giovedì 15 febbraio 2018

The (momentary) winner is Germany!

Evoluzione del debito pubblico di Italia, Francia, Germania e Spagna


Nella tabella seguente (tratta da qui) ho riportato i valori del rapporto debito pubblico sul Pil di Italia, Francia, Germania e Spagna nel 1999, 2007, 2011 e 2016. Ho quindi calcolato le variazioni assolute del rapporto debito/Pil, nonché le variazioni percentuali. Il risultato si presta a molteplici considerazioni.


Come vedete nel 1999, quando entrammo nell'euro, eravamo 50 punti sopra la soglia del 60%. Francia, Germania e Spagna erano virtuose. Nei primi 8 anni dell'euro l'Italia scese di 9,9 punti, Francia e Germania salirono di 4,1 e 3,7 punti, mentre la Spagna scese di ben 25,3 punti.

Il che significa che noi, che eravamo cattivi, ci stavamo comportando bene, Francia e Germania no. La Spagna, invece, che era entrata già virtuosa, lo era diventata ancor di più. Non solo, furono proprio i due paesi che avevano diminuito di più il loro debito pubblico quelli che si rivelarono più fragili nel fronteggiare la crisi, mentre la Francia, e soprattutto la Germania, hanno retto. Viene da chiedersi cosa ci sarebbe accaduto se avessimo ottenuto una performance di riduzione del debito pubblico pari a quella spagnola!

Ma il punto è un'altro. Se nel 1999 siamo stati ammessi nell'euro con l'impegno di ridurre il debito pubblico, cosa che stavamo facendo (in 8 anni una riduzione di 9,9 punti, pari al 9%) per quale ragione, dopo l'esplosione della crisi, pur avendo incrementato il nostro debito in misura inferiore a Francia e Spagna, e sostanzialmente in linea con la performance della Germania, siamo stati messi nel novero dei paesi PIGS? Se guardiamo la tabella, dal 2007 al 2011 il nostro debito pubblico è aumentato molto meno che in Francia e Spagna, sia in valori assoluti che, ancor di più, in percentuale. Addirittura, se consideriamo gli aumenti percentuali, siamo stati nettamente più virtuosi della stessa Germania: noi +16,7% Germania + 23,4%!

Ma, a dispetto di tali evidenze, nel 2011 ci fu imposto Mario Monti, il quale implementò l'austerità espansiva. Ebbene, sia pur adottando una ricetta tecnicamente folle, come tutta la scienza economica concordemente riconosce, e come riconosciuto dallo stesso FMI, pur in presenza di una recessione indotta spaventosa (-25% di produzione industriale, -20% di capacità produttiva) il nostro debito pubblico aumentava, in percentuale, di una misura pari a quella della Francia (+13,3%), mentre si osserva una divaricazione netta tra la Spagna (+42,4%) e Germania (-13,4%).

So, the (momentary) winner is Germany!

L'assoluta mancanza di razionalità economica del metro di valutazione usato per determinare l'esito del confronto, suggerisce che la partita non è stata giocata sul terreno economico, bensì su quello politico e geopolitico. Cioè sul doppio fronte del conflitto di classe (il fronte interno) e di quello tra Stati (il fronte esterno). Come Stato, l'Italia ha perso sul fronte esterno, come classe sociale i lavoratori hanno perso sul fronte interno. Dunque l'Italia è un paese doppiamente sconfitto: hanno perso le sue classi dirigenti, che si ritrovano vassalle del grande capitale franco-tedesco; hanno perso i lavoratori, ormai in balia di una classe dirigente che scarica su di essi il prezzo della sconfitta sul fronte esterno.

Alla radice del disastro vi è il fatto che il paese più forte, la Germania, ha scelto di allearsi con la Francia, mentre quest'ultima è stata del tutto sorda ai nostri appelli di costruire un fronte dei paesi mediterranei che si opponesse alla Germania. La frittata è fatta, il regolamento di conti all'interno dell'Europa si è concluso, per noi, con una nuova Caporetto, mentre l'Inghilterra ha scelto di tirarsi fuori.

Nel frattempo la "guerra" si è spostata in Africa, dove l'impero coloniale francese tenta di espandersi a spese, ovviamente, dell'Italia, ma anche entrando in rotta di collisione con altri giganti mondiali, impegnati in una partita globale. Anche in questo caso ci sono due fronti: quello interno e quello esterno. Su quello interno le classi lavoratrici sono carne da cannone, su quello esterno i grandi players sono, oltre all'Europa a trazione franco-tedesca, gli USA, la Cina e la Russia, con alcune potenze regionali che tentano di strappare il proprio pezzo di carne. Il convitato di pietra, al solito, è il sionismo internazionale.

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