giovedì 29 luglio 2021

Sentenza metafisica


Sull'alleanza tra il Trono e l'Altare

Un anno fa, il 14 luglio 2020, girai questo video dal titolo "Religione e Politica". In esso parlavo dell'uso politico delle religioni, di tutte le religioni, e della necessità di istituire riti collettivi di partecipazione. La maggioranza degli esseri umani non solo accetta di buon grado l'alleanza del Trono con l'Altare, ma se ne sente protetta, mentre una minoranza resta indifferente, al più adeguandosi alle ritualità richieste finché queste non sono troppo invasive. Il Potere si organizza così lungo un asse fondamentale - il pilastro centrale della costruzione - con la base ancorata al terreno (la forza militare) e la cima protesa verso il cielo (la spiritualità innata dell'animo umano). Intorno ad esso sorgono altri pilastri, si agganciano travi, costruendosi nel tempo una struttura reticolare, con una sua dinamica nello spazio geografico e nel tempo storico, che chiamiamo civilizzazione. Sorgono istituzioni, come il sistema giuridico e quello economico, che pur sembrandoci autonomi non sono altro, in realtà, che organizzazioni che esercitano il potere in delega, per conto del principio della forza o della spiritualità. Questa circostanza è più evidente nelle civiltà meno complesse, laddove, ad esempio, le norme giuridiche sono diretta emanazione del potere militare o del ceto sacerdotale-sciamanico; questi in qualche occasione, sebbene il più delle volte per brevi periodi, possono addirittura coincidere nelle figure del "Re-sacerdote" o del "Sacerdote-re".

Il principio della forza militare e quello della ragione sciamanica agiscono così come una specie di doppia elica del DNA che contiene tutte le Inform-Azioni necessarie alla crescita del corpo sociale, al punto che i tessuti di cui questo è formato possono diventare così estesi e imponenti da trarre in inganno l'osservatore superficiale, che può convincersi, osservando la complessità del mondo moderno, che il vero potere risieda, ad esempio, nel sistema economico o, più recentemente, in quello finanziario, oppure nella cultura assurta a livelli di enorme importanza grazie all'ibridazione con il sistema dei media. La naturale conseguenza di questo errato modo di vedere la realtà è il sorgere di convincimenti per cui basterebbe cambiare i rapporti di produzione, oppure limitare il ruolo del sistema finanziario, per ottenere cambiamenti fondamentali. Non che azioni del genere siano prive di effetto, ma esse possono solo intaccare o modificare i tessuti sociali che sono il frutto dell'Inform-Azione contenuta nel binomio "forza-spiritualità", e il cui compito in ultima analisi è quello di proteggerlo. Una vera rivoluzione, e non un semplice cambiamento per quanto imponente, è invece possibile solo quando il binomio forza-spiritualità viene modificato in almeno una delle sue componenti.

Ciò può avvenire in due modi: quando il progresso tecnico, o altro accidente, modifica i rapporti di forza militare, oppure quando una nuova idea-visione si affaccia e si impone; ancor di più quando ciò accade contemporaneamente.

In ogni caso il binomio forza-spiritualità, se preferite l'alleanza tra il trono e l'altare, deve continuare a sussistere perché, quando questo legame si spezza, non vi è nessuna rivoluzione né evoluzione ma, semplicemente, l'estinzione di una civiltà, il Caos. Evento già accaduto molte volte nella storia. Possiamo dunque affermare che siamo in presenza di una vera rivoluzione quando assistiamo ad una ristrutturazione profonda dell'alleanza tra il trono e l'altare per una delle ragioni su esposte, capace poi di informare di sé il resto del corpo sociale. I segnali, per non dire le prove, che ciò stia avvenendo sono ormai imponenti, e a noi tocca forse vivere in uno di quei momenti storici in cui tutto cambia in profondità, con il rischio che l'edificio della civiltà possa crollare perché qualcosa va storto.

E' importante capire che la durata nel tempo delle trasformazioni sociali, conseguenti a un cambio di struttura del binomio forza-spiritualità, è molto maggiore di quella necessaria affinché tale modifica si verifichi; in altre parole, il tempo che stiamo vivendo potrebbe non essere, già ora, quello del cambiamento del DNA sociale contenuto nel binomio forza-spiritualità, forse già avvenuto nei decenni scorsi, bensì quello delle trasformazioni che ne sono conseguenza. Se malauguratamente ciò fosse vero, allora l'affermazione "nulla sarà come prima" esprimerebbe una profonda verità, ovvero che la Rivoluzione c'è già stata e noi siamo solo spettatori e vittime delle sue conseguenze. Poiché noi viviamo nel nostro presente storico, di questo non possiamo essere consapevoli, e siamo costretti ad agire senza sapere se siamo già stati sconfitti oppure se possiamo cambiare il corso degli eventi.

Quello che certamente è già cambiato è lo spirito del tempo, sia nei rapporti di forza potenziali che nella visione del mondo e di sé dell'Uomo stesso. Per quest'ultimo aspetto, ad esempio, non possiamo non riconoscere una profonda e radicale diversità dell'Uomo moderno rispetto all'antico dal punto di vista della sua postura rispetto a "tutte le cose che ci sono nel mondo". Se l'Uomo antico si sentiva prigioniero di un mondo reale limitato, del quale tuttavia Egli era al centro e oltre il quale c'era la Trascendenza, l'Uomo moderno ha aguzzato la vista verso l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, percependosi così come collocato in un punto indefinito tra gli infiniti possibili, e certamente non più al centro, anche perché il centro semplicemente non esiste più. Non più prigioniero di un mondo oltre il quale vi è la Trascendenza, ma smarrito in una realtà fluida che è sì possibile esplorare, ma solo localmente e senza nessuna speranza di percorrerla tutta, mentre lo spazio della Trascendenza si è diluito fino al punto di rendere impossibile definirne il luogo come "altro da ciò che è qui ed ora". Ecco dunque che il paradigma di fondo di tutte le religioni antiche non c'è più, e la necessità di ripensarle è una necessità ineludibile perché, se è cambiata la visione dell'Uomo, non per questo Egli è diverso da ciò che, nell'intimo, è sempre stato: un essere che ha bisogno di definirsi per potersi determinare. Sul piano politico questo è un fatto di estrema importanza perché il nuovo o i nuovi paradigmi religiosi, se e quando riuscissero a soddisfare, anche in parte, queste esigenze, sarebbero un fondamentale strumento di potere. Tuttavia questa non è un'operazione che possa sempre essere fatta a tavolino, nemmeno dalle cosiddette élites, bensì spesso un processo collettivo imprevedibile nei suoi esiti. Quello che le élites possono tentare di fare, e stanno facendo, è imporre un nuovo paradigma fondato sulla scienza - lo chiameremo scientismo, che è proprio la forza che, sviluppatasi a partire dal rinascimento, ha distrutto il vecchio. Ma lo scientismo è privo della caratteristica unica e insostituibile di una vera religione, che è la capacità di offrire spiegazioni ultime, perché il suo segno distintivo è quello dell'illimitatezza, del progresso infinito senza meta; qualsiasi religione, invece, pone un limite, oltre il quale c'è la trascendenza. 

Vi sono infine alcuni che sostengono che una nuova forma di religiosità si sarebbe già diffusa tra le élites, una religiosità di natura satanica, capace sì di offrire un orizzonte di trascendenza ma solo ad uso e consumo di una minoranza di eletti, per i quali il resto dell'umanità sarebbe composto di esseri inferiori dediti al soddisfacimento di esigenze materiali. E' qui che entrerebbe in gioco l'altro polo del binomio, la forza, che in conseguenza dei cambiamenti tecnologici è, in questa fase storica, quasi esclusivo appannaggio di una minoranza. Qualora le cose stessero così, e l'alleanza tra il Trono e l'Altare si fosse ricostituita su questa base, le conseguenze per la stragrande maggioranza di noi sarebbero tragiche. Ma anche in tal caso non tutto sarebbe perduto perché avremmo ancora un'arma potentissima, il Caos. Se è vero che gli eventi cui stiamo assistendo sono il riflesso di qualcosa che è già cambiato nel binomio forza-spiritualità, non è detto che da ciò consegua necessariamente un nuovo ordine mondiale, distopico e disumano, perché in questa enorme massa di individui, noi, che saremmo degli esseri inferiori, non ci sono solo le pecore ma anche tante bestie feroci, in particolare tanti lupi. Noi potremmo decidere che il Caos sia il male minore, e anzi che certamente lo è. Se così fosse, anche le élites attuali perirebbero. 

Da Gianfranco Mascia (1994) a Giuseppe De Donno (2021)

 Links:

giovedì 15 luglio 2021

Un uomo solo al comando

Dovrete scegliere tra la vita e la libertà, se sceglierete la vita non avrete la libertà e perderete la vita.

venerdì 9 luglio 2021

Che Aifa!

Questo report di Aifa riporta nella tabella a pag. 25 un confronto statistico che è formalmente corretto ma fuorviante sul piano della comunicazione. Non essendo un paper scientifico ma, appunto, un report ad uso e consumo dell'opinione pubblica, ammantare un calcolo statistico banale di fronzoli inutili è un pessimo servizio alla necessità di chiarezza. Hanno dimostrato, in sostanza, che (ad esempio) 172 decessi da vaccino entro una settimana dalla somministrazione non incidono in maniera rilevante sulla media dei morti settimanali per tutte le cause. Per questo il titolo è "CHE AIFA!"

Link correlati:

  • Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19 (5 - 27/12/2020 - 26/05/2021)
  • Coronavirus Cases