lunedì 30 settembre 2019

I veri obiettivi del Potere (imperiale)

Questo è un video di risposta alla richiesta di Luca Tonelli di spiegare quali siano, per me, i veri obiettivi del Potere (imperiale). Nel farlo non ho potuto non considerare un modo di raccontare il Potere che è definito "complottista", del quale si possono trovare ottimi esempi (si veda il testo di Paolo Barnard dopo il video, e soprattutto il suo libro "Il più grande crimine") ma si presta purtroppo anche a pericolose torsioni, tali da renderlo assoluto pattume buono soltanto per avvelenare i pozzi. 


Un testo di Paolo Barnard


Riguardate Alien, il capolavoro fanta-horror del 1979 di Ridley Scott. Esso è perfetto, ma proprio perfetto per la comprensione di tutto ciò che sto cercando di dire agli italiani da almeno undici anni. Nel film, degli ordinari esseri umani ospiti di un’astronave commerciale percepiscono che qualcosa di molto negativo li ha svegliati dal loro torpore e li costringe a occuparsene. Indagano, s’imbattono in cose davvero inquietanti, ma non capiscono ancora. Gli accadimenti danno poi segni addirittura drammatici, ma nonostante questo essi rimangono molto lontani dalla comprensione di ciò in cui si sono imbattuti. Il loro viaggio continua, e solo uno dell’equipaggio, e per puro caso, si ritrova a un certo punto faccia a faccia con la realtà che gli è piombata addosso. Capita a un operaio dell’astronave, che si era allontanato dal gruppo per recuperare il loro micio mascotte scappato nei meandri bui del vascello spaziale.

La scena ideata da Scott è un capolavoro di espressività della recitazione, cioè porta allo spettatore tutta l’idea di come rimane un uomo quando scopre che la verità di ciò che sta accadendo è mostruosamente inimmaginabile. Guardatela, osservate come si trasmuta il volto dell’operaio quando alzando gli occhi dal micio che si era rintanato in un angolo buio, incrocia le forme orripilanti di un mostro alieno sconosciuto che si era infiltrato nell’astronave. Sa di essere un uomo morto e sa che ne verrà straziato, ma lo shock della scoperta è tale da annullare in lui qualsiasi moto d’angoscia. Fissa il mostro ipnotizzato, quasi più rapito da quella cosa inimmaginata che dal suo prossimo destino.

La medesima realizzazione non tarderà ad affacciarsi alla coscienza del resto dell’equipaggio, ma nonostante tutto esso continuerà a non comprendere appieno che razza di catastrofe li sta possedendo. Ci vorrà un’altra scena che ha fatto la storia del cinema per finalmente spalancare le coscienze ai rimanenti sopravvissuti. E anche questa parte è meravigliosamente perfetta per me, si adatta magnificamente a ciò che sto tentando di dirvi da tanto tempo. Nel film uno dei membri dell’equipaggio, l’ufficiale medico, si rivela essere un androide programmato proprio per facilitare il compito della mostruosa creatura. Verrà semi distrutto dai tre passeggeri, ma prima di spegnersi rivelerà ad essi la verità, con parole da ghiacciare il sangue. All’angosciata domanda della comandante “Come la combattiamo? Come la uccidiamo?”, l’androide risponde “Non potete… ancora non capite con cosa avete a che fare, vero? E’ perfetta… ammiro la sua purezza, vuole sopravvivere e non ha interferenze della coscienza né della morale”, e conclude “… Non vi posso mentire sulle vostre chance”.

Sostituite l’equipaggio con noi cittadini, l’alieno con il Vero Potere, cioè la mostruosa macchina del capitale moderno e dei suoi profeti, quella che qui chiamerò The Machine. Il resto viene da sé.

I cittadini occidentali, e quelli dell’Eurozona in particolare, sono da tempo alle prese con fatti inquietanti che non riescono a comprendere; quei fatti sono divenuti anche gravi, ma lo stesso essi non comprendono; dal 2007 l’evidenza di una sordida catastrofe di proporzioni storiche si è fatta pressante, e professionisti come me stanno tentando di aprirgli gli occhi, con risultati quasi nulli. Occasionalmente ricevo comunicazione da un singolo individuo che invece ha visto, come l’operaio nel film, e dalle sue parole traspare esattamente lo stato di ipnotico shock della scoperta mostruosa così ben reso da Scott in quella scena. Ma tutti gli altri ancora faticano, anzi, non vogliono capire. Con il mio Aggiornamento N. 9 ho voluto dare l’affondo per costringere alla comprensione della mole del problema, della minaccia, anzi, della soverchiante ferocia di The Machine e di come oggi per noi non vi sia in realtà una speranza. Evidentemente non ci sono riuscito. E allora getto qui l’ultimo mio tentativo di spalancarvi la coscienza. E badate che le parole di quell’androide sono perfette. Il Vero Potere, che ci ha imprigionati e annullati come Stati, parlamenti, economie e democrazie, cioè The Machine descritta nel mio saggio e negli undici aggiornamenti, è oggi talmente possente che “… ancora non capite con cosa avete a che fare, vero? E’ perfetta, vuole sopravvivere e non ha interferenze della coscienza né della morale”. Questo essa è, alla lettera, e voi dovete vederla per un solo motivo…

Perché se non accettate di vederla, non potrete porre i primi mattoni di una lontana speranza di combatterla per coloro che verranno molti decenni dopo di noi.

Fa la differenza fra morirne da inutili ignari, o morirne da combattenti che compiono il primo passo di una lontana riscossa.

Ma che noi ne moriremo da vittime, questo è certo.

Il sughero e la speranza.

Forse ora, dopo le parole appena scritte sopra, chi era presente al mio dibattito col pubblico in provincia di Pistoia venerdì 4 febbraio comprenderà come mi sono comportato. Il tema era proprio Il Più Grande Crimine, ovvero chi è il Vero Potere sulle nostre vite.

Quelle che seguono sono con tutta probabilità le parole scritte nel suo diario dalla giovinetta che stava seduta su un mobile in fondo alla sala a sinistra. Non so per quale preciso motivo, ma quella è il tipo di ragazza che tiene un diario, secondo me. E mi guardava con allarmata attenzione.

“E’ stato uno sterilizzatore di speranza, l’ha inseguita nella sala del dibattito e l’ha abbattuta senza pietà fino all’ultimo granello... Forse l’ultimo non era del tutto morto, aveva dato un paio di battiti cardiaci riverso in un angolo, laggiù in fondo. Lui li ha uditi e in meno di un attimo gli è stato addosso… lo ha finito sotto gli occhi di un centinaio di persone troppo intimidite per intervenire. Non volava una mosca. Fucilato sul posto quello del ricambio politico e morale dall’interno del potere. Spiaccicato al muro quello del reddito di cittadinanza. Freddato alla seconda parola quello del boicottaggio commerciale. Inseguito e giustiziato quello della Tobin Tax. Lasciato parlare quello delle micro cellule di resistenza solidali che incepperebbero il meccanismo dei potenti… solo per aprirgli in faccia un lanciafiamme di parole che lo hanno spolpato vivo, si arricciava sulla sedia come un capello sulla fiamma di un accendino. Non volava una mosca nella sala.”

Al ritorno ho percorso tutti i cento chilometri dell’autostrada Firenze-Bologna pensando a cosa avevo fatto. Cioè: tu prendi in mano un pubblico che è curioso di sapere; lo conduci a comprendere, fatto dopo fatto, nome dopo nome, data dopo data, che in realtà noi persone moderne viviamo come un pulviscolo di pulcini ignari di star chiusi nell’aia di ciclopi cannibali che però mai vedono; gli causi dapprima un motivato shock, che si allenta poi in forte ansia la quale, condotta dal recupero della ragione, disperatamente cerca ossigeno nella domanda “E adesso cosa possiamo fare?” con lo stresso spasmo dei polmoni dell’atleta che emerge da un’apnea al limite. E dopo tutto questo tu gli dici: non potete più fare nulla voi, la gente di questa generazione. Hanno vinto loro, noi siamo morti, noi. Qualcuno fra qualche secolo forse… Glielo motivi, poi glielo ri-motivi con maggior forza, poi glielo tuoni nelle orecchie, e infine la falcidia di cui sopra sui coraggiosi che proprio non volevano morire quella sera. Come forse descritto nel diario di quella esile ragazza.

Nessun divertimento, tanto meno compiacimento, solo la verità. Gli ho detto la verità. Ma loro non vogliono morire. Ci deve essere un motivo per cui è così ostico per le persone capire cosa li ha uccisi e perché è ora impossibile aver ragione del nemico. Comunque glielo spieghi, il risultato è che riemergono come sugheri nell’acqua per tornare al punto di prima. Il sughero è la materia di cui è composta la speranza, deve essere questo il motivo, inutile pigiarlo sotto, lui torna su. Ed è questo ostinato giochetto che impedisce a me di rendere chiaro agli occhi del pubblico, o dei lettori, con quale razza di arsenale quel nemico ci ha travolti. Quasi nessuno s’immagina le dimensioni of The Machine. No more rage against.

Eppure alcuni, e sono facilmente visibili oggi, credono di poter dire “adesso gliela facciamo vedere a quella cosa lì”. Sono le ‘belle anime’ e i loro famosi Guru, quelli della sinistra ecologica e libera, i pacifisti, i viola, gli equosolidali, i No qui e No là, i grilli ecc., con al seguito intellettuali assortiti, e sono tremendi, al punto che sarebbe molto meglio che non ci fossero. Dovete immaginarli come delle formiche che navigavano su gusci di noci e che hanno cozzato sul loro pezzo di mare contro una portaerei nucleare. Ora sono in acqua che si agitano con le zampette, i gusci rovesciati, microscopici puntini sulla superficie che si dicono l’un l’altra “adesso gliela facciamo vedere a quella cosa lì”… Il fatto è che tutto ciò che anno visto è stata la schiuma delle onde sollevate dallo scafo del colosso, ma lui, quell’arsenale immane navigante, non sanno neppure che è passato da quelle parti, non immaginano neppure che esista una cosa simile al mondo, perché è troppo enorme. Le loro antenne non la sanno vedere, non l’hanno mai vista. Ma le ‘belle anime’ si dicono che adesso gliele diamo noi alla portaerei con le nostre zampette e con le nostre antennine.

Prima di entrare nel ventre di The Machine una volta per tutte, ve le presento le ‘belle anime’, perché sono, credetemi, un danno reale e devastante. Esse di fatto costituiscono il principale motivo per cui neppure quello 0,1% dei cittadini ancora ‘vivi’ mai agiranno contro chi ci ha distrutti. E se non agiscono loro, allora è proprio la fine, e neppure sussisterà la speranza lontana di cui parlavo prima.

Se questi sono i ‘giusti’…

Per prima cosa, le ‘belle anime’ sono molto meno belle di come vorrebbero rappresentarsi. Lo compresi quando ero molto giovane. Ero fra ‘compagni’, quelli giusti, antifascisti, stavamo nella radio libera, giornalisti sgarruppati ma tosti. Da noi passavano altri ‘giusti’, quelli di Cuore di Michele Serra, e quelli che nel ’77 avevano fatto la Storia. Ed erano canne, canne e cannoni a non finire, hash, olio, erba a volumi cubitali sempre, come corredo fisso di tutto. Ok. E giù con sermoni contro le basi Nato, e dagli alla Nestlè, padroni bastardi, sbirri fascisti, viva i migranti e solidarietà ai compagni in carcere. Ok, passi il comunismo all’italiana, mi faceva sorridere un po’, mai stato comunista, ma va bene dai. Ma quelle canne. Un giorno a un’assemblea mi saltò in mente una cosa e gliela dissi: “E i miliardi che date alle mafie a fumarvi tutta quella roba? Non è che i cartelli dei narcos libanesi li trattano bene i contadini che coltivano l’erba, forse peggio della Dal Monte coi campesinos. Ci sta con la coerenza anti imperialista?”.

Avete presente il sedile del passeggero della Aston Martin di James Bond nei mitici anni ’60? Lo ricordate? Era quello che catapultava con una forza incredibile il malcapitato fuori dall’auto in corsa. Ecco, fui catapultato fuori da quel mondo di compagni con lo stesso impeto. Mai più accettato. Mi fu tutto chiaro subito, sta gente non tollerava il dissenso, e non solo, se gli incrinavi l’atmosfera della ‘parrocchia’, ‘chenoisiamoquelligiusti’, ti odiavano. Da allora la storia si è ripetuta mille volte, cioè mille volte mi sono trovato fra i ‘giusti’ e solo per avergli detto ciò che non volevano sentirsi dire mi hanno messo nella catapulta e via… sparato fuori con un bel seguito di odio, proprio odio, in uno slalom i cui paletti sono stati, fra gli altri, Report e redazione, Emergency, Beppe Grillo e grillo blog, centri sociali assortiti, Sabina Guzzanti, Micromega, Gherado Colombo, Travaglio, Ricca, i No Tav, e un sacco di altre ‘belle anime’. Elio Veltri, di fronte a fior di testimoni, addirittura mi ha pubblicamente insultato dicendomi che devo “farmi curare”, prima di lasciare la sala del dibattito di cui eravamo co-relatori latrando improperi. Il motivo? Gli avevo contestato che Prodi e Draghi fossero delle “stimabili persone”, avevo incrinato la figura del suo mito europeista Altiero Spinelli, e sostenevo che la mafia finanziaria è 100 volte più pericolosa di quella regionale italiana, con la solita fiumana di dati e fatti a sostegno, che sapete. Mi sembra il minimo del diritto alle proprie opinioni. Il Veltri ha concluso con un magnifico “se avessi saputo non sarei mai venuto!!”. Alla faccia del libero dibattito…

La morale: alla fine sono fatti quasi tutti della stessa pasta, i parrocchiani di qua e quelli di là, una pasta i cui ingredienti sono l’intolleranza per il libero pensiero, l’ipocrisia, l’autocelebrazione, e l’odio per chi gli rompe le uova nel paniere intellettuale. Ma qui a sinistra c’è l’insopportabile presunzione di essere quelli puliti, quelli che sanno come si salva il mondo. Ecco, questo è l’humus di partenza delle ‘belle anime’. Da queste premesse desolanti, si passa poi ad ancora peggio, cioè alla loro illusione di poter sconfiggere The Machine senza averci capito nulla, manco se lo immaginano com’è veramente fatta, proprio come le formichine sui gusci. Sabato 19 febbraio partecipavo a San Marino a una tavola rotonda sulla Globalizzazione con Giacomo Marramao, Lidia Ravera e Jacopo Fo. Parlano dei cattivi del mondo. Io glieli smonto, e al contrario gli dimostro che i loro ‘buoni o meno peggio’ sono fatti della stessa pasta degli altri e anzi, a volte sono persino peggiori. Jacopo Fo se ne esce con “… e dai! Lo so che Obama è sempre un presidente americano, ma rispetto a Bush il suo è, diciamo, un capitalismo dal volto umano”. Potevo star zitto? Obama che chiude Guantanamo e tiene aperta Bagram che è sei volte più grande e dove si tortura sei volte di più; che mantiene l’immunità di Bush ai torturatori della CIA; che nel dicembre del 2008 dice a Israele “bombardate i civili palestinesi quanto vi pare, ma non il 18 di gennaio che c’è la mia inaugurazione, e in cambio vi facciamo arrivare un carico di armi illegale dalla Germania” (Gen. Jim Jones a colloquio con Netanyahu); che ha sborsato 11 mila miliardi di dollari per salvare il sedere di Wall Street e non per salvare milioni di americani sfrattati da Wall Street; che ha presieduto sul più imponente trasferimento di ricchezza dal basso verso l’altro della storia degli USA ridicolizzando gli sforzi dei Bush; che ha calato le tasse del 1% ricco d’America e ha congelato gli stipendi pubblici; che ha messo come responsabile delle politiche del lavoro un tal Jeffrey Immelt, il presidente di General Electric che ha oltre la metà dei suoi posti di lavoro delocalizzati in Asia (sic); che ha firmato l’ordine per la repressione dei dissidenti civici americani per mano dell’FBI; che ha fatto una riforma sanitaria che regala oltre 70 miliardi di dollari alle assicurazioni private con 45 milioni di americani senza copertura sanitaria; che oggi persino taglia i fondi al programma statale di aiuti finanziari agli americani che non si possono permettere il riscaldamento (il LIHEAP)… e ce ne sarebbe da arrivare a sentirsi male. Gliel’ho detto al Fo. Ha sbottato che sono un pessimista, applauso del pubblico. Poi gelo, insulti a me dal filosofo emerito, e dibattito troncato su due piedi.

Sono quelli che “adesso c’è Saviano…”, quelli della politica a cinque stelle, con i cortei, con la Tobin Tax, con l’equosolidale, con i blog, e quelli della Decrescita. Non hanno la più pallida idea delle dimensioni di The Machine, e di come essa ci ha tutti intrappolati nella spirale di impoverimento e morte democratica che ho descritto ne Il Più Grande Crimine. Dice la Ravera che dobbiamo vivere con meno, dobbiamo sostituire i consumi con i rapporti umani, e strappa l’applauso. Ma neppure ci arriva, l’autrice, a pensare ai milioni di poveracci che perderebbero il lavoro, il futuro, la casa, per permettere a lei di strappare l’applauso nel dire ste insulsaggini ignoranti di qualsiasi rudimento di macroeconomia. John Maynard Keynes è vissuto per nulla. Ste ‘belle anime’ sparano impuniti le loro fantasmagorie ma non sono nei panni del magazziniere della Lotto cassintegrato o dell’ex operaia dell’OMSA che oggi fa le pulizie in nero, o della madre single con due bambine che non trova uno stipendio che le permetta di uscire da un appartamento marcio di umidità dove le piccole vanno a letto coi pigiamini zuppi. Forse manco li hanno mai visti esseri umani così, ed è un bene per loro, perché il magazziniere, l’operaia e quella madre le gonfierebbero la faccia di sberle neppure a metà della frase “dobbiamo vivere con meno, sostituire i consumi con i rapporti umani”, poiché questa elevata saviezza si avvererà forse fra 300 anni, ma nel frattempo milioni di poveri cristi che non leggono la Ravera o che non ridono con Jacopo Fo soffriranno le pene dell’inferno se qualcuno non rianima questa economia, e per rianimarla, oggi, non si può prescindere dai consumi, che sono fatturati, che sono stipendi disperatamente necessari. Fra l’altro, le ‘belle anime’ vagheggiano di economie alternative di cui mai nessuno ha verificato l’effettiva fattibilità nel mondo moderno, e fra l’altro vagheggiano di modelli di decrescita senza aver interpellato gli africani, gli indiani, i cinesi, i kazaki, i vietnamiti, gli indonesiani, tutti coloro cioè che hanno aspettato 3000 anni per avere ciò che abbiamo noi, ma ai quali oggi, quando toccherebbe a loro entrare nel Mercato per poi avere tutte quelle cose, no!, devono rinunciare, perché “dobbiamo vivere con meno, dobbiamo sostituire i consumi con i rapporti umani… il PIL cinese è fallico!” concluse la Ravera. Ok, vallo a dire a loro. Ma vacci Ravera, e se torni intera…

Le ‘belle anime’ che “col fotovoltaico noi oggi siamo autosufficienti e persino vendiamo l’elettricità”, dice sempre il figlio del Nobel, peccato che per fare i pannelli ci voglia il petrolio e che gli sfugga che il nostro mondo necessita ogni anno di 15.000 miliardi di watt, e che il 73% di questi non va in borsette o per fare cellulari caro Jacopo, ma per l’agricoltura, luce domestica e trasporti, e che coi pannelli, scusate, gli fai una pippa a 15.000 miliardi di watt, specialmente se poi sti ‘paladini’ usano il pc ogni giorno, e se corrono a farsi la TAC quando stanno male, per generosa concessione di 3 milioni di morti in Congo (vi si estrae il Coltan per l’elettronica) e dell’industria militare (TAC, RM, endoscopie ecc.). Ipocriti.

E questi sono l’avanguardia della riscossa oggi, personaggi che viaggiano sul binario della propria auto-santificazione di ‘belle anime noiquelligiusti’ chiusi nel bozzolo del proprio ego da cui non sono in grado di vedere nulla della realtà della gente vera, dell’economia vera, e soprattutto di The Machine, ma proprio nulla. C’è da piangere, ma al peggio non c’è fine.

Il fatto è che una marea di attivisti italiani crede veramente che questi professionisti dell’odio del libero pensiero, questi parrocchiani che mettono al rogo chiunque non sia dei loro, tali e quali agli altri di destra, siano i depositari dei valori democratici e della giustizia. C’è da mettersi le mani nei capelli, è una truffa terribile ai danni di tanta buona fede di gente esasperata. Ste ‘belle anime’ sono devastanti per le pochissime speranze di fermare il Potere, perché il 99% degli attivisti gli crede e si fa infinocchiare dalle loro fandonie per salvare il mondo… “adesso gliela facciamo vedere a quella cosa lì”. Il risultato è che le esigue forze attive rimaste in questa società paralizzata si sprecano ad inseguire isterismi e utopie ignoranti senza neppure sapere chi è il nemico, e nessuno o quasi rimane nelle fila di chi invece sta capendo cosa ci accade, gli sparuti impotenti testimoni dei crimini del Vero Potere. Il risultato è che a soffrire da cani saranno milioni di altri che neppure avranno il sollievo di sentirsi ‘noiquelligiusti’. Si sentiranno da cani e basta.

Questa è la speranza, tutta qui.

Ripeto, con forza: se neppure si riesce a capire il grado della nostra disfatta di cittadini, con le esatte forme e proporzioni del nemico, come si potrà mai immaginare che almeno un giorno molto lontano qualcuno possa arrivare a una speranza? Come si potranno mai porre i semi di un riscatto con l’umile lungimiranza di chi fece la stessa cosa 250 anni fa sapendo che i frutti li avrebbero goduti esseri umani di un futuro per loro inimmaginabile? Perché è solo questa oggi la forma della speranza, e non quella di sughero, ma quella concreta per i secoli che verranno, quella che abbiamo il dovere di iniziare a costruire oggi anche se noi non la vedremo mai. Ripeto: porre oggi i germi di un lavoro progressivo lungo un paio di secoli per regalare la speranza a chi verrà. Per fare ciò occorre avere la vista chiara, e allora eccola… The Machine.

The Machine, nero su bianco.

Il prodotto interno lordo (PIL) dell’Italia, cioè tutto ciò che essa produce come ricchezza, è di 2 mila miliardi di euro circa. Quello degli USA è di 14 mila miliardi di dollari. La ricchezza speculativa in mano a non più di mille individui oggi è di 650 mila miliardi di dollari. Riassumo: due (2) e quattordici (14), contro seicentocinquanta (650). O meglio: trecentosessanta milioni di esseri umani complessivi hanno 16, mille esseri umani circa hanno 650. Ma attenzione, ciascuno di quei dollari è una bomba a orologeria chiamata prodotti derivati, cioè una scommessa finanziaria priva di ogni reale fondamento in ricchezza concreta e che infetta l’intero globo nelle vene di tutte le sue maggiori banche, fondi pensione, assicurazioni, municipalità, polizze vita, finanziarie delle aziende, fondi sovrani, risparmi privati… basta che salti per aria la prima miccia, e il botto disintegra il pianeta venti volte. Non esiste al mondo nessun politico, nessun tecnico, nessun esperto in grado di capire sto mostro né di controllarlo. Il Financial Times incaricò un team di guidato da Gillian Tet di comprendere come fossero fatti questi derivati, e dopo un anno di lavoro il team di questi super specialisti ne aveva compreso solo una parte. Il governatore della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, non ha esitato a dichiarare che “non ci capisco nulla”. Questo è l’uomo che sta al timone di tutto ciò che tu e io conosciamo come euro e quindi il nostro denaro, nulla di meno. Nel gennaio del 2007 Fabrice Tourre, da se stesso soprannominato The Fabulous Fab, uno dei cervelli creatori di questi esplosivi alieni monetari che posseggono il mondo economico, scriveva in una email: “Sempre più rischio nel sistema… Tutto l’edificio sta per collassare… L’unico potenziale sopravvissuto, il Fabulous Fab… che sta ritto al centro di questi intricati, rischiosissimi, stupefacenti derivati da lui stesso creati senza neppure capire tutte le implicazioni di queste mostruosità…”. Se ne stava ritto al centro mentre creava, in un anonimo ufficio di cui tu non hai mai saputo nulla, la cosa che alla prima parziale deflagrazione ha causato la più grave crisi finanziaria ed economica dal 1929 a oggi, costata lacrime e sangue (e anche la vita) a miliardi di esseri umani – e in mezzo ci sono concretamente i nostri operai, precari, neolaureati, disoccupati, le loro famiglie e il destino dei loro figli; è la stessa cosa che ha fatto sparire dalla nostra Italia in soli due anni una cifra pari a 23 finanziarie dello Stato messe assieme, e poi si parla di ‘ripresa’…; ed è un disastro da cui nessuno oggi sa se mai ne usciremo veramente. Se ne stava ritto negli uffici di Goldman Sachs, la banca d’investimento che ha fra le sue proprietà il governo degli Stati Uniti con la sua cassaforte, nelle persone di Bob Rubin e Gene Sperling, e degli amici Ben Bernanke, Timothy Geithner e Larry Summers. A poche centinaia di metri dal Fabulous Fab, in un altro anonimo ufficio londinese, e anche di questo tu non hai mai saputo nulla, Joseph Cassano della AIG americana cucinava le polizze assicurative truffa che hanno causato il collasso dell’intero sistema creditizio bancario del pianeta. Lui, praticamente da solo. Sei titolare di una carrozzeria di Foggia e la banca ti ha appena negato quel finanziamento che ti serviva per sopravvivere? E’ stato Joseph, lo sapevi? Sapevi che le vite e il futuro di sopravvivenza di miliardi di aziende e di famiglie del nostro mondo dipende realmente ogni santo giorno dalle azioni di questi pazzi fuori controllo? Lo sapevi che non esiste un politico su questa terra che li possa controllare? E sai perché? Perché non sanno che esistono, non sanno cosa fanno e come lo fanno, e soprattutto perché quando The Machine si rompe trascinando nel baratro un centinaio di Stati sovrani, governi e relativi popoli, i politici sono costretti a rivolgersi agli stessi manovratori criminali come Tourre o Cassano o Goldman Sachs per aggiustarla, essendo questi gli unici che sanno come funziona il suo infernale motore.

Ok, “adesso gliela facciamo vedere a quella cosa lì”, vero?

Ogni mattina tu ti alzi e pensi a come arrivare alla fine del mese col mutuo, con la rata della cucina o dell’auto, perché poi c’è tutto il resto. Assieme a te si svegliano anche tutti questi: AfW - Bundesverband Finanzdienstleistung e.V., Association Française de la Gestion financière AFG, Association Française des Marchés Financiers AMAFI, Association Française des Trésoriers d'Entreprise AFTE, Association Luxembourgeoise des Fonds d'Investissement ALFI, Association des Banques et Banquiers, Luxembourg ABBL, Association of British Insurers ABI, Association of Chartered Certified Accountants ACCA, Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici ANIA, Assuralia, beroepsvereniging van verzekeringsondernemingen Assuralia, British Bankers' Association BBA, Bundesarbeitsgemeinschaft Deutscher Kommunalversicherer BADK, Bundesverband deutscher Banken e.V. Bankenverband, Bundesverband Öffentlicher Banken Deutschlands VÖB, Bureau International des Producteurs d'Assurances et de Réassurances BIPAR, CHAMBRES REGIONALES DU SURENDETTEMENT SOCIAL CRESUS, Conféderation Internationale des Banques Populaires CIBP, EUROPEAN SERVICES FORUM ESF, European Association of Co-operative Banks EACB, European Association of Public Banks and Funding agencies AISBL EAPB, European Associations of Corporate Treasurers EACT, European Banking Federation EBF, European Banking Industry Committee EBIC, European Contact Group ECG, European Savings Banks Group ESBG, European insurance and reinsurance federation CEA, Febelfin NULL, Finanssialan Keskusliitto - Finansbranschens Centralförbund ry FK – FC, Futures and Options Association FOA, Fédération Française des Sociétés d'Assurance FFSA, Fédération bancaire française FBF, Fédération des Experts comptables Européens FEE, Fédération nationale du Crédit agricole FNCA, Gesamtverband der Deutschen Versicherungswirtschaft e.V. GDV, Institute of Chartered Accountants in England and Wales ICAEW, International Association for Financial Participation I.A.F.P., International Capital Market Association ICMA, International Swaps and Derivatives Association ISDA, London Investment Banking Association LIBA, Swedish Bankers´ Association SBA, The Confederation of the Nordic Bank, Finance and Insurance Unions NFU, VOTUM Verband Unabhängiger Finanzdienstleistungs-Unternehmen in Europa e. V., Verband der Auslandsbanken in Deutschland e.V. / Association of Foreign Banks in Germany VAB, Verband der privaten Krankenversicherung e.V. PKV, Wirtschaftskammer Wien/Fachgruppe Finanzdienstleister FG FDL/WKW.
Ok, allora: tu vorresti un sistema finanziario – cioè quei soldi che prendi in prestito per la tua azienda o negozio o per vivere - che fosse alla tua portata, vorresti poter dire a quelli che contano in queste cose “Ehi! Ascoltatemi, datemi ossigeno, per carità!”. Ma non puoi, neppure riusciresti ad avvicinarti alle loro stanze. Invece, quei signori listati qui sopra possono, si chiamano le Lobby finanziarie d’Europa, e non solo possono, ma dettano anche legge, e non solo dettano legge, ma oliano anche quelli che contano, eccome se li oliano. Stanno alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo, al Consiglio d’Europa, alla Banca Centrale Europea, alla tua Banca Centrale, al tuo ministero del Tesoro, ogni santo giorno, 24 ore su 24, sette giorni su sette. E sai cosa fanno? Il loro porco interesse. E sai cosa gliene frega di te? Hai già capito. Ma tu li conoscevi? Sapevi che sono loro a creare le decisioni in finanza e non il tuo politico, o amministratore o Presidente del Consiglio?

Ogni mattina tu ti alzi e pensi a sto mondo degenerato, ti scappano due improperi e tiri dritto. Se sei un impegnato pensi anche a cosa fare per migliorarlo, cioè appartieni allo 0,1% che non tira dritto imprecando. Bene, tu ti dai da fare, ma assieme a te si danno da fare anche questi: Acton Institute for the Study of Religion and Liberty (Grand Rapids, MI - USA) Adam Smith Institute (London UNITED KINGDOM), Adam Smith Society (Milano - ITALY) Adriatic Institute for Public Policy (Rijeka - CROATIA) Africa Fighting Malaria (Congella - SOUTH AFRICA) African Center for Advocacy and Human Development (ACAHD) (Lagos , Lagos - NIGERIA) Agencia Interamericana de Prensa Economica (Boca Raton, FL - USA) Al-Quds (Amman) Alabama Policy Institute (Birmingham, AL - USA) Albanian Center for Economic Research (Tirana - ALBANIA) Allegheny Institute for Public Policy (Pittsburgh, PA - USA) Alternate Solutions Institute (Lahore, Pu - PAKISTAN) América Libre Institute (La Libertad - EL SALVADOR) America’s Future Foundation (Washington, DC - USA) American Council of Trustees and Alumni (Washington, DC - USA) American Enterprise Institute (Washington, DC - USA) American Institute for Full Employment (Klamath Falls, OR - USA) Americans for Tax Reform Foundation (Washington, DC - USA) ANDES LIBRES Asociacion Civil (Cusco - PERU) APOYO Institute (San Antonio, Lima - PERU) Asociacion Civil Consorcio Desarrollo y Justicia (Caracas - VENEZUELA) Asociacion Civil de Empresarios, Consumidores y Artistas Responsables Argentinos(Buenos Aires - ARGENTINA) Asociacion Cristiana de Dirigentes de Empresa (Montevideo - URUGUAY) Asociacion Nacional de Consumidores Libres (San Jose - COSTA RICA) Asociacion Nacional de Fomento Economico (San Jose - COSTA RICA) Association for Liberal Thinking (Ankara - TURKEY) Association pour la Liberte Economique et le Progres Social (Paris - FRANCE) Atlantic Institute for Market Studies (Halifax, NS - CANADA) Atlas Economic Research Foundation (Arlington, VA - USA) Beacon Hill Institute for Public Policy Research (Boston, MA - USA) Becket Fund for Religious Liberty (Washington, DC - USA) Beijing Siyuan Research Center (Beijing - CHINA) Bishkek Business Club (Bishkek, - KYRGYZSTAN) Bluegrass Institute for Public Policy Solutions (Bowling Green, KY - USA) Buckeye Institute (Columbus, OH - USA) Business Ethics Center of Jerusalem (Jerusalem - ISRAEL) Calvert Institute for Policy Research Inc. (Baltimore, MD - USA) Cámara Argentina de Comercio (Buenos Aires - ARGENTINA) Canadian Constitution Foundation (Calgary, AB - CANADA) Canadian Tax Foundation (Toronto, Ontario - CANADA) Canadian Taxpayers Federation (Vancouver, BC - CANADA) Capital ResearchCenter (Washington, DC - USA) Cascade Policy Institute (Portland, OR - USA) Cathay Institution for Public Affairs (Beijing - CHINA) Cato Institute (Washington, DC - USA) Center for Entrepreneurship and Economic Development (Podgorica, Crna Gora - MONTENEGRO) Center for Free Enterprise (Seoul - KOREA) Center for Institutional Analysis and Development (Bucuresti - ROMANIA) Center for International Private Enterprise (Washington, DC - USA) Center for Liberal-Democratic Studies (Serbia - SERBIA) Center for Media Freedom and Responsibility (Makati City - PHILIPPINES) Center for Political Studies (kobenhavn K - DENMARK) Center for Research and Communication Foundation, Inc. (Pasig, Metro Manila - PHILIPPINES) Center for Social Practices (Sofia - BULGARIA) Center for the Defense of Free Enterprise (Bellevue, WA - USA) Center for the Study of Islam & Democracy (Washington, DC - USA) Center of Methodology of Social Science (Rome - ITALY) Centre for Civil Society (New Delhi - INDIA) Centre for Cultural Renewal (Ottawa - CANADA) Centre for Development and Enterprise (Johannesburg - SOUTH AFRICA) Centre for Independent Studies (St Leonards - AUSTRALIA) Centre for Liberal Strategies (Sofia - BULGARIA) Centre for Public Policy Research (Cochin, Kerala - INDIA) Centre for Research into Post-Communist Economies (London - UNITED KINGDOM) Centre for the New Europe (Brussels - BELGIUM) Centro de Divulgacion del Conocimiento Economico (CEDICE) (Caracas - VENEZUELA) Centro de Estudios de la Realidad Economica y Social (Montevideo - URUGUAY) Centro de Estudios Economico-Sociales (Guatemala City - GUATEMALA) Centro de Estudios Macroeconomicos de Argentina (Capital Federal - ARGENTINA) Centro de Estudios Públicos (Santiago - CHILE) Centro de Investigación para el Desarrollo A.C. (Mexico - MEXICO) Centro de Investigacion y Estudios Legales (CITEL) (Lima - PERU) Centro de Investigaciones Economicas Nacionales (Guatemala City - GUATEMALA) Centro de Pol (Caracas, Es - VENEZUELA) Centro para la Apertura y el Desarrollo de America Latina (CADAL) (Buenos Aires - ARGENTINA) Centrum Pro Ekonomiku A Politiku (Prague - CZECH REPUBLIC) China Center for Economic Research (Beijing - CHINA) Circulo De Empresarios (Madrid - SPAIN) Citizens’ Council on Health Care (St. Paul, MN - USA) Civic Institute (Prague - CZECH REPUBLIC) Civitas (Bolivia) (Cochambamba - BOLIVIA) Civitas: Institute for the Study of Civil Society (Westminster - UNITED KINGDOM) Clare Boothe Luce Policy Institute (Herndon, VA - USA) Claremont Institute (Claremont, CA - USA) Committee for a Constructive Tomorrow (Washington, DC - USA) Committee for Monetary Research & Education (Charlotte, NC - USA) Commonwealth Foundation (Harrisburg, PA - USA) Competitive Enterprise Institute (Washington, DC - USA) Conservative Institute of M.R. Stefanik (Bratislava - SLOVAKIA) Consumers for Health Care Choices (Hagerstown, MD - USA) Copenhagen Institute (K - DENMARK) David Hume Institute (Edinburgh - UNITED KINGDOM) Discovery Institute (Seattle, WA - USA) DonorsTrust (Alexandria, VA - USA) E.G. West Centre (England - UNITED KINGDOM) Economic and Social Policy Institute (Belgrade - SERBIA) Education Advancement Fund International (Honolulu, HI - USA) Education Forum (Wellington - NEW ZEALAND) EKOME (Mesogeia Attikis - GREECE) Elinkeinoelämän Valtuuskunta (Helsinki - FINLAND) Escuela Superior de Economia y Administracion de Empresas (ESEADE) (Buenos Aires - ARGENTINA) Ethan Allen Institute (Concord, VT - USA) Ethics and Public Policy Center (Washington, DC - USA) Eudoxa AB (Stockholm - SWEDEN) Eurolibnetwork (Paris - FRANCE) Evergreen Freedom Foundation (Olympia, WA - USA) F.A. Hayek Foundation (Slovakia) (Bratislava - SLOVAKIA) F.A. von Hayek Institut Osterreich, IIAE (Wien - AUSTRIA) Faith & Reason Institute (Washington, DC - USA) Federalist Society for Law and Public Policy Studies (Washington, DC - USA) Flint Hills Center for Public Policy (formerly Kansas Public Policy Institute) (Witchita, KS - USA) Fomento del Trabajo Nacional (Barcelona - SPAIN) Foro de Estudios Sobre la Administracion de Justicia (Buenos Aires - ARGENTINA) Forum-Centre for Strategic Research and Documentation (Skopje - MACEDONIA) Foundation for Democracy in Africa (Arlington, VA - USA) Foundation for Economic Education (Irvington-on-Hudson, NY - USA) Foundation for Individual Rights in Education (F.I.R.E.) (Philadelphia, PA - USA) Foundation for Research on Economics and the Environment (Bozeman, MT - USA) Foundation for Teaching Economics (Davis, CA - USA) Fraser Institute (Vancouver, BC - CANADA) Free Congress Foundation (Washington, DC - USA) Free Market Center, Serbia (Belgrade - SERBIA) Free Market Foundation of Southern Africa (Sandton - SOUTH AFRICA) Free Society Institute (Slovenska Bistrica - SLOVENIA) Freedom Institute (Dublin - IRELAND) Freedom Institute- Jakarta (Jakarta - INDONESIA) Freedom Works (Washington, DC - USA) Frontier Centre for Public Policy (Winnipeg, Manitoba - CANADA) Fully Informed Jury Association (Helena, MT - USA) Fund for American Studies (Washington, DC - USA) Fundación Alberdi (Mendoza - ARGENTINA) Fundación Atlas1853 (Buenos Aires - ARGENTINA) Fundacion Bases (Rosario - ARGENTINA) Fundación Capital (Buenos Aires - ARGENTINA) Fundación Carlos Pellegrini (Buenos Aires - ARGENTINA) Fundación del Tucuman (S.M. de Tucum - ARGENTINA) Fundacion Friedrich A. von Hayek (Buenos Aires - ARGENTINA) Fundacion FUNDAR Justicia y seguridad (Buenos Aires - ARGENTINA) Fundacion Global (Mar de Plata, Buenos Aires - ARGENTINA) Fundación Institucionalidad y Justicia (FINJUS) (Santo Domingo - DOMINICAN REPUBLIC) Fundacion Libertad (Rosario, Santa Fe - ARGENTINA) Fundacion Libertad (Uruguay) (Montevideo - URUGUAY) Fundacion Libertad de Panama (Panama - PANAMA) Fundación Libertad y Democracia (FULIDE) (Santa Cruz - BOLIVIA) Fundacion para el Analisis y los Estudios Sociales (Madrid - SPAIN) Fundacion para el Desarollo de Guatemala (FUNDESA) (Sur Guatemala, Gu - GUATEMALA) Fundación para el Desarrollo Integral de la Sociedad (Santo Domingo, DN - DOMINICAN REPUBLIC) Fundación Paz Ciudadana (Santiago - CHILE) Fundacion Pensar (Buenos Aires - ARGENTINA) Fundación Salvadoreña para el Desarrollo Económico y Social (FUSADES) (Antiguo Cuscatl - EL SALVADOR) Fuping Development Institute (Beijing - CHINA) Future of Freedom Foundation (Fairfax, VA - USA) Galen Institute (Alexandria, VA - USA) Georgia Public Policy Foundation (Atlanta, GA - USA) Globalisation Institute (Brussels, Schuman - BELGIUM) Goldwater Institute (Phoenix, AZ - USA) Grassroot Institute of Hawaii Inc. (Honolulu, HI - USA) Great Plains Public Policy Institute (Sioux Falls, SD - USA) Heartland Institute (Chicago, IL - USA) Hellenic Leadership Institute (Athens - GREECE) Heritage Foundation (Washington, DC - USA) Hispanic American Center for Economic Research (Washington, DC - USA) Hong Kong Centre for Economic Research (Hong Kong - CHINA) Howard Center (Rockford, Il - USA) Human Rights Foundation (New York City, NY - USA) iFRAP (Paris - FRANCE) Illinois Policy Institute (Springfield, IL - USA) Imani Center for Policy and Education (Achimota-Accra - GHANA) Independence Institute (Golden, CO - USA) Independent Institute (Oakland, CA - USA) Independent Institute of Socio-Economic and Political Studies (Minsk - BELARUS) Independent Women’s Forum (Washington, DC - USA) Initiative for Public Policy Analysis (IPPA) (Lagos - NIGERIA) Innovations for Poverty Action (New Haven, CT - USA) Institucion Futuro (Gorr, Navarra - SPAIN) Institut Économique de Montréal (Montreal Economic Institute) (Montreal, Qu - CANADA) Institut Constant de Rebecque (1006 Lausanne - SWITZERLAND) Institut de Formation Politique (Paris - FRANCE) Institut Turgot (Louvain-la-neuve - FRANCE) Institut Za Civilizacijo In Kulturo (Ljubljana - SLOVENIA) Institute for Development and Social Initiatives ‘Viitorul’ (Chisinau - MOLDOVA) Institute for Economic Studies Europe (Paris - FRANCE) Institute for Energy Research (Houston, TX - USA) Institute for Enterprise Culture & Entrepreneurship (Thiruvananthapuram, Kerala - INDIA)Institute for Health Freedom (Washington, DC - USA) Institute for Humane Studies (Arlington, VA - USA) Institute for Justice (Arlington, VA - USA) Institute for Liberty and Policy Analysis (INLAPP) (El Roble, Alajuela, Alajuela - COSTA RICA) Institute for Market Economics (Sofia - BULGARIA) Institute for Policy Innovation (Lewisville, TX - USA) Institute for Political Studies- Portuguese Catholic University (Lisbon - PORTUGAL) Institute for Solidarity in Asia (Makati City - PHILIPPINES) Institute for Strategic Studies and Prognoses (Podgorica - MONTENEGRO) Institute for the Study of Russian Economy (Moscow - RUSSIA) Institute for Trade Standards and Sustainable Development (Princeton, NJ - USA) Institute for Transitional Democracy and International Security (Budapest - HUNGARY) Institute of Economic Affairs - Ghana (Christianborg, Accra - GHANA) Institute of Economic Affairs (IEA) (London - UNITED KINGDOM) Institute of Public Affairs (Melbourne - AUSTRALIA) Institute of Public Finance (Zagreb - CROATIA) Instituto Cultural Ludwig Von Mises (Col. Juriquilla - MEXICO) Instituto de Ciencia Politica (Bogota - COLOMBIA) Instituto de Estudos Empresariais (Porto Alegre, RS - BRAZIL) Instituto de Libre Empresa (Peru) (Santiago de Surco, Lima - PERU) Instituto de Politicas Publicas (Santiago - CHILE) Instituto Ecuatoriano de Economia Politica (Guayaquil - ECUADOR) Instituto Juan de Mariana (Madrid - SPAIN) Instituto Liberal - Rio de Janeiro (Rio de Janeiro - BRAZIL) Instituto Liberdade (Porto Alegre, RS - BRAZIL) Instituto Libertad (Cartago - COSTA RICA) Instituto Libertad y Democracia (Lima - PERU) Instituto Libertad y Progreso (Bogotá - COLOMBIA) Instituto Libre Empresa y Desarrollo, A.C. (Hermosillo, So) Instituto para la Libertad (Quito, Distrito Metropolitano - ECUADOR) Instytut Globalizacji (Gliwice - POLAND) Instytut Liberalno-Konserwatywny (Lublin - POLAND) Inter Region Economic Network - Kenya (IREN) (Nairobi - KENYA) International Centre for Economic Research (Torino - ITALY) International Development Enterprises (India) (New Delhi - INDIA) International Policy Network (London - UNITED KINGDOM) International Society for Individual Liberty (Benicia, CA - USA) Islamic Free Market Institute Foundation (Washington, DC - USA) Israel Center for Social and Economic Progress (Mevasseret Zion - ISRAEL) Istituto Acton (Roma - ITALY) Istituto Bruno Leoni (Torino - ITALY) James Madison Institute (Tallahassee, FL - USA) Jerusalem Institute for Market Studies (Jerusalem - ISRAEL) John Locke Foundation (Raleigh, NC - USA) Josiah Bartlett Center for Public Policy (Concord, NH - USA) Kenya Institute of Public Policy Research and Analysis (Nairobi - KENYA) Kosovar Institute for Policy Research and Development (Belgrade - SERBIA) Landmark Legal Foundation (Kansas City, MO - USA) Language of Liberty Institute (Prescott Valley, AZ - USA) Leadership Institute (Arlington, VA - USA) Liberal Bangla (Cirencester, Gl - UNITED KINGDOM) Liberal Group- Kerala (Kottayam, Ke - INDIA) Liberal Network Europe (Borovets - BULGARIA) Liberales Institut (Zurich - SWITZERLAND) Liberalni Institut (Prague - CZECH REPUBLIC) Libertad y Desarrollo (Santiago, Region Metropolitana - CHILE) Libertas (Copenhagen - DENMARK) Liberté Chérie (Nanterre - FRANCE) Liberty Center (Ulaanbaatar, Sukhbaatar District - MONGOLIA) Liberty Fund (Indianapolis, IN - USA) Liberty Ideas (Vienna - AUSTRIA) Liberty Institute (India) (New Dehli - INDIA) Lion Rock Institute (Hong Kong - CHINA) Lithuanian Free Market Institute (Vilnius - LITHUANIA) Locke Institute (Fairfax, VA - USA) Ludwig von Mises Institute Europe (Brussels - BELGIUM) Ludwig von Mises Institute- Romania (Bucharest - ROMANIA) Mackinac Center for Public Policy (Midland, MI - USA) Maine Heritage Policy Center (Portland, ME - USA) Maine Public Policy Institute (Bangor, ME - USA) Manhattan Institute for Policy Research (New York, NY - USA) Manning Centre for Building Democracy (Calgary, AB - CANADA) Maryland Public Policy Institute (Germantown, MD - USA) Maxim Institute (Auckland - NEW ZEALAND) Media Research Center (Alexandria, VA - USA) Medicine & Liberty (Vevey - SWITZERLAND) Mercatus Center (Arlington, VA - USA) Milton & Rose D. Friedman Foundation (Indianapolis, IN - USA) Minaret of Freedom Institute (Bethesda, MD - USA) Minimal Government (1286 Sen. Gil Puyat Ave., Makati City - PHILIPPINES) Mont Pelerin Society (Alexandria, VA - USA) Montenegro Business Alliance (Podgorica, Sahat Kula - MONTENEGRO) Nassau Institute (Nassau - BAHAMAS) National Center for Policy Analysis (Dallas, TX - USA) National Foundation for Family Research Education (Calgary, AB - CANADA) Network for North Korean Democracy and Human Rights (Seoul - KOREA) Nevada Policy Research Institute (Las Vegas, NV - USA) New Economic School-Georgia (Tbilisi - GEORGIA) New Zealand Business Roundtable (Wellington - NEW ZEALAND) Oklahoma Council of Public Affairs Inc. (Oklahoma City, OK - USA) Open Republic Institute (Dublin 4 - IRELAND) Pacific Research Instiute for Public Policy (San Francisco, CA - USA) PalThink for Strategic Studies (Gaza, Palestine) Paraguayan Center for Promotion of Economic Freedom and Social Justice (Asunci - PARAGUAY) Philadelphia Society (Jerome, MI - USA) Philanthropy Roundtable (Washington, DC - USA) Pioneer Institute for Public Policy Research (Boston, MA - USA) Platte Institute for Economic Research (Omaha, NE - USA) Polish Ludwig von Mises Institute (Warszawa - POLAND) Polish-American Foundation for Economic Research and Education ‘pro publico bono’(Warsaw - POLAND) POPULI (Politicas Publicas para la Libertad) (La Paz - BOLIVIA) Prague Security Studies Institute (Prague - CZECH REPUBLIC) Private Sector Organization of Jamaica (Kingston - JAMAICA) Project Empowerment (London - UNITED KINGDOM) Projekt Lodz Foundation (Lodz - POLAND) Property and Environment Research Center (Bozeman, MT - USA) Prosperity Foundation (Kathmandu - NEPAL) Public Interest Institute (Mt. Pleasant, IA - USA) Reason Foundation (Los Angeles, CA - USA) Red Libertad (Mara del Plata, Buenos Aires - ARGENTINA) Rio Grande Foundation (Albuquerque, NM - USA) Romania Think Tank (Bucharest - ROMANIA) Romanian Institute for Recent History (Bucharest - ROMANIA) RSE-Centre for Social and Economic Research (Reykjavik - ICELAND) Sagamore Institute for Policy Research (Indianapolis, IN - USA) Science & Environmental Policy Project (Arlington, VA - USA) Scientific Research Mises Center (Minsk - BELARUS) Shalem Center (Jerusalem - ISRAEL) Shamie Center for Better Government (Boston, MA - USA) Show-Me Institute for Public Policy (St. Louis, MO - USA) Social Affairs Unit (London - UNITED KINGDOM) Society for Quality Education (Toronto, ON - CANADA) SOS Education Association (Paris - FRANCE) South Carolina Policy Council (Columbia, SC - USA) Southeastern Legal Foundation (Atlanta, GA - USA) State Policy Network (Richmond, CA - USA) Stockholm Network (London - UNITED KINGDOM) Sutherland Institute (Salt Lake City, UT - USA) Taiwan Institute of Economic Research (Taipei - TAIWAN-ROC) Tennessee Center for Policy Research (Nashville, TN - USA) Texas Public Policy Foundation (Austin, TX - USA) The Boss (Kathmandu - NEPAL) The Bruges Group (London - UNITED KINGDOM) The Free State Foundation (Potomac, MD - USA) The Ohrid Institute for Economic Strategies and International Affairs (Skpoje - MACEDONIA) Thomas Jefferson Institute for Public Policy (Springfield, VA - USA) TIMBRO (Stockholm - SWEDEN) Toward Tradition (Mercer Island, WA - USA) Unirule Institute of Economics (Beijing, Haidian District, - CHINA) Venezie Institute (South Kensington, Lo - UNITED KINGDOM) Verdad Colombia (Bogota, Cu - COLOMBIA) Virginia Institute for Public Policy (Gainesville, VA - USA) Washington Policy Center (Seattle, WA - USA) Wisconsin Policy Research Institute (Thiensville, WI - USA) Wynnewood Institute (Wynnewood, PA - USA) Yankee Institute for Public Policy Studies (Hartford, CT - USA) Young Britons Foundation (London - UNITED KINGDOM) Zambia Institute for Public Policy Analysis (Kitwe - ZAMBIA). Dunque tu ti dai da fare per migliorare il mondo. Loro invece pensano a come peggiorarlo. Solo che loro hanno budget di milioni di dollari o di euro, e sfornano praticamente tutti i cervelli economici delle università, dei ministeri delle Finanze, delle Confindustrie, i grandi tecnocrati mondiali. Li conoscevi? Loro non fanno manifestazioni, non portano sciarpe colorate, e non vanno ai circhi con Saviano o Grillo. Lavorano 24 ore su 7 giorni su 7, come quegli altri più sopra, macinano potere da forsennati. Sono le fondazioni di destra economica, i grandi burattinai. Disciplinati, implacabili, e soprattutto immensamente competenti e sempre connessi a tutte le prese giuste, accesso diretto con tappeto rosso a ogni singolo uomo o donna in posizione di potere nazionale, anzi, la realtà è addirittura grottescamente all’opposto: sono i politici che hanno accesso diretto a loro, perché da loro prendono ordini e guai a chi sgarra. Leggi questo: “… Il Paese è divenuto talmente aperto a tutte le correnti, che non può permettersi più alcuna politica indipendente, nessuna deviazione dal trend imposto dai mercati internazionali… il fato del governo Berlusconi (1994, nda) è la prova più lampante di questa affermazione: la maggioranza che sorregge un governo che si mette anche brevemente in contrasto con i mercati internazionali si decompone e il governo cade". (Marcello De Cecco, La Sapienza, Roma)

Ok, “adesso gliela facciamo vedere a quella cosa lì”, vero?
( Paolo Barnard )

Quando Illo era ancora Bagnai

sabato 28 settembre 2019

Il principio di cautela in politica

Il principio di cautela recita: «L'assenza di prove non è prova di assenza». Come non essere d'accordo? Un esempio: non abbiamo prove che il 5G sia innocuo per la salute umana, ma non possiamo escludere che lo sia. E infatti il 5G si farà, alla faccia del principio di cautela.

Bello vero? Ora accade che questo principio di cautela venga invocato a proposito dell'allarme sul riscaldamento climatico, lanciato in questi giorni con la massima intensità. Il ragionamento è: forse non abbiamo prove che il forte aumento della concentrazione di Co2 nell'atmosfera, conseguenza delle attività antropiche, sia la causa dell'aumento di temperatura degli ultimi anni, ma non possiamo escludere che lo sia. E dunque si prenderanno provvedimenti.

Come vedete due diverse applicazioni dello stesso principio. Nel secondo caso, però, i fans del principio di cautela argomentano che il pericolo potenziale è così grande e devastante che è necessario rispettarlo. L'invocazione del principio di cautela per il riscaldamento climatico, descritto in termini catastrofici e addirittura imminente, esime così i suoi sostenitori dall'onere della prova: basta il sospetto. E' come quando si va a funghi, per cui si rinuncia a raccogliere un esemplare che sembra identico, salvo una leggera puntinatura, a una specie che sappiamo essere commestibile. Principio di cautela.

Tutto bene allora? No, per niente. Innanzi tutto perché il tempo per una campagna informativa a più livelli, cioè con eventi pubblici trasmessi dai media, di crescente complessità scientifica, tale così da permettere a tutti gli strati della popolazione, dai più incolti ai più colti, di farsi un'opinione informata, c'è in abbondanza e ci sarà, visto che gli investimenti necessari a scongiurare la catastrofe non potranno certo partire domani. Quello che abbiamo visto, invece, almeno per ora è una ragazzina di sedici anni con la terza media che marina la scuola, la quale, alzando il ditino, bacchetta i Grandi del mondo nel mentre viene ripresa in mondovisione.

Il pensiero corre allora ai numerosi casi nei quali il Potere, invocando il principio di cautela, ha posto in essere azioni vergognose e, queste sì, dagli esiti catastrofici. Ricordate la caccia alle streghe in America al tempo del senatore McCarthy? Qualche anno dopo Eleanor Roosevelt così ebbe ad esprimersi: «È stata una vera e propria ondata di fascismo, la più violenta e dannosa che questo Paese abbia mai avuto.». Perché avvenne una cosa così mostruosamente antidemocratica? Semplice, per il principio di cautela, applicato in quel caso al pericolo dell'infiltrazione comunista.

Vero è che appena 15 anni prima lo stesso principio era stato applicato nella Germania nazista contro gli ebrei, accusati di tramare contro la nazione germanica. E' il principio di cautela, bellezza!

Poi c'è stato l'11 settembre quando, sempre per cautela, l'America invase l'Afghanistan, e poco dopo la fialetta di polverina bianca agitata da Colin Powell; e ancora una volta, sempre per il principio di cautela, si invase l'Iraq causando la morte di milioni di esseri umani. Ma volete mettere se fosse stato vero che Saddam aveva le armi di distruzione di massa?

Potrei continuare con altri mille esempi di come il Potere menta spudoratamente, ad esempio ricordandovi il falso eccidio di soldati di frontiera tedeschi, in realtà opera di SS travestite, che giustificò l'attacco alla Polonia; oppure l'incidente del golfo del Tonchino in seguito al quale gli USA diedero inizio all'escalation in Vietnam. Voglio infine citare un esempio caro ai no-euro. Certo, lo so, ormai siamo una dozzina di persone in tutta Italia - diGiamolo - perché tutti gli altri, per timore di essere esclusi dal dibattito sono giunti a più miti consigli (a Castro si dice "che ve possino cicà") ma come non ricordare che si è argomentato per decenni che, senza l'euro, saremmo finiti nel baratro per colpa delle baby pensioni regalate dallo Stato sprecone a milioni di fancazzisti? E fu subito Monti, per cautela e con urgenza!

Ma riprendiamo il filo del discorso a proposito del riscaldamento globale. Premesso che è provato, e ammesso anche dai più catastrofisti, che l'aumento di temperatura media del globo si è arrestato dal 2000 al 2014, addirittura con una lieve diminuzione di 0,2 °C, per poi riprendere dal 2015 ad oggi, dobbiamo porci una domanda: quale sarà il prezzo politico che pagheremo se, ancora una volta, il rispetto del principio di cautela si rivelerà l'ennesimo inganno posto in atto dal Potere al fine di perseguire i suoi scopi? E soprattutto: quali potrebbero essere tali scopi? Vi lascio senza risposta perché io soffro di troppa immaginazione e potrei, qualora vi dicessi quel che penso veramente, essere scambiato per un gombloddisda.

Tuttavia, al fine di darvi qualche indizio, sottopongo alla vostra attenzione alcune immagini scattate nel corso delle recenti manifestazioni in difesa dell'ambiente, chiaro esempio della qualità, profondità e accuratezza del dibattito, nonché il video di un noto politico che, in previsione del rischio di scarsità di generi alimentari, si è prodigato nella distribuzione di merendine alle folle affamate. Guardate, giudicate voi, fatevi la vostra idea. Da parte mia, visto che mi sono autoescluso dal dibattito, riprenderò l'abitudine di trascorrere le serate guardando serie e filmati su Netflix.





In verità vi dico che la tesi del riscaldamento globale causato dalla CO2 è una boiata pazzesca!

Vi propongo due video, a mio parere di importanza fondamentale per capire di cosa stiamo parlando quando si discute di riscaldamento globale. Il primo è di un giovane di qualche anno più grande della Greta con la terza media che marina la scuola per andare ad alzare il ditino all'ONU, questo signore qua:



Il secondo è un documentario in inglese (sottotitolato) che, l'anno scorso, ho fatto vedere ai miei studenti nell'ambito del sacrosanto principio della libertà di insegnamento. A proposito gretini, avete obiezioni? Posso io, insegnante, esporre ai miei studenti idee diverse, e anzi opposte, alle vostre?



giovedì 26 settembre 2019

Tressette col Morto

«Il Tressette col morto è una variante del Tressette che si gioca in 3 giocatori ed il "morto" rappresenta il compagno inesistente del mazziere. Il morto riceve le carte come un normale giocatore ma, dopo che il primo giocatore di mano ha giocato la sua prima carta, queste vengono scoperte sul tavolo e saranno giocate, al turno del morto, dal mazziere. Tutte le altre regole restano invariate.»

Vi segnalo questa intervista di Claudio Messora a Gianfranco Peroncini, autore del saggio “Il Podestà Forestiero“, di Gianfranco Peroncini (scaricabile qui).


Tolte le giaculatorie conclusive (superamento del capitalismo e quant'altro, come dire vaste programme) l'intervista è di grande interesse. In essa, dopo aver richiamato la scelta degli USA di utilizzare le potenze sconfitte in guerra, Germania e Giappone, come bastioni anti sovietici favorendone la ripresa economica, Gianfranco Peroncini propone un parallelo tra il piano Solo (il minacciato colpo di Stato del gen. De Lorenzo nel 1964) e il golpe bianco del 2011 che determinò la caduta del governo Berlusconi. 

Credo che questo parallelismo sia solo parzialmente corretto. Lo è in quanto, come è innegabile, ci sono state ingerenze di altri paesi nella politica italiana, ma questo se permettete è banale: le ingerenze ci sono sempre! Le domande che dobbiamo farci sono molte, a cominciare da quella principale, chi ha ingerito. Nel 1964 a farlo sono stati, credo senza ombra di dubbio, gli USA, preoccupati non tanto dalle linee di politica economica che il centrosinistra voleva adottare quanto da un possibile allontanamento dell'Italia dal fronte antisovietico, fosse pure solo con l'adesione al fronte dei paesi non allineati che all'epoca era nato da tre anni. A mio parere questa ingerenza interna si incrociò con il conflitto distributivo interno al nostro paese col risultato che, per scongiurarne lo scivolamento geopolitico, gli USA agirono da elemento mediatore. Il piano solo non fu posto in essere, ma il programma economico del centrosinistra ne risultò annacquato. Dunque l'ingerenza americana ebbe l'effetto, in fin dei conti, di procrastinare l'inizio del conflitto di classe, il quale tuttavia esplose in modo violento nell'autunno del 1969.

Uno degli strumenti utilizzati dalla borghesia cotoniera italiana fu, per la prima volta, l'Europa, che ai tempi si chiamava CEE, per il tramite del suo Presidente Walter Hallstein, il quale inviò ad Aldo Moro un memoriale, nel quale raccomandava la riduzione della spesa pubblica, l’aumento della pressione fiscale, la soppressione o almeno il rallentamento della scala mobile sui salari:

"La Commissione è del parere che l’assieme delle azioni intraprese non è sufficiente a ristabilire l’equilibrio desiderato e ad evitare il rischio che i progressi compiuti nella realizzazione del Mercato in comune siano rimessi in discussione."

Vi riporto quello che scrive Luca Tibaldi a proposito di Walter Hallstein, ex nazista ma, soprattutto, tedesco. 

«LE ORIGINI OSCURE DELL'UE.

Questa è una cosa che in molti non sanno.
Ruota tutto intorno ad una figura, Walter Hallstein.


Konrad Adenauer, Walter Hallstein e Antonio Segni
firmano i Trattati di Roma nel 1957
Hallstein fu un importante giurista tedesco che ebbe parecchi legami con il regime hitleriano.
Dapprima studiò al "Kaiser Wilhelm Institute" di Berlino, che era un istituto privato finanziato dalla IG Farben. La IG Farben fu una multinazionale tedesca, cuore finanziario del regime di Hitler. Fu la massima fornitrice dello Zyklon-B, il gas delle camere nei lager. Inoltre fu una delle società che chiese il maggiore numero di deportati per compiere esperimenti su di loro.

Visto che quello nazista aveva l'ambizione di diventare un regime totalitario, era fondamentale che TUTTI i settori sociali passassero, più o meno direttamente, sotto il suo controllo.
La professione legale era uno dei settori più importanti, visto che sarerebbe stata usata per creare una copertura "legale" alla dittatura.

Nel 1933, subito dopo la presa del potere, venne fondato inizialmente il BNSDJ, "Bund Nationalsozialistischer Deutscher Juristen", ("Associazione dei giuristi nazional-socialisti tedeschi"), poi nel 1939 venne convertito nella "Associazione dei Guardiani della legge", la Rechtwahrer.
Coloro che entravano a far parte di tali associazioni erano solo quelli che sostenevano incondizionatalmente e contribuivano alla realizzazione dell'ideologia nazista e del suo piano di conquista globale.

Walter Hallstein fu un membro sia del BNSDJ che della Rechtwahrer.

Sono parole sue, e queste non sono le uniche associazioni naziste a cui aderì. Il 30 settembre 1935 scrisse una lettera:
"Ai rappresentanti del governo presso l'università Rostock, facendo riferimento al mio giuramento di fede al servizio dichiaro: dopo la guerra sono stato membro delle seguenti organizzazioni: durante il mio periodo di assistente procuratore, sono stato membro dell'Associazione degli assistenti procuratori del Reich, in qualità di professore sono stato membro dell'Associazione delle università tedesche del Reich. Attualmente sono membro dell'Associazione dei giuristi nazional-socialisti tedeschi, dell'Associazione dei maestri nazional-socialisti (nationalsozialistischer lehrerbund) e dei docenti".

Dal 21 al 25 giugno 1938, Hallstein arrivò a rappresentare il governo nazista ai negoziati di stato con l'Italia fascista per determinare le condizioni legali per organizzare il dominio nazista nel continente.

Nel 1939 fece un discorso, chiamato "Discorso della Conquista", in cui descriveva dettagliatamente i piani per l'organizzazione dei Paesi sottomessi. Tra le altre cose, dovevano essere sotto diretto controllo tedesco l'intera legislazione civile, penale ed economica, oltre a tutti i regolamenti amministrativi dei Paesi sottomessi. Inoltre doveva esistere la legge del "Sangue e Onore", secondo cui la supremazia tedesca esisteva in tutti i settori.

Dopo la fine della guerra, quando ebbe inizio il processo di denazificazione della Germania e dei Paesi collaborazionisti, Hallstein rinnegò tutto il suo passato. In un questionario presentato per verificare le passate attività delle massime personalità dello stato negò di aver fatto parte di organizzazioni politiche all'università, negò di aver tenuto discorsi al di fuori della sua attività lavorativa, negò di aver diffuso idee naziste, idee antidemocratiche e idee sulla Germania imperialista. Negò tutto.

Bene. Perchè tutto questo? Perchè racconto la storia di un nazista?
Semplice. Questo nazista, Walter Hallstein, è l'uomo che compare in mezzo in questa foto, seduto tra Konrad Adenauer e Antonio Segni.
La data era il 25 Marzo 1957, quando Hallstein sottoscrisse i TRATTATI DI ROMA. In quel giorno fu nominato uno dei 12 padri fondatori dei Trattati di Roma, il documento di fondazione dell'Unione Europea, di cui egli fu coautore.

È tutto? No, assolutamente no.
Hallstein, il 7 gennaio 1958, fu nominato primo PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA.
E nel 1963 fu confermato per un secondo mandato.

Io non voglio commentare. Ognuno faccia i propri ragionamenti e tragga le proprie conclusioni, con razionalità e senza complottismi.


(Luca Tibaldi

Consentitemi un'osservazione. Non capisco perché un tedesco, che ovviamente era stato nazista essendolo quasi tutti in Germania all'epoca, debba essere considerato un agente di un fantomatico mondialismo piuttosto che, più prosaicamente, un nazionalista tedesco. Forse perché fa più figo? O forse perché è più prudente parlar male di immaginari quanto lontani nemici globalisti che non dei ben più reali nemici che abbiamo in casa? Alla fin fine sono questi ultimi che possono renderci la vita difficile, dall'impedirci di pubblicare libri fino al prelevarci in casa alle quattro di mattina per arrestarci dopo una stretta autoritaria... ma suvvia, beato me che non capisco un cazzo.

E' molto importante sottolineare il ruolo della borghesia cotoniera italiana, onde non scivolare in un'interpretazione riduttiva e semplicistica delle ricorrenti crisi italiane che una certa narrazione nazional-liberale ascrive sempre e soltanto all'opera di potenze straniere, sia pure "alleate", oscurando completamente il ruolo di questa fondamentale attrice della politica nazionale. La borghesia cotoniera, invece, è stata sempre uno dei giocatori della partita a tressette che si è giocata in Italia, fin dalla sua nascita come Stato nazione. Essa, in quanto forza dominante, è una e bina: oltre alla componente nazional-liberale, già citata, ve ne è un'altra che possiamo definire liberal-democratica

Dunque, al tavolo del tressette, due dei giocatori sono i nazional-liberali e i liberal-democratici, entrambi espressioni della borghesia cotoniera, che talvolta sono in conflitto tal altra agiscono di conserva contro il terzo giocatore, allorquando questi comincia a diventare una minaccia. Il terzo giocatore sono le forze nazionali-popolari. Queste, reduci da una sconfitta storica culminata con la caduta del muro di Berlino, a distanza di oltre 20 anni hanno provato a rialzare la testa, col risultato che entrambe le fazioni liberali sono state indotte ad occuparsene. La strategia è stata molto sofisticata, ed è consistita nella frantumazione/ricomposizione del quadro politico che aveva stabilmente governato l'Italia dal colpo di Stato di Tangentopoli - il quale, giova ricordarlo, servì ad azzerare ogni residua rappresentanza nazional-popolare attraverso l'annichilimento della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista, nel mentre si tentava di consegnare ai perdenti assoluti della precedente partita politica, il PCI che si affrettava a posizionarsi su posizioni liberal-democratiche, il governo del paese. Un'operazione solo parzialmente di successo, in quanto la fazione nazional-liberale, guidata da Silvio Berlusconi, fu capace di ristabilire in tempi rapidi un certo equilibrio. 

Veniamo al 2011, quando c'è stata una seconda abnorme interferenza nella politica italiana. Come è evidente, e lo stesso Gianfranco Peroncini lo riconosce, questa volta è più problematico individuare con certezza gli USA come mandanti. Per altro in quel paese la frattura del quadro politico tra liberal-democratici (Clinton-Obama) e nazional-liberali (Trump) si stava già approfondendo, e costituisce oggi la chiave di fondo della politica. In ogni caso è evidente che nel 2011 non c'era, come nel 1964, il pericolo di uno scivolamento dell'Italia nel novero dei paesi non allineati, mentre il problema, visto da Washington, riguardava e riguarda la mutata funzione dell'UE nell'ambito della geopolitica imperiale degli USA: se come organizzazione politica sempre più autonoma e in prospettiva antagonista agli USA o, piuttosto, semplice area di libero scambio. Non ho dubbi sul fatto che, negli USA, sia la fazione obamiana che quella trumpiana preferiscano la seconda opzione, con il che un'eventuale sfilarsi dell'Italia, come sta accadendo con l'UK, non rappresenta certo un problema di sicurezza nazionale, a patto che non vi siano ripercussioni di natura geopolitica.

Per come la vedo, nel 2011 l'interferenza non ha avuto origine a Washington, sebbene all'epoca il governo fosse nelle mani dei liberal-democratici (Obama) ma a Bruxelles, e ancora una volta per il tramite, dirò di più: su sollecitazione, della borghesia cotoniera italiana, in quel frangente unita e concorde nelle sue due articolazioni. Ce lo confessa, con la consueta dabbenaggine, lo stesso Monti, come ho evidenziato in questo articolo. Il fatto è che la messa in discussione dell'euro, e quindi dell'UE, minacciava di restituire un ruolo al giocatore annichilito nel 1992, le forze nazional-popolari

E' così iniziata, a partire dal governo Monti, una complessa operazione che si è sviluppata su due fronti. Sul piano economico si è avviato il saccheggio definitivo dei beni pubblici - pensioni, sanità, scuola, public utilities - per mezzo del consolidamento fiscale, la qual cosa ha ulteriormente rafforzato il potere economico della borghesia cotoniera oggi finalmente padrona assoluta dei mezzi di produzione avendo annichilito ogni tutela a difesa del lavoro, per di più affrancandosi anche dalla necessità di approvvigionarsi di capitali esteri stante il considerevole surplus delle partite correnti. Sul piano politico si è sviluppata un'operazione di infiltrazione della rinascente forza nazional-popolare, fattualmente microscopica ma percepita come potenzialmente in grado di rialzare la testa. Ciò è avvenuto utilizzando un nuovo partito, il M5S, e uno ormai ridotto a forza regionale, la Lega. In entrambi questi partiti sono state innestate le tematiche di contestazione dell'euro e dell'UE al fine di inaridire il crescente flusso di consenso che la fazione nazional-popolare rischiava di intercettare, e lo si è fatto ricorrendo al principio immortale del cosiddetto voto utile. In sostanza ai potenziali elettori della rinascente fazione nazional-popolare è stato detto: perché volete sostenere la nascita di un piccolo partito nazional-popolare che, per forza di cose e nella migliore delle ipotesi, sarà ininfluente, quando ci sono due partiti con un certo seguito e già organizzati che condividono le vostre idee? Ed ecco che, d'improvviso, il M5S che era stato concepito come un movimento di supporto alla ormai sfibrata narrazione ambientalista arenatasi in seguito alla scandalosa gestione delle tematiche verdi,  si trasforma in un partito eurocritico, nel mentre la Lega trova un nuovo leader che, approfittando di una inusitata ribalta televisiva, compie la stessa operazione rafforzandola con una martellante polemica anti-immigrazionista. Non solo, entrambi questi partiti sposano altre tematiche, intercettando ad esempio la rivolta no-vax, la resistenza popolare contro le teorie gender, e altre questioni come il disagio davanti all'agenda pannelliana del fine vita, della la liberalizzazione delle droghe, e tutto quel che si poteva trovare nell'arsenale di una cultura globalista che non era riuscita a sedimentarsi negli strati popolari ritenuti potenziali elettori di una rinascente forza nazional-popolare

Un'operazione da manuale, nella quale le difficoltà a sedimentarsi in ogni strato della popolazione della narrazione liberale, che è sia di matrice liberal-progressista che nazional-liberale, come è dimostrabile per tabulas e come i fatti hanno confermato in modo eclatante - si vedano le indecorose inversioni ad U sulle politiche vaccinali e sul gender sia del M5S che della Lega, nonché il perseverare del M5S sul fine vita dopo il ribaltone di agosto - sono state trasmutate in punti di forza. Poi dicono che non esiste la pietra filosofale!

Nel mentre tutto ciò avveniva alcuni personaggi non certo provenienti da ambienti popolari, che pure erano assurti al rango di portavoce della rinascente fazione nazional-popolare - fatto questo che è stato conseguenza di una buona dose di dabbenaggine e ingenuità da parte di molti - hanno iniziato a dar vita a una operazione di delegittimazione e discredito nei confronti dei pochi che non hanno mai desistito dal pensare che un partito nazional-popolare, quindi acerrimamente nemico di ogni declinazione politica di stampo liberale, debba necessariamente trarre la sua forza vitale dalla sua classe sociale di riferimento, il popolo lavoratore. A nulla sono valsi gli avvertimenti, i ragionamenti, le prove eclatanti, le disperate resistenze. Il quarto giocatore del tressette, il morto, non ha voluto intendere ragione! Questo quarto giocatore, il morto appunto, è la grande massa passiva, moralmente indebolita da decenni di sopravvivenza nel paese dei balocchi di matrice libero-scambista. Il giocatore morto ha preferito dare ascolto ai falsi profeti provenienti da ambienti che percepisce come altolocati, in realtà ben sottolocati nella reale gerarchia del potere, cibandosi di promesse fatue e false inerenti una fantomatica strategia che avrebbe, ad un certo punto, condotto a mirabolanti risultati

Sappiamo, ormai, come è andata a finire.

In questo momento, dopo l'amara delusione, il quarto giocatore del tressette è tornato nel suo sarcofago e ha tirato a sé il coperchio. Non ne vuol più sapere, è stanco, sembra o forse è rassegnato al suo destino. Dovrà obbligatoriamente vaccinare i suoi figli, redigere una dichiarazione sul fine vita, sopportare i corsi gender a scuola, continuerà a fare la spesa con l'euro col quale dovrà presto comprare una nuova auto ecologica. Per non parlare dei mille altri costosi grattacapi: scegliere il gestore privato delle sue forniture, affrontare i contenziosi con le società fornitrici di servizi in condizione di debolezza, pagarsi una pensione integrativa, un'assicurazione contro le malattie, convivere con una crescente immigrazione, pensare e parlare in modo politically correct pena severe sanzioni... il tutto grazie alla strategia. Un sentito ringraziamento a questi signori! Uno dei quali, nell'indecoroso parlamento europeo, qualche giorno fa ha slinguazzato Mario Draghi.

Ma la partita continua: come sempre, dopo il tempo della piazza, riprende la battaglia fra le élites politiche, una delle quali è nuovamente quella nazional-popolare, sconfitta ma che ha rialzato la testa. E' quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare.

martedì 24 settembre 2019

Operazione Thunberg


Siamo forse alla vigilia di un green-new-deal per uscire dalle sabbie mobili dei fallimentari Quantitative Easing, abbandonando l'illusione che l'economia possa essere governata con soli strumenti monetari? Il vostro blogger di paese ne parla in questo video, imperniato sull'intervento di Greta Thunberg all'ONU.



Addendum: qua si vede meglio.


domenica 22 settembre 2019

Mario Monti avalla la "congettura eretica"?

Guardando il video dell'incontro "Garanzia e Sostenibilità del welfare nel breve e lungo periodo" con Mario Monti e Alberto Bagnai, al minuto 47'10'' ho avuto un sobbalzo nel sentire Monti affermare che la famosa lettera dell'estate del 2011 (riportata in coda all'articolo) era stata sollecitata dal governo Italiano, al tempo guidato da Silvio Berlusconi. Mi sembra che questa affermazione corrobori la mia "congettura eretica" secondo la quale non la Kommissionen Kattiven, ma i singoli governi dell'UE chiedono a questa di inviare gli ordini che essi stessi desiderano ricevere. In altre parole, fermo restando il fatto che ci sono dei trattati da rispettare - che tuttavia tutti hanno infranto e l'Italia meno di altri - l'UE è un'organizzazione intergovernativa, e non il covo di misteriosi poteri eurocratico-globalisti al servizio della finanza liquida cosmopolita, come certe narrazioni affascinanti ma, al contempo, paralizzanti rispetto ad ogni possibilità di azione, vogliono far credere. In soldoni, l'avversario politico ce l'abbiamo in casa, non a Bruxelles, dove invece si trovano i potenti altoparlanti atti a spargere terrore e rassegnazione. Lo spread! Lo spread!! Lo spread!!!




Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011
Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell’euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali».
Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali. Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.
Nell’attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1.Vediamo l’esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l’aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l’efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C’è anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L’accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.
2.Il Governo ha l’esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.
Vista la gravità dell’attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell’amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l’efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione). C’è l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,
Mario Draghi, Jean-Claude Trichet

L'editto baltico


Link correlato: Importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa (risoluzione del parlamento europeo)

Nella giornata di ieri il Parlamento europeo con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti ha approvato una mozione di condanna dell'uso dei simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che celebrano la liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa ed equiparando il comunismo al nazifascismo. Di seguito tutti i parlamentari italiani che hanno votato questa infame mozione, tra i quali tutti i parlamentari del PD.

S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici): Bartolo (PD), Benifei (PD), Bonafè (PD), Calenda (PD), Chinnici (PD), Cozzolino (PD), Danti (PD), De Castro (PD), Ferrandino (PD), Gualmini (PD), Moretti (PD), Picierno (PD), Pisapia (PD), Tinagli (PD).

EFD (Europa della Libertà e della Democrazia): Adinolfi Matteo (Lega), Baldassarre (Lega), Bardella (Lega), Basso (Lega), Bizzotto (Lega), Bonfrisco (Lega), Borchia (Lega), Bruna (Lega), Camponemosi (Lega), Caroppo (Lega), Casanova (Lega), Conte (Lega), Da Re (Lega), Donato (Lega), Dreosto (Lega), Grant (Lega), Lancini (Lega), Lizzi (Lega), Panza (Lega), Regimenti (Lega), Rinaldi (Lega), Sardone (Lega), Tardino (Lega), Tovaglieri (Lega), Vuolo (Lega), Zambelli (Lega).

PPE (Partito Popolare Europeo): Berlusconi (FI), Dorfmann (SV), Martusciello (FI), Milazzo (FI), Salini (FI), Tajani (FI)

ECR (Conservatori e Riformisti Europei): Fidanza (FdI), Fiocchi (FdI), Fitto (FdI), Stancanelli (FdI)

Per la Lega hanno votato a favore 26 parlamentari su 29.

Questi sono i nomi dei promotori.

a nome del gruppo PPE (Partito Popolare Europeo):
Michael Gahler (tedesco), Andrius Kubilius (lituano), Rasa Juknevičienė (lituana), Željana Zovko (bosniaco-croata), David McAllister (tedesco), Antonio Tajani (italiano, per la precisione di Alatri), Sandra Kalniete (lettone), Traian Băsescu (rumeno), Radosław Sikorski (polacco), Andrzej Halicki (polacco), Andrey Kovatchev (bulgaro), Ewa Kopacz (polacca), Lukas Mandl (austriaco), Alexander Alexandrov Yordanov (bulgaro), Andrea Bocskor (ungherese), Inese Vaidere (lettone), Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (polacca), Vladimír Bilčík (slovacco), Ivan Štefanec (slovacco), Liudas Mažylis (lituano), Loránt Vincze (rumeno), Arba Kokalari (svedese)

a nome del gruppo S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici)
Kati Piri (olandese), Isabel Santos (portoghese), Sven Mikser (estone), Marina Kaljurand (estone).

a nome del gruppo Renew (Renew Europe: Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa; Partito Democratico Europeo)
Michal Šimečka (slovacco), Frédérique Ries (belga), Ramona Strugariu (rumena), Katalin Cseh (ungherese), Ondřej Kovařík (ceco), Vlad-Marius Botoş (rumeno), Izaskun Bilbao Barandica (spagnola, basca), Jan-Christoph Oetjen (tedesco), Sheila Ritchie (scozzese), Olivier Chastel (belga), Petras Auštrevičius (lituano).

a nome del gruppo ECR (Conservatori e Riformisti Europei - partiti conservatori di destra e di centro-destra che si dichiarano euroscettici e antifederalisti, in quanto si oppongono al federalismo europeo.)
Ryszard Antoni Legutko (polacco), Anna Fotyga (polacca), Tomasz Piotr Poręba (polacco), Dace Melbārde (lettone), Witold Jan Waszczykowski (polacco), Ryszard Czarnecki (polacco), Jadwiga Wiśniewska (polacca), Bogdan Rzońca (polacco), Anna Zalewska (polacca), Jacek Saryusz-Wolski (polacco), Grzegorz Tobiszowski (polacco), Joanna Kopcińska (polacca), Elżbieta Rafalska (polacca), Joachim Stanisław Brudziński (polacco), Beata Szydło (polacca), Beata Mazurek (polacca), Andżelika Anna Możdżanowska (polacca), Beata Kempa (polacca), Patryk Jaki (polacco), Charlie Weimers (svedese).

Se andiamo a contare le nazionalità dei promotori viene fuori questo bel quadretto:

Polonia: 22
Lituania: 4
Romania: 4
Germania: 3
Lettonia: 3
Slovacchia: 3
Belgio: 2
Bulgaria: 2
Estonia: 2
Svezia: 2
Ungheria: 2
Austria: 1
Bosnia: 1
Italia: 1
Olanda: 1
Portogallo: 1
Repubblica Ceca: 1
Scozia: 1
Spagna: 1

Dal quale si evince che ben 33 dei 61 promotori sono di nazionalità baltica (Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Svezia) vale a dire paesi che da secoli sono in conflitto con la Russia (vedi prima guerra del nord e seconda guerra del nord). A questi bisogna aggiungere alcuni paesi dell'ex Europa sovietica (Romania, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca), anch'essi ossessionati dal timore del grande vicino russo, per un totale di altri 12 promotori, sicché possiamo affermare che ben 55 dei 61 promotori sono stati mossi, con ogni probabilità, da considerazioni di ordine geopolitico prima ancora che ideologico.

Insomma un editto baltico, all'ombra dell'inutile Parlamento europeo. Pertanto coloro che insistono con la teoria dei poteri cosmopoliti espressione della finanza liquida apolide e bla bla bla sono invitati a riflettere un attimino: magari l'UE non è altro che un'organizzazione intergovernativa nella quale ogni paese porta le sue istanze affinché siano sostenute dall'assemblea dei soci? Magari, alla fin fine, in ogni paese comanda e decide la classe dominante nazionale, e non questa mitica Commissione dei nostri stivali?

E' una domanda fondamentale perché, se si continua a ritenere che siamo oppressi dai poteri eurocratici dimenticando quelli nazionali, ad esempio la nostra Confindustria che preme per l'abolizione del contante, forse siamo sulla strada sbagliata. Fa comodo questo spostamento dell'attenzione su Bruxelles, fa comodo a tutti: sia ai soci di questa associazione a delinquere tra classi liberali nazionali denominata UE, sia ai suoi finti oppositori. Magari il nemico ce l'abbiamo in casa, non a Bruxelles.

Quanto agli Stati Uniti, cioè l'Impero, mi domando e domando: cosa gliene importa al deep state americano se in Italia la quota salari è più alta o più bassa di dieci punti, posto che si sia disposti a rispettare i termini dell'alleanza militare denominata NATO?

Vi saluto segnalandovi due video sulla seconda guerra mondiale che mi sono piaciuti molto.