sabato 31 agosto 2019

Fatemi sapere quando sarete stanchi di essere presi in giro

Francamente non so più come dirvelo, come farvi capire quello che a me appare evidente e che troppi di voi non vogliono vedere, ma ci provo ancora una volta. Per prima cosa vi ricordo che tutti noi siamo inondati da un flusso costante di immondizia informativa, sia sulle Tv che sui giornale e i social. Volete un esempio, uno fra tanti? Vi accontento.


Il prestigioso - si fa per dire - quotidiano "Il Tempo" racconta ai suoi lettori - si fa per dire - che l'ex ministro Toninelli è uno spendaccione capriccioso che scialacqua 1300+1600=2900 euro per farsi aggiustare una lavastoviglie e un frigorifero. Come se questi elettrodomestici fossero ad uso personale e perenne di Toninelli e non, invece, parte delle dotazioni di qualunque ministro di qualsiasi partito che ha occupato e occuperà quella carica. Domandiamoci: perché Il Tempo fa questi articoli? La risposta la sapete ma molti si rifiutano di riconoscerla, e allora lo dico qui, sebbene chi non conosce la risposta non frequenti questo blog. Ma, forse, qualcuno di quelli che la conoscono e non vogliono riconoscerla sì:

perché chi dirige Il Tempo sa bene che c'è una bella quantità di imbecilli che ci cascano, e quando dico una bella quantità intendo dire milioni di scemi.

Sono gli stessi che, dopo aver votato per decenni PD e FI, quando ha cominciato a bruciargli il deretano hanno creduto di trovare nel M5S prima, nella Lega poi, i loro difensori. E così oggi abbiamo gli scemi incalliti che continuano a votare PD e FI, e i nuovi scemi che votano M5S e Lega.

Fin qui niente di nuovo, signora mia! Che vogliamo farci? Da sempre il Potere si fonda sulla credulità degli scemi, che sono milioni. Ma, siccome in questo paese non ci si fa mancare niente, ecco che al popolino credulino si sono aggiunti nel tempo anche alcuni ribellini della prima orina... e scusate l'assonanza. Ma sapete com'è: gli pisciano in bocca e gli dicono che è Moet e Chandon, così sono contenti. Diciamo le scolature di tavole come questa, in cui sono ritratti il magnate americano John David ROCKEFELLER e Isabella Rossini, la mamma del noto Antonio Maria RINALDI, ora europarlamentare leghista.


Sorpresi? Sconcertati? Mi spiace, non posso aiutarvi.

Veniamo al dunque, cioè all'essenza del problema da alcuni decenni a questa parte. Avete presente gli art. 75 e 117 della Costituzione?

Art. 75: «Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.»

Art. 117: «La potestà legislativa è esercitata dallo Stato [70 e segg.] e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali...»

con l'ovvia precisazione che l'art.117 originario suonava una musica lievemente diversa: ««La Regione emana per le seguenti materie norme legislative nei limiti dei principî fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato, sempreché le norme stesse non siano in contrasto con l’interesse nazionale e con quello di altre Regioni...»

E' tutto qui sapete, veramente tutto qui. L'essenza è che la nostra sovranità nazionale è stata totalmente sottratta al controllo del popolo, e dunque non è più una sovranità popolare. Questo cambiamento è stato iscritto in Costituzione con la legge costituzionale n° 3 del 18 ottobre 2001, primo ministro Silvio Berlusconi, ma preparata e concordata con i precedenti governi di Giuliano Amato e Massimo D'Alema. Può bastare?

Per chi non fa parte della legione degli scemi, né del battaglione dei paraculi che la guida, questo basta e avanza. L'essenza politica consiste nel fatto che la sovranità popolare è stata ridotta e delimitata in ambiti che non possono e non devono interferire con le scelte importanti. Il popolo è stato così costretto ad occuparsi delle questioni secondarie, le quali discendono da quelle principali che ne determinano i vincoli. Un cambiamento, rispetto agli equilibri della prima repubblica, che definire eclatante è dir poco, ottenuto a suon di bombe, scandali politici, colonizzazione di ogni spazio culturale e informativo, dulcis in fundo (per i beneficiati) corruzione.

Volete voi che, ai primi accenni di una possibile rivolta, non siano state prese le opportune precauzioni? E che forma possono mai prendere queste "opportune precauzioni", se non quella di infiltrare con malafede i movimenti che sorgevano dal basso? E a chi chiedere aiuto e collaborazione se non ai declassé, cioè agli sfigati falliti dei ceti dominanti? I quali, non essendo ovviamente conosciuti per non essere riusciti a raggiungere cariche importanti, sono stati sguinzagliati negli incontri e convegni che, dal 2011 in poi, hanno scandito i tentativi, tutti falliti soprattutto a causa di questa opera di infiltrazione, di ricostituire un'opposizione politica al Partito Unico Liberale (PUL)?

Io sono un uomo ormai anziano, anche se in pensione non mi ci mandano, e so che siamo stati sconfitti. Ma non sono un depresso perché, nella debacle, ho sempre trovato la forza di ragionare con la mia testa, anche correndo il rischio di sbagliare. Il bello è che non ho sbagliato, avevo e ho ragione. Potrò fare ancora qualcosa, non mi arrenderò, ma una cosa l'ho capita: gli scemi esisteranno sempre e l'unica cosa che si possa fare, almeno fino a quando non saremo in grado di mettere in piedi una riforma della scuola che salvi una buona percentuale di cittadini dalla più abietta stupidità, o in alternativa costruire e far crescere una vasta comunità politica capace di ragionare logicamente e non sentimentalmente - come si sostiene da parte del PUL essere l'inevitabile natura del popolo, è quella di costruire piccole organizzazioni, culturalmente e politicamente agguerrite.

Ecco, fare quel che è possibile fare anche se non è tutto quel che vorremmo fare. Almeno questo!

mercoledì 28 agosto 2019

Lucio Sergio Cimaglia, novello Catilina

Non scriverò di Gaio Sempronio Gracco, ma di Lucio Sergio Catilina. Non di un protagonista della lotta per riequilibrare i rapporti di forza sociali a favore della plebe, ma della prima fase della guerra civile che mise fine all'era repubblicana e all'instaurarsi dell'impero, al tempo di Caio Mario e Lucio Cornelio Silla.

Sto parlando, per metonimia, del senatore Lucio Sergio Cimaglia, la cui figura si staglia in uno scenario che è simile a quello in cui operò Catilina al tempo di Silla, quando muoveva i suoi primi passi in politica, con la non lieve differenza che, oggi, la fine della repubblica non apre la stagione in cui l'Italia è al centro dell'impero, ma quella in cui stiamo per essere definitivamente inglobati in un sub-impero, dunque saremo colonia di una colonia.

Da wikipedia: «Dagli storici contemporanei e da Cicerone, tutti a lui ostili, molto probabilmente per pressioni ricevute dall'oligarchia senatoria, Catilina è descritto come un uomo malvagio e depravato, anche se vigoroso. Nell'84 a.C., quando Silla rientra a Roma per contrastare i suoi nemici politici (i populares) nella Guerra civile romana, Catilina si segnala come uno dei più abili e spietati sostenitori di Silla, uccidendo fra gli altri il cognato Marco Mario Gratidiano, da lui stesso torturato e decapitato sulla tomba di Quinto Lutazio Catulo, illustre vittima delle persecuzioni di Gaio Mario; portò poi la testa a Roma e nel Foro la gettò ai piedi di Silla... Negli anni successivi, pur nel mutato clima politico dopo la morte di Silla, Catilina non subisce condanne, ma ottiene anzi i primi successi politici: questore nel 78, legato in Macedonia nel 74, edile nel 70, pretore nel 68 e governatore dell'Africa nel 67..»

Il nuovo Catilina, Lucio Sergio Cimaglia, inizialmente messosi in luce con una lunga battaglia contro l'Euro e a favore delle classi lavoratrici severamente penalizzate dall'introduzione della moneta unica e dall'adesione all'Unione Europea, a un certo punto della sua parabola ha voltato le spalle a questi temi, per diventare un samurai nella guerra civile che si sta combattendo nel nostro paese. Come sempre, quando ci si schiera con una delle fazioni impegnate in una guerra civile, il primo passo da compiere è quello di scegliersi uno Shōgun al quale giurare fedeltà. La speranza, per chi è veramente ambizioso, è quella di prenderne il posto, importante almeno quanto quella di aver scelto la fazione vincente. Lucio Sergio Cimaglia lo ribadisce ad ogni occasione, anche nell'ultimo post sul suo - ormai negletto - blog:

«Dice: "Ma allora perché ci avete governato insieme?" Io perché sono entrato in politica per obbedire: mi è stato ordinato di tenere in piedi questa strana coalizione, e l'ho fatto con lealtà, ben sapendo che al di là del valore e della dimensione soggettiva dei singoli colleghi, che continuo a stimare, le dinamiche oggettive del movimento in cui erano inseriti restavano quelle qui tante volte descritte, e che alla fine la saldatura fra loro e il PD, qui tante volte evocata, sarebbe comunque avvenuta.»

Bisogna riconoscere a Lucio Sergio Cimaglia di essere un soldato di grandi qualità, e infatti è stato promosso al rango di sotto ufficiale dello stato maggiore leghista, sebbene si sia presentato con una truppa elettorale tutto sommato scarsa e, per sovrappiù, sparsa sul territorio. Ma quel che conta, in una guerra civile, sono le doti personali, perché alla truppa ci pensa il Capitano con i suoi ufficiali reclutatori.

Le doti di Lucio Sergio Cimaglia sono risaltate nella battaglia ingaggiata contro gli ex-alleati del M5S, allorquando si è reso necessario giustificare l'aggressione inventando motivazioni che ne celassero le vere ragioni. La più pretestuosa, di cui Lucio Sergio Cimaglia ci offre un resoconto nel suo ultimo post, è quella che ha visto l'elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della commissione europea. Lasciamogli la parola:

«La nostra strategia era stata quella di dichiarare apertura alla von der Leyen affinché i socialisti, presi dal riflesso pavloviano "Salveenee phasheesta", non la votassero. Tutto documentabile dai nostri interna corporis, come alcuni di voi già sanno. Ma anche chi non ne avesse avuto - o non ne abbia in futuro - l'evidenza documentale, dovrà riconoscere che un minimo di alfabetizzazione politica suggeriva questa strada, che ha funzionato! Ben 75 europarlamentari di maggioranza non hanno votato la von der Leyen, che quindi è passata per soli nove voti. Il Movimento 5 Stelle ha 14 europarlamentari, quindi il suo voto contrario sarebbe stato ampiamente sufficiente ad aprire una seria crisi in Europa: unica strada possibile per un serio ripensamento del progetto.»

In sostanza il novello Catilina, che milita al servizio di uno Shōgun che ha ripetutamente dichiarato che il suo orizzonte è quello di restare nell'Unione Europea, giustifica la pugnalata alle spalle dell'ex-alleato tirando in ballo una strategia - non concordata - per evitare l'elezione della VDL facendone ricadere la responsabilità sul m5s, con ciò vendendo alla sua truppa la prima delle numerose lievi imprecisioni di questa storia. Resta il fatto che il M5S ha tenuto fede al patto di governo, e la lega no! Eppure Lucio Sergio Cimaglia sostiene (sic!) che "Il Movimento 5 Stelle ha 14 europarlamentari, quindi il suo voto contrario sarebbe stato ampiamente sufficiente ad aprire una seria crisi in Europa: unica strada possibile per un serio ripensamento del progetto".

Sono cose, queste, che quando avvengono nel mondo della malavita scatenano una guerra, figuriamoci in politica!

Ne consegue che a dare inizio alla guerra civile è stata la Lega, e a poco valgono le considerazioni per la truppa, addotte sia dallo Shōgun Salvini che dal novello Catilina, secondo cui #sesapeva, ovvero che il cosiddetto ribaltone fosse da tempo in preparazione tra M5S e PD, poiché si tratta di affermazioni assolutamente non documentate, alle quali viene chiesto di credere con atto di fede, per di più adducendo motivazioni risibili come la pretesa opacità del ministro Tria nell'informare il parlamento sulla trattativa per la modifica del MES. Da qui la necessità di baciare rosari.

Un po' di storia (chi sa può saltare)


Bisogna a questo punto, prima di continuare, ribadire con la massima chiarezza che qui non si stanno prendendo le difese del M5S e/o del PD, cosa per altro evidente a chi frequenta questo blog, mentre quello che preme sottolineare è segnalare il fatto che la crisi aperta dalla Lega imprime una svolta alla vicenda politica nazionale, rendendo evidente la transizione dalla fase della lotta politica a quella della guerra civile, per fortuna non ancora combattuta militarmente. Segno distintivo dell'arrivo della guerra civile è infatti l'emergere della menzogna rivolta alle truppe fidelizzate e fanatizzate come prassi ordinaria e universalmente praticata. Lo ha fatto il PD per decenni, nel corso della sua polimorfica vicenda; ha contribuito Berlusconi che, sebbene messo nell'angolo più volte, mai ha utilizzato i suoi media televisivi per parlare della scelta più importante da mezzo secolo a questa parte e accuratamente celata ai cittadini, l'UE e l'adozione della moneta unica; lo ha fatto il m5s che, al fine di intercettare il dissenso e indirizzarlo verso falsi obiettivi, è stato progettato a tavolino ricorrendo alle più sofisticate tecniche della comunicazione neurolinguistica, affidandone la guida apparente dapprima a un comico e, successivamente, a un gruppo di sconosciuti giovanotti selezionati con le tecniche di X-Factor. Dunque tre menzogne erano già in campo allorché, nel 2014, iniziò la rincorsa di un partitello che sembrava destinato a scomparire dalla scena politica, la Lega. Ciò nonostante, all'epoca, il quadro era ancora quello di un'acerrima lotta politica, nella quale cercava di inserirsi una pattuglia composta dai resti di quella che era stata la maggioranza dei democristiani/socialisti/statalisti della prima repubblica, i quali, per distinguersi, scelsero di autodefinirsi "sovranisti", termine che gli sarebbe stato scippato proprio da quel partitello e con la complicità dei media.

Toccherà agli storici, in futuro, comprendere quali forze si siano mosse per sostenere l'ascesa dello Shōgun Salvini, ma è un fatto che costui ha goduto, per un quinquennio, di un'ampia copertura mediatica, e gli è stato consentito di cavalcare il tema dell'immigrazione, che si è rivelato l'arma vincente in quanto tocca in profondità le paure degli italiani. A questo tema se ne sono aggiunti, nel tempo, altri: la battaglia no-vax - in concorrenza col m5s - e la difesa della famiglia tradizionale in opposizione all'ideologia gender, fino alla sconcia rappresentazione dei fatti di Bibbiano come conseguenza esclusiva delle politiche del PD, dimenticando che, per la metà del tempo, nella seconda repubblica ha governato il centrodestra, col quale la Lega avrebbe sicuramente fatto un governo se appena l'aritmetica lo avesse reso possibile. In entrambi i casi, non appena si è formato il governo gialloverde, queste battaglie sono state impudentemente e impunemente abbandonate, almeno sul piano dell'azione legislativa, come è facilmente dimostrabile per tabulas, sebbene siano state lasciate in vita nell'immaginario collettivo dei seguaci, soprattutto quello leghista.

Ma la questione sulla quale la menzogna è stata più grande e vergognosa riguarda l'uscita dall'euro, che ha permesso sia al m5s che alla Lega di intercettare il dissenso sulla costruzione europea, per poi abbandonarlo del tutto - è il caso del m5s - oppure, come ha fatto la Lega, distorcerlo in senso pseudo nazionalista, declinandolo come una battaglia contro le oligarchie euriste, al grido della difesa di un fantomatico interesse nazionale.

E' in questa fase che il novello Catilina ha trovato il varco per inserirsi. Come lui altri, i quali però si sono accontentati di raccattare qualche briciolo di notorietà, anche solo grazie al generoso lavoro di Claudio Messora che, dal sito Byoblu, ha dato la parola praticamente a tutti i fenomeni che abbiamo visto emergere in questi anni, come pure occasionalmente a qualche persona seria. Tra i fenomeni mi piace ricordare Paolo Maddalena, ex giudice della Corte Costituzionale, il quale, dopo aver cavalcato l'onda no-euro costituendo l'associazione Attuare la Costituzione, proprio in questi giorni ci informa che:

«Sta girando su Youtube un video nel quale si afferma che la manifestazione Liberiamo l'Italia del 12 ottobre a Roma avverrà sotto l'ispirazione del Professor Paolo Maddalena.
Il professor Paolo Maddalena non è contro l'Europa, non è un sovranista, non è un populista. La notizia va quindi smentita

E va bene così.

La guerra civile


Il novello Catilina, Lucio Sergio Cimaglia, ha così potuto trasferirsi armi e bagagli col seguito di una piccola truppa di fedelissimi nelle fila della Lega dello Shōgun Salvini, mentre i seguaci della prima ora man mano si disperdevano per essere sostituiti da altri, sapientemente indirizzati verso il sacro blogghe dalla macchina propagandistica che, nel frattempo, il samurai Luca Morisi, stava costruendo: la Bestia.

Ed è così che, espunta dal discorso politico ogni traccia di reale contrapposizione degli interessi sociali, e anzi essendo quasi tutti arruolati con l'una o l'altra fazione, ha avuto inizio in Italia la fase della guerra civile, alle cui prime vicende stiamo assistendo proprio in questi giorni. Bisognerebbe chiedere a Lucio Sergio Cimaglia se, quando tesseva le lodi del Reddito di cittadinanza - ex della Gleba, lo faceva perché ubbidiva. Questo ci darebbe la cifra dell'affidabilità delle sue parole, visto che adesso sappiamo ufficialmente che il suo ruolo è sobillare le masse in base agli ordini del suo Shōgun. De facto tutto quello che dice va giudicato come strumentale alla propaganda, e solo quello. Non diversamente, repetita iuvant, da quanto fanno il PD, il m5s e tutte le diverse articolazioni del Partito Unico Liberale (PUL) presenti in parlamento. Ma poiché stiamo parlando di Lucio Sergio Cimaglia, questa inquietante figura di politico sorto dal nulla predicando il rispetto della verità scientifica ma giunto alla ribalta solo dopo aver prestato giuramento di fedeltà a uno Shōgun, lasciamogli ancora la parola:

«Da tanta doppiezza possiamo anche evincere che i negoziati per scalzare Salveenee phasheesta fossero già un pezzo avanti. Se noi ci abbiamo messo due mesi per stringere un accordo con loro, quanto è possibile che il PD, loro acerrimo nemico, ci abbia messo solo due settimane? La scelta dei tempi dipende anche da tante cose che voi non sapete, e che non so nemmeno io. Quello che so, è che almeno ora non dovrò lavorare a una legge finanziaria fatta per danneggiare il mio partito con l'effetto collaterale di danneggiare il Paese. E infatti, appena si è visto all'orizzonte che i negoziati, probabilmente già avviati da un pezzo, per sostituire la maggioranza mantenendo il premier, stavano arrivando a conclusione, ecco che il nostro tecnico ci fa sapere che - improvvisamente - il deficit non è più un tabù! Peggio ancora: che le clausole di salvaguardia, quelle che avevano preoccupato così tanto il nostro amico alla Berghem fest, in fondo non erano un enorme problema, per esattissimamente gli stessi motivi da me dichiarati alla Berghem fest.».

E' evidente il tentativo di descrivere la Lega come vittima di un complotto dei poteri forti nel quale il m5s sarebbe stato risucchiato, anzi! di cui avrebbe sempre fatto parte!

Lucio Sergio Cimaglia si lamenta del fatto che, non appena la Lega è stata fatta fuori dal governo, ecco che i cordoni della borsa vengono allargati! Dimentica, il nostro, che ad aprire la crisi è stato il suo Shōgun, e che la via maestra, qualora il dissenso fosse stato veramente quello sui numeri della manovra, sarebbe stata quella di opporsi con ancor più forza e pubblicamente a una manovra recessiva imposta solamente all'Italia, magari mettendo da parte gli eccessi polemici sulla questione dei migranti, ormai notevolmente ridimensionatasi dal punto di vista dei numeri. Ma forse il vero timore del suo Shōgun era che, proprio per il fatto che i cordoni della borsa stavano per allentarsi, egli avrebbe perso il pretesto di cui aveva bisogno per far cadere il governo presentandosi agli elettori in veste di vittima!

Ecco allora che il nuovo Catilina è tornato utile e lo si è promosso sul campo col compito di raccontare una favoletta anti-europea che possa mascherare il fallito tentativo della Lega di ottenere i pieni poteri (voce dal sen fuggita dello Shōgun Salvini).



C'è una strana a/simmetria in questa vicenda. Forse lo Shōgun Salvini, memore dell'errore di Renzi di andare subito ad elezioni dopo il suo 40% alle elezioni europee (in realtà fu il suo stesso partito a negargli l'opportunità) ha pensato di non ripeterlo, ma, ironia della sorte, è stato lo stesso Shōgun Renzi, richiamato in tutta fretta, a fargli saltare il gioco.

Il povero Lucio Sergio Cimaglia è stato così sacrificato per difendere la ritirata di una Lega sconfitta su tutto il fronte, ma bisogna dargli atto del fatto che si sta battendo come un leone. Queste sono cose che hanno un grande valore, per cui non dubitiamo che, anche dopo la fine del suo Shōgun, tornerà in auge e troverà un posto tra i populares... pardon piddonzi. E, sa saprà accontentarsi, potrà condurre una vita serena con la giusta dose di onori. Ma, se avrà la pretesa di scalare i vertici del potere, allora potrebbe ritrovarsi candidato in quel di Pistoia.

lunedì 26 agosto 2019

Soloni, finti sapienti e grilli parlanti

Moreno Pasquinelli nel post "IL PARTITO DELL'ITALEXIT": «Soloni, finti sapienti e grilli parlanti d'ogni specie, a causa della débâcle del governo M5S-Lega, ci chiedono l'autocritica per avere scelto una posizione di appoggio tattico. Dobbiamo deluderli, non faremo alcuna autocritica.»

Nel video la mia risposta.

domenica 25 agosto 2019

Volete voi credere?


Cosa ha chiesto ai partiti il Presidente Mattarella, lo ricordate? Ha chiesto un governo politico.

Volete voi credere che Salvini abbia aperto la crisi di governo dal Papete, senza consultarsi coi vertici del suo partito e dopo aver atteso due mesi dalle europee, così da rendere problematico il ritorno alle urne?

Ne avete facoltà.

Volete voi credere che sia possibile un governo politico con il PD e il M5S, che avrebbe l'effetto di azzerare il secondo?

Ne avete facoltà.

Volete voi credere che sia possibile una riappacificazione tra Lega e M5S?

Ne avete facoltà.

Al massimo, come mi suggerisce un amico, ci sarà la ridicola retromarcia di Salvini e si farà un governo gialloverde bis senza Conte, al quale sarà addossata ogni colpa. Ma proseguiamo secondo una linea di ragionevolezza, mettendo da parte questa ignobile e vergognosa soluzione.

Volete voi credere che Mattarella indirà nuove elezioni prima della legge di bilancio, così da andare all'esercizio provvisorio e senza nessuna garanzia che, dalle urne, venga fuori una maggioranza politica?

Ne avete facoltà.

Ma se un governo politico non è possibile, cosa può fare Mattarella se non promuovere un governo di transizione che scriva una legge di bilancio coerente con il pilota automatico e poi, forse, indire nuove elezioni?

Dunque, ragionevolmente, ci sarà un governo di transizione che scriverà la legge di bilancio.

Ora domandiamoci: se la crisi non è stata aperta da un colpo di testa di Salvini al Papete, chi e dove ha preso questa decisione? La Lega nei suoi conciliaboli di vertice come passaggio della famosa strategia millantata da Claudio Borghi? Se volete crederlo ne avete facoltà, ma vi prego di considerare un'altra ipotesi.

Possiamo ipotizzare che Salvini, e con lui la Lega, sia stato costretto da qualcuno e/o qualcosa ad agire come ha agito (crisi dal Papete fuori tempo massimo)? Se volete respingere questa ipotesi ne avete facoltà. Io però la tengo bene in considerazione, e mi domando invece: chi, e perché?

Possiamo immaginare che chi ha spinto Salvini ad aprire la crisi dal Papete sia qualcuno che lo tiene per le palle? Sì, ne abbiamo facoltà. E perché lo ha fatto? Questa, a mio avviso, è l'unica e sola domanda sensata.

Perché il governo gialloverde non andava più bene, a dispetto dei mille cedimenti di entrambi i partiti sia sulle questioni veramente importanti (Euro e UE) che su quelle tutto sommato secondarie, giù giù fino alle scemenze totali? Davvero il governo gialloverde stava davvero facendo qualcosa di rivoluzionario su questioni fondamentali?

Nota: Per tentare di rispondere a questa domanda sono scesi in campo i geopolitici, prospettando le spiegazioni più varie. Una di quelle a mio avviso più insensate tira in ballo addirittura gli accordi con Huawei che sarebbero osteggiati dall'amministrazione Trump, e più in generale l'apertura del M5S a quella visione che è ormai nota come via della seta. Tutto è possibile, naturalmente, ma permettetemi di dubitarne.

Più ragionevolmente io penso che questo nuovo governo, che abbiamo definito di transizione, possa essere qualcosa di più, magari non da subito ma in una seconda fase. Infatti, se si andasse al voto dopo la legge di bilancio, mancherebbero ancora 18 mesi affinché i neo-eletti conquistino l'agognata pensione, la qual cosa renderebbe possibili i più arditi scenari di transumanza da un gruppo parlamentare all'altro. Uno scenario ideale per ogni possibile manovra di palazzo (e di ulteriore degrado della vita parlamentare) nelle cui more far passare ulteriori privatizzazioni e cessioni di sovranità, ovviamente ben cucinate e presentate dalla propaganda a reti e social unificati. Quello che è stato definito "governo Ursula".

Pertanto la prima data utile per nuove elezioni politiche sarebbe il settembre del 2020, solo 18 mesi prima, si noti bene, della scadenza del mandato di Mattarella, il quale non potrebbe tuttavia sciogliere le camere negli ultimi sei mesi del suo mandato. Pertanto la data per eventuali elezioni anticipate dovrebbe essere compresa tra settembre 2020 e settembre 2021, oppure si andrebbe a fine legislatura, e cioè fino a marzo 2023. In quest'ultimo caso il nuovo presidente della Repubblica sarebbe nominato dagli attuali parlamentari.

Se una parte importante della partita politica verte sull'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, allora l'establishment eurista e filo atlantico avrà le mani completamente libere, potendo scegliere se procedere alla rielezione con gli attuali equilibri parlamentari, ovvero costruirne di nuovi con elezioni anticipate, da tenersi nel periodo settembre 2020-settembre 2021.

Resta una possibilità: che nessuno abbia stretto le palle di Salvini e che la scelta di aprire la crisi dal Papete sia stata ben ponderata dai vertici della Lega. Non è un'ipotesi da scartare, e anzi la ritengo altamente probabile; in ogni caso è il minimo che ci si possa aspettare da un partito liberista e autonomista, travestito da sovranista/populista, che ha bisogno dell'UE per portare avanti le sue politiche. La controprova? L'avremo se e quando vedremo il cosiddetto "governo Ursula" portare avanti, oltre alle privatizzazioni che saranno rese inevitabili dalle ricette deflazionistiche (apparentemente "imposte" dall'europa cattiva ma in realtà richieste dalla borghesia cotoniera italica) anche il processo di autonomia differenziata.

In ogni caso siamo allo schifo più rivoltante, una situazione che richiama alla mia mente questo aforisma di Guicciardini: "Quanto disse bene el Filosofo: de futuris contingentibus non est determinata veritas! Aggirati quanto tu vuoi, che quanto piú ti aggiri, tanto piú truovi questo detto verissimo."

sabato 24 agosto 2019

Il mago ciociarazzo


Per chi vuole conoscere un po' la Ciociaria segnalo questo articolo: 

IL COSTUME CIOCIARO, IL PIU’ FAMOSO AL MONDO

Per una sintesi superiore e sublime dello spirto ciociaro questa breve clip:



Acciderbola, quasi dimenticavo i sollevatori! I quali sembrano avviati sulla via del ravvedimento operoso, tant'è che oggi pubblicano (finalmente! dopo le fesserie dei vari Sandokan&Co) un articolo senZato!

NON SI VOTA... CE LO CHIEDE L'EUROPA di Mario Esposito

venerdì 23 agosto 2019

Le liste bloccate e la riduzione del numero dei parlamentari sono la dittatura perfetta

Mi ero dimenticato della questione delle liste bloccate contro le quali il M5S si batté a lungo mentre oggi, questo stesso (non)partito, non solo non solleva più l'argomento ma, addirittura, pone la riduzione del numero dei parlamentari come questione dirimente per la formazione di un governo col PD, dopo l'inesplicabile scelta della Lega di far cadere il governo gialloverde.

Tocca rifarsi a un sito dei radicali per ricordare certe cose: «È l’8 settembre del 2007, quando in tutta Italia si tiene il Vaffanculo-Day, una manifestazione patrocinata da Grillo finalizzata alla raccolta delle firme necessarie per la presentazione di una legge di iniziativa popolare. Tra i punti della proposta, il terzo recita: “I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta”. Un concetto ribadito quel giorno da Grillo sul palco a Bologna: “Il Parlamento è occupato da abusivi scelti dai segretari di partito. (…) Nessuno li ha eletti. Ci hanno tolto anche la libertà di votare il candidato. Non voglio che i partiti decidano chi deve essere eletto in Parlamento”.»

Se consideriamo anche tutta una serie di altri fattori, di cui in questo blog ci siamo occupati, che non trovano una spiegazione razionale nel mentre sui social una marea di ingenuotti, anche acculturati e sicuramente indipendenti, si dedicano allo sforzo di cavare un ragno dal buco nel casino politico che stiamo vivendo, allora l'unica conclusione possibile è che siamo in presenza di uno spettacolo senza copione e senza sceneggiatura, buono soltanto ad intrattenere le masse mentre menti sopraffine progettano il nostro futuro.

L'esatto contrario della sovranità popolare.

Eppure la via d'uscita è a portata di mano, peccato che passi per uno scatto di orgoglio che è purtroppo alla portata di pochi: il rifiuto a priori di un tale stato delle cose, costi quel che costi. Anche la vita.

Potrei scrivere ancora a lungo, potrei fare esempi, addurre prove inoppugnabili, ma so che sarebbe vano. La libertà, con la dignità umana che ne è il corollario, è un bene che non è universalmente disponibile, essa spetta solo a chi è veramente un uomo.

Buona notte.


giovedì 22 agosto 2019

Una verità essoterica

Sta arrivando la tradizionale stangata ma state sereni perché la colpa, oltre che vostra, è della situazione internazionale. Donne e uomini responsabili faranno il possibile, la vita continua.


Enciclopedia Italiana - Treccani
«Per esoterismo s'intende quella norma religiosa che vieta di rivelare a chi non sia iniziato certe parti più intime e segrete di un rito o di una dottrina religiosa. Esso si riscontra nelle religioni dei primitivi, nei misteri, e anche in talune comunità filosofiche. Si dice, invece, essoterica quella parte di una dottrina o di una prassi religiosa la quale può essere conosciuta anche dai profani. Nelle religioni dei primitivi i riti d'iniziazione del giovane alla vita adulta della tribù non possono essere rivelati alle donne o ai fanciulli, perché la rivelazione del nuovo mondo divino è così straordinaria e stupefacente che chi l'ha avuta sente il terrore e insieme l'incapacità psicologica di manifestarla; e la conoscenza delle cose e l'uso dei riti appresi nell'iniziazione sono proprio quelli che costituiscono l'individuo nel suo nuovo grado: rivelarli significa rinunziare a questo privilegio sociale.»

Addendum: per colpa di quelli che hanno pensato di poter fare carriera con l'opzione no-euro ecco a voi le osservazioni di un uomo che è coerentemente, cosa di cui riconosciamo il valore, al servizio del capitale. Il quale ci dice chiaro e tondo che uscire dall'euro significa uscire dalla liberal-democrazia. Ci tocca pagare anche questo prezzo, a noi veri socialisti, e poi dicono che sono ossessionato da Bagnai!



Addendum 2, da un commentatore che mi chiede di restare anonimo: "Il passaggio sulla vita da pendolare è brutale. Oltre a quello, la chiarezza e sincerità di Boldrin è più che apprezzabile, dice le cose come stanno, e quanto è pericoloso usare un tema delicato come l'euro a fini propagandistici. Il tema dell'euro deve essere affrontato con attenzione, non è roba con cui si può scherzare, non è un tema che può ridursi a ciarpame politico come ha fatto Illo. Adesso abbiamo mandrie di adepti che credono alla moneta infinita e zero strategia economica, se non quella di applicare le solite politiche pro-oligopolio e antisociali."

mercoledì 21 agosto 2019

Decommissioning the Capiton


"Mario FiorentinoIl PD e i suoi alleati hanno guidato l'Italia, per conto terzi, nella guerra che stiamo perdendo contro il IV Reich.
I 5*, partiti raccattando scontenti di tutti i colori contro l'euro-pa in nome di vaffanculo ai disonesti, sono ora europeisti tatuati, culo e camicia col PD.
Che la lega, col suo passato separatista, la sua intolleranza padroncina, la beceritudine padana, divenga ora l'unico baluardo contro lo strapotere del deep state euro-peo segna il punto più basso raggiunto dal mio Paese da quando lo conosco."

martedì 20 agosto 2019

"La tua mancanza di lucidità sta tutta nel camuffare da pseudo denuncia politica un apolitico dissapore personale"


Strano titolo vero? Abbiate la pazienza di leggere.

PREMESSA


Nell'attesa di capire meglio quel che sta accadendo, oggi vi parlo di qualcosa di cui si è capito tutto ma di cui molti nulla sanno perché all'epoca dei fatti erano piccolini (politicamente) oppure sono capre, oppure lavorano per la Bestia.

La Bestia? Ma cos'è la Bestia?

E' la botnet social messa su da Luca Morisi per la Lega. Voi lo sapete, nevvero, che Salvini è onnipresente sulle tv, soprattutto sulle reti mediaset? A titolo di esempio - ma non serve in realtà perché lo vediamo tutti i giorni - eccovi un grafico:


Se la televisione è l'aviazione della Lega, i social sono la sua fanteria. E la Bestia è il corpo di élite di questa fanteria. Luca Morisi, vi dicevo, è colui che l'ha organizzata, ma la truppa è costituita dai fans di B&B, gli adepti.

Da Ilfoglio.it: “Il modo in cui i mass media hanno stabilito una connessione diretta con Twitter ha permesso agli adepti di stabilire una connessione in diretta con i santoni che dibattevano in studio contro i nemici dell’Italia. Borghi e Bagnai sono stati eccezionali, hanno costruito un articolato vocabolario di termini, soprannomi, frasi fatte e argomentazioni preconfezionate che consente agli adepti di affrontare i dibattiti sui social. Ecco perché il loro impatto è tanto forte, appena gli eroi della setta vanno in televisione, e appena qualche personaggio nemico tocca un argomento sensibile, gli adepti scattano all'attacco usando le munizioni confezionate dai guru, lasciando ben poco spazio ai ragionamenti perché spesso gli adepti non sanno neanche di cosa stanno parlando. Non l’hanno capito, si fidano dei guru e tanto basta. Quella dei no euro non è una comunità di pensiero, né politica: è fandom

SVOLGIMENTO


Si dà il caso che io sia nel mirino della Bestia fin da quando questa era una creatura artigianale, il cui funzionamento non ancora ingegnerizzato era assicurato dall'adesione fideistica al personaggio Alberto Bagnai. Una storia che vale la pena raccontare.

Era l'inizio del 2013 ed era appena uscito il Tramonto dell'euro nella cui prefazione l'autore, Alberto Bagnai, mi citava come uno dei due che lo avevano convinto a scrivere quel libro. Una prima lieve imprecisione perché, in realtà, mi ero limitato, durante una telefonata e dietro sua precisa domanda sul "che fare", a suggerirgli di sintetizzare il contenuto del suo blog in un libro divulgativo. In quel periodo Bagnai era un personaggio semi-sconosciuto, noto esclusivamente in ristretti ambienti accademici e senza una particolare credibilità.

In seguito alla sua  partecipazione, decisa all'ultimo momento, al convegno "Fuori dall'euro - fuori dal debito" del 22/23 ottobre 2011 (da me integralmente ripreso in video) era venuto in contatto con un gruppo di persone che dibattevano, già da anni, il tema dell'uscita dalla moneta unica. Tanto per dire, quel convegno era in preparazione da quasi un anno. In quell'occasione il caso aveva voluto che io ascoltassi, quasi per caso, alcune sue parole nel mentre stavo uscendo dalla sala per fumare una sigaretta e, incuriosito, gli prestai attenzione. Ne nacque una frequentazione che durò fino alla fine del 2012. Durante quel periodo il suo blog crebbe di visibilità, lo filmai numerosi suoi interventi (lo invitai anche ad un convegno a Frosinone) e, nella seconda metà dell'anno, dietro sua richiesta mi applicai come correttore di bozze per il suo libro. Il tutto senza mai chiedere nulla in cambio, poiché era del tutto chiaro, per me, che quella "collaborazione" si fondava solo ed esclusivamente sulla coincidenza di obiettivi. I quali, all'epoca, erano di natura divulgativa, sebbene già allora avevo mosso da alcuni anni i miei primi passi in politica a livello locale. Inoltre mi ero impegnato nella fase iniziale della nascita del M5S (che all'epoca si chiamava il MoV) dal 2006 al 2009, dal quale mi ero allontanato perché mi ero convinto del fatto che esso fosse eterodiretto, rinunciando con ciò a una possibile carriera, cosa che in Ciociaria destò in molti grande sorpresa. Di ciò posso rendere prove testimoniali da parte di amici grillini, i quali sono ancora tali a dispetto della diversità di vedute.

Oggi il sen. Alberto Bagnai, immemore di essere stato almeno alla pari con quel popolo di cui tanto si riempie la bocca ma in realtà disprezza dall'alto del suo élitismo, si permette di scrivere che il dibattito sull'euro sarebbe iniziato il 16 novembre 2011, ma allora cosa ci faceva a Chianciano un mese prima con questi?



Ovviamente nessun riconoscimento, perché il metodo è quello noto.

A me accadde di peggio. Sorvoliamo sulla totale mancanza di stile del senatore Bagnai, il quale mi sorprese con questa incredibile esternazione...



...che illumina, col senno di poi, una caratteristica psicologica del personaggio, e andiamo al dunque.

Emerse all'epoca (fine 2012) una chiara ed evidente diversità di vedute, che avrebbe potuto risolversi senza particolari polemiche giacché è del tutto normale che due persone possano, per un periodo, procedere di comune accordo per poi separarsi seguendo ognuno la sua strada: infatti lui è finito nella Lega, mentre io sono - orgogliosamente - un sovranista costituzionale. Mi sarei aspettato, nella mia (relativa) ingenuità, che l'allora prof. Bagnai prendesse atto di ciò e accettasse il distacco senza reazioni viperine, ma così non fu. Al contrario, mi insultò pubblicamente sul suo blog (molto più seguito del mio) con esternazioni offensive, per altro ribadite in chat private e con toni ancora più spregiativi, cosa di cui alcuni mi informarono anche inviandomi degli screenshot. Ma la cosa in assoluto più grave fu che venne propalata, all'interno della nascitura Bestia poi ingegnerizzata dal Morisi, una narrazione in base alla quale io ero un'amante tradita, con la conseguenza che, da allora (e sono passati 7 anni cazzo!) ogni volta che io scrivo o parlo del Bagnai esce fuori qualche imbecille che, appunto, mi delegittima sostenendo che io sia dominato dal risentimento.

Dal blog del Vate: «Amante tradita (sindrome della), s.f. 1. Disturbo bipolare diffuso nella scia di questo blog. Colpisce scorie umane che hanno riposto la segreta speranza di usare er cavajerenero (v.) come taxi per le proprie meschine ambizioni politiche personali. Assolutamente trasversale, colpisce individui di qualsiasi età ed estrazione, dai diplomati diversamente snelli, a blogger diversamente metropolitani, ai rivoluzionari diversamente marxisti. Sintomi: lurkamento compulsivo di questo blog, uso nel proprio blog del nome dell'autore di questo blog nel vano tentativo di attrarre traffico, ecc. Terapia: il tempo è un grande medico.»

Ovviamente io sono il «blogger diversamente metropolitano».

E arriviamo così al titolo del post


A proposito di un mio video dal titolo "Alberto Bagnai è stato incauto?" arriva per l'ennesima volta un commento di tal genere:

«pisnell 3 ore fa

Il segreto di Pulcinella! ma che c'è da provare?
che siamo al 20esimo anno di governo del presidente? 
la tua mancanza di lucidità sta tutta nel camuffare da pseudo denuncia politica un apolitico dissapore personale»

Al quale, questa volta, ho risposto in modo durissimo. Ora vorrei far notare a questo signor Pisnell e ai suoi pari un po' di cosette. Innanzi tutto io sono su Internet praticamente quasi da quando questa è nata, vale a dire dal 1985 quando lavoravo a Genova per l'Ansaldo nucleare; per tutti gli anni '90 del secolo scorso sono stato parte della ristretta schiera di quelli che hanno fatto crescere la rete, e questo almeno fino a tutto il 2007, vale a dire per la bellezza di oltre 20 anni; a partire dal 2005 ho iniziato a usare la rete per fini politici, per dire: sono stato il primo, lo rivendico per la prima volta, a riprendere un consiglio comunale e a metterlo su Internet, anticipando di almeno un anno gli sforzi analoghi dei grillini del MoV; ho pubblicato un giornale cartaceo nella mia città che ebbe un ottimo successo di critica; mi sono costruito da solo partendo da zero (ripeto: da zero) un cms (Content Management System) quando non c'era ancora praticamente nulla del genere in Italia, con il quale ho portato avanti la mia azione divulgativa e politica (calimerotv.net oggi chiuso, ed ecodellarete.net ancora online sebbene vittima di hackeraggio); ho un canale YT di argomento politico con quasi 3000 iscritti e oltre 1 mln di visualizzazioni nel quale ci sono numerosissimi video dal 6 febbraio 2008 ad oggi che hanno a che vedere con la battaglia sovranista (quella vera); ho scritto, solo su questo blog, circa 1200 articoli, senza contare quelli scritti nei CMS realizzati da me.

Ebbene, in seguito all'onda diffamatrice originatasi per il fatto di aver dato una mano al sig. Bagnai, da anni e ancora oggi devo difendermi da accuse insensate e oscenamente volgari. Come ad esempio postato da questo anonimo sig. pisnell (ma altri come lui) che si permette di descrivermi così:

«pisnell 3 ore fa (modificato)
E' un ingegnere, insegnante, un bravo attivista , prima prima vicino al 5s, poi al Fronte Sovranista Italiano fin dagl'inizi, che ha invitato Bagnai in tempi non sospetti a convegni di stampo sovranista (assai interessanti, li si trovano nel canale) , che ha il punto debole di prenderla sul personale, cosa che può talora mettere in ombra le sue qualità politico-organizzative.»

Chissà chi è questo sig. Pisnell, chissà quante cose ha fatto in questi ultimi 15 anni in cui tutto è cambiato in Italia! Mi piacerebbe saperlo, dunque che si palesi.

Rivendico, con forza, il mio diritto ad occuparmi di politica, ovviamente anche di Bagnai, e chiedo che sia riconosciuto a me, e a tutti quelli che vengono malmenati e bullizzati dalla macchina bestiale ingegnerizzata da Luca Morisi, di poterci esprimere senza dover subire l'attacco delle mute di cani feroci, anonimi come questo Pisnell, che si scatenano ad ogni segnale della Bestia. Una modalità, è bene ricordarlo, che è stata introdotta nel discorso politico proprio dall'ineffabile Bagnai, quel signore che oggi, al Senato, sedeva alla destra di Salvini applaudendolo ad ogni pié sospinto. A chi si chiede perché io dedichi tanta attenzione alla parabola politica di questo individuo, rispondo con un'accusa che posso documentare senza timore di essere smentito: Alberto Bagnai ha la responsabilità di essere stato il primo e più efficace avvelenatore di pozzi del dialogo politico (e anche scientifico) nel piccolo mondo che, a partire dal convegno del 22/23 ottobre 2011, ha dato l'avvio alla fase che ancora stiamo vivendo.

E agli anonimi Pisnell della Bestia dico: abbiate rispetto di chi, magari più anziano di voi, ha sempre fatto politica per pura passione morale e civile, senza mai, e sottolineo mai, ragionare in termini di interesse personale. Quanto al resto, posto che la buonanima di Benito ha fatto molte cose cattive ma una buona sicuramente sì, mi prendo la briga di ricordarvela:

Io di voi me ne frego!

lunedì 19 agosto 2019

Sono favorevole all'immigrazione

E' necessario porre un freno alla dilagante barbarie. Cominciamo allora a mettere qualche puntino sulle i (i come intelletto) che gli uomini di buona volontà sapranno unire.

Il Pap€te nero



Una riflessione notturna sulla crisi di governo, che potrebbe rivelarsi una sceneggiata per facilitare l'arrivo di un Pap€te nero... forse Mario Draghi.

domenica 18 agosto 2019

Il gioco del cerino

Propongo di mettere in fila alcuni fatti.
  1. Incombe la brexit
  2. Incombe una crisi economica (triple dip)
  3. Tutti i partiti rappresentati in Parlamento sono liberali ed europeisti
  4. Un governo dovrà fare una finanziaria molto dura
Qualcuno potrebbe eccepire sul punto 3 sostenendo che no, la Lega non è europeista - a dispetto delle dichiarazioni ufficiali. Voglio concederlo, al fine di rafforzare il filo del ragionamento eliminando un'ipotesi tutto sommato ininfluente, a patto che si riconosca che questo ipotetico non-europeismo della Lega - quella vera, non quella farlocca delle drag queens B&B - è funzionale all'ottenimento dell'autonomia differenziata. Come vedete mi attengo ai fatti acclarati, senza voli pindarici su una ipotetica futura macro regione alpina che sarebbe nei piani a lungo termine di questo partito, in un'ottica però che sarebbe necessariamente europeista, dunque contraria all'ipotesi 3. Riformulo pertanto il punto 3 ponendo:
  1. Tutti i partiti rappresentati in Parlamento sono liberali
Il liberalismo vuole ridurre il perimetro dello Stato, al fine di ricondurre il controllo politico nel perimetro della classe possidente e di quelle ancillari (apparato burocratico, giuridico, militare) onde  escludere il più possibile quella dei lavoratori, siano essi salariati o piccoli e medi imprenditori. L'obiettivo è quindi politico, e solo in seconda battuta economico. Il potere politico può essere conquistato in modi diversi, ad esempio imponendo una dittatura (il fascismo e il nazismo) oppure, come Churchill in Inghilterra, indebolendo le trade unions. Infine, nella transizione da un assetto statalista a uno liberale, con una vasta campagna di privatizzazioni.

In Italia, paese un tempo fortemente statalista ma nel quale l'impronta di quel modello è ancora forte, la chiave di volta di questa operazione di completa presa del potere politico sono le privatizzazioni, per le quali l'euro è solo uno degli strumenti possibili, ma non l'unico ovviamente. Per raggiungere questo scopo primario, che è prioritario rispetto al fatto di restare nell'UE ovvero tornare alla sovranità nazionale (che è cosa diversa dalla sovranità popolare) le crisi sono ghiotte occasioni.

Più grande è una crisi, più sono ampie le possibilità che si aprono, a patto ovviamente di saperle cogliere. Poiché la soluzione banale, consistente nell'imporre una dittatura esplicita, non è percorribile per i vincoli europei - ebbene sì, l'UE ci tiene al riparo da questo esito - la borghesia cotoniera italiana (termine che è più chiaro di Burghesia Compradora y Vendedora) è costretta a manovrare politicamente. Dobbiamo tenere a mente la premessa 3, che tutti i partiti sono liberali, cioè articolazioni di un solo partito, il PUL (Partito Unico Liberale). Ora, nell'imminenza di una crisi che aprirà grandi opportunità per la borghesia cotoniera, ma sarà anche portatrice di seri problemi sociali, dunque di consenso politico, la prima questione da affrontare e risolvere è quella di scegliere la maggioranza che si farà carico della macelleria sociale conseguente al fatto che occorrerà affrontare la crisi non per attenuarla, ma come occasione per un grande trasferimento di ricchezza in termini di proprietà dei mezzi di produzione. Laddove i mezzi di produzione, in questa circostanza, non sono tanto e solo le imprese industriali, quasi tutte già privatizzate, ma soprattutto i servizi: sanità, scuola, servizi gestiti a livello locale sia direttamente dagli enti pubblici che ancora in regime di sussidiarietà con gruppi privati. Una torta del valore di centinaia di miliardi di euro.

E qui veniamo alla crisi di governo. Questa è stata aperta da Matteo Salvini, del quale i sondaggi ci riferiscono che avrebbe il 38% dei consensi, dopo aver ottenuto il 34% alle Europee, alle quali però hanno partecipato poco più dei 2/3 degli elettori delle politiche. Per esempio io non ho votato alle elezioni europee, mentre alle politiche del 2018 votai (sconsolatamente) per il PCI di Marco Rizzo. Orbene Salvini, pur avendo solo il 17% dei parlamentari, ha aperto una crisi che, ormai è chiaro, non condurrà a nuove elezioni bensì a un nuovo governo, molto probabilmente con una diversa maggioranza. Come abbiamo visto nel post precedente, le ragioni reali addotte sono inesistenti, per cui non possiamo non porci la seguente domanda: Matteo Salvini è un emerito cretino, oppure sapeva quello che stava facendo?

Carro di Tespi lirico
Io penso che Matteo Salvini sia un uomo di grande intelligenza e di lunga esperienza, oltre che un grandissimo attore che ha girato l'Italia in lungo e in largo col suo carro di Tespi, e per queste ragioni sono convinto che egli abbia voluto tener il suo partito lontano dalla responsabilità di una o più manovre deflazionistiche necessarie, si badi bene, solo a preparare il terreno della prossima ondata di privatizzazioni, non per rimettere i conti in ordine. Questi, infatti, lo sono già, come risulta evidente da questo grafico, nel quale sono riportati in ascisse i miglioramenti della bilancia dei pagamenti e in ordinate quelli del NIIP (posizione netta sull'estero) per tutti i principali paesi dal 2011 al 2017. Si sappia che, ad oggi, la situazione per l'Italia è ulteriormente migliorata.


D'altra parte è anche difficile immaginare che questo peso, al quale la Lega si è sottratta, possa essere caricato sulle spalle di altri partiti, in particolare il M5S e il PD, e siccome è ormai troppo tardi per tornare al voto - circostanza questa che a mio avviso denuncia il dolo dell'operazione di Salvini, che ha lasciato passare ben due mesi prima di aprire la crisi - ecco che l'unica soluzione possibile è quella di un governo del Presidente, o come lo si vorrà chiamare - tanto la fantasia non manca ai nostri pennivendoli. Un governo che dovrà essere presieduto da una figura di grande caratura, forse Draghi ma, più probabilmente, qualche altra figura di salvatore della nazione che, al momento, non riesco ad immaginare. 

Un Papa nero, dunque, un preposito generale della Compagnia di giro che sarà utile anche nella fase di spartizione delle proprietà pubbliche che, nel clamore di una crisi che è ampiamente nelle possibilità del paese di superare senza troppe difficoltà, porrà in atto l'ultimo furto ai danni dello Stato repubblicano, conducendo definitivamente l'Italia nel medio evo tecno-privatistico che si annuncia all'orizzonte.

venerdì 16 agosto 2019

Alberto Bagnai è stato incauto?



Addendum: Oppure si sta preparando ad uscire dalla Lega e a fondare un suo partito?

Addendum 2: Nel video mi sono concentrato sulla possibile fuga in avanti di Bagnai, ma dai commenti su YT e sui social capisco che ciò che interessa veramente è il merito della questione e non la carriera del Vate. Pertanto, entrando nel merito, riporto quanto mi segnala l'amico Andrea Guglieri:

«Fiorenzo Fraioli, da un punto di vista formale sulla questione ESM Bagnai sbaglia (sapendo di sbagliare? - n.d.r.) quando dice "non sappiamo se è stato firmato", perché a fine luglio Tria ha risposto a Borghi che l'iter di elaborazione è in fase iniziale e c'è tempo fino a fine anno, poi il parlamento può bocciarlo e non entra in vigore. Il m5s ha espresso posizione ufficiale contraria inequivoca. La Lega niente, a parte le iniziative individuali di B&B. 
La Lega è stata bravissima anche qui a far dimenticare che Tria è in quota loro, suggerito da Savona, ma la scelta finale è della Lega. Comodo perché di formale c'è solo la scelta da parte del presidente del consiglio.
Le considerazioni finali che fai tu sull'alleanza mi pare che non c'entrino, perché qui non c'è niente di responsabilità politica 5s.
A Bagnai nel medio periodo mi pare dura che diano incarichi più rilevanti, ma si sapeva già.»

A conferma della correttezza di quanto Guglieri ci ricorda ecco un video, 31 Luglio 2019, sull'interrogazione n°3-919 - dei Deputati Molinari ed altri - in merito alla proposta di nomina di Jeroen Dijsselbloem a direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, nonché in merito all'iter della riforma del Trattato sul meccanismo europeo di stabilità (Esm), anche ai fini del coinvolgimento degli organi parlamentari competenti.



E con questo direi che il caso è chiuso. D'altronde, anche a non saper nulla, i balbettii di Claudio Borghi Aquilini sono eloquenti.

Restiamo infine in attesa di leggere sui siti della Lega una presa di posizione sulla questione ESM che sia altrettanto chiara di questa del M5S: NO a questa riforma del MES, NO all’austerità.

Aggiunge Guglieri: «Per altro il 21 giugno 2019 il M5S e la Lega hanno approvato alla Camera e al Senato una risoluzione di maggioranza in cui si chiede al Governo italiano di non votare (quindi di fatto porre il veto) ad una riforma di quel genere. Quindi il governo è vincolato. I tempi sono precoci, mi pare quindi che Bagnai e Borghi facciano un po' di caciara per far vedere che se ne occupano, mentre - forse - la questione era già affrontata a sufficienza. Bagnai in particolare è alla ricerca sempre di pretesti ex post. Anche  Borghi fa propaganda, ma più malvolentieri, è più onesto di fondo.»

mercoledì 14 agosto 2019

Il record mondiale di salto mortale carpiato triplo avvitato con scappellamento a destra

La politica acrobatica è lo sport più antico del mondo, secondo alcuni antropologi essa rappresenterebbe la prima biforcazione culturale della storia, a partire dal noto mestiere più antico del mondo. In un'epoca di grandissimi campioni il sen. Alberto Bagnai ha fatto registrare un record stupefacente, in tal misura che non sono mancati i sospetti di doping. Il suo salto mortale carpiato triplo avvitato con scappellamento a destra è una prestazione ineguagliabile, che richiama alla mente quella della ginnasta Nadia Comaneci.


 Ora non ci resta che attendere, dopo le elezioni, una conferma con un salto mortale carpiato triplo avvitato con scappellamento a sinistra. Voci di corridoio, assolutamente non confermate, parlano di un grande interesse del possibile nuovo allenatore della sinistra, Matteo Renzi, per questo grandissimo campione. Sarebbe, in effetti, il degno coronamento di una carriera cominciata negli scantinati dell'Illinois

lunedì 12 agosto 2019

Una sola certezza: l'aumento dell'IVA ci sarà

L'IVA colpisce i consumi interni, quindi un suo aumento deprime la domanda interna, mentre non si applica sui beni esportati. Pertanto l'aumento dell'IVA è coerente con una politica mercantilista, e ci sarà perché la cosiddetta Unione Europea è, in realtà, una feroce partita a poker giocata con le fiches della BCE ma, alla fine, i rapporti tra creditori e debitori si saldano con i beni reali. E la nostra borghesia cotoniera ha trovato il modo di giocarsi la partita con la ricchezza degli italiani: se vince vince lei, se perde perdiamo noi.

Dunque l'aumento dell'IVA al 25% ci sarà, comunque vada. Che i cretini continuino a parlare e straparlare dei maggiordomi delle diverse fazioni liberali, ma io faccio una previsione che non è nemmeno tale: l'aumento dell'IVA ci sarà.

Chi perde tempo dietro alle evoluzioni di una partita completamente interna agli interessi della borghesia cotoniera è un imbecille che non merita la mia attenzione. Quando questa previsione si avvererà, e si avvererà, non verrò a rivendicare di avervelo detto, perché non meritate tanta attenzione. Gli imbecilli vanno dimenticati e basta.

domenica 11 agosto 2019

La scuola inclusiva

Uno dei fronti più "caldi" è la scuola pubblica. 

LA LETTERA ANONIMA AI "SOVRANISTI" DELLA LEGA [HorrorPost]

Ancora una volta un mio commento non è stato pubblicato sul blog dei Sollevatori. Questa volta è accaduto in merito al post di un tal Sandokan (anonimo) dal titolo "LETTERA APERTA AI SOVRANISTI DELLA LEGA". Al solito rilevo come (alle ore 12:50 dell'11 agosto 2019) dei 5 commenti presenti 4 sono totalmente anonimi e 1 ha (almeno) un nickname (Anakyn).

Uno stato delle cose da blog dell'orrore, un'anomalia che feci presente già molti anni fa invitandoli a porre rimedio, almeno ad imporre che i commenti fossero collegati ad un account, con tanto di nickname. Mi fu risposto, dai "compagni", che a pubblicare commenti erano molti che non erano in grado di farsi un account (gente d'er popolo 'nzomma) e che, tra questi, ce n'erano che non potevano esporsi per timore di ritorsioni sul posto di lavoro. Orbene, "perseguitati" a parte, è del tutto ovvio che questa spiegazione, oggi, non è più plausibile perché la maggior parte di noi naviga essendo loggato ad un account, per cui commentare in modo anonimo è una scelta esplicita che richiede, oltre tutto, un po' di lavoro in più.

Questa storia della censura nei miei confronti prese l'avvio in occasione di un mio commento a questo articolo:

NON SOCCOMBERE ORA di Luciano B. Caracciolo [ 19 luglio 2018 ]



Il mio commento fu:

19 luglio 2018 10:30
"Se arretriamo ancora, anche solo ricercando un compromesso, - magari consigliato dal retaggio di ideologie e sovrastrutture ormai posticce e alimentate appositamente per dividerci- non avremo più alcuno spazio di libertà e democrazia."

Struggente questa lettera dal carcere.

Luciano Barra Caracciolo era stato appena insignito del titolo di sottosegretario del governo gialloverde.

Immediatamente il link al mio blog (L'Ego della rete) venne rimosso da quello dei Sollevatori e, da allora, i miei commenti sono bellamente ignorati. In compenso sono pubblicati i commenti degli anonimi ad articoli in gran parte scritti da anonimi, come tal Sandokan.

Tutti militanti e attivisti che, per ragioni di sicurezza personale, non possono esporsi in prima persona!

Le conseguenze sul mio equilibrio psicofisico furono drammatiche: caddi in depressione, dimagrii di 50 chili, divenni astemio, mi apparve in sogno il protettore dell'Illinois Sant'Alberto da Pescara col ditino alzato ad ammonirmi, nonché i santi martiri Luciano e Bombolo, ma ormai la mia perdizione era eterna.

Chiesi udienza (telefonica) a Leonardo Mazzei (non ebbi il coraggio di confrontarmi col pontefice massimo, il beato Moreno) che mi fu concessa e, nel corso del colloquio, ardii prefigurare la possibilità che il M5S, il popolo eletto depositario dell'eterna alleanza con l'Elhoim Gianroberto, potesse tradire il patto alleandosi col Behemoth piddino, ma fui rassicurato circa l'impossibilità ontologica di questa evenienza. Capii che il mio errore era imperdonabile e così partii alla ricerca di un albero di Giuda al quale appendermi. Con mia grande sorpresa li trovai tutti occupati. Erano più i traditori dei vivi.


sabato 10 agosto 2019

Quando Alberto Bagnai "congetturava ereticamente" - parte I

Era il 16 Ottobre 2015 quando Alberto Bagnai ci parlava del tradimento oggettivo dei politici di sinistra e degli intellettuali. 


Alberto Bagnai - La tecnica al potere: intellettuali e democrazia al tempo della crisi from Biblioteca Misano on Vimeo.

Nell'attesa di un altrettanto interessante contributo sul tradimento soggettivo, consentitemi qualche piccola considerazione.

Nel suo intervento l'allora Prof. Bagnai stigmatizzava con forza l'abitudine di parlare dei rapporti economici nei termini di Italia-Germania 4-3, sottolineando il fatto che al gioco della moneta unica a perdere sono sempre e comunque i lavoratori, i quali patiscono la compressione dei loro salari e diritti nell'esatta misura imposta dalla nazione più forte: se questa non redistribuisce ai salari quanto guadagna in termini di competitività, allora i salari nei paesi più deboli devono necessariamente ridursi. En passant vi faccio notare che questa lettura corrisponde alla mia "congettura eretica", che non è niente di nuovo se non un altro modo di ricordare, a quanti se ne sono dimenticati, il concetto di vincolo esterno. Il quale è un vincolo necessitato (in un certo senso simmetrico alla democrazia necessitata di Mortati, magistralmente esposta dal fu blogger dallo stile involuto) e dunque poco importa che a dettarlo sia la Kommissionen kattiven o tutti i governi dicasi tutti degli ultimi 30 anni ingloriosi.

Poiché il Prof. Bagnai, da quel lontano giorno del 2015, sembra aver cambiato idea (sempre che non si sia fatto complottardo, e stia invece agendo nell'ombra per sabotare l'UE - con grande scorno per noi #tuttosubitisti) mi sto sforzando di comprendere le ragioni di ciò. Vi premetto che io non penso affatto che Alberto Bagnai abbia cambiato idea per vile denaro (la nobiltà ha dipinta negli occhi l'onestà) e dunque la mia incrollabile convinzione è che egli abbia, per così dire, riveduto un po' le sue convinzioni. Ora queste si fondavano sul fatto che la ragione di fondo della cronica perdita di competitività dell'Italia fosse una conseguenza della necessaria compressione della domanda interna al fine di smorzare la dinamica salariale. Secondo questa linea di pensiero, deprimendo la domanda interna si disincentivano gli investimenti, e quindi la crescita della produttività.

Ma ve n'è un'altra, la quale sostiene al contrario che la perdita di competitività dell'Italia sia la conseguenza di inefficienze strutturali alle quali occorre rimediare, e che i cambi flessibili abbiano poca o nulla influenza nel porvi rimedio. Questa posizione venne sostenuta da Francesco Lippi in occasione del convegno: Euro, mercati, democrazia: l'Italia può farcela? Le soluzioni alla crisi fra cessione e recupero di sovranità e responsabilità. (http://bit.ly/1xyx6Hw) | Pescara, 8/9 novembre 2014

Nell'intervento, che vi invito a visionare, Francesco Lippi, dopo avere garbatamente smontato lo sforzo modellistico di Bagnai, sostenne in soldoni la tesi che "se dobbiamo competere con la Polonia svalutando, possiamo farlo già nell'euro"!



Una critica, almeno altrettanto forte, era già stata fatta a Bagnai da Stefano Fassina, secondo il quale è illusorio immaginare che, nell'ipotesi di una nostra uscita unilaterale dall'euro, gli altri starebbero a guardare senza porre in essere dure contromisure.



Dunque riassumendo: nel 2014 le certezze econometriche di Alberto Bagnai cominciano a sgretolarsi, e nel 2015 (video di apertura) comincia a rendersi definitivamente conto del peso e dell'importanza di una visione politica che egli, all'epoca, non aveva ancora, se non allo stato embrionale. Ma, avendo ormai rotto i ponti con quella parte della sinistra di classe - dove pure avrebbe trovato una sponda ma a patto di assumere una postura più dialogante e meno assertiva - con cui si era già a lungo confrontato, ad esempio nel convegno svoltosi a Casalbertone nel 2012 nel quale incontrò Paolo Ferrero (PRC) e Alfonso Gianni (SEL), nello smarrimento delle sue un tempo granitiche certezze ha finito con l'essere attirato nella Lega grazie ai buoni uffici di Claudio Borghi. (qui la playlist completa di Casalbertone 2012)





Nota: risale a due settimane dopo l'incontro di Casalbertone l'inizio del mio litigio con Bagnai, che nel corso del tempo si è sempre più esacerbato, per ragioni sia politiche che metapolitiche.

La questione centrale da capire è che, nell'ambito del piccolissimo gruppo di persone (del quale facevo parte) che nel marzo del 2013 coniarono il termine "sovranismo", si era avviata una discussione che metteva insieme le riflessioni econometriche di Alberto Bagnai con altre di natura giuridica e politica, e financo etiche. Laddove per "riflessioni etiche" non si intendono, ovviamente, gli attuali strepiti del bibbianologo Bagnai.

Questi avrebbe dovuto, per onestà intellettuale e per garbo relazionare, riconoscere il prezioso contributo di quel piccolo gruppo, che poi sarebbe rapidamente cresciuto nei due anni successivi, ma scelse una strada diversa. All'inizio perseverò nel suo approccio econometrico e modellistico, inseguendo l'impossibile sogno di matematizzare il sistema economico (ne fece le spese il povero specializzando che fu incaricato di scrivere il modello che avrebbe presentato nel 2014, ridimensionato dalle critiche di Francesco Lippi) in seguito, sempre sotto l'influenza di Borghi e coerentemente con il deleterio concetto secondo il quale "ci tireranno fuori dall'euro gli stessi che ci hanno portato dentro", la sua deriva a destra si fece più marcata.

La prima conseguenza di questo agire fu, inevitabilmente, un ricambio sempre più veloce della platea dei followers, anche (ma non solo) come conseguenza della politica del click da lui adottata. Se nel primo anno di vita del suo blog i followers erano in larga maggioranza di orientamento marxista, dunque socialisti, man mano la composizione cambiò e, di pari passo, anche il livello del dibattito, a dispetto della pretesa, inizialmente declamata, di farne il luogo di incontro e confronto della migliore intellighenzia esclusa dai canali del main stream. Questa decadenza venne oscurata, per un po', dal livello dei convegni annuali che organizzava sotto l'egida "Goofy", nonché da una crescita straordinaria del numero di visite al blog, sulla cui effettiva rispondenza con la realtà di letture effettive ho tuttavia qualche riserva. E in effetti, a giudicare dalla complessità ed efficacia della botnet messa in piedi dalla Lega per egemonizzare il dibattito sui social, sorge spontaneo qualche dubbio sui numeri che il blog esibisce.

[continua]

Operazione "SMASCHERIAMO I SICOFANTI LIBEROIDI" (1)

Paolo Becchi è un ladro di parole. Usa il termine "sovranismo", sottratto, grazie alla complicità dei media main stream e di un ben noto gruppetto di traditori, a quelli che lo avevano introdotto, per parlare di "governo sovranista" riferendosi a quello gialloverde, per di più indignandosi per il fatto che i 5s si siano posti di traverso sull'autonomia, perché secondo questo ladro di parole il sovranismo non può significare "Stato gentiliano", cioè fortemente unitario.

Peccato che "sovranismo", nella visione di chi ha introdotto questo termine nel dibattito politico, significhi esattamente questo! Pertanto Paolo Becchi commette il reato politico di furto e distorsione semantica, qualificandosi come un ennesimo buffone di corte.

Claudio Messora queste cose le sa, e dovrebbe ricordargliele.

Per altro questa di prendere una parola e distorcerne il significato è prassi comune tra i sicofanti liberoidi. Non abbiamo forse visto i sedicenti "socialisti" inneggiare alla libera circolazione dei capitali? Ecco, appropriarsi del termine "sovranismo" e sostenere che esso non può significare "Stato gentiliano", cioè "Stato fortemente centralizzato", è la stessa cosa. E siccome tutto si può dire di Paolo Becchi meno che sia un ignorante o persona poco intelligente, ne segue che è un sicofante liberoide.

Si prega di condividere per dare risalto all'accusa. Basta inquinare i pozzi, basta inquinare le sorgenti della dialettica politica, cioè il corretto significato delle parole!

venerdì 9 agosto 2019

Il nemico del mio nemico è mio amico - di NUOVA DIREZIONE

Un articolo di Carlo Formenti (Nuova Direzione)


Il nemico del mio nemico è mio amico, recita un noto adagio che consente forse di spiegare certe scelte e comportamenti politici che, a un primo esame, suonano talmente contraddittori da apparire incomprensibili, se non deliranti. È il caso, fra gli altri, di un classico tormentone della complicata storia del movimento comunista novecentesco. Mi riferisco all’irriducibile odio di alcune correnti del trotskismo americano (sia nel Nord che nel Sud del continente) nei confronti della Russia sovietica – odio che le ha indotte a schierarsi sistematicamente dalla parte degli Stati Uniti – cioè con la potenza egemone del capitalismo mondiale! – in tutti i suoi conflitti con il Paese guida del campo di un “falso” sistema socialista (fino ad appoggiare la guerra del Vietnam e l’invasione dell’Iraq http://lanostrastoria.corriere.it/2019/08/05/i-trotzkisti-alleati-degli-stati-uniti ).
Ho parlato non a caso di alcune correnti, sia perché il campo troskista è di gran lunga il più frammentato all’interno delle sinistre radicali, con pozioni assai diverse al proprio interno, sia perché generalizzando si rischierebbe di addebitare gli atteggiamenti di cui sopra allo stesso Trotskij, che viceversa non spinse mai a tali estremi la propria avversione per il regime sovietico. Fatta questa precisazione, occorre prendere atto che l’odio antisovietico è sopravvissuto alla caduta del blocco socialista, trasformandosi in odio antirusso: nemmeno il venir meno dell’ambiguità di un “finto” regime socialista, e il declassamento della Russia di Putin a potenza capitalista regionale, impegnata a difendere la propria area d’influenza dell’aggressività ultraimperialista a stelle e strisce, impedisce alle correnti di cui sopra di schierarsi per la “rivoluzione” neoliberista in Ucraina, appoggiata e promossa dall’Occidente, e ciò nemmeno dopo il moltiplicarsi delle prove sul carattere esplicitamente neonazista del regime di Kiev https://www.facebook.com/carlo.formenti/posts/10217966641616352
Non basta, un articolo di Max Blumenthal e Ben Norton https://thegrayzone.com/2019/07/06/dsa-jacobin-iso-socialism-conference-us-funded-regime-change fornisce inquietanti particolari sulla conferenza Socialism2019, svoltasi ai primi dello scorso luglio a Chicago, che ha visto la partecipazione di una serie di sigle della sinistra “radicale” americana (in gran parte di matrice troskista) sotto l’egida della DSA (Democratic Socialist of America), della rivista Jabobin e della editoriale Haymarket (fra i panelist prestigiose figure dell’intellighenzia alter global come Naomi Klein). Gli autori riferiscono di una serie di panel dedicati esplicitamente a demonizzare non solo la Cina e la Corea del Nord (in quanto nemici dichiarati degli Stati Uniti), ma anche i riottosi regimi latinoamericani che si sottraggono al ruolo di cortile di casa di Washington (come Cuba e Nicaragua) e naturalmente la Siria di Assad. Malgrado i relatori riconoscano (nel caso del Nicaragua) che non esiste un’opposizione di sinistra al regime, si dichiarano comunque
favore di un regime change promosso dagli Usa in quanto un capitalismo “democratico” è preferibile a un falso socialismo (nel caso della Siria vengono promossi a oppositori democratici i macellai delle fazioni integraliste islamiche).

A rendere il quadro ancora più inquietante, Blumenthal e Norton documentano la rete di relazioni fra questi “socialisti” e una serie di agenzie governative (dietro cui è lecito sospettare lo zampino di Cia e Pentagono) che finanziano operazioni di contropropaganda nei “Paesi canaglia” (né disdegnano di lasciar cadere qualche briciola nelle tasche dei nostri “socialisti”, ai quali applicano specularmente il principio il nemico dei miei nemici è mio amico, con la differenza che la sproporzione fra i due soggetti è tale da ridurre il ruolo dei secondi al ruolo di mosca cocchiera).
Ma questi troskisti sono parte di un discorso più ampio in cui convergono altre tessere della sinistra arcobaleno, a partire da quell’area neo operaista che ha il suo massimo esponente in Antonio Negri: coerentemente con le tesi esposte in Impero (benché queste siano state smentite dall’ultimo quindicennio di storia che, invece di sancire l’unificazione del mondo sotto l’egida della potenza egemone e del suo progetto globalista, ha generato un inedito scenario di multipolarismo caotico, caratterizzato dall’intensificarsi dei conflitti interimperialistici fra differenti blocchi regionali), questa corrente teorico politica persiste nell’appoggiare i progetti di unificazione dei mercati sotto egemonia occidentale (spostando il proprio appoggio dagli Stati Uniti alla Ue) e nel condannare tutte le forme di opposizione nazional popolare (in particolare se rivendicano carattere socialista) a tale progetto egemonico, che si tratti del colosso cinese (considerato un’alternativa imperiale più pericolosa di quella statunitense) o delle rivoluzioni bolivariane (significativo l’atteggiamento del Manifesto sul caso venezuelano, con lo smaccato sostegno al golpe “democratico” di Guaidò, losco esponente della destra neoliberista telecomandato da Washington).
A voler fare i complottisti, sarebbe facile rovesciare contro tutti costoro gli insulti che dagli stessi vengono rivolti a forze come la nostra, che lavora per costruire un’alternativa nazional popolare al sistema neoliberista. Come possono permettersi di definirci rossobruni, visto che appoggiano i nazisti ucraini, gli integralisti islamici anti Assad, e i progetti di esportazione della democrazia a colpi di cannone delle potenze occidentali? Ma una simile simmetria sarebbe stupida, perché qui non è questione di buona o cattiva fede (anche se le operazioni cialtronesche non difettano) bensì di totale incomprensione della fase storica e delle dinamiche evolutive del sistema mondo capitalistico. Troskisti e post autonomi ci considerano “fascisti” perché sosteniamo che senza sovranità nazionale non si dà lotta per la democrazia e il miglioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne; che l’idea secondo cui la rivoluzione o è mondiale o non è, suona incredibilmente irrealistica e ingenua, visto che ogni processo rivoluzionario è sempre partito dall’anello più debole della catena; che la sinistra che si occupa dei diritti civili trascurando i diritti sociali incarna gli interessi di strati sociali medio alti, oggettivamente alleati con il progetto liberal liberista (vedi l’analisi di Nancy Fraser sul femminismo emancipazionista); che l’entusiasmo per lo sviluppo tecnologico ignora l’uso di classe che ne fa il capitale; che la rivoluzione intesa come modernizzazione e progresso è il lascito dell’illuminismo borghese; che l’internazionalismo proletario non ha alcunché da spartire con il cosmopolitismo ecc.
Lasciamoli bollire nel loro brodo fatto di dogmi ormai privi di qualsiasi significato storico, e lasciamo che sfoghino la loro bile insultandoci. Non risponderemo colpo su colpo perché li riteniamo privi di qualsiasi influenza sugli strati sociali che consideriamo i nostri veri interlocutori, ci limiteremo solo a ricordare di tanto in tanto che certi rapporti con la peggior destra sono prerogativa loro, non nostra.