A me piacerebbe che il movimento sovranista costituzionale dal basso si chiamasse "
Libertà è Partecipazione", ma ovviamente non posso decidere io, altrimenti che movimento dal basso sarebbe? Per come la vedo potrebbe anche chiamarsi "
Puffi Patrioti" o "
Fettuccine alla Boscaiola", quello che conta è la sostanza, cioè il metodo. Per metodo intendo un insieme di procedure democratiche che siano in grado di tenere insieme un gruppo crescente di persone che condividono un obiettivo, garantendo sia la competizione interna che tutelando il movimento da infiltrazioni di agenti distruttivi. Allo scopo, tempo fa, ho indirizzato a un gruppo, con cui ho collaborato per anni, uno scritto nel quale descrivevo per sommi capi un'ipotesi iniziale. Avendo preso atto del disinteresse con cui la proposta è stata accolta, ma essendo al contempo convinto della sua bontà, ho deciso di continuare provando a renderla pubblica. Vox clamantis in deserto?
Nel seguito riporto, con qualche correzione, la proposta naif che avevo elaborato, evidentemente ancora in uno stato embrionale. Posso fare di meglio, credo che chi mi segue da tempo lo sappia, ma è uno testo scritto d'impeto, con passione e rabbia. L'idea di fondo è che sono convinto che ci sia una grande voglia di partecipare, ma anche che nessuno sia disposto a spendersi se le regole del gioco non sono chiare. E sapete perché? Perché non si fa politica solo per ragioni ideali, ma anche per contare, e a nessuno piace l'idea di spendersi per anni per poi vedersi scavalcato dai figli di puta. Ecco perché il metodo democratico, che deve essere rigoroso, è fondamentale. Chi lavora deve contare, i figli di puta devono fare gavetta. Che poi è la speranza suscitata dal M5Scontrini, che all'inizio riuscì a prendere piede mobilitando migliaia di compatrioti di buona volontà. Ma era un trucco, perché quel movimento era dall'alto, non dal basso.

Come si costruisce dal basso un movimento sovranista costituzionale
L'obiettivo di questo scritto è cominciare a riflettere sulle tecniche per costruire da
EKATON un nuovo movimento sovranista che sia capace, a differenza di altri, di crescere esponenzialmente. L'idea di base è quella di mettere insieme un primo nucleo di 100 (EKATON) persone, ognuna delle quali deve riuscire ogni anno a conquistare un nuovo militante alla causa. Aritmeticamente, la progressione sarebbe la seguente: 100, 200, 400, 800, 1600, 3200, 6400, 12800, 25600, 51200, 102400.
Col termine militante si intende una persona che, avendo compreso i fini dell'iniziativa politica, la faccia sua dedicando ad essa tempo ed energie finalizzate alla sua crescita. Non discuterò in questa sede, nello specifico, quali siano gli obiettivi politici del movimento, ai quali mi riferirò genericamente con la dizione "
sovranismo costituzionale". Questa denominazione è, tuttavia, un fatto importante, perché fornisce al movimento un "
libro sacro", che è un elemento di fondamentale importanza per il successo di qualsiasi azione di proselitismo.
Ogni azione di proselitismo non può prescindere da alcuni presupposti. In primo luogo, l'obiettivo politico che ci si prefigge deve essere proposto in modo emotivamente coinvolgente, tale da caricare le persone sul piano motivazionale. E' importante, dunque, utilizzare parole capaci di evocare le forze "
primitive" che agiscono nell'animo umano, ad esempio il coraggio, la giustizia, la verità, la comunità nazionale.
Inoltre è necessario costruire, fin dall'inizio, il sentimento di appartenenza emotiva/sentimentale al gruppo, stabilendo criteri morali di accesso e di allontanamento; i primi legati al possesso di qualità nobili dell'animo umano e riassunti nella breve selezione di parole d'ordine poc'anzi elencate, i secondi a comportamenti deplorevoli dal punto di vista della comunità che andrà via via formandosi.
Di fondamentale importanza, sia per determinare la natura profonda del gruppo in formazione, sia dal punto di vista delle motivazioni a farne parte, dovrà essere l'enfasi sulla democraticità, sia formale che sostanziale, dei processi decisionali interni. In particolare è importante sottolineare, ovviamente avendoli creati per tempo, la presenza di
rigidi meccanismi a garanzia e difesa del principio democratico.
Per la crescita del gruppo è necessario predisporre anche uno strumento di comunicazione verso l'esterno, che sia pubblico e aperto a ogni genere di discussione e interventi, anche da parte di non iscritti, e uno o più strumenti anch'essi pubblici, tuttavia riservati alle pubblicazioni ufficiali.
Ogni militante, a partire dai primi 100, sarà tenuto a contribuire economicamente tramite il versamento simbolico di 1 euro al mese, da anticipare in un'unica rata annuale di 12 euro o in due o quattro rate di 6 o 3 euro. Il mancato adempimento dell'obbligo di contribuzione implicherà la sospensione dal gruppo, con la perdita del diritto di voto in ogni sede, fino al momento del saldo. Sono ovviamente consentite le contribuzioni di valore superiore, sia periodiche che occasionali, ma sempre con un limite superiore.
Un criterio potrebbe essere quello per cui la somma delle contribuzioni eccedenti quelle dovute non deve mai essere superiore a quelle dovute. Ad esempio, se il mese x le contribuzioni dovute assommano a 100 euro, un singolo militante non può versare più di 100 euro oltre all'euro comunque dovuto; lo stesso per due, tre o più militanti. Ad esempio, se ci fossero 4 militanti disposti a versare più del dovuto, la somma delle loro contribuzioni eccedenti non potrebbe superare la cifra di 100 euro. Quanto detto non si applica al caso delle contribuzioni straordinarie, sollecitate (ma non imposte) da apposita deliberazione degli organi dirigenti.
La struttura organizzativa-decisionale del gruppo dovrà essere pensata per evolversi nel tempo, sia in funzione del numero degli iscritti che della loro localizzazione geografica, ma dovrà sempre
tendere alla formazione di un organismo politico decentrato e federale, tenuto insieme, oltre che dalle finalità comuni, dai meccanismi democratici interni.
L'unità organizzativa di base è la sezione, composta inizialmente da almeno 5 iscritti. La scelta della sezione alla quale iscriversi è libera. Occorre riflettere, col crescere degli iscritti, sulle dimensioni massime di una sezione, al fine di limitare la crescita di alcune, in luoghi ad alta densità di abitanti, che possano diventare sede di potere decisionale esorbitante rispetto alle più piccole. Queste valutazioni saranno sotto la responsabilità del comitato centrale, democraticamente eletto, il quale potrà imporre che una sezione troppo numerosa si divida in due.
Nella fase iniziale, fino a un massimo di 400 iscritti, il comitato centrale sarà eletto dall'assemblea plenaria. Oltre questo numero, si procederà col metodo dei grandi elettori, il cui funzionamento è testé descritto.
Immaginiamo di avere 600 iscritti, suddivisi in 24 sezioni sparse sul territorio, e che il comitato centrale sia composto da 20 iscritti. In tal caso, ogni sezione eleggerà un numero di componenti del c.c. proporzionale al numero dei suoi iscritti, con il correttivo di arrotondare a 1 il risultato per le sezioni più piccole che non raggiungessero tale numero, e arrotondare per difetto per tutte le sezioni che esprimono almeno un membro del c.c. sulla base dei loro iscritti. Eventuali posti vacanti risultanti dall'applicazione di questo metodo verranno assegnati alle sezioni più piccole, a partire da quella col minor numero di iscritti. In caso di parità si procederà per accordo o, se ciò non è possibile, per estrazione.
Il c.c. è l'organo direttivo e di indirizzo politico del partito. Il numero dei suoi componenti può aumentare al crescere degli iscritti. In linea generale, ritengo che il numero massimo di componenti non dovrebbe superare le 50 unità. Superata tale soglia, il c.c. potrà eleggere al suo interno una commissione esecutiva per il disbrigo degli affari correnti, riservando tuttavia a sé l'indirizzo politico.
Con l'ulteriore crescita degli iscritti, ad esempio oltre i 2000, il c.c. stabilirà le forme e i modi per celebrare i congressi.
Ora consentitemi un pizzico di spregiudicatezza, ma devo saccheggiare un po' dalle tecniche del multilevel marketing. Se vi fa schifo pazienza, mi corre comunque l'obbligo di ricordarvi che con la realtà degli esseri umani bisogna fare i conti.
Nel multilevel marketing si fa uso di alcune tecniche che trovano la loro ragion d'essere nella naturale tendenza degli esseri umani al gioco. L'abilità dei manager consiste nell'utilizzare questa inclinazione per rafforzare il sentimento di appartenenza e stimolare una concorrenza tra i venditori che produce utili per l'azienda. Ad esempio, viene stabilita una soglia di vendita oltre la quale scattano dei bonus,
il cui valore spesso non giustifica razionalmente l'extra impegno necessario per superarla. Ciò nonostante tutti si danno da fare per vincere perché la remunerazione è solo in parte pecuniaria, dal momento che a ciò si aggiunge il piacere di giocare per vincere.
Nota: con tanto di premi e cotillons per i migliori, che vengono fatti sfilare sul palco a suon di musica mentre un presentatore ne esalta il valore. Coreografia con belle pupattole e giovinotti muscolosi e ben vestiti, all'uopo assoldati. Ma in fondo Stalin, con Stakanov, cos'altro faceva? Diciamocelo, anche 'sta cosa l'ha inventata il compagno Iosif!
Io credo che dovremmo inventarci qualcosa del genere, sia pure con modalità abbastanza più austere e serie. Penso, ad esempio, al fatto che quando un iscritto riesce a portare nel gruppo un nuovo militante, sulla tessera di costui dovrebbe essere scritto "
presentato da...." e, in occasione di assemblee nazionali e/o regionali, si dovrebbe offrire un riconoscimento ai migliori reclutatori. Inoltre si dovrebbe tener traccia e conto di questa capacità, e dovrebbe essere compito del c.c. trovare il modo di impiegarle politicamente nel modo migliore.