lunedì 29 gennaio 2018

Il trio Lescano

Il trio Lescano
A sentire i media la Lega sarebbe sovranista. A giorni alterni, in associazione con "populista", la stessa etichetta viene affibbiata alla stella a cinque punte... scusate volevo dire alle cinque stelle (lapsus freudiano), a Berlusconi, a CasaPound, ai complottisti, ad Alemanno e Storace. Mai una volta che il termine venga usato per indicare i veri sovranisti, quelli che hanno assunto il termine nel 2013 (ri)costruendo intorno ad esso una teoria politica e dello Stato.

Ora io non pretendo di imporre al sistema dei media il rispetto del linguaggio politico, non è il motivo per cui sono pagati. Lo chiedo, invece, a chi non è pagato per mentire ma si occupa di politica per passione, soprattutto quando ci si confronta tra di noi. L'equivoco è particolarmente grave nel caso della Lega di Salvini perché questo partito gode delle candidature di due personaggi, Borghi e Bagnai, che a lungo sono stati accreditati nel campo sovranista, e dagli stessi sovranisti. Un errore in cui non sono mai incorso nel caso di Borghi, che invece ho commesso con Bagnai, ma fino a un certo punto. E' dunque ora di fare chiarezza, perché parlare di interesse nazionale e di uscita (eventuale) dall'euro non basta per essere sovranisti. Quanto meno nei nostri discorsi, tra noi che non dobbiamo mentire per raccattare qualche voto e abbiamo invece bisogno di capirci bene, cerchiamo di esprimerci con proprietà di linguaggio politico!

Quando noi sovranisti parliamo di sovranismo intendiamo riferirci alla Costituzione del 1948, ad un assetto istituzionale che è statalista e antiliberista, e dunque necessariamente democratico. Il che non significa che a chi vuole solo uscire dall'euro avendo in mente ricette fiscali liberiste, vedi flat tax, noi si debba necessariamente preferire il fronte eurista. Si può essere neutrali oppure, se si è amanti del rischio, sostenere un'opzione politica che potrebbe riaprire i giochi. Magari in peggio, ma chi può dirlo?

La lega è un partito chiaramente liberoscambista, tant'è che Salvini fino a qualche anno fa sosteneva che il nord dovesse restare nell'euro perché poteva permetterselo e che, ad uscire, sarebbe dovuto essere il sud. Con ciò prendendo due piccioni con una fava: far restare la padania nell'euro dalla parte dei vincitori, e ottenere la secessione. Oggi lo stesso Salvini parla di andare a battere i pugni sul tavolo europeo (il famoso battipugnismo sul tavolo che non c'è) e, se non si otterranno risposte rispettose dell'interesse nazionale, trarne le dovute conseguenze. Quali queste siano non è dato ancora sapere, se disobbedire ai trattati (come sosteneva Paolo Ferrero) o uscire dall'euro. Nel primo caso, Bagnai ce lo ha insegnato molto bene, si resterebbe comunque ostaggio delle eventuali gentili concessioni, perché, senza una moneta nazionale e una BC che obbedisca al governo, saremmo esposti allo spread e alle conseguenze di una bilancia dei pagamenti che tornerebbe rapidamente in rosso. Nel secondo caso, uscita dall'euro, si porrebbe il problema della politica economica che Salvini riuscirebbe a far digerire ai suoi elettori del nord; non tanto gli operai quanto il gran numero di piccoli imprenditori del nord est, i quali saranno certamente grandi lavoratori e sagaci ma, come tutta la loro razza, vogliono la moglie ubriaca e la botte piena. Avremmo cioè un problema in camicia verde.

Non credo di aver scritto cose che chiunque non abbia gli occhi foderati di euromortadella non possa ben comprendere. Ora esaminiamo l'unico dei due scenari prospettati che abbia senso: l'uscita dall'euro. L'altro, la concessione di ulteriori margini di flessibilità, non avrebbe altro scopo se non quello di ritardare, forse facilitare, la nostra sottomissione all'ordoliberismo. Un'uscita dall'euro guidata da forze liberiste come la Lega e, suppongo, Berlusconi, avrebbe ancora una volta l'effetto di favorire le mire secessioniste della Lega, questa volta in format colonialista, con il recupero di un'altra vecchia idea del Borghi momentaneamente messa da parte: le gabbie salariali. Il perché ce lo ha spiegato molto bene Fassina: se non è flessibile il cambio, deve essere flessibile il salario. Ma come, direte voli, si recupera la sovranità monetaria e non si può svalutare? Certo che sì, ma non troppo, almeno dal punto di vista degli interessi dell'industria del nord est, votata all'export. Perché se è vero che una moneta troppo forte comprime gli utili perché si vende poco, è anche vero che vendere molto, ma incassando corrispettivi in una moneta troppo debole, è altrettanto sconveniente. E allora che si fa? Si fa, sia pure nell'ambito del recinto dell'interesse nazionale, che si pagano di meno i lavoratori delle aree meno produttive, introducendo le gabbie salariali! Ricorda qualcosa?

Ecco perché la Lega che si dichiara, ambiguamente e solo per bocca dei suoi "tecnici", per la sovranità monetaria e per l'interesse nazionale, non è però sovranista. Ciò detto, se volete votare per il trio Lescano Borghi-Salvini-Bagnai fatelo pure, ma sapevatelo. Io non lo farò.

martedì 23 gennaio 2018

Scusate, adesso si può dire "Bagnai leghiiiiistaaaaa"?

Sgombriamo subito il campo da equivoci: sebbene abbia avuto forti contrasti con Alberto Bagnai non sono tra quelli che pensano che la sua scelta sia motivata da misere convenienze personali o ambizioni di poco conto. Al contrario, lo considero un idealista animato da una sconfinata ambizione.  In ciò essendo abbastanza simili.

Ho visto la conferenza stampa di Salvini-Borghi-Bagnai. Un'efficacia comunicativa straordinaria alla quale è difficile resistere, e contemporaneamente una profonda sensazione di fastidio. Volete sapere quali sono i volti che affioravano alla mia mente nel sentirli parlare? Ronald Reagan e Margaret Thatcher, da una parte, e Von Hayek dall'altra. Ovvero: liberismo (razionale) versus ordoliberismo (irrazionale). L'idea, cioè, che il Mercato sia pur sempre un Principe dal quale non si può prescindere, e dunque che occorra almeno sceglierne uno razionale. L'irrazionalità dell'ordoliberismo essendo fondata sull'adozione di una moneta, l'euro, gestita da una Banca Centrale dominata dalla Germania, che, per funzionare, ha bisogno di una burocrazia e di imposizioni che contrastano con il libero dispiegarsi delle forze economiche degli Stati che l'hanno adottata. E dunque che, aggiogando Stati con diversi livelli di sviluppo economico ad una moneta unica, ciò possa condurre ad una loro convergenza invece che a un aumento delle distanze tra essi. Il keynesiano Alberto Bagnai ha l'indubbio merito di averci insegnato che la convergenza non può esserci perché... non può esserci. Non è poco.

A me pare che la dialettica sottesa alla narrazione leghista sia quella che considera come soli poli possibili il liberismo e l'ordoliberismo, portatori rispettivamente di convergenza o divergenza, di crescita o crisi. Ovvio che il liberismo alla Reagan-Thatcher sia preferibile all'ordoliberismo alla Von Hayek in salsa tedesca (almeno ce la possiamo giocare senza avere le mani legate), ma il liberismo non è la stessa cosa del sovranismo (vedi nota a pié di pagina). Già, perché il sovranismo è profondamente keynesiano, pertanto statalista, così come lo sono la nostra Costituzione e, pare, Alberto Bagnai, ragion per cui occorre interrogarsi sul perché egli abbia deciso di candidarsi con la Lega Nord.

Come mai il keynesiano Bagnai si candida con la Lega liberista?


In parte ce lo ha detto lui stesso: perché ciò che chiamiamo "sinistra" gli ha chiuso le porte in faccia, essendosi totalmente posta al servizio del modello ordoliberista. E sul fatto che il liberismo sia, per l'Italia e per gli italiani, pur sempre preferibile all'ordoliberismo, ce lo dimostrano i fatti e i dati. Resta però la domanda se sia, quella di votare Lega Nord, cioè favorire un partito che punta ad un'uscita concordata dall'ordoliberismo per rientrare nel liberismo, una soluzione non dico giusta, ma almeno accettabile per chi è sovranista! Senza dimenticare che, nella Lega, albergano spinte di natura secessionista che potrebbero, nel dispiegarsi degli eventi futuri, prendere il sopravvento determinando quello che, per noi sovranisti, è il massimo dei danni: la rottura dell'unità nazionale con il nord (la Padania) che entra (o ritorna) nell'orbita tedesca, e il sud che finisce nelle mani delle mafie locali. La mia sensazione è che la scelta di Alberto Bagnai sia determinata dal combinato disposto di un insieme di cause, che vanno dal tradimento della sinistra ai danni della nazione e dei lavoratori a valutazioni di natura tattica sugli sviluppi possibili, avendo in mente la necessità di evitare quello che, a suo parere, sarebbe il danno maggiore: un lungo e aspro contenzioso con la Germania e (a questo punto) la Francia conseguente a un'uscita unilaterale dell'Italia. Una posizione che ricorda un po' il battipugnismo di Paolo Ferrero, che Bagnai ai tempi della sua giovinezza redarguì piuttosto aspramente. Forse, nel frattempo, il tavolo che allora non c'era è stato posizionato, e il Nostro pensa di potercisi sedere? 

Al tavolo che non c'era, ma oggi pare di sì, la Lega sostiene che ci si può sedere. La Lega! quella che si allea col Berlusconi che parla di abbattere il debito pubblico con una stagione di privatizzazioni e assicura Leuropa sul rispetto del numero 3 (percento) mentre Bagnai sostiene che il Cavaliere è un valore aggiunto perché ha contatti ed entrature con Leuropa! Strano, a me sembrava di ricordare che fosse con Putin! Un altro passo e verrà a raccontarci che ormai il dentifricio è uscito dal tubetto?

Sia come sia, Alberto Bagnai si candiderà con la Lega e verrà eletto. In fondo è coerente: una volta disse che si sarebbe alleato anche col demonio, pur di uscire dall'euro! Però non bisogna dimenticare che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. La sua scelta è pericolosa, come lo è quella di noi sovranisti, che non ci fidiamo né della Lega né di Berlusconi. Non gli daremo il voto, pur continuando a seguirlo e ad apprezzare le sue argomentazioni economiche che tanto ci hanno insegnato.

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Nota: uso il termine "sovranismo" dando per scontato che i pochi e infelici che mi seguono sappiano che "sovranismo" è sinonimo di "statalismo&Costituzione". Questo è un blog per pochi (non anonimi).

domenica 21 gennaio 2018

Memento, (Marco) Mori!


Io non ho pregiudizi verso nessuno, mi limito ai fatti. Ed è un fatto che, parole di Simone Di Stefano: "l'Europa è sicuramente una grandissima opportunità, che noi sentiamo veramente come la nostra Patria e sentiamo i ragazzi europei come nostri fratelli... per noi l'Europa, la costruzione europea, è una costruzione vera e fattiva, una grandissima opportunità, però assolutamente non possiamo lasciare che il liberismo uccida l'idea di Europa, che può però realizzarsi soltanto all'interno di regole certe e di confini ben precisi".

Massimo rispetto per le posizioni di CasaPound, come per tutte, però una cosa deve essere assolutamente chiara: CasaPound non è sovranista! E men che mai è sovranista costituzionale. Su questo punto è necessario fare la massima chiarezza, anche approfittando del fatto che, in questo momento, il punto di vista sovranista, ovvero l'idea che la comunità nazionale è il solo luogo possibile dell'agire politico di un popolo, è al minimo del suo consenso. Come è certificato dal fatto che, nonostante gli sforzi profusi, non siamo riusciti a presentare una lista alle elezioni politiche. Serve anche questo, serve anche essere ridotti ai minimi termini per separare il grano dall'oglio, giacché ora che siamo ridotti al lumicino nessuno pensa più ad appropriarsi della nostra linea con tecniche metamorfiche. Sono tutti, nessuno escluso e CasaPound inclusa, o pro Europa o per un'altra Europa. D'altra parte i media:

Tg1: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Tg2: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Tg3: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Tg4: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Tg5: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Studio Aperto: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Tg La7: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Piazza Pulita: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Otto e Mezzo: pro Euro, pro UE, pro Nato.
DiMartedì: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Omnibus: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Gazebo: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Coffee Break: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Faccia a faccia: pro Euro, pro UE, pro Nato.
L'Aria che tira: pro Euro, pro UE, pro Nato.
In Onda: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Tagadà: pro Euro, pro UE, pro Nato.
L'Arena: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Che tempo che fa: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Uno Mattina: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Agorà: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Matrix: pro Euro, pro UE, pro Nato.
In Mezz'Ora: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Corriere della Sera: pro Euro, pro UE, pro Nato.
La Repubblica: pro Euro, pro UE, pro Nato.
La Stampa: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Il Fatto Quotidiano: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Il Messaggero: pro Euro, pro UE, pro Nato.
Il Sole 24 Ore: pro Euro, pro UE, pro Nato.

Tornando a CasaPound, occorre anche valutare il livello delle argomentazioni del Di Stefano, che segnalo all'amico sovranista Marco Mori il quale, sicuramente in buona fede, dovrebbe ripensare quanto ha scritto in questo post su FB (grassetto aggiunto):



Marco Mori ha aggiunto 3 nuove foto.

5 h
Ecco un esempio classico dell'oscena campagna mediatica ai danni di CasaPound, che vi ricordo essere l'unica forza politica che a marzo si presenterà con un programma chiaro di uscita da euro ed UE e di lotta al liberismo, con relativa attuazione del modello economico costituzionale.

Quasi tutti i giornali titolano contro CPI, spacciando per violenze del movimento quelle che esso invece subisce. Non ci credete? Leggete qui.
Ieri si è parlato ad esempio di tafferugli a Monza tra militanti di CasaPound ed i soliti antagonisti facinorosi (in foto il titolo).
C'è però chi non si ferma al titolo e legge l'articolo. Ebbene i militanti di CasaPound non solo non hanno reagito all'ennesima vile aggressione ma addirittura, benché autorizzati alla raccolta firme in loco, si sono allontanati.
Poco dopo sono intervenuti sedicenti attivisti di un'altra associazione, Lealtà e Azione, che stupidamente sono andati allo scontro con gli antagonisti.
Lealtà e Azione non ha nulla a che vedere con CasaPound ed anzi, come si può vedere dal loro sito, ha fatto ad esempio l'ultimo intervento pubblico il 18 gennaio con Fratelli d'Italia.
Il 4 marzo io voterò con decisione chi vuole portarci fuori dalla dittatura finanziaria UE.

Cari amici sovranisti, cari pochi veri patrioti, questo non è il momento di cercare improbabili endorsement con forze pseudonazionali che, non appena scorgono la possibilità di infilarsi in parlamento annacquano, forse dovrei dire rivelano, le loro posizioni. Per quelli che, come me, hanno qualche annetto sulle spalle, giova ricordare certe scritte fasciste  inneggianti all'Europa che, negli anni settanta, imbrattavano i muri delle nostre città. Scrive Zeev Sternhell (La Destra alla conquista delle coscienze?) in “Diorama Letterario” Aprile 1989:

«Il Fascismo duro è sempre stato paneuropeo. Il tema dell’unità dell’Europa è già molto importante negli anni 30. A condizione che sia una 'buona Europa', non l’Europa dei mercanti, non l’Europa dei finanzieri o dell’internazionale comunista… un’Europa virile, eroica, bianca…»

A CasaPound poco importa della Costituzione del 1948: per loro quello che conta veramente è l'idea di Europa come grande nazione bianca, sul cui altare possono ben essere sacrificati i diritti e i redditi dei lavoratori dei quali, invece, la Costituzione è baluardo. Ed è esattamente questa la differenza sostanziale tra noi sovranisti costituzionali e CasaPound, perché per noi la Patria non è un'idea astratta, un concetto spirituale, ma, più prosaicamente il solo e possibile terreno dell'agire politico di un popolo. Unità di spazio, culturale, geografica, storicamente determinatasi, che esiste qui ed ora in virtù degli accadimenti precedenti, e non destino necessario scritto nelle stelle. Detto in termini più semplici, per noi sovranisti costituzionali il "popolo italiano" non è la manifestazione di un'idea, ma la personificazione collettiva e attuale di un processo storico in virtù del quale esso è nato, vive, e un domani scomparirà per lasciar posto ad altri popoli, che anch'essi si determineranno nella storia. Ma, finché un popolo esiste, è suo interesse, suo dovere e suo diritto difendersi lottando contro le forze disgregatrici che operano sia internamente che dall'esterno, esattamente come agisce qualsiasi organismo biologico che, nascendo dal concepimento (un fatto "storico"), si sviluppa e lotta per conservarsi in vita meglio che può e il più a lungo possibile. 

Dunque CasaPound non è un movimento sovranista, men che mai costituzionale, ma è un movimento nazionalista europeo. Un movimento, cioè, che lotta (legittimamente) per la genesi di un nuovo popolo europeo, la cui nascita implica, necessariamente, la scomparsa del popolo italiano. Del nostro popolo, quello di cui sento di far parte. Sapevatelo, più altro non so che dirvi.

Memento, (Marco) Mori!

giovedì 18 gennaio 2018

Come ho fondato il Principato di Fiorlandia con la complicità di Piddu e della sua amante Leda (I puntata)

Piddu, ministro del Tesoro
del Principato di Fiorlandia
Ho una spada di Toledo e con questa ho conquistato, in sogno, un vasto territorio abitato da genti dedite al baratto. Da questo momento chiamatemi, anche nei commenti, Sua Altezza Principe di Fiorlandia. La situazione che trovai al momento della conquista era disastrosa: un popolo di poveracci, oppresso da tempo immemorabile da una cricca di oligarchi che, dopo la goriosa rivoluzione, ho ovviamente passato a fil di spada. I sopravvissuti di quella ristretta oligarchia oggi curano i giardini del palazzo di Stato dal quale governo il regno. Immediatamente mi posi il problema di creare un sistema monetario che aiutasse l'economia di Fiorlandia, ragion per cui nominai Piddu ministro del Tesoro, e Leda, la sua amante, Governatore della Banca di Fiorlandia (nel seguito BdF). Quello che segue è il resoconto del colloquio che ebbi con il fido Piddu il giorno dell'incarico.

- Piddu, ti nomino ministro del tesoro.
- Cosa dovrò fare?
- Tutto quello che ti ordinerò di fare. La vedi questa? E' la mia spada di Toledo, qui comando io.
- E la democrazia che avevi promesso al popolo?
- Quella dovranno conquistarsela, quando ciò accadrà ci taglieranno la testa.
- Quindi per essere liberi i fiorlandesi dovranno commettere regicidio?
- Regicidio e pidducidio, nonché ledicidio perché nomino Leda governatore della Banca di Fiorlandia.

Il buon Piddu mi guardò smarrito, poi alzò lo sguardo verso la spada che brandivo sulla sua testa e cadde ai miei piedi.

- Tu, mio principe, sei il sovrano di tutti noi, questo umile servo attende i tuoi ordini.
- Bravo Piddu; ora dimmi, hai ancora la stampantina che usavamo per i nostri volantini nei giorni della gloriosa rivoluzione?
- Sì Altezza.
- Ecco, allora la userai, ogni volta che te lo chiederò, per stampare cose come questa, guarda bene:


Piddu mi guardò sconcertato.

- Ma come, anche tu vuoi opprimere il popolo col giogo del debito pubblico, proprio come fanno gli euristi nella terra desolata dalla quale siamo fuggiti per giungere in questo remoto e isolato paese?
- Amico Piddu, stai tranquillo perché li renderemo ricchi i fiorlandesi; quando avrai stampato questo certificato lo porterai a Leda, tanto lo so che la vedi spesso.
- E cosa ci farà Leda?
- Leda, che è governatore della BdF, lo prenderà e lo metterà in cassaforte; poi azionerà la grande stampante che abbiamo recuperato, dopo averla affondata, dalla nave eurista che ci inseguiva, e con questa ci stamperà decine di migliaia di bigliettini, che chiameremo banconote, con su scritte piccole cifre di importo totale pari alla cifra stampata sul certificato; ci penserà Leda a farmele avere, non preoccuparti.
- Io che dovrò fare?
- Tu prenderai questo bel quadernino, leggi cosa c'è scritto sul frontespizio.
- C'è scritto "Bilancio del Principato di Fiorlandia"
- Bravo, dovrai solo riempire una riga: data di emissione e, alla colonna debito, il valore nominale.
- Quindi, tanto per cominciare il tuo regno indebiterai il Principato di cento miliardi di fiorlandini?
- Esatto caro; sai dove posso trovarli i fiorlandini?
- I fiorlandini non esistono!
- Ti sbagli, saranno nei bauli sul carro che mi spedirà Leda.
- E cosa ci farai con quei pezzi di carta?
- Un po' ne lascerò a Leda, ma la maggior parte li terrò io.
- Per farci cosa?
- Tanto per cominciare per pagarti lo stipendio, citrullo!
- Ma cosa vuoi che ci compri con dei pezzi di carta!
- Tutto, perché farò una legge che imporrà il diritto di estinguere qualsiasi obbligazione economica in cambio di una certa quantità di questi pezzi di carta, e una seconda legge in base alla quale tutti i miei sudditi dovranno portarmene una certa quantità ogni anno, al posto della decima sui raccolti.
- E chi non li avrà, come potrà fare?
- Se ne procurerà, vendendo un po' di quel che ha a chi ne ha.
- Ma non li ha nessuno, a parte te!
- Sciocco, la vedi questa spada? Ho già emesso un decreto in base al quale tutti i maschi in età da lavoro saranno obbligati a lavorare per me un mese l'anno, in cambio di un po' di queste banconote.
- Ma così gli darai esattamente quello che gli chiederai indietro con le tasse!

Furente, presi la spada e, di piatto, sferrai un colpo sulla zucca di quel cretino di Piddu.

- Ma sei scemo? In tasse gliene chiederò indietro meno di un quarto! Si chiama deficit pubblico.
- E cosa ci faranno con le banconote che gli restano?
- Bè, tu per esempio potresti regalare a Leda quella collana che le piace tanto, tanto l'orafo sarà obbligato a vendertela in cambio di banconote. Gli altri, per lo più, all'inizio ci si pagheranno da bere e gli osti saranno obbligati a servirli.
- Secondo me gli osti smetteranno di fare gli osti. Io non venderei mai del vino, che mi è costato sudore e fatica, per dei biglietti di carta.
- Infatti tu sei uno stupido, per questo sei il mio ministro del Tesoro. Per fare questo mestiere serve una sola dote: l'obbedienza assoluta al Sovrano, che poi sono io. Quanto agli osti che tu dici, quelli più stupidi cambieranno mestiere, ma vedrai che ce ne saranno altri, più intelligenti, che prenderanno il loro posto.

E così fu. I primi capitalisti di Fiorlandia furono proprio gli osti, seguiti a breve distanza dai papponi e dagli orafi. Una sera di qualche anno dopo Piddu venne a trovarmi.

- Altezza, sono in aumento le rapine a mano armata.
- Ah sì? E cosa rubano questi ladri?
- Ma soldi, Altezza, cosa volete che rubino?
- Dimmi Piddu, a quanto ammonta il mio debito sovrano, o pubblico, se preferisci?
- Un milione di miliardi di fiorlandini, Altezza.
- E qual è lo stato dell'economia nel regno?
- E' ottimo, abbiamo una crescita annuale sempre superiore al 10%, ma c'è un problema.
- Un problema? Con l'economia che cresce del 10% all'anno?
- Ecco Altezza, il popolo si lamenta del fatto che le cose costano sempre di più.
- Ah, l'inflazione.
- Sì Altezza, l'inflazione. E c'è un tipo, un certo Skalfar, che pubblica un giornale, che va dicendo che questa cosa dell'inflazione penalizza gli orfani e le vedove.
- Lo conosco, prima della rivoluzione era iscritto a un'organizzazione giovanile degli oligarchi. Forse ho sbagliato a non passare a fil di spada anche gli infanti di quella vil razza dannata, e adesso abbiamo un problema. Sono sempre troppo buono, vero Piddu?
- Sì Altezza.

Fine della prima puntata. Nella seconda puntata: I figli degli oligarchi.

lunedì 15 gennaio 2018

La mafia delle recensioni

Gironzolando con mia moglie in Sicilia, ieri sera avevamo fame e cercavamo un buon ristorante. Passando davanti a un locale dall'aspetto accattivante, posto sul lungomare di una cittadina intenzionalmente innominata, abbiamo pensato di leggere le recensioni sulla mitica rete. Sì, proprio quella che uno vale uno e ci renderà tutti liberi. Praticamente erano tutte positive, del tipo si mangia bene e si paga poco. Che bello! invece di importunare uno del luogo: "scusate, m'o sapete rice a ro' sta nu ristorant a ro' se paga puoche e se magna buone?" uno prende il suo personal assistant, che sa tutto di noi, e gli pone il quesito. Rassicurati da ciò che avevamo letto, quasi tutte recensioni con cinque stelle, siamo entrati, e questa è la partita doppia, cioè il conto economico a fronte di quello gastronomico:



Totale 49€. La media aritmetica fa 4,3. La media aritmetica ponderata sul costo delle pietanze fa:

(5*10+2*10+2*10+6*6+7*9+4*2) /49=4

Che poi, essendo entrambi prof, io e mia moglie al voto di quattro decimi c'eravamo arrivati immediatamente con metodo sincretico, senza bisogno di arzigogoli analitici tipo test invalsi. Ma vallo a spiegare alla più migliore...

Il giorno dopo, all'ora di pranzo, ancora su un lungomare ma di una cittadina limitrofa, avvistato un baretto abbiamo avuto l'idea di fermarci per un aperitivo, avvinazzati che siamo. Sono entrato per primo e ho sentito mia moglie, attardatasi fuori, chiedermi che posto fosse; "è tutto" le ho risposto. E in effetti il posto, che dall'esterno sembrava un buco senza pretese, si è rivelato una meraviglia per gli occhi, sia gli interni che la vista sull'esterno del meraviglioso mare di Sicilia. Per non dire della cortesia del proprietario e del cuoco.

Abbiamo colto al volo l'occasione e ordinato un tagliere di pesce per due, scolandoci quattro generosissimi calici di vino. Meraviglia, sollucchero, godimento dei sensi, ebrezza gastronomica ed eidetica. Dopo un po', tornati in noi, ci siamo preoccupati del prezzo e abbiamo consultato le recensioni del posto sulla mitica rete, sapete, quella che uno vale uno e ci renderà tutti liberi. Che scoppola! tutte negative, sia sulla qualità sia, soprattutto, sui prezzi, descritti come esagerati e addirittura offensivi. Vabbè, ci siamo detti, è destino. E invece: 40€.

A questo punto non ho resistito e ho raccontato il tutto al proprietario, il quale mi ha parlato della mafia delle recensioni. In pratica funziona così: tutti gli operatori della zona vengono contattati da agenzie che propongono l'ottenimento di recensioni a cinque stelle dietro compenso, e quelli che rifiutano di cedere a questa vera e propria estorsione si ritrovano sommersi da recensioni negative. A riprova mi ha mostrato un'email nella quale gli venivano offerte

"dieci recensioni cinque stelle a centocinquanta euro"

Ecco signori, questo è il meraviglioso mondo della concorrenza, del mercato che si autoregola espellendo i non meritevoli e premiando i migliori per la gioia e la felicità del consumatore. E non ditemi che il problema è la corruzione, che basterebbe applicare le leggi che ci sono ma nessuno le fa rispettare, perché questo è un tipo di analisi che dalle parti di questo blog non attacca. Perché questo è un blog benaltrista, un posto il cui responsabile, che è un sovranista (costituzionale, così l'amico Simone è contento) vi dice, con cognizione e convinzione, che ben altro è il problema, che l'errore di fondo non è nel mancato rispetto delle regole, ma nell'idea dell'assenza di regole che l'ideologia liberista propugna come fondamento della vita collettiva. Ad eccezione di una: vincono i più forti, e i perdenti non hanno il diritto di organizzarsi agendo insieme per vincere, perché solo l'individuo conta. Ovviamente, se ci pensate bene, i più forti si organizzano eccome! Ma ai perdenti viene rappresentata, a reti unificate, la teoria degli agenti economici individuali, quella per cui, ad esempio, l'azione sindacale auto organizzata dal basso è un elemento frizionale del processo economico che ne diminuisce l'efficienza, e dunque gli scioperi vanno regolamentati affinché non facciano troppo danno.

Così come la legge elettorale deve essere maggioritaria, per garantire la mitica governabilità; e quando gli conviene che sia proporzionale allora si pongono mille paletti e ostacoli per impedire la partecipazione dal basso di nuove forze politiche, mentre per gli amici fedeli arriva sempre un escamotage che risolve il problema. Ma a che serve che mi dilunghi? Chi poteva capire ha già capito, tutti gli altri capiranno troppo tardi.

Ma una cosa voglio aggiungere, che chi è sovranista costituzionale è anche statalista, e chi non è statalista, anche se si definisce sovranista, resta un nemico di classe. Prosit.

martedì 9 gennaio 2018

Il BruSol e la legge di Murphy


E così il capo degli ortotteri, Giggino Di Maio, lo ha detto chiaro e tondo:

Di Maio cambia idea: “Non è più il momento di uscire dall’euro”

Sconforto tra gli stupidotteri, una delle numerose specie di sedicenti sovranisti che, non avendo capito nemmeno il minimo sindacale di ciò che è l'istanza di riconquista della sovranità nazionale, hanno insistito fino all'ultimo con l'idea di aprire ai grillini perché nella base ci sono tante brave persone. Ovvio che sì, ci mancherebbe, ma cosa cambia? Aspettiamo senza ansia alcuna - l'esito essendo altrettanto scontato - i ricollocamenti sul tema euro di Meloni e Salvini, mentre permane qualche curiosità per come l'ex fattorino di Deutch Bank, Claudio Borghi Aquilini, riuscirà a compiere il triplo salto mortale della quaglia. Arriverà in soccorso il prof. Alberto Bagnai? I bookmakers di Castro dei Volsci danno questa possibilità alla pari, vedremo.

Urge un ripassino, anche alla luce di alcuni scambi su FB con un paio dei miei contatti, entrambi critici dell'euro ma, alla prova dei fatti, vicini a capitolare davanti ai primi colpi dell'offensiva ballista messa in campo in vista delle elezioni. Cominciamo dal primo, l'ottimo e caro amico GC, sedotto dalla favoletta dei minibot. Scrive GC, evidentemente in un momento di sconforto:

"Tutti a sputare sull’idea dei Minibot lanciata da Borghi. Ma tanto che alternativa abbiamo? Si è capito che almeno per altri cinque anni nessun partito, anche all’estero, considererà una strada sovranista. E allora tanto vale fare i Minibot, sti cazzi che è un palliativo... Il duropurismo comincia a rompermi, non solo quello grillino ma anche quello dei sovranisti, e comincio a rivalutare Borghi, che sarà pure un gatekeeper ma è meglio di niente".

Caro GC, temo che tu sia caduto nella trappola del "non possono impedircelo". Una buca profonda, sai, dove tutti quelli che ci sono finiti passano il tempo a strologare di articoli del TFUE, pronunciamenti di corti costituzionali, volontà politica e quant'altro. Ma il punto non è questo, e neppure la tanto temuta reazione pilotata dei mercati, presentata come se questi fossero controllati dall'alto da una volontà politica che, allo schioccare delle dita, può scatenare la vendita massiccia di assets pubblici e privati italiani. Sia chiaro, non sto dicendo che questa volontà politica non esista, tutt'altro, sto solo sostenendo che è un'ipotesi superflua. In parole semplici: anche senza una regia di comando, in assenza cioè di qualsiasi coordinazione e/o volontà politica, l'adozione di una moneta parallela (minibot o altro) sarebbe sufficiente a scatenare la reazione dei mercati. Il motivo è presto detto: l'euro serve a scaricare gli aggiustamenti di competitività (sarò più chiaro tra qualche rigo) completamente sui salari. Il che significa che, quale che sia il modo in cui si riesce a rivitalizzare il mercato interno, e dunque a determinare una diminuzione della disoccupazione con un conseguente aumento dei salari, ciò non può essere tollerato. In parole ancora più dirette, l'Italia deve restare in un  regime economico depresso per poter restare nell'euro.

E adesso ti (ri)spiego il perché, visto che, evidentemente non l'hai capito oppure, forse, non l'hai mai saputo. Immagina due paesi immaginari, chiamiamoli Solaris e Brumaris, e facciamo l'ipotesi ultra ottimistica che essi abbiano sistemi economici di pari forza; anzi andiamoci pesanti: Solaris e Brumalis sono un'area valutaria ottimale con tutti i crismi! Stesso livello di sviluppo, ampia mobilità di tutti i fattori produttivi, addirittura stessa lingua. Mi segui? Insomma, una situazione di partenza da mandare in sollucchero gli economisti. Bene, i governi di Solaris e Brumalis, consultati gli economisti, decidono di dotarsi di una moneta unica, il BruSol. Cosa mai può andar male? Stesso tasso di crescita, stessa inflazione, non serve neanche unire le fiscalità (cioè le contabilità nazionali) perché le forze di mercato faranno tutti più ricchi e felici. Si fa una grande festa, fuochi d'artificio, e il gioco ha inizio.

La legge di Murphy: «Se qualcosa può andar male, andrà male.»

In uno dei due paesi (Solaris o Brumalis è lo stesso, ma facciamo Solaris) si fa avanti un ambizioso e capace sindacalista, Masaniello, il quale, visto che le cose vanno tanto bene, comincia a battere sul tasto degli aumenti salariali. E siccome è capace riesce a mobilitare le masse con le quali (chi ha il potere lo sa bene) non c'è trippa per gatti. Dunque arrivano gli aumenti salariali. Ovviamente le merci di Solaris cominciano subito ad essere più care mentre i solariani, avendo più BruSol in tasca, ne comprano tante da Brumalis, ora che costano di meno.

Caro GC, ho forse detto che i solariani sono più pigri e corrotti dei brumaliani? Noooo, eravamo partiti con l'ipotesi che i due paesi erano praticamente uguali! Semplicemente è intervenuto il fattore umano, cioè la legge di Murphy. In pratica, nessun aumento salariale è possibile a Solaris se un identico aumento non viene conquistato anche a Brumalis. Ovvero: o si fa un unico Stato, oppure tutto deve restare fermo, ingessato, congelato, paralizzato. Nessuna dinamica sociale è possibile, perché, in questo meraviglioso mondo dei mercati che si autoregolano grazie alla concorrenza, non è consentita all'interno di Solaris e Brumalis quella tra il Capitale e il Lavoro! Ogni variazione della quota salari deve avvenire contemporaneamente in entrambi. Dunque di Masaniello ce ne vogliono due, per di più gemelli.

Ora cosa succede a Solaris dopo gli aumenti salariali? Succede che i BruSol cominciano a scarseggiare, visto che sono finiti in gran parte a Brumalis per acquistarne le merci, ma non se ne possono stampare altri ad uso e consumo dei soli solariani, altrimenti i brumaliani si incazzano. Ma niente paura, arriva un certo CBA che dice che si può rilanciare l'economia, cioè rendere di nuovo ricchi e contenti i solariani, stampando i minibot. E come fa CBA a dire una simile scemenza senza che gli si tirino ortaggi? Bè, è allievo di Illo, che garantisce per lui. E infatti Illo tace.

Veniamo agli stupidotteri, che ho lasciato per secondi perché qui il gioco è più semplice (lo dice il nome). La teoria degli stupidotteri (cioè gli ortotteri della base che sarebbero contro l'euro) è che loro, che sono tanti, possono influenzare il vertice del MoV, che è comunque sempre meglio di 'sti corrotti di piddini e berluschini coi quali (daje a ride) non faranno mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai

un governo insieme!

E allora diamo un occhio a quello che scrive un mio contatto FB che fa parte di questa mitica bbbase. Ho pubblicato questo post:

Dice Formigli che il probblema dell'Itaglia è il tchraffico! La soluzione? La bicicletta! Pedalate coglioni!

aggiungendo "La soluzione è il trasporto pubblico gratuito e di qualità. Altro che bicicletta!"

Mi risponde AST: "Perchè il trasporto pubblico dovrebbe essere gratis? Le manutenzioni i mezzi chi li paga?"
Io: "Perché, i trasporti privatizzati chi li paga?"
AST: "Non ti capisco scusa? Il trasporto privato è privato . E giustamente va pagato . Lo stato farebbe la meglio cosa a privatizzare invece di creare buchi di miliardi di euro come ATAC Roma dove cè la maggioranza dei dipendenti messi li per lo stipendio . Non so Fiorenzo la tua idea di trasporto come sia ma pubblica in italia la vedo difficile eccetto Milano ."
Io: "E io non capisco te. Ti risulta che i privati operino in perdita?"
AST: "No e perche il pubblico dovrebbe operare in perdita?"
Io: "Il pubblico per definizione non opera in perdita. Quello che il pubblico ti dà è esattamente quello che ti prende. Non ha fini di lucro. Il privato, dovendo lucrare, ti prende sempre più di quello che ti dà."
AST: "Infatti si vede l efficienza pubblica dei servizi specie in moltissime parti d'Italia . Solo i debiti che paghi te e tutta la collettività produce il pubblico italiano ."

Ecco, questa è la bbbase che dovrebbe influenzare i vertici del MoV! So di essere antipatico, ma me ne vanto. Caro GC, caro AST, voi siete tanto più giovani di me e dunque ce dovete sta'. Dall'alto dei miei anni ho il diritto di tirarvi le orecchie, mentre voi avete il dovere di studiare e capire i vostri reali interessi di classe se vorrete, un giorno, avere il mio stesso diritto di tirare le orecchie ai giovini.

Un caro saluto ad entrambi, e vi invito fin da ora a casa mia per una bella chiacchierata innaffiata da un buon vino ciociaro. Statemi bene.

lunedì 1 gennaio 2018

La battaglia per uscire dall'euro e la geopolitica: una questione da chiarire

Da molti anni faccio la mia piccola parte nella battaglia per uscire dall'euro e dall'UE; in questi anni ho conosciuto molti dei principali protagonisti del confronto culturale, e sono stato molto vicino a due gruppi più esplicitamente impegnati sul piano politico: l'ARS (oggi FSI - per il quale sono candidato come indipendente alle prossime regionali del Lazio) e l'insieme delle sigle promosse dagli animatori del blog sollevazione (l'ultima, cui ho aderito formalmente, è la CLN). Mai avuto dubbi sulla loro fede sovranista, ma non altrettanto posso dire in merito alla collocazione geopolitica. Questo problema si sta riacutizzando in seguito alle ultime notizie dall'Iran. Ecco un florilegio degli articoli che la stampa online dedica alla vicenda il 1 gennaio 2018.







Per quanto mi riguarda, condivido la lettura di Fulvio Grimaldi, qui in uno spezzone video tratto dal suo film Target-Iran del 2013:


Ora il fatto è che sono uscito dall'ARS (prima che diventasse FSI) perché in disaccordo, tra le altre ragioni, con la lettura del fenomeno Daesh del suo Presidente Stefano D'Andrea, mentre ricordo di aver trovato "strana" la posizione sia di Sollevazione che del blog Campo antimperialista (cui sollevazione fa spesso riferimento) in merito all'affare Regeni, espressa in questo articolo per l'appunto tratto da lì:

IL CASO REGENI: SPIE, SICOFANTI E FALSE FLAG di Campo Antimperialista


nel quale Fulvio Grimaldi veniva duramente attaccato, salvo poi vedere le sue tesi clamorosamente corroborate da una caterva di indizi. Nell'articolo viene citato il "partito dell'ENI":

«Poniamoci una domanda: per conto di chi è stata fatta circolare l’indiscrezione che Regeni sarebbe stato ammazzato in quanto agente segreto anglo-americano. Azzardiamo una risposta: dal “partito dell’ENI”, preoccupato che la vicenda Regeni potesse mettere a repentaglio i suoi colossali (e loschi) affari.

Il fatto è che l’atteggiamento delle autorità egiziane è stato a tal punto scandaloso e farsesco nei suoi plurimi tentativi di depistaggio, e tanto diffuse le proteste dell’opinione pubblica (anche dell’universo piddino) che il “partito dell’ENI” si è momentaneamente inabissato ed il governo Renzi ha dovuto fare la voce grossa.

Ma mentre il “partito dell’ENI” ha scelto di tacere, altri pittoreschi e sinistri figuri hanno raccolto il testimone della calunnia, rilanciando quelle velenose indiscrezioni, addirittura rincarandone le dosi.

Di chi parliamo?
 Ma di Fulvio Grimaldi! Uno di cui nessuno saprebbe l’esistenza se non fosse stato per anni in Rai alla corte di Alessandro Curzi. Talmente tante le cantonate che il Grimaldi ha preso negli anni e le stupidaggini che ha tentato di propalare, che abbiamo perso il conto. La sicumera complottista del pittoresco personaggio è infatti proverbiale. Per di più egli, per colpire le sue vittime e farsi largo nel nulla, non solo è aduso a spararle grosse, ma fa uso sistematico della calunnia, dimostrandosi il più brillante allievo del nazista Joseph Goebbels che ebbe a dire: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.»

Per il momento è tutto, ma credo che stia diventando sempre più necessaria e improcrastinabile una seria e approfondita riflessione di natura geopolitica tra quanti sono per l'uscita dall'euro e dall'UE, in particolare tra noi sovranisti costituzionali.

In ogni caso buon 2018 a tutti.