Bisogna imparare dai calzini: per indossarli non serve che siano identici, basta che siano dello stesso colore e nessuno se ne accorge. Vale anche per uscire dall'incubo dell'Unione Europea: non serve pensarla tutti allo stesso modo ma basta essere contro l'euro?
La legislatura andrà a scadenza naturale, dunque c'è un po' di tempo per provare (almeno) a ragionare su una possibile partecipazione dei sovranisti. Non che partecipare sia essenziale, ma credo sia utile cominciare a porsi il problema. In termini minimi, possiamo chiederci quali forze siano, oggi, sinceramente interessate almeno all'obiettivo dell'uscita dall'euro. Poiché questo è il mio blog, esprimerò il mio pensiero chiedendovi di
non discutere quello che considero un postulato fondamentale: il m5s non vuole l'uscita dall'euro. Pertanto, e vi chiedo nuovamente di seguire il ragionamento accettando questo postulato, anche se tutta la galassia sovranista partecipasse, unita e concorde, alle elezioni politiche proponendo l'obiettivo minimo dell'uscita dall'euro, non potrebbe che spuntare un risultato minoritario.
Inoltre la speranza che la galassia sovranista possa presentarsi unita e concorde su una piattaforma politica comune è, ovviamente, nulla. Tanto per cominciare, l'obiettivo minimo di uscire dall'euro non basta a qualificare come sovranista una forza politica. La Lega, ammesso che sia sincera per quel che riguarda l'uscita dall'euro, non è una forza politica sovranista perché quella monetaria è solo una delle attribuzioni della sovranità. I leghisti parlano addirittura di tre monete, per il nord, il centro, il sud e le isole, la qual cosa implicherebbe l'esistenza di tre banche centrali che, necessariamente, dovrebbero essere
indipendenti dal potere politico. A meno di non immaginare tre parlamenti, uno per ogni moneta, e quindi la rottura dell'unità nazionale in favore di un modello federalista. Non serve domandarsi, in questa sede, se la cosa possa funzionare, magari meglio di uno stato centrale, resta il fatto che la lega non è sovranista. Forse è sinceramente per l'uscita dall'euro, ma non è sovranista. Il che non significa che un'alleanza di scopo con la lega sia da scartare a priori, ma è necessario essere consapevoli del rischio che si corre: se la disgregazione dell'Unione Europea accelerasse, un eventuale successo elettorale della Lega su una piattaforma di sola uscita dall'euro e annessa proposta di regionalizzazione dell'emissione monetaria, rischierebbe di minacciare seriamente l'unità nazionale.
Da ciò segue che un'eventuale alleanza di scopo con la lega è praticabile solo a condizione che essa non sia la forza trainante dell'alleanza stessa.
Personalmente non credo che la Lega, con le sue sole forze, possa mai egemonizzare un'alleanza di scopo per l'uscita dall'euro, ma esiste il rischio, davanti al collasso dell'Unione Europea, che altre forze sistemiche possano trovare più conveniente la tripartizione in macro regioni dell'Italia che non la sua rinascita come stato sovrano. D'altra parte, non è forse questo un rischio che abbiamo già corso all'indomani dell'8 settembre?
Da ciò segue, repetita iuvant, che l'eventuale inclusione della Lega in una più vasta alleanza sovranista dovrebbe essere esclusa qualora le altre componenti dell'alleanza non fossero sufficientemente forti e strutturate.
Fratelli d'Italia, altro partito che si può immaginare come componente di un'alleanza sovranista, sempre ammesso che le dichiarazioni ufficiali corrispondano a reali obiettivi politici, pone problemi di altro tipo. Non è difficile immaginare i dolorosi mal di pancia di tutta quella sinistra che, in ritardo e in ordine sparso, ha cominciato a cambiare posizione sull'Unione Europea: gli infiniti distinguo, le richieste di analisi del sangue, la accuse di fascismo, il timore di essere etichettati come rossobruni. Insomma 'na caciara, per dirla nella lingua degli eredi dei soli che sono riusciti a unificare politicamente l'Europa (e non solo) nell'unico modo possibile, come insegna la Storia:
Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant. Una lezione che la Germania ha ben appreso, e sta mettendo in pratica, ma la sinistra non ha capito. Almeno finora.
Ove, per "
sinistra", non si intende in questa sede la
banda dei traditori del Popolo e della Patria che siedono in parlamento ma, appunto, "
quella che, in ritardo e in ordine sparso, ha cominciato a cambiare posizione sull'Unione Europea". Si tratta di un fenomeno abbastanza recente, che rappresenta il frutto più bello del lavoro che un piccolo gruppo di compatrioti geneticamente ribelli, e dunque poco inclini alla mediazione politica, ha portato avanti a partire da sette anni fa. Veri e propri apri pista, anche in polemica tra loro - talvolta aspra oltre i limiti del buon gusto - ad essi va la riconoscenza di tutti noi sovranisti: Paolo Barnard, Alberto Bagnai, Luciano Barra Caracciolo, Vladimiro Giacchè, Sergio Cesaratto, Moreno Pasquinelli (e basta, gli altri vengono tutti dopo).
Tralascio di occuparmi di altre formazioni di estrema destra, ad esempio Forza Nuova, che si richiamano esplicitamente al fascismo, perché il loro peso elettorale è minuscolo rispetto alla mole di problemi posta da una loro eventuale accoglienza in un'alleanza sovranista, e dunque non vale la pena occuparsene. Sono realtà che potrebbero crescere solo e soltanto grazie all'appoggio degli euristi qualora costoro, in seguito al collasso dell'Unione Europea, optassero per una soluzione di stampo fascista al marasma che ne dovesse conseguire, ma in tal caso la loro funzione/finzione diverrebbe facilmente riconoscibile. Fascisti e fascistoidi del terzo millennio, dunque, sono un problema solo nella misura in cui, scioccamente, i sovranisti decidessero di crearlo dal nulla.
Occupiamoci, invece, della "
sinistra che, in ritardo e in ordine sparso, ha cominciato a cambiare posizione sull'Unione Europea". Da quanto detto, se il suo peso in termini di quadri politici fosse abbastanza largo, essa non avrebbe difficoltà ad essere uno dei due pilastri di un'alleanza sovranista, posto che FdI riesca a compiere un'analoga operazione a destra. La partita politica per la formazione di un'alleanza sovranista si gioca, in definitiva, su tre questioni: limitare il peso e il ruolo della Lega, costruire un rapporto dialettico con FdI e le forze che orbiteranno intorno a quel centro di attrazione, costruire e rafforzare un polo di attrazione del sovranismo di sinistra.
Finora i numerosi e generosi tentativi in tal senso non hanno prodotto risultati degni di rilievo, e la ragione va ricercata nel fatto che, a sinistra, le resistenze nel prendere atto della reale essenza ordoliberista del progetto unionista sono state formidabili. Ciò ha frenato, e continua a frenare, il dibattito nei partiti della sinistra marxista, ad esempio Rifondazione e PdCi. Ne è conseguita un'emorragia (come già detto:
in ritardo e in ordine sparso) di militanti, molti dei quali sono ancora in cerca di una collocazione. Nel PdCI (oggi PCI) invero, grazie all'opera di Vladimiro Giacchè, molte cose sono cambiate, almeno a giudicare dalla piattaforma programmatica, ma la mia sensazione è che non tutta la base abbia maturato il senso profondo della svolta, nonché la necessità della sua irreversibilità.
Un processo analogo ha avuto luogo nel PSI, da cui si è staccata una frazione che ha dato vita a
Risorgimento Socialista, di cui ho avuto modo di conoscere (per il momento non ancora in modo particolarmente approfondito) il segretario nazionale
Franco Bartolomei e il responsabile Europa
Ferdinando Pastore (del quale vi linko
questo contributo). Credo che in questa nuova fase che si sta aprendo, dopo quella iniziale che ha visto il dibattito sull'Unione Europea nascere e diffondersi a partire da una condizione in cui il solo parlare di "
Europa" equivaleva ad essere scambiati per bizzarri contestatori, magari un po' complottisti per non dire destroidi, in questa nuova fase, dicevo, l'apporto di esperienza, senso dell'organizzazione, qualità politica di militanti formatisi alle scuole di partito, possa fornire un contributo importantissimo in vista della strutturazione di un attrattore a sinistra di una futura, e possibile quanto necessaria, alleanza sovranista.
Per concludere, la risposta all'interrogativo iniziale (
non serve pensarla tutti allo stesso modo ma basta essere contro l'euro?) non può che essere un sì condizionato, che riassumo:
la Lega deve essere contenuta, l'attrattore di destra (FdI) deve essere capace di arginare le istanze fasciste e parafasciste, deve nascere un attrattore di sinistra.