur tirarla; al di là dell' impegno profuso, quella limitatezza mi sembra emerga ben delineata.
      Il risultato ottenuto in termini di consapevolezza si può riassumere nella evoluzione di una figura retorica rispolverata pochi post fa proprio da LBC.
      La litote: " non è altro l' esser liberi che non essere schiavi " che via via si trasforma in falsa litote: " non è altro esser sovrani che non avere l' euro ", " essere sovranisti è non essere globalisti " o anche " essere italiano è non essere straniero in Italia" e altre amenità del genere.
      Capirai che se si continua solo a criticare il presente senza un progetto di società che non sia altro che un: ritorniamo alla lira; torniamo al controllo della banca centrale; torniamo alla scala mobile, ma dove vogliamo tornare?

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    4. "La litote: 'non è altro l' esser liberi che non essere schiavi' che via via si trasforma in falsa litote: 'non è altro esser sovrani che non avere l' euro', 'essere sovranisti è non essere globalisti' o anche 'essere italiano è non essere straniero in Italia' e altre amenità del genere."

      Ma quanto sei ancora piddino! Ti faccio qualche altro esempio di quelle che tu definisci "false litoti".

      a) la democrazia non è altro che non subire la tirannia
      b) essere onesti non è altro che non essere disonesti
      c) un matrimonio felice non è altro che non avere una "stronza" in casa
      d) essere benestanti non è altro che non essere dei morti di fame

      Ora ti chiedo: se ti ritrovi una "stronza" in casa, ti poni forse il problema di quella che sarà la tua futura meravigliosa compagna? Non è forse necessario, in primis, liberarsi della "stronza" evitando, se possibile, di pagarle gli alimenti?

      Ma tu le chiami "false litoti, e io francamente non ti seguo.

      Poi hai ragione quando dici che dopo tanti anni una qualche somma bisogna pur tirarla! Però, la somma di cosa? Del fatto che ci si deve liberare della "stronza", o del progetto di famiglia che costruiremo dopo? Sai che penso? Che uno che si perde nel sognare la bellissima famiglia che avrà dopo che si sarà liberato della "stronza", ma non fa niente per raggiungere questo propedeutico scopo, morirà con la suddetta nel suo letto. Meglio: con l'impronta del suo amante nel letto!

      L'Unione Europea è Molly Bloom! Sapevilo.

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    5. Probabilmente abbiamo divergenza di interpretazioni su alcuni aspetti della propaganda che ha mortificato chi (contrariamente ai personaggi su citati) come i compagni di P101 hanno anche una visione di società che sia migliore di quella odierna o di quella di un passato più o meno remoto; E qui sta la falsa litote, cioè il voler far credere che chi ha anche un progetto politico ben conosciuto anteponga pregiudizialmente la sua realizzazione alla uscita dall' euro, non è così: " volere la sovranità è non avere obiettivi diversi dalla sola sovranità " questa litote è falsa e come tale deve essere riconosciuta.
      Così per dirla semplice io voglio avere la meravigliosa fanciulla, ma per averla devo liberarmi della stronza; non ho mai detto che piuttosto che rischiare di trovarmene una più stronza preferisco tenermi la stronza di adesso.
      É estremamente scorretto far passare chi ha, o meglio ha il coraggio di mostrare il suo ideale politico, per un pavido o un peggio per un finto sovranista.

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    6. €pa Bloom (16 anni fa)

      Lui quel giorno che eravamo stesi tra i rododendri sul promontorio di Howth con quel suo vestito di tweed grigio e la paglietta il giorno che feci fare la dichiarazione sin prima gli passai in bocca quel pezzetto di biscotto all'anice e era un anno bisestile come ora sì 16 anni fa Dio mio dopo quel bacio così lungo non avevo più fiato sì disse che ero un fior di montagna sì siamo tutti fiori allora un corpo di donna sì è stata una delle poche cose giuste che ha detto in vita sua e il sole splende per te oggi sì perciò mi piacque sì perché vidi che capiva o almeno sentiva cos'è una donna e io sapevo che me lo sarei rigirato come volevo e gli detti quanto più piacere potevo per portarlo a quel punto finchè non mi chiese di dir di sì e io dapprincipio non volevo rispondere guardavo solo in giro il cielo e il mare e pensavo a tante cose che lui non sapeva di Mulvey e mr Stanthope e Hester e papà e il vecchio capitano Groves e i marinai che giocavano al piattello e alla cavallina come dicevan loro sul molo e la sentinella davanti alla casa del governatore con quella cosa attorno all'elmetto bianco povero diavolo mezzo arrostito e le ragazze spagnole che ridevano nei loro scialli e quei pettini alti e le aste la mattina i Greci e gli Ebrei e gli Arabi e il diavolo chi sa altro da tutte le parti d'europa e Duke street e il mercato del pollame un gran pigolio davanti a Larby Sharon e i poveri ciuchini che inciampavano mezzi addormentati e gli uomini avvolti nei loro mantelli addormentati all'ombra sugli scalini e le grandi ruote dei carri dei tori e il vecchio castello e vecchio di mill'anni sì e quei bei mori tutti in bianco e turbanti come re che chiedevano di metterti a sedere in quei buchi di botteghe e Ronda con le vecchie finestre delle posadas fulgidi occhi celava l'inferriata perché il suo amante baciasse le sbarre e le gargotte mezzo aperte la notte che perdemmo il battello ad Algesiras il sereno che faceva il suo giro con la lampada e Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo Oh e il mare il mare qualche volta cremisi come il fuoco e gli splendidi tramonti e i fichi nei giardini dell'Alameda sì e tutte quelle stradine curiose e le case rosa e azzurre e gialle e i roseti e i gelsomini e i geranii e i cactus e Gibilterra da ragazza dov'ero un Fior di montagna sì quando mi misi la rosa nei capelli /come facevano le ragazze andaluse o ne porterò una rossa sì e come mi baciò sotto il muro moresco /e io pensavo be' lui ne vale un altro e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora sì allora mi chiese se io volevo sì dire di sì mio fior di montagna e per prima cosa gli misi le braccia intorno sì e me lo tirai addosso in modo che mi potesse sentire il petto tutto profumato sì e il suo cuore batteva come impazzito e sì dissi sì voglio sì.

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    7. "Lui quel giorno" è il popolo, che io Molly €pa sapevo che me lo sarei rigirato come volevo e gli detti quanto più piacere potevo per portarlo a quel punto.

      Ciclo di Frenkel: dal 2000 al 2007 era tutta una festa. Sì sì sì sì gridava Molly €pa.

      Adesso paghiamo gli alimenti. Falsa litote: pagare gli alimenti non è altro che non spendere soldi per la propria famiglia.

      Contento tu...

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    8. Mi dispiace non ti seguo, è tardi e sono stanco.
      Per quanto mi riguarda il mio ideale strettamente connesso alla uscita dall' euro è la realizzazione di quel sogno mai compiutamente realizzato che è la nostra originale Costituzione antifascista; ed è per questo motivo che a qualunque sedicente sovranista vi faccia riferimento chiedo se è disposto a rispettare una lunga moratoria alla sua modifica nel beneaugurato caso di una sua restaurazione.

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    9. Ma caro, questo è il minimo sindacale! Chi ti rispondesse di no, altro non sarebbe che un fascista travestito da sovranista. E ce ne sono, oh se ce ne sono!

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    10. LBC, ma anche Bagnai, denunciano e criticano lo status quo perché persegue finalità contrarie a quelle volute dalla Costituzione. A te sembra che il modello di Stato e di società delineato dalla Costituzione non sia sufficientemente compiuto per essere proposto come alternativo a quello attualmente imperante?

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    11. Claudio, per chi è la domanda? Se è rivolta a me, allora la mia risposta è che la nostra Costituzione del 1948 è uno dei vertici dell'intelligenza politica di tutti i tempi.

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    12. Concordo, ma a leggere i commenti degli ultimi post dei tre su citati viene più di un dubbio che il messaggio, sulla democrazia in particolare, sia per lo meno ambiguo.

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    13. Quali "commenti degli ultimi post dei tre su citati"? O intendi dire "commenti"? Ho visto che spesso ti sbagli, chiamando erroneamente "post" i "commenti". Un "post" è un "articolo" su un blog.

      Non te la prendere, che questa sera mi sembri incazatiello.

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    14. Ma no, mi riferivo ai commenti sui blog di quei tre li: LBC, Pedante e Bagnai, alcuni sono addirittura deliranti.

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    15. Il tono di certi commenti, in effetti, è tipico degli ambienti settari. Una deriva di cui gli autori dei suddetti blog non sembrano preoccuparsi troppo. E' anche vero, però, che girano un sacco di pazzoidi, e che censurarli tutti è un problema. Da queste parti questo problema si è drasticamente ridotto da quando gli anonimi sono stati sfanculati, però anche il contatore delle visite langue.

      Ci vuole, io credo, un po' più di calma da parte di tutti.

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    16. Mi riferivo a questa considerazione di Ippolito: "Mentre l' opera di alcuni intelletuali "dissidenti" come Miglio, Borghi, Pasquinelli, tanto per fare dei nomi, è stata o è strettamente legata ad un progetto politico, per altri risulta difficile inferire persino quale modello di società essi agognino.".

      Aggiungo a quanto ho scritto nel precedente commento che gli intellettuali sono riluttanti ad abbracciare un progetto politico ben definito e sociologicamente connotato, perchè scendere nell'agone si rivela spesso una trappola mortale per loro. Essi hanno la naturale propensione a fare le sentinelle. Avvertono dell'esistenza del nemico e indicano dove esso è. Il compito di disegnare progetti organici capaci di raccogliere il consenso popolare e i voti degli elettori appartiene ad altri e tutto sommato credo che sia giusto così.
      .

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    17. Mi pare che Borghi non abbia avuto problemi a lanciarsi nell' agone politico e sinceramente lo ammiro, probabilmente lo avrei anche seguito se non avesse la balzana idea di creare tante monete diverse in giro per la penisola.

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    1. Non mi prendere d'aceto neh! Ti aspetto a casa mia quest'estate, non inventarti scuse...

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    2. Su questo stai certo, i Krumiri sono in arrivo per il 15-16 luglio e se tutto va bene senza parentame cui badare.

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  3. Riguardo alla fatwa (per aver aver suggerito di "fare rete") immagino tu abbia letto questo (tratto da uno degli ultimissimi post di Bagnai):

    La comunicazione, e i suoi esperti, mi lasciano abbastanza freddo, e ti spiego anche perché.

    Il nostro problema, purtroppo, non ammette una soluzione democratica. Una parentesi autoritaria e violenta è inevitabile. Punto. Non sto dicendo che ci sarà una dittatura o fregnacce simili (anche se tutto può essere). Sto dicendo che questa cosa non la risolveremo nelle urne: la risolveremo a Wall Street (e ambienti connessi). Tutto quello che possiamo fare è puntare sulla qualità (umana), creare una comunità dove trovare rifugio nei momenti difficili che ci attendono.


    Ignoro se la pensasse già così nel 2012 - suppongo che allora fosse già convinto che l'unico modo fosse farsi in qualche modo co-optare da qualche partito politico che avesse già un seguito a 2 cifre e che la possibilità di ottenere rilevanza parlamentare spigolando voti via Blog fossero nulle.

    A essere del tutto onesto, io la penso come lui - ma questo è un problema (anche psicologico) mio e non credo di essere nel "giusto", ma sono sfiduciato nei meccanismi democratici e continuo a non sapere per chi votare.

    Detto questo, non so cosa diavolo voglia dire "la comunità rifugio" in questo contesto e mi domando che cosa voglia veramente - che è un po' il problema che ho da sempre, con Bagnai: io capisco quello che non vuole (L'Euro, e le sue cause) ma non capisco cosa voglia fare per arrivarci. Negli ultimi tempi mi pare che non voglia fare niente perché si è convinto che decideranno comunque gli USA.

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    1. Ciao. Per prima cosa scusami se non ho raccolto alcune tue sollecitazioni che mi hai inviato in privato, ma in questo periodo spendo gran parte delle mie energie facendo lo zappatore.

      Sì, avevo letto il brano che citi, ma ho preferito non commentarlo in alcun modo. Il punto è che Illo vuole vincere (sempre: lo dice lui stesso) ma questa è una sua malattia. Ci sono però molti, ed io tra questi, ai quali piace la lotta, a prescindere dal fatto di vincere o meno. Anzi, per questo tipo di persone, più una causa ha poche possibilità (essendo tuttavia giusta così da soddisfare il bisogno di senso) tanto più essa è attraente. Sono le persone di questo tipo quelle che danno il maggior contributo affinché la storia non sia predeterminata dal semplice calcolo delle forze in gioco. Per i tipi alla Illo noi siamo solo dei "perdenti compulsivi", perché non conosce/capisce il piacere della lotta.

      Concordo sul fatto che difficilmente i pur generosi sforzi di questa minoranza di "perdenti compulsivi" potranno cambiare le cose, ma che possiamo farci? A noi piace vivere così.

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    2. Ecco vedi mi dispiace che anche PaMar non creda nella partecipazione alla lotta e alla vita democratica di questo paese.

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    3. Ippolito: ribadisco che lo vedo principalmente come un problema e un limite (entrambi miei).
      In effetti la posizione di Bagnai per me sarebbe anche la piu' comoda: "siccome tanto decidono a Washington, chi me lo fa fare di votare?"
      D'altro canto il fatto stesso che segua sia Bagnai che Fiorenzo e' comunque sintomo di un rinnovato interesse per la politica, per cui prima o poi dovro' farmene una ragione - o smetto di interessarmi della cosa, oppure dovro' tornare ad esercitare il diritto di voto.

      Magari proprio il referendum costituzionale potrebbe essere una buona occasione, anche se mi tocca anche ammettere che anche questa volta sara' piu' un voto contro qualcuno (o qualcosa) che un voto in senso positivo.

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    4. Perché non impegnarsi in prima persona, almeno per una stagione della propria vita? Se non si è contenti di chi ci rappresenta ci si propone per prenderne il posto.
      Se la classe politica, dirigente di questo paese è in questo stato la colpa è soprattutto delle persone che hanno preferito il disimpegno limitandosi a lamentarsi e blaterare sui social.
      Il PD è come la scatola della pasta Barilla se ci metti la pasta scadente dentro...
      Il maggiore partito di sinistra è stato infiltrato pesantemente da organizzazioni caratterizzate da strani rituali affiliativi che sono le vere mediatrice degli interessi delle elite dominanti grazie anche all' accondiscendente disinteresse per la democrazia di buona parte delle persone per bene; chi crede di poter essere graziosamente cooptato dagli interessi dominanti solo perché insulta dominanti e dominati è un idiota.

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    5. " Caro compagno capitalista, come certamente avrai appreso leggendo il mio blog, il sistema capitalista sta attraversando una grossa crisi, c' è stata una grande moria del lavoro ed anche io che son alto borghese comincio a sentir puzza di bruciato, ma per fortuna credo di poter essere in grado di trovare una soluzione a questi gravi problemi.
      Sono a sua disposizione, anche nel suo interesse, certo della sua sensibilità ai problemi del mondo e del nostro Paese."
      Risposta:" si,si, certo, stia tranquillo, la chiameremo noi..."

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    6. Caro Ippolito, credo che ormai sia inutile prendersela più di tanto. Il tempo di combinare qualcosa di importante dal punto di vista politico Illo se l'è giocato, per cui più che per qualche battuta (vedi sotto) non merita che gli si presti attenzione. Resta un'utile fonte di dati, sempre preziosa.

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    7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    8. Gentile GManna, pubblico il suo commento per due ragioni:

      1) è la prima volta che Lei viene qui
      2) ha fatto una segnalazione interessante (che non era comunque sfuggita)

      Per questa ragione, Lei ha ancora un commento a disposizione senza la necessità di qualificarsi. Nel caso voglia mantenere l'anonimato ne faccia buon uso perché non avrà altre opportunità. Se invece vuole uscire dall'anonimato, allora benvenuto in questo blog.

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    9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    10. Io certe volte a Illo lo capisco! Cioè: sapere che "GManna" è "Gaetano Manna", e nulla più, significa qualificarsi? Facciamo così: la ringrazio per il contributo superfluo che ha dato, e la saluto. Perché dovremmo prendere in considerazione il pensiero di uno che non capisce un fatto così banale?

      Agli altri: hic illandum est! Altrimenti si perde solo tempo.

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    11. Cioè adesso che lo ha detto Illo va bene, che poi sta storia della libertà dei capitali di investire senza rischi dove gli cazzo e come gli pare e piace va anche spiegata.O come sostiene Illo se la Neslte compra la Ferrero non va bene e invece se la Bauli compra la Bistefani( che aveva comprato la Motta per chiuderla)per chiuderla allora va bene perché tanto son capitalisti Italiani?

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    12. Ippolito, il regime di repressione finanziaria non c'azzecca niente con "l'italianità dei capitali"! Sarebbe come dire che uno che è "identitario" (aka razzista) è un sovranista! Non scherziamo.

      Con l'espressione "repressione finanziaria" si intende un regime normativo che disciplina i movimenti di capitali subordinandone la libera circolazione alle decisioni politiche assunte a livello nazionale. Ora può anche accadere che, ad esempio, un governo di destra (o anche di sinistra, ma comunque rappresentante degli interessi del capitalismo nazionale) decida di allentare tali vincoli agendo per via amministrativa. Ebbene, anche in tal caso si sarebbe ancora in regime di repressione finanziaria, sebbene interpretata e operata in funzione di alcuni interessi a scapito di altri. Infatti le decisioni di natura amministrativa sono sempre e comunque reversibili, e indipendenti da organi esterni alla Nazione.

      Diversamente, quando cioè si aderisce a trattati internazionali che vincolano i margini di manovra dei governi nazionali, allora si esce dal regime di repressione finanziaria e si entra in quello della libera circolazione. In tale circostanza la scelta tra favorire o svantaggiare la circolazione dei capitali non è più nelle mani dei governi perché è stata devoluta a un organismo sovranazionale. L'ovvia conseguenza di ciò è che le elezioni politiche nazionali perdono di senso. Oddio... si può sempre votare scegliendo tra un partito pro gay e uno anti gay...

      Questo tema della repressione finanziaria venne posto già nel 2011 da Stefano D'Andrea (sì, proprio quello che "mi nonna risparmiava"). Il link rimanda a un'interessante discussione tra Illo e SdA, quando entrambi dovevano ancora leggermente affinare le rispettive visioni, dalla quale si evince solo una parte della verità. La parte mancante la dico io, adesso: Illo, alla fine di quella e altre discussioni, finì con l'ammettere che il problema non era solo l'euro, ma soprattutto l'UE, e tuttavia dichiarò che non era il momento di parlarne perché "laggente non avrebbe capito".

      Dunque Illo sapeva, fin dall'inizio. La sua scelta di arrivare sul tema con cinque anni di ritardo può essere il frutto di una sopraffina strategia incomprensibile per noi iloti, come pure un errore pacchiano.

      Parliamone.

      p.s. parliamone sì, ma tra persone reali. Questa non è "un'assurda condizione", è "la condizione". Senza aggettivi. O così o pomì.

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    13. Ovviamente il post scriptum non è riferito a te.

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    14. Sinceramente non ho letto quello che ha scritto Illo, dal brano postato dal povero vituperato anonimo ( anonimo a sua insaputa) il succo del discorsillo mi sembrava: " liberisti a casa nostra "

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    15. No, il succo del discorsillo (oggi! Un po' meno qualche anno fa) è "economia di mercato a casa nostra". Che ci può anche stare, in linea di massima. Poi bisogna vedere i reali equilibri di forza "a casa nostra". Ma questa è politica, e Illo non mi pare il top in questo campo.

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    16. Detto così si, ripristinando la nostra Costituzione si.
      Resta la sgradevole impressione che Illo, da buon piddino, cerchi sponda principalmente nel capitalismo pitoccoso e familistico Italiano.

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    17. Il capitalismo dal basso è sempre pitoccoso e familistico. O pensi che gli ex-operai, diventati imprenditori, per il fatto di essere ex-operai possano essere "buoni"? Quel che è mancato, all'Italia, è lo Stato. E i capitalisti pitoccosi e familistici, che hanno fatto la guerra allo Stato, oggi se lo prendono nel culo. Ma noi sovranisti dobbiamo (DOBBIAMO) metterci una pietra sopra e ripartire anche da questo capitalismo pitoccoso e familistico. Ovviamente con un chiaro ed esplicito messaggio: a 'sto giro nun ve montate la testa, stronzi!

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    18. È mettiamocela, già in un precedente tuo post li ho difesi dal Claudio Silvis

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    19. a parte che il capitalismo è familistico ovunque.

      Non conosco molti casi di grandi famiglie del capitalismo mondiale che non abbiano lasciato l'impero ai propri figli o generi.

      essendo che quella del capitalista è una posizione di rendita di posizione per definizione (la definizione del mondo reale quantomeno) non può che esserci familismo dilagante.

      Difatti i Rothschild sono sempre lì. i Quandt pure. i Krupp anche.

      Nonostante il loro torbido passato ben noto.

      la definizione invece azzeccata e specifica per il capitalismo da tardo ventesimo secolo italiano è proprio pitoccoso.

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    20. "a parte che il capitalismo è familistico ovunque"

      Questo non è vero. Confondere la "rendita di posizione" con il capitalismo familistico è un errore tragico in cui la "sinistra" è caduta con tutti i piedi.

      L'aspetto contradditorio è costituito dal fatto che un dipendente di una multinazionale vive meglio del dipendente di un'azienda a conduzione familiare perché può godere di maggiori tutele e diritti. Ma occorre valutare i costi. Per una multinazionale, che ha enormi guadagni, trattare benino i dipendenti ha un costo irrisorio, che diventa invece rilevante per un'impresa a conduzione familiare.

      Chi è, dunque, il vero avversario di classe?

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    21. Non vorrei essere frainteso, il capitalismo familistico e pitoccoso costituisce una delle peculiarità di quella nicchia (nel suo significato darwinistico) economica che è stato lo stato nazionale Italiano e che rischia di essere anche esso spazzato via dalla competizione globalizzata e dall' abbattimento di quelle barriere nazionali che li ha protetti finora.
      Sono stati,almeno fino alla prima generazione, una ricchezza per questo Paese.

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    22. che poi Fiorenzo non è neanche vero quel che dici.
      dipende da multinazionale a multinazionale.

      una volta era come dici tu.

      Oggi c'è Walmart. oggi ci sono i turni da 12 ore anche in grandi aziende.

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  4. Per le sollecitazioni in privato: non devi certo scusarti (io inondo di sollecitazioni un sacco di gente, non è che mi aspetti che abbiano tutti di meglio da fare - anzi, glielo auguro, e in particolare zappare è probabilmente più appagante che stare sempre a leggere articoli sul web).

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  5. Illo ha "scoperto" la repressione finanziaria (Terza globalizzazione e primo maggio: lavoro, capitale e Costituzione). Alleluia! A quando la nascita del Fronte SovranIllo Italiano?

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  6. Operaio: " Caro compagno Xyz, leggo spesso il suo blog, devo dire che non ci capisco un cazzo, ma mi pare di intuire una sua estrema sensibilità al problema del lavoro, delle disuguaglainze e della democrazia.
    Mia moglie lavora per una cooperativa per 600 euro al mese, ma io se voglio mantenere il mio posto di lavoro da 1300 euro al mese dovrò trasferirmi a 500km di distanza perché la mia azienda chiude lo stabilimento qui dove viviamo. Abbiamo una bambina piccola ed un mutuo da pagare per la casa.
    Sono rimasto impressionato per la sua sensibilità per questi problemi, spero che lei saprà darmi una qualche soluzione...
    Aspetto reverente e fiducioso. "

    Xyz:" Caro compagno lavoratore, crepa!
    Hai accettato lo stile di vita neoliberista credendo di essere fuuuurbo, e che le disgrazie della competizione avrebbero sempre colpito sempre e solo gli altri.
    Cmq poiché leggi il mio blog e sperabilmente hai comprato i miei libri, ricordandoti del 5x1000 nella mia grande magnanimitá, IO ha preso contatti con le persone che contano veramente, Io ha la soluzione alla moria del lavoro ed a breve IO salverà la classe lavoratrice anche dalla immigrazione, IO salverà La Democrazia e la Costituzione."

    Operaio: "senta lasci stare con i sindacati ed il padrone ho parlato direttamente io. Mia moglie si licenzierà venderemo la casa, quella col mutuo, e ci trasferiremo per stare tutti insieme con nostra figlia, i sindacati ci hanno promesso che per mia moglie ci sarà una cooperativa anche nella nuova città, la ringrazio comunque, mi duole solo dirle che per quest' anno il 5x1000 ci serve.
    Ah ci faccia saper poi cosa le hanno detta quando la richiamano.
    La saluto indistintamente."

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  7. Scusate la franchezza che spero non prenderete per scortesia, ma mi pare che corra lungo il dibattito una confusione di fondo.
    Da una parte ci si lamenta dello scarso seguito che il proprio fronte riesce a realizzare, dall'altra si parla di tutt'altra cosa, e cioè della capacità propositiva di chi sta in questo fronte di opposizione al mainstream.
    Si tratta, almeno su questo non dovrebbe essere così difficile accordarsi, di due aspetti del tutto differenti e che non capisco come possano essere mescolati, del problema del consenso che ad esempio bagnai esclude di potere ottenere, e di quello evidentemente differente del se sia meglio avere un nuovo amore in attesa di liberarsi del vecchio, o se invece dobbiamo liberarci del vecchio senza pensare al nuovo.
    Sul consenso, ho una posizione che so è abbastanza isolata (ma io ho la testa dura), che esso non sia un reale problema, e lo dico soprattutto sulla base dell'esperienza davvero sconvolgente del M5S che sin dalle prime elezioni nazionali a cui si è presentato, è divenuto il maggior partito d'Italia: qulcuno mi può spiegare perchè, dopo un fatto di questa portata, considera al limite del possibile la prospettiva di raccogliere il consenso? La mobilità dell'elettorato è ormai mi pare un'evidenza lampante, ed è per questa ragione che io penso che non risieda qui il nostro problema.
    Il problema vero è quello che del resto lo stesso M5S sta incontrando, che manca la proposta alternativa, che tutte le prospettive politiche finiscono sempre per restare prigioniere del pensiero dominante che crede nell'eternità del capitalismo, nella sua imbattibilità, e questa cosa è fondamentale, perchè finisce per inibire una vera attività politica. Se non credi neanche tu di potere davvero cambiare le cose, in nome di chi e di cosa chiedi i voti? E se tuttavia li dovessi anche ottenere, ma che uso ne farai? Non è inevitabile che finirai per fare ciò che gli altri stanno già facendo?
    Ecco, nel blog di LBC, mi pare di trovare questo spirito apolitico, nel senso che non basta parlare anche brillantemente di politica, la politica è una roba che si deve fare per essere tale. Se ti limiti a parlarne senza riuscire a porre una tesi alternativa, puoi costituire un circolo culturale, ma non fai politica.
    Questo è quanto ho rimproverato in un intervento su quel blog e che non è stato mai pubblicato. Non so quindi quanto difficile come dice Fiorenzo sia censurare tutti gli interventi di disturbo, certo nel mio caso la censura è stata eseguita con pieno successo.
    Si capisce quindi che tra la logica di "una cosa alla volta" di Fiorenzo, e la logica della prospettiva di più lungo periodo, io sto con Ippolito, perchè il problema risiede proprio qui, che nessuno può dire ad una persona di rischiare, di rinunciare a qualcosa come ogni lotta richiede, senza porgli una prospettiva positiva: lotteremo ferocemente ed affrontando grandi sofferenze, ma se vinceremo, qualcosa di veramente valido ci attende.
    A me pare il minimo sindacale.

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    1. Dare una simile prospettiva di lungo periodo è impossibile, per il semplicissimo fatto che non c'è nessuno in grado non dico di proporla, ma neppure di immaginarla. Coloro che razionalmente vogliono costuire un'alternativa al sistema liberal-capitalistico-globalistico sono essi stessi vittime dell'idea, intellettualmente e psicologicamente castrante, della irreversibilità storica dei postulati su cui il sistema poggia (superamento dello Stato-nazione, libertà di cirolazione dei capitali, delle merci e delle persone e via dicendo).

      Se sotto sotto sei persuaso che l'orologio della storia non possa girare all'incontrario ripristinando modelli di vita e concezioni socio-politiche ed economiche che nel bene o nel male sono state abbandonate dall'umanità, è difficile che tu riesca a progettare qualcosa di alternativo al sistema. Potrai tutt'al più immaginare e proporre cose simili al reddito di cittadinanza, cioè cambiamenti che sono puramente interni al sistema giacché poggiano sull'implicita accettazione delle sue idee portanti.

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    2. Concordo Claudio. In effetti la maggior parte delle persone, anche quelle "impegnate", associa lo Stato all'autoritarismo e il mercato alla libertà. Tutto ciò mentre quelli che erano i poteri dello Stato vengono presi in carico da altri centri di potere, non solo non democratici, ma addirittura opachi e nascosti e dunque, anche per questa ragione, nemmeno contendibili.

      Quello che è difficile far capire è che il potere statale, anche quando è autoritario e dittatoriale, è tuttavia preferibile al più libertario dei regimi liberisti. Nel primo caso il "potere" ha almeno un volto, è percepibile, può essere combattuto, e per questo, quando non è democratico, ha bisogno di apparati di repressione. Al contrario il regime liberista si presenta come un sistema in cui il potere sarebbe nelle mani di una miriade di soggetti, produttori e consumatori allo stesso tempo, le cui scelte individuali determinerebbero il comportamento complessivo del "sistema". In realtà le cose non stanno così, ma i centri dai quali si irradia il controllo sui mercati e sulle strutture sociali non sono riconosciuti come tali dalla maggioranza dei cittadini. In queste condizioni la parola passa ai "complottisti", ognuno dei quali può "dire la qualunque", generandosi così una narrazione antisistemica poco credibile e facilmente manipolabile.

      La falsa rappresentazione del potere liberista viene infine rinforzata da una pervasiva narrazione mediatica la cui capacità di distorcere i fatti, negarli o addirittura inventarli quando è necessario, non è minimamente compresa dall'uomo occidentale medio. E, complice l'impoverimento del sistema educativo, è già ben oltre la soglia delle capacità ermeneutiche dei ceti pseudo acculturati.

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  8. Scusa Claudio, ti leggo solo ora.
    Potresti essere più chiaro sul perchè se uno ha una sua teoria politica e la sviluppa trasformandola in progetto politico, sarebeb come tu dici (ti cito) "sono essi stessi vittime dell'idea, intellettualmente e psicologicamente castrante, della irreversibilità storica dei postulati su cui il sistema poggia (superamento dello Stato-nazione, libertà di cirolazione dei capitali, delle merci e delle persone e via dicendo)."
    Non sarà che tu pretendi di sapere a quale alternativa gli altri vorrebbero puntare?
    Cioè, proprio su un piano strettamente logico, come puoi giudicare un'idea senza che sia stata ancora formulata?
    Ma forse mi sfugge qualcosa, ed in questo caso ti sarei grato se potessi esplicitarla. Grazie.

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  9. Dice ancora Claudio più avanti: "Se sotto sotto sei persuaso che l'orologio della storia non possa girare all'incontrario ripristinando modelli di vita e concezioni socio-politiche ed economiche che nel bene o nel male sono state abbandonate dall'umanità, è difficile che tu riesca a progettare qualcosa di alternativo al sistema".
    Gli rispondo subito. certo che non credo a questo orologio che solo alcuni posseggono e così spieganoa tutti noi che nesiamo privi cosa è possibile e cosa non lo sia.
    Che esista un orologio della storia da una parte è un dogma e come tale viene accettato, una volta si credeva alla santa trinità, oggi si crede all'orologio della storia, dall'altra non significa nulla di specifico.
    Voglio dire tanto per fare un esempio, che non v'è dubbio che gli ultimi secoli hanno visto un crescente consumo di energia: significa allora che chi pretenda di ridurre il consumo dell'energia vuole mettere indietro le lancette di questo famoso orologio? Insomma,a chi spetta stabilire cosa sia avanti e cosa sia dietro di noi? Che ognuno abbia le proprie opinioni mi pare una cosa del tutto lecita, ma che difenda le proprie dietro lo scudo dell'orologio della storia mi pare una cosa inaccettabile. Anche perchè se non invertiamo e presto certe direzioni storiche, la sorte di estinzione dell'umanità è segnata irrimediabilmente.

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    1. Ho come la sensazione che il significato delle cose che ho scritto sia stato "lievemente" travisato. Non volevo sostenere che non dobbiamo impegnarci nel tentativo di costruire modelli alternativi, ma che questo impegno tende ad essere vano a causa di fattori psico-culturali che consciamente o inconsciamente ci impediscono di "quagliare".

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    2. Il punto è, Claudio, che a me pare che tali fattori siano in qualche modo presenti anche nei tuoi interventi.
      C'è qualcosa di perverso in questi meccanismi, una riflessione pessimista nella maniera poi drastica ed apparentemente definitiva in cui tu l'hai posto, tende inevitabilmente a incrementare questa stessa tendenza. E' come il caso di amici che mentre chiaccherano tra loro, sentono uno strano ed apparentemennte inspiegabile rumore, che li impaurisce e parlare di questo rumore, confermando la comune paura, invece di tranquillizzarli. li terrorizza completamente funzionando da moltiplicatore delle paure individuali.
      Ciò che mi ha colpito nel tuo intervento è la certezza con cui tu stronchi ogni possibile tentativo.
      Visto che rispondevi a me, ti dirò che il mio modello di società non introietta neanche di striscio quei postulati che citi, anzi li combatte frontalmente.
      Chi sostiene quei postulati è il nostro comune nemico, che, egli sì, ha incapacità di immaginare qualcosa di diverso, chiuso nelle sue certezze, che sono quelle del pensiero dominante.
      Nella mia percezione, sembrerebbe che tu capovolgi la frittata, attribuendo a chi vuole abbattere quest'ordine ingiusto, i pregiudizi che sono patrimonio consolidato di chi oggi governa e comanda.
      Io dico l'esatto contrario, che, proprio per non cadere nei postulati castranti... di cui tu parli, devi avere un certo orizzonte mentale più ampio, una capacità di superare il pensiero dominante, sennò mi sembra inevitabile ricadere nei miti del nostro tempo. Non basta dire "noeuro" per sottrarci al potere attuale, ci fottono lo stesso, bisogna necessariamente affrontare cambiamenti ben più drastici.

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    3. "Ciò che mi ha colpito nel tuo intervento è la certezza con cui tu stronchi ogni possibile tentativo."

      "C'è qualcosa di perverso in questi meccanismi, una riflessione pessimista nella maniera poi drastica ed apparentemente definitiva in cui tu l'hai posto, tende inevitabilmente a incrementare questa stessa tendenza."

      "Nella mia percezione, sembrerebbe che tu capovolgi la frittata, attribuendo a chi vuole abbattere quest'ordine ingiusto, i pregiudizi che sono patrimonio consolidato di chi oggi governa e comanda. "

      Vincè....mamma mia! Ma che film t'è passato davanti? Rilassati. Facciamo così: diciamo che le mie considerazioni non si riferiscono a te. Stessa cosa per eventuali altri frequentatori del blog che si sentissero turbati od offesi da quello che ho scritto.

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    4. Claudio, ti cito:
      "Coloro che razionalmente vogliono costuire un'alternativa al sistema liberal-capitalistico-globalistico sono essi stessi vittime dell'idea, intellettualmente e psicologicamente castrante, della irreversibilità storica dei postulati su cui il sistema poggia (superamento dello Stato-nazione, libertà di cirolazione dei capitali, delle merci e delle persone e via dicendo)."
      Tu sostieni che io ho equivocato (chissè che filma hai visto, scrivi). Sarai allora così gentile da spiegare cosa volessi dire. A me sembra che qui tu ce l'abbia proprio con chi vuole cambiare questo sistema. Dalla mia prima risposta, ti ho pregato di chiarirmi l'equivoco, ma tu non l'hai fatto.
      Ora, mi atrribuisci una totale incomprensione di ciò che hai scritto, e ti esprimi come se il problema mio ed in generale il problema più importante fosse il fatto di sentirsi eventualmente offesi.

      No, non mi sento offeso, deluso sì da questo ritrarsi da una discussione franca che poteva anche risultare interessante: amen!

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  10. "A me sembra che qui tu ce l'abbia proprio con chi vuole cambiare questo sistema."

    Fa' un piccolo sforzo di "rilettura". Non accuso nessunno e non ce l'ho con nessuno (dovrei accusare e avercela innanzitutto con me stesso). Credo che altri qui abbiano subito capito che le mie non erano prese di posizioni polemiche, ma semplici constatazioni (ovviamente senza pretese assolutistiche) sul perché (anzi, su uno dei perché) certi progetti non riescono a decollare indipendentemente dalle difficoltà oggettive, che pure ci sono.

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    1. Claudio una cosa ha capito Illo: senza sordi non parte niente!

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    2. Non so, seguo sempre meno gli interventi di Illo sul suo blog (l'autecebrazione è una pratica che mi intristisce molto). Penso che Ci vogliano soldi e persone. Pensare che sia solo un problema di soldi è molto autoassolutorio.

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