mercoledì 29 marzo 2017

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Il più grande fiorenzologo vivente


2 commenti:

  1. Be', auguri Fiorenzuologo, che innumerevoli tappi di bottiglia possano essere stappati prima che tu trovi la Risposta. Prosit! :-)

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  2. Sentendo le tue parole, mi è venuto in mente che forse la grandezza dell'Uomo sta proprio nel suo non sapere, nel non avere egli conoscenza del perché esiste e del proprio destino finale.

    Questo nostro non sapere indubbiamente ci inqueta, ma è paradossalmente anche ciò che ci stimola a vivere. Non credo che il genere umano sarebbe migliore se sapesse, nè penso che l'esistenza degli uomini avrebbe maggior significato sapendo. Mancherebbe lo stimolo creatore, quella scintilla interiore grazie alla quale ognuno, anche sbagliando, prova a costruire qui ed ora il senso della propria vita individuale e collettiva. Sapere che "pulvis eramus et in pulverem reverterimus" o che ci aspettano infinite altre esistenze terrene o una eterna vita di infernale dannazione o di paradisiaca beatitudine ci renderebbe consapevoli dello scopo del nostro essere al mondo ma non più evoluti, nè più interessati all'esistenza nostra e a quella di quanti vivranno dopo di noi su questo pianeta. Conoscere quel che ci attende ci renderebbe sicuramente "statici" (perché già proiettati nella dimensione "post mortem"), al pari di chi, conoscendo il proprio destino (bello o brutto che sia), vive in esclusiva funzione dell'evento al quale è destinato.

    E dopo sto popo' di sproloquio, ti faccio i migliori auguri (sia pur tardivi) di buon compleanno.

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