martedì 11 agosto 2015

E' imminente la pubblicazione del libro "Costituzione italiana contro Trattati europei" di Vladimiro Giacchè

Segnalo alla vostra attenzione un paio di brani, tratti da questa anteprima.

«Otmar Issing, già capo economista della BCE e membro del suo consiglio di amministrazione: “sebbene la via prescelta per ottenere la denazionalizzazione della moneta sia stata molto differente rispetto a quanto reclamato da Hayek, l’obiettivo finale da egli ricercato, cioè la indipendenza monetaria dall’interferenza politica e la stabilità dei prezzi, sono state, a tutti gli effetti, ottenute.”»

«Per quanto riguarda l’Italia, il ruolo della Banca d’Italia di compratore per eccellenza dei titoli pubblici era cessato molto tempo prima: a seguito del cosiddetto divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, avvenuto nel 1981 ad opera del ministro del Tesoro Andreatta e del governatore della Banca d’Italia Ciampi. La Banca Centrale divenne un acquirente tra gli altri, e in questo modo non esercitò più una funzione calmieratrice sui tassi d’interesse pagati dallo Stato ai suoi creditori.
Questa operazione fu definita dallo stesso Andreatta come “un’inevitabile conseguenza” dell’adesione al Sistema monetario europeo, il progenitore dell’euro. Ed ebbe uno spiacevole (ma prevedibile) effetto collaterale, ammesso dallo stesso Andreatta: quello di gonfiare enormemente il debito pubblico: “naturalmente la riduzione del signoraggio monetario e i tassi d’interesse positivi in termini reali” – ossia maggiori anche dell’inflazione del tempo, che era a due cifre – “si tradussero rapidamente in un nuovo grave problema per la politica economica, aumentando il fabbisogno del Tesoro e l’escalation della crescita del debito rispetto al prodotto nazionale”
Escalation è il termine giusto: il rapporto debito/prodotto interno lordo, complici i tassi internazionali elevati degli anni Ottanta, passò in soli 10 anni dal 58 per cento ante-divorzio a oltre il 120 per cento.»

Il quadro è chiaro, ma il problema è spiegarlo ai sub-cittadini. Per questo servono migliaia e migliaia di sub-divulgatori. #eccesemocapiti!

3 commenti:

  1. Non solo sub-divulgatori ma anche guide in grado di organizzare la massa. Il popolo è come gregge senza pastore e gregge rimarrebbe anche se apprendesse perfettamente il cuore della questione. Occorre perciò sì competenza tecnica in economia e politica e opportuna divulgazione, ma non possono mancare il bastone (e la carota) che ogni buon pastore deve avere in dotazione.

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    1. S' certo, le tue considerazioni sono condivisibili, sebbene da esse promani un fastidioso effluvio lievemente fascistoide. Capisco però che se debba essere concreti, e dunque non idealizzare le masse, che sono quel che sono.

      Ciò detto, il punto è un altro, ovvero che non si può pensare di sfidare chi oggi detiene il potere, e dunque controlla tutti i mezzi di comunicazione compresi i social, usando questi stessi mezzi. Dunque delle due l'una: o si rinuncia, o si fa politica senza usare tali mezzi di comunicazione. O almeno senza usare solo tali mezzi.

      E' una questione antica, per la quale come tu sai mi sono anche perso qualche amicizia ;-)

      Io penso (ma poi che importa quel che penso? Sono solo un blogger de paese) che sia necessario:

      a) mettersi bene in testa che, in questa fase, l'unico obiettivo sensato è quello di far rinascere un partitino-ino-ino, una cosa dal 2% al 4% (che comunque non è poco). Fatto questo, si lascia il testimone alla generazione successiva.

      b) per raggiungere tale obiettivo è necessario costruire un movimento di alcune migliaia di militanti veri. Dico "veri", non anonimi tastieristi (che infatti sono banditi da questo blog).

      Un paio di anni fa c'erano le condizioni per fare ciò con relativa difficoltà. L'occasione è stata mancata, e non ho voglia di stare a ripetere il perché e il percome. Diciamo che è passata l'idea del "Questa volta si vince divisi". Cosa vuoi che ti dica? Che mi ci sono avvelenato, e questo è vero, ma alla fine che cazzo me ne frega a me? Io vivo a Castro dei Volsci, ci sto abbastanza bene e continuerò a fare quello che ho sempre fatto: scrivere articoli sul blog, organizzare convegni, fare riprese, partecipare alla vita politica locale, magari un giorno scrivere qualcosa su tutta questa miserabile storia.

      Ho anche fondato un circolo culturale che avrà la sua sede operativa nella mia casa di campagna, che a tal fine sto finendo di ristrutturare. Come vedi ci ho anche investito del mio, senza fare collette sulla rete. Poi le cose vadano come devono andare.

      Visto che sei un giornalista free lance non mancherò di invitarti quando organizzeremo un evento sul tema della comunicazione.

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  2. Allora in bocca al lupo per la ristrutturazione! Quanto al tono del mio messaggio, più che fascistoide era vagamente pastorale e anche un po' ironico. Ma il concetto penso si sia capito. Passando a cose più serie, tu parli di un partitino del 2-4% e di tempi (ahimè) lunghi. Per arrivarci, quali forze già esistenti aggregheresti?

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