martedì 10 gennaio 2017

Il M5S è un retrovirus

Voglio essere chiaro: il punto critico della vicenda M5S-Alde non è la scelta di aderire a un gruppo ultra liberista e ultra eurista, ma il metodo che è stato adottato. Si può essere d'accordo o meno con le posizioni di un partito, basta conoscerle. Il problema è che nessuno, e ribadisco nessuno, conosce quali siano le vere posizioni del M5S! Nessuno è oggi in grado di distinguerne la strategia dalla tattica, e questo è un problema che fa del M5S il più grave pericolo per la democrazia, sotto forma di retrovirus, che incombe sul nostro paese. Prendiamo il PD: qualcuno ha dubbi sul fatto che il PD sia un partito eurista, unionista e liberista? Certo che no, dunque il PD è un avversario politico, MA non è un retrovrus per la democrazia. Va combattuto, e può essere sconfitto come è accaduto per il referendum costituzionale, ma non è un retrovirus. Lo è, invece, il M5S, così come il partito di Berlusconi è stato un virus della democrazia. Attenzione: un virus, non un retrovirus! La Lega Nord invece, al tempo in cui era controllata da Bossi, è stata in una certa misura un retrovirus. Ma un retrovirus rudimentale, rispetto al M5S.

Ora qual è la caratteristica fondamentale che fa di un partito un retrovirus per la democrazia, e qual è la differenza rispetto a un partito virus? Cominciamo da un richiamino di biologia (dalla rete): "I virus si moltiplicano inserendo il loro dna in quello della cellula infettata, mentre i retrovirus (che non hanno il dna ma l'rna) devono prima trasformare l' RNA in DNA attraverso la "trascrittasi inversa" e solo dopo questa trasformazione possono inserirsi nel dna della cellula e moltiplicarsi."

In sostanza, mentre un virus si manifesta, fin dal suo apparire, come un aggressore che può essere a un certo punto riconosciuto e combattuto, un retrovirus ha la capacità, attraverso errori casuali (o programmati?) nel processo di trascrittasi inversa, di mutare continuamente forma, così da apparire sempre nuovo al sistema immunitario. Pertanto, mentre per un virus ha senso domandarsi "come è fatto", questa domanda perde di significato per un retrovirus. Il sistema immunitario non riesce mai ad avere un identikit del nemico. Ed è così che un retrovirus politico riesce a dilagare nel corpo sociale, avendo cioè la capacità di adattarsi, attraverso le sue continue mutazioni, ad ognuno degli organismi sociali che lo compongono. E' quello che è riuscito a fare, con incredibile successo, il M5S: al suo interno troviamo attivisti provenienti dalla destra, anche estrema, e dalla sinistra, passando per tutte le gradazioni politiche. Perfino i marxisti dell'Illinois si sono fatti sedurre!

Ha senso domandarsi se un retrovirus politico sia teleguidato da poteri occulti? Si tratta, in realtà, di una domanda che non coglie in pieno la gravità del problema perché esso stesso è, di per sé, un potere occulto. Un retrovirus politico è un un organismo che ha un solo obiettivo: la conquista del potere, che persegue mescolando il suo dna, in continua mutazione, con quello degli organismi sociali che di volta in volta attacca e riesce a colonizzare. Quando è necessario, e opportuno, il retrovirus politico indossa vesti moderate, ma non ha alcuna difficoltà a presentarsi come forza anti sistema. Non è forse quello che il M5S fa da anni? Lo abbiamo visto, in questi giorni, tramare per entrare nel gruppo ALDE, e il giorno dopo, colto con le mani nella marmellata, presentarsi in televisione con la faccetta di Luigi Di Maio che ha declamato su La7 un atto di fede che un sovranista potrebbe tranquillamente sottoscrivere!

Siamo insomma in presenza di un fenomeno politico assolutamente nuovo, per interpretare il quale le tradizionali categorie politiche sono insufficienti. Occorre rafforzarle, con urgenza, attraverso robuste iniezioni di realismo e, soprattutto, di sano buon senso. Una qualità, quest'ultima, che è oggi particolarmente rara, oltre che denigrata da tempo da un ceto intellettuale autoreferenziale e ampiamente colluso. Solo gli animi semplici, come chi scrive, e i veri grandi intellettuali, sono oggi capaci di vedere quello che è veramente il M5S. Gli ignoranti acculturati e i mezzi intellettuali non servono. Anzi, sono le cellule che, con maggiore facilità, scambiano il retrovirus per un organismo amico.

4 commenti:

  1. Complimenti per la spiegazione della trascrittasi inversa.
    Io mi chiedo però se ci si deve ci sorprendere oggi della contiguità, se non vera e proprio continuità ideologica, tra Monti ed il M5$.
    La mentalità deflattiva, l' ossessione per il risparmio e l' identificazione del problema del fallimento della versione italiana del liberismo nella carenza di onestà sono in perfetta continuità al pensiero Montiano.
    Il gran rifiuto condiviso alle Olimpiadi doveva già far pensare.

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  2. Bell'articolo!
    Ti vogliamo in prima fila tra noi!

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  3. Ciao Fiorenzo, analisi condivisibile ma va anche ricordato che li M5S non è una sola cosa, ma composta da persone con posizioni politiche diverse. Questi 2 europarlamentari potrebbero tranquillamente militare in un futura coalizione sovranista https://youtu.be/eAL92N2Lf50 Zanni e Valli ?? Che ne pensi?

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    1. Una parte dei 5* è sicuramente su posizioni eurocritiche, ma in che percentuale? Come hai visto l'80% si è espressa a favore dell'entrata nel gruppo ALDE, anche se dobbiamo fare la tara dei voti espressi, per opportunismo, in funzione della battaglia interna per le candidature. Non crederai mica che il voto sia anonimo per i gestori della piattaforma Rousseau!

      Quanto alla possibilità di una migrazione consistente di parte dei quadri del m5s verso un partito sovranista, resta il problema della mancanza di una tale formazione. Di ciò è responsabile la dabbenaggine di gran parte dei sovranisti, i quali hanno scambiato la preparazione tecnica in vari campi di molti personaggi, da quello macroeconomico a quello giuridico passando per gli esperti di finanza e senza dimenticare i rivoluzionari di professione, per reale caratura politica. Sapessi che voglia ho di togliermi un altro po' di sassolini dalla scarpa! Ma poi mi dico che non ne vale la pena. Meglio "gambe in spalla e pedalare"!

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