domenica 24 giugno 2018

L'euro è un emulatore di gold standard (3 di 3)

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Come preannunciato al termine della prima parte, in questa terza ed ultima parleremo di supremazia militare, la vera posta in gioco in un'area a moneta unica senza uno Stato. La tesi di chi scrive, da verificare nel corso degli eventi, è che siamo già in presenza di forti tensioni tra gli Stati europei, per altro già sfociate in una guerra in Libia, destinate ad acuirsi vieppiù. Sempre a parere di chi scrive, l'esito non sarà il predominio dell'asse franco-tedesco (più l'Olanda) bensì un frazionamento dell'Europa in tre blocchi: l'asse franco-tedesco (più l'Olanda), l'Europa mediterranea, i paesi del gruppo di Visegrad. Questi ultimi ricopriranno il ruolo di fascia di Stati cuscinetto con la Russia, ottenendo così l'obiettivo di separare quest'ultima dall'asse franco-tedesco, mantenendola tuttavia sotto pressione per l'ovvio interesse di questi Stati, fortemente nazionalisti, a rimanere sotto l'ombrello protettivo angloamericano.

Al momento tutto ciò deve ancora accadere, mentre in questa fase l'asse franco-tedesco sta ancora giocando la carta dell'egemonia su tutta l'Europa. Per spiegare la ragione per cui l'esito della partita, in un'area a moneta unica in assenza di uno Stato, non può che essere la competizione per l'egemonia assoluta, farò ricorso a un'analogia.

Immaginate una serie di partite a poker tra amici, in cui all'inizio si distribuiscono le fiches tra tutti. Chi distribuisce le fiches è il banco, cioè un soggetto che non partecipa al gioco ma ha il compito, oltre a riempire i bicchieri e svuotare il portacenere, di vigilare sul rispetto delle regole del poker. L'idea è che, se una sera vince Tizio, quella successiva vincerà Caio, per cui sul lungo periodo si resta amici e non succede nulla di grave. Ma cosa accade se uno dei giocatori comincia a vincere sempre e tutti gli altri a perdere? L'ideale sarebbe chiuderla lì e dire "ragazzi è stato un gioco, facciamoci una bevuta e paga il vincitore". Tuttavia, se tutti sono schiavi del vizio del gioco (l'euro è irreversibile) allora bisogna che i giocatori perdenti siano riforniti di nuove fiches, ma così facendo il gioco perderebbe la sua principale attrattiva: essere rischioso in quanto basato su vincite e perdite reali. Certo, il banco può convincere il giocatore vincente ad accettare una distribuzione straordinaria di nuove fiches, ma alla lunga non può funzionare. Quello che il giocatore vincente vuole sono garanzie vere: l'orologio, la casa, la firma di cambiali, insomma cessioni di proprietà.

Oggi si accusa la Germania, e in subordine la Francia, ma riflettiamo: se a vincere fosse stata l'Italia, le cose sarebbero andate diversamente? Certo, si potrà obiettare che noi non siamo ottusi come i tedeschi (vero) che non siamo caghini come i francesi (vero) che noi abbiamo la sapientia del potere (Scientia potentia est) ma tutti noi sappiamo che non è così. Quello che il paese vincitore e il suo principale alleato (quello che ogni paese vincitore e i suoi alleati) vogliono è passare all'incasso dei beni reali, così come è già accaduto con la Grecia. Solo le anime candide possono illudersi che non sia così, solo queste possono limitarsi all'esame delle sole condizioni di vita dei cittadini greci e non capire che, tra qualche anno, costoro staranno sicuramente meglio di oggi perché, una volta vinta la guerra (e i franco-tedeschi la guerra di Grecia l'hanno vinta, anche col nostro aiuto) non è più necessario far mancare alla popolazione anche le bende negli ospedali! I greci, tra qualche anno, staranno meglio, ma saranno finiti come popolo libero. Laddove, con l'espressione "popolo libero", si intende il combinato disposto del capitale di un paese e delle sue classi lavoratrici. Ah certo, le belle anime idiotizzate obietteranno che non c'è differenza, per un lavoratore, tra l'essere sfruttato dal capitale interno o dal capitale estero! Hanno ragione? Sì, hanno ragione, a patto di intendere come "popolo" solo i lavoratori, e non anche i capitalisti nazionali, cioè le élites nazionali. 

L'élite capitalistica greca è stata sconfitta, ha dovuto cedere le sue proprietà e si è trasformata in capitale vassallo del capitale vittorioso franco-tedesco. Potrà conservare parte dei suoi privilegi, ma ha perso il suo potere, e pertanto la classe lavoratrice greca ha perso la sua controparte nazionale: da ora in poi dovrà trattare con i vincitori esteri, il capitale franco-tedesco.

Il fronte si è spostato, ora è l'Italia ad essere in prima linea. Una parte rilevante del nostro capitalismo nazionale, politicamente rappresentata dal PD e da LeU, è già alleata col capitale franco-tedesco, mentre una frazione minoritaria sta tentando una resistenza e si è alleata con il capitale angloamericano. Abbiamo il governo giallo-verde, Credo Militante e Lega dei credenti in Salvini, i primi sono il risultato di un'operazione politica di interferenza di altissimo livello (Scientia potentia est) gestita dagli angloamericani, i secondi sono espressione di ciò che resta del capitalismo industriale italiano, irrobustito da contributi di una frazione del deep state nostrano. E' una partita di una sporcizia nauseante, nella quale entrambe le parti non si risparmiano nulla. E sicuramente non è affare per anime candide.

Quello che è importante capire, e stamparselo bene in mente, è che l'oggetto del contendere non è il debito pubblico, non sono i saldi Target2, ma la pura e semplice proprietà dei beni reali di cui il capitalismo italiano è ancora titolare. La deflazione impostaci dall'€uropa, cioè dall'asse franco-tedesco, è lo strumento, non è il fine. Anzi, se e quando il capitale nazionale dovesse arrendersi, e dunque la guerra finire, è assai probabile che si assisterà a un miglioramento, seppur relativo, delle condizioni della cittadinanza. 

La partita si gioca su due piani: quello delle regole giuridico-contabili e quello del consenso elettorale. E' il paradosso dei sistemi cosiddetti democratici, nei quali il risultato elettorale equivale all'esito di un confronto militare sul campo. Le anime candide questo non lo capiscono, credono che tra la guerra guerreggiata e la politica ci sia soluzione di continuità, e noi non possiamo che compatirle.

Ceto, sarebbe bellissimo

sarebbe bellissimo

che ci fosse in gioco un fronte popolare del mondo del lavoro, ma così non è. Forse ci sarà, un giorno, e chi scrive si è preso la sua buona dose di derisione per essere stato un fautore del #famoelpartitismo, tuttavia è necessario fare i conti con la realtà. Questo fronte non c'è, sebbene le idee ci siano e siano quelle giuste. Che fare dunque?

Il vostro #famoerpartitista vi dice che la scelta è quella tra il tanto peggio tanto meglio, che mi sembra sia al momento l'opzione del FSI, e il continuare, anzi intensificare, l'azione nel campo in cui abbiamo dimostrato le nostre migliori e forse uniche capacità: la divulgazione. Su questo blog sub-divulgazione.

Dunque la partita in corso è quella per l'egemonia nel vecchio continente, la quale implica la supremazia militare. La crisi dei migranti è, in questo momento, l'occasione per far passare l'idea di un controllo comune delle frontiere, da rigettare con la massima fermezza. E' il punto dirimente dei colloqui in sede europea, ancor più delle frazioni di decimali di deficit che Bruxelles, bontà sua, vorrà concederci

Tornando all'esempio del lavoratore, che potrebbe addirittura star meglio in un'Europa franco-tedesca piuttosto che in un'Italia libera e sovrana, voglio chiarirvi un semplice concetto.

Preferirei essere giudicato, e condannato a morte, da un'élite nazionale, piuttosto che giudicato e graziato da un potere imperiale. Nel primo caso le mie ultime parole sarebbero "mi dispiace di morire ma son contento", nel secondo farfuglierei un miserabile "son contace di morire ma mi dispiento" prima di suicidarmi ingurgitando una dose letale di alcool

Qualcuno potrebbe obiettare che anche gli angloamericani sono un potere imperiale. Vero, ma domando a mia volta: avremmo più libertà interna nell'ambito di un progetto egemonico franco-tedesco, oppure come contrappeso nel mediterraneo all'egemonia dell'asse Parigi-Berlino? Io penso: la seconda che ho detto.

In conclusione da queste parti, pur nella consapevolezza che il governo attuale è il frutto dell'alleanza tra una mucillagine peristaltica eterodiretta e una frazione del capitalismo italiano, questo verrà appoggiato finché possibile. Nel frattempo si continuerà a dire la verità, la prima delle quali è così sintetizzabile: prendete il vostro portafoglio, tirate fuori una moneta da cinquanta euro e guardate la vostra casa, poi domandatevi: cosa posseggo io, questo pezzo di carta o quella casa?

8 commenti:

  1. lettura interessante.
    Quindi seguendo questa ricostruzione la Spagna come la classificheresti? Già sconfitta 4-5 anni fa e quindi lasciata respirare da lì in poi?
    Portogallo pure quindi?

    L'Italia sarebbe quindi l'unico Stato mediterraneo a rivendicare ancora la proprietà dei suoi beni?

    Possibile. In effetti ad esempio Repubblica Ceca e Slovacchia, che sono Stati sempre vissuti economicamente sotto tutela estera - ora quella tedesca - stanno migliorando anno dopo anno. e qualche rivolo di benessere, dopo i profitti delle multinazionali in loco, arriva anche ai cittadini.

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  2. Mi correggo: su "Cechia" e Slovacchia il dominio economico è tedesco e americano. non soltanto tedesco.

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  3. Una premessa:

    Il problema non è che noi, o la Spagna o il Portogallo dobbiamo dei soldi alla Germania. Per fare un esempio, l'automobile importata da un concessionario italiano è stata pagata al concessionario tedesco, ovviamente in moneta a basso potenziale (vedi le parti I e II). Quindi i saldi Target2 valgono nella misura in cui si continua il gioco. Lo stesso dicasi per i deficit e i debiti pubblici: non è che, uscendo dall'euro, noi dobbiamo continuare a rispettare il pareggio di bilancio.

    La cosa da capire è che le regole valgono finché si sta al tavolo da poker. Se chi sta perdendo vuole restare, per farlo dovrà cedere beni reali, se esce la partita finisce e le regole non valgono più, per la semplice ragione che la partita è finita.

    Ciò detto e premesso, il fatto nuovo è che questo governo rappresenta interessi, interni ed esterni, che sono diversi da quelli che fortissimamente vollero questa UE, e pertanto chiedono che siano modificate in senso più favorevole all'Italia.

    Dal punto di vista franco-tedesco, non ha senso una scelta e/o una rimodulazione "ostile" delle regole, ad esempio il quotare i titoli di stato a prezzi di mercato, nei confronti di partners che non hanno assets appetibili. Immagina di giocare a poker e di stare vincendo: negheresti tu una dilazione a qualcuno che sai non avere proprietà, ma che ti serve tenere al tavolo per spennare un altro giocatore che invece ha molte proprietà ti interessano? E infatti alla Spagna sono stati concessi deficit pluriennali fino all'11%!

    Ne consegue che le proposte dell'asse franco-tedesco sembrano, e sono, mirate sul caso italiano, col chiaro intento di imporci la dismissione degli assets nazionali. In altre parole si scelgono con cura, e li si impone come vincolanti, proprio quei parametri che sono a noi più sfavorevoli. Ottenuto il bottino, saremo una colonia in cui, magari, il cittadino medio potrebbe vivere meglio di oggi, però tutta la dirigenza delle maggiori aziende e i funzionari apicali dello Stato avrebbero i capelli biondi e un fastidioso accento nordico.

    Dimmi, te gusta?

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    1. Non esattamente. però avendo 31 anni ed essendo che sto per metter su famiglia diciamo che non mi sento nel momento ideale per morire per la causa.
      Ne avessi il doppio senza nessuno a carico certamente avrei meno dubbi sullo scenario preferibile.

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    2. Non preoccuparti, tanto sei solo uno spettatore, come tutti. Mettiti comodo in poltrona e goditi la saga €uropea.

      Chi ti credi di essere, Illo?

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  4. Ciao Luca credimi dall'alto della mia età, posso dirti che il coraggio non aumenta con l'aumentar degli anni, anzi tende a diminuire di anno in anno. D'altronde se hai studiato la teoria marginalista, più un bene è scarso più è prezioso, per cui meno anni ti rimangono da vivere più hai voglia di assaporarli.

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    1. In effetti i votanti pd sono ormai solo pensionati...mi sa che ho detto una cagata. Oppure sono solo un senza palle...si vedrà

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