sabato 31 ottobre 2020

La lettera di Viganò a Trump

In sintesi: il multiporalismo di stampo obamiano è una pericolosa armata Brancaleone.


LETTERA APERTA

al Presidente degli Stati Uniti d’America

Donald J. Trump

 

 Domenica 25 Ottobre 2020

Solennità di Cristo Re

 Signor Presidente,

 

            mi consenta di rivolgermi a Lei, in quest’ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale contro Dio e contro l’umanità. Le scrivo come Arcivescovo, come Successore degli Apostoli, come ex-Nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America. Le scrivo nel silenzio delle autorità civili e religiose: voglia accogliere queste mie parole come la «voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23).

 

            Come ho avuto modo di scriverLe nella mia Lettera dello scorso Giugno, questo momento storico vede schierate le forze del Male in una battaglia senza quartiere contro le forze del Bene; forze del Male che sembrano potenti e organizzate dinanzi ai figli della Luce, disorientati e disorganizzati, abbandonati dai loro capi temporali e spirituali.

 

            Sentiamo moltiplicarsi gli attacchi di chi vuole demolire le basi stesse della società: la famiglia naturale, il rispetto per la vita umana, l’amore per la Patria, la libertà di educazione e di impresa. Vediamo i capi delle Nazioni e i leader religiosi assecondare questo suicidio della cultura occidentale e della sua anima cristiana, mentre ai cittadini e ai credenti sono negati i diritti fondamentali, in nome di un’emergenza sanitaria che sempre più si rivela come strumentale all’instaurazione di una disumana tirannide senza volto.

 

            Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione. Ne è artefice un’élite che vuole sottomettere l’umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli. In alcune nazioni questo progetto è già stato approvato e finanziato; in altre è ancora in uno stadio iniziale. Dietro i leader mondiali, complici ed esecutori di questo progetto infernale, si celano personaggi senza scrupoli che finanziano il World Economic Forum e l’Event 201, promuovendone l’agenda.

 

            Scopo del Great Reset è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata all’imposizione di misure liberticide, nascoste dietro allettanti promesse di assicurare un reddito universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concessioni del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe essere la rinuncia alla proprietà privata e l’adesione ad un programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 promosso da Bill Gates con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici. Aldilà degli enormi interessi economici che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si accompagnerà all’obbligo di un passaporto sanitario e di un ID digitale, con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione mondiale. Chi non accetterà di sottoporsi a queste misure verrà confinato in campi di detenzione o agli arresti domiciliari, e gli verranno confiscati tutti i beni.

 

            Signor Presidente, immagino che questa notizia Le sia già nota: in alcuni Paesi, il Great Reset dovrebbe essere attivato tra la fine di quest’anno e il primo trimestre del 2021. A tal scopo, sono previsti ulteriori lockdown, ufficialmente giustificati da una presunta seconda e terza ondata della pandemia. Ella sa bene quali mezzi siano stati dispiegati per seminare il panico e legittimare draconiane limitazioni delle libertà individuali, provocando ad arte una crisi economica mondiale. Questa crisi serve per rendere irreversibile, nelle intenzioni dei suoi artefici, il ricorso degli Stati al Great Reset, dando il colpo di grazia a un mondo di cui si vuole cancellare completamente l’esistenza e lo stesso ricordo. Ma questo mondo, Signor Presidente, porta con sé persone, affetti, istituzioni, fede, cultura, tradizioni, ideali: persone e valori che non agiscono come automi, che non obbediscono come macchine, perché dotate di un’anima e di un cuore, perché legate tra loro da un vincolo spirituale che trae la propria forza dall’alto, da quel Dio che i nostri avversari vogliono sfidare, come all’inizio dei tempi fece Lucifero con il suo «non serviam».

 

            Molti – lo sappiamo bene – considerano con fastidio questo richiamo allo scontro tra Bene e Male, l’uso di toni “apocalittici”, che secondo loro esasperano gli animi e acuiscono le divisioni. Non c’è da stupirsi che il nemico si senta scoperto proprio quando crede di aver raggiunto indisturbato la cittadella da espugnare. C’è da stupirsi invece che non vi sia nessuno a lanciare l’allarme. La reazione del deep state a chi denuncia il suo piano è scomposta e incoerente, ma comprensibile. Proprio quando la complicità dei media mainstream era riuscita a rendere quasi indolore e inosservato il passaggio al Nuovo Ordine Mondiale, vengono alla luce inganni, scandali e crimini.

 

            Fino a qualche mese fa, sminuire come «complottisti» coloro che denunciavano quei piani terribili, che ora vediamo compiersi fin nei minimi dettagli, era cosa facile. Nessuno, fino allo scorso febbraio, avrebbe mai pensato che si sarebbe giunti, in tutte le nostre città, ad arrestare i cittadini per il solo fatto di voler camminare per strada, di respirare, di voler tenere aperto il proprio negozio, di andare a Messa la domenica. Eppure avviene in tutto il mondo, anche in quell’Italia da cartolina che molti Americani considerano come un piccolo paese incantato, con i suoi antichi monumenti, le sue chiese, le sue incantevoli città, i suoi caratteristici villaggi. E mentre i politici se ne stanno asserragliati nei loro palazzi a promulgare decreti come dei satrapi persiani, le attività falliscono, chiudono i negozi, si impedisce alla popolazione di vivere, di muoversi, di lavorare, di pregare. Le disastrose conseguenze psicologiche di questa operazione si stanno già vedendo, ad iniziare dai suicidi di imprenditori disperati, e dai nostri figli, segregati dagli amici e dai compagni per seguire le lezioni davanti a un computer. 

 

            Nella Sacra Scrittura, San Paolo ci parla di «colui che si oppone» alla manifestazione del mistero dell’iniquità, il kathèkon (2Tess 2, 6-7). In ambito religioso, questo ostacolo è la Chiesa e in particolare il Papato; in ambito politico, è chi impedisce l’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.

 

            Come ormai è evidente, colui che occupa la Sede di Pietro, fin dall’inizio ha tradito il proprio ruolo, per difendere e promuovere l’ideologia globalista, assecondando l’agenda della deep church, che lo ha scelto dal suo grembo.

 

            Signor Presidente, Ella ha chiaramente affermato di voler difendere la Nazione – One Nation under God, le libertà fondamentali, i valori non negoziabili oggi negati e combattuti. È Lei, Caro Presidente, «colui che si oppone» al deep state, all’assalto finale dei figli delle tenebre.

 

            Per questo occorre che tutte le persone di buona volontà si persuadano dell’importanza epocale delle imminenti elezioni: non tanto per questo o quel punto del programma politico, quanto piuttosto perché è l’ispirazione generale della Sua azione che meglio incarna – in questo particolare contesto storico – quel mondo, quel nostro mondo, che si vorrebbe cancellare a colpi di lockdown. Il Suo avversario è anche il nostro: è il Nemico del genere umano, colui che è «omicida sin dal principio» (Gv 8, 44).

 

            Attorno a Lei si riuniscono con fiducia e coraggio coloro che La considerano l’ultimo presidio contro la dittatura mondiale. L’alternativa è votare un personaggio manovrato dal deep state, gravemente compromesso in scandali e corruzione, che farà agli Stati Uniti ciò che Jorge Mario Bergoglio sta facendo alla Chiesa, il Primo Ministro Conte all’Italia, il Presidente Macron alla Francia, il Primo Ministro Sanchez alla Spagna, e via dicendo. La ricattabilità di Joe Biden – al pari di quella dei Prelati del “cerchio magico” vaticano – consentirà di usarlo spregiudicatamente, consentendo a poteri illegittimi di interferire nella politica interna e negli equilibri internazionali. È evidente che chi lo manovra ha già pronto uno peggiore di lui con cui sostituirlo non appena se ne presenterà l’occasione.

 

            Eppure, in questo quadro desolante, in questa avanzata apparentemente inesorabile del «Nemico invisibile», emerge un elemento di speranza. L’avversario non sa amare, e non comprende che non basta assicurare un reddito universale o cancellare i mutui per soggiogare le masse e convincerle a farsi marchiare come capi di bestiame. Questo popolo, che per troppo tempo ha sopportato i soprusi di un potere odioso e tirannico, sta riscoprendo di avere un’anima; sta comprendendo di non esser disposto a barattare la propria libertà con l’omologazione e la cancellazione della propria identità; sta iniziando a capire il valore dei legami familiari e sociali, dei vincoli di fede e di cultura che uniscono le persone oneste. Questo Great Reset è destinato a fallire perché chi lo ha pianificato non capisce che ci sono persone ancora disposte a scendere nelle strade per difendere i propri diritti, per proteggere i propri cari, per dare un futuro ai propri figli. L’inumanità livellatrice del progetto mondialista si infrangerà miseramente dinanzi all’opposizione ferma e coraggiosa dei figli della Luce. Il nemico ha dalla sua parte Satana, che non sa che odiare. Noi abbiamo dalla nostra parte il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti schierati in battaglia, e la Santissima Vergine, che schiaccerà il capo dell’antico Serpente. «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8, 31).  

 

            Signor Presidente, Ella sa bene quanto gli Stati Uniti d’America, in quest’ora cruciale, siano considerati l’antemurale contro cui si è scatenata la guerra dichiarata dai fautori del globalismo. Riponga la Sua fiducia nel Signore, forte delle parole dell’Apostolo: «Posso tutto in Colui che mi dà forza» (Fil 4, 13). Essere strumento della divina Provvidenza è una grande responsabilità, alla quale corrisponderanno certamente le grazie di stato necessarie, ardentemente implorate dai tanti che La sostengono con le loro preghiere.

 

            Con questo celeste auspicio e l’assicurazione della mia preghiera per Lei, per la First Lady, e per i Suoi collaboratori, di tutto cuore Le giunga la mia Benedizione.

 

            God bless the United States of America!


+ Carlo Maria Viganò

Arcivescovo Titolare di Ulpiana

già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America

giovedì 29 ottobre 2020

Instrumenta Regni


Talvolta, negli anni passati, nei momenti di sconforto, mi sono detto con presunzione "dopo di me il diluvio". Sono felice di constatare che non è così. Giovanni Norrito e tanti giovani come lui prenderanno il mio posto e quello di noi irriducibili che, nel tempo dell'assurdo, abbiamo conservato il Sacro Fuoco della libertà e della giustizia. Continuerò a fare la mia parte, ma con più fiducia, perché ormai so che dopo di me non ci sarà il diluvio. Vi invito a guardare il video di Giovanni Norrito.

martedì 20 ottobre 2020

lunedì 12 ottobre 2020

Contrordine compagni!


Avete ascoltato? Basta coi lockdown, sviluppate nuovi strumenti di controllo! Del virus? Naaahhh, strumenti di controllo sociale. Lo shock c'è stato, enorme, le popolazioni hanno obbedito, è ora di passare alla fase due: l'implementazione rapida di cambiamenti nell'ordine sociale che adesso saranno accettati, in quanto percepiti come soluzioni alle crudeli privazioni delle libertà personali e in grado di mitigare il sentimento di paura. La frenata non sarà uniforme, mentre la minaccia di altre ondate continuerà ad essere brandita, ma, se faremo i bravi senza tentare di opporci ai profondi cambiamenti che le élites mondiali considerano non più rimandabili, saremo premiati.

Il governo Conte si è prontamente adeguato mitigando i più temuti provvedimenti restrittivi, ma dobbiamo essere bravi, altrimenti ci saranno punizioni pardon chiusure selettive, riservate ai reprobi. Chi mi segue sa bene come la penso su questa infame balla del covid, per cui mi risparmio la fatica di ripeterlo, ma vorrei sottolineare il punto cruciale della mia analisi sullo stato reale delle cose: che il covid sia una realtà o meno (non lo è, ma restiamo al punto) quello che conta veramente è che i diritti dei lavoratori e dei cittadini non possono e non devono essere una gentile concessione delle classi dominanti, elargiti al più perché funzionali al modello che esse impongono, bensì una conquista non negoziabile fondata sulla forza politica reale dei lavoratori e dei cittadini, e cioè sulla nostra capacità di imporre la democrazia come metodo effettivo di governo.

Oggi le oligarchie sono così potenti da poter assumere in proprio la responsabilità di guidare un mondo globalizzato alle prese con problemi innegabili, dal consumo delle risorse ai grandi conflitti geopolitici, ma l'instabilità intrinseca di questo stato delle cose risiede nella scomparsa di un attore fondamentale, il popolo lavoratore che si fa classe per sé, insieme con l'oblio del concetto di cittadinanza, che è alla base del principio di autodeterminazione dei popoli. Tutta la mia azione politica è sempre stata improntata all'obbiettivo irrinunciabile di ricostruire la capacità delle classi lavoratrici, organizzate in comunità nazionali, di prendere parte al gioco. Buona notte.

Bisogna essere anche un po' stupidi per essere amorali!

Viviamo immersi in un flusso di informazioni che mi arrischio a definire multistrato, in cui quelli più esterni e superficiali sono caratterizzati da una molteplicità di fonti e dalla possibilità di confrontare, in modo più o meno democratico, le diverse opinioni, mentre in quelli più interni si rileva una progressiva riduzione dei soggetti ammessi al confronto nonché l'esclusione, sempre più determinata man mano che ci si avvicina al nucleo, di qualsiasi opinione non allineata. Il nucleo è costituito dagli argomenti tabù, quelli sui quali non è consentito un confronto sereno, razionale e alla pari, per cui i pochi che hanno la pretesa di affrontarli e dibatterli sono immediatamente, e senza appello, etichettati con espressioni demonizzanti.

Lo abbiamo visto accadere negli anni in cui si è tentato di parlare di Unione Europea, prima ancora quando si è trattato di dibattere sulla lunga serie di interventi militari della Nato negli anni del fallito tentativo di egemonia unipolare dell'occidente, sta accadendo di nuovo con l'emergenza Covid. Ma non dobbiamo e possiamo dimenticare nemmeno le numerose occasioni in cui la reazione dell'informazione di regime è stata di scherno e disprezzo verso coloro che riflettevano sui progressi della tecnologia prospettando scenari che, oggi, si stanno manifestando sotto gli occhi di tutti. Salvo poi imporre l'uso di tali tecnologie sull'onda dell'emergenza, e in modo autoritario. Non è dunque un'iperbole asserire che viviamo in una dittatura dell'informazione.

Questo stato delle cose, mortale per la democrazia, non viene riconosciuto da un grandissimo numero di "acculturati", mentre le persone più semplici sembrano avere una capacità di leggere la realtà molto più definita. L'ultimo esempio ci è offerto dalla copertura riservata a due delle tre manifestazioni del 10 ottobre 2020, quella dei Gilet arancioni e di Liberiamo l'Italia. Chi scrive non è andato a nessuna delle due, per ragioni diverse, ma il dato essenziale che qui interessa porre in evidenza è stato il modo squadristico con cui l'informazione mainstream le ha descritte. Abbiamo visto inviati sul campo, armati di dispositivi di ripresa e mascherina regolamentare, avventarsi sui partecipanti con l'evidente intenzione di offrirne una rappresentazione che potesse screditarli, e tutto ciò nel disinteresse di tante anime belle "acculturate", accomunate dal fatto di essere in dissenso con i manifestanti, la qual cosa sembra autorizzarle a minimizzare la gravità di questi comportamenti. Nello stesso tempo, poiché le immagini di quelle interviste sul campo girano sui social, le anime semplici, che costituiscono la grande maggioranza del popolo, riescono immediatamente a decodificare il messaggio sottostante, che è feroce e di una semplicità disarmante, quanto ben nota dai secoli dei secoli: l'invettiva del Marchese del Grillo agli avventori dell'osteria, ai quali ricorda che "Io so' Io e voi non siete un cazzo".

Questa evidenza dei fatti produce disincanto e allontanamento dalla politica, che è l'obiettivo reale perseguito, per cui anche la minoranza che non si arrende e continua a voler dibattere i temi tabù, si ritrova, suo malgrado, a svolgere la parte del criceto che corre e corre lungo una ruota, fornendo così energia al sistema.

Il popolo lavoratore, e ancora elettore, finisce così col sussumere una rappresentazione dello stato reale dei rapporti di forza sociali tale per cui l'unica cosa che può fare è sostenere l'uno o l'altro dei contendenti politici che gli vengono proposti, nella speranza ogni volta che sia quella buona: ieri Berlusconi, poi Grillo, oggi addirittura Trump, un capo di Stato estero!

Poiché questo schema è in funzione da decenni, da quando cioè la classe lavoratrice ha perso la capacità di auto-organizzarsi diventando "classe per sé", sarebbe un errore pensare che quello che accade sotto i nostri occhi sia determinato solo dalle crescenti dosi di paura sparse a piene mani con il pretesto dell'emergenza Covid. Occorre prendere atto che la democrazia è morta, sostituita dalla propaganda, che maschera sotto le forme seducenti del marketing l'indottrinamento di massa. Il cui scopo è quello di impedire che il popolo lavoratore possa coltivare qualsiasi velleità di occuparsi dei temi tabù, che sono riservati in esclusiva alle ristrette élites dei sempiterni padroni del mondo.

Tra costoro e il popolo dei semplici, che vedono la realtà ma non hanno gli strumenti culturali e organizzativi per trasformarsi in classe per sé, si stende la multiforme platea degli "acculturati", spesso vittime essi stessi dei meccanismi di plagio posti in essere, ma anche, in numerose circostanze, spregevoli opportunisti che sperano, vendendosi, di ottenere o conservare condizioni di relativo privilegio. Il disprezzo verso questa specie di individui è, talvolta, così forte e profondo da spingere molti ad augurarsi un disastro di tali dimensioni per cui anche ad essi sia riservato il finale della povertà nella precarietà. E invero, quando leggo gli scritti sui social di tanti soggetti con cui negli anni ho pure interagito, anch'io sono preso da questo sentimento, talvolta esplodendo in commenti irati che mi sono costati numerosi "click". Tra costoro, quelli che hanno un'opinione più tronfia di sé, si giustificano argomentando che "sono sempre le élites a governare il mondo", facendo finta di non capire che il loro ragionamento è tautologico: comandano i forti - i forti sono quelli che comandano. Che poi, magari, non lo capiscono davvero, perché bisogna essere anche un po' stupidi per essere amorali!

Nel frattempo la pantomima dell'emergenza Covid prosegue, a dispetto dei numeri che sono chiari e raccontano tutt'altra storia. Così come, negli anni della grande crisi economica, altri numeri raccontavano un'altra storia rispetto alla vulgata ufficiale, salvo assistere oggi persino alla riproposizione delle soluzioni più strampalate circolate in quegli anni. Una su tutte: la proposta ricorrente dell'helicopter money, questa volta accolta con pensoso interesse dagli stolti "acculturati" per il solo fatto di provenire da colà dove si puote ciò che si vuole. Non vogliono, e per quanto detto non possono capire, che la proprietà reale dei beni è uno stock, mentre il denaro è un flusso, o dovrebbe esserlo, e che l'origine di ogni disastro del modello di accumulazione capitalistico e liberista nasce dalla pretesa di trasformare anche il denaro in uno stock! Il denaro che crea altro denaro, senza passare per la fase della produzione di merci, il luogo dove può svolgere la sua funzione di regolatore dei flussi di beni reali prodotti, e necessariamente più equamente redistribuiti se si vuole mantenere il sistema in equilibrio.

Non vogliono e non possono capire, gli "acculturati", quello che al popolo lavoratore, ai semplici, è ogni giorno più evidente, sebbene nell'impotenza dell'agire. Non vogliono e non possono comprendere che la realtà della Storia non è statica, ma un divenire nel quale l'emergere di un principio ordinatore non discende dall'alto, ma è costituito dalla risultante delle forze in campo; e dunque che chi si tira fuori rifugiandosi nella contemplazione delle proprie certezze e negando alle opinioni diverse il diritto di cittadinanza nel dibattito, gioca nella squadra del caos.

Se le cose dovessero andare veramente male, come troppe volte è accaduto, la colpa non sarà delle élites, né delle sparute minoranze che, a dispetto di tutto, si mettono in gioco, venendo per sovrappiù derise, ma degli "acculturati", perché le élites e le sparute minoranze fanno quello che tutti dovremmo fare: partecipare alla storia collettiva. Aveva ragione Gramsci, quando scriveva "Odio gli indifferenti".

giovedì 1 ottobre 2020

Un formicaio impazzito

Glie munne se vòta (il mondo cambia)

Secondo me prima dovreste guardarvi il video sulla Persia, e rifletterci sopra, e solo dopo il breve video di commento del sottoscritto. Una domanda: ve li immaginate i cavalieri medi e persiani, 2700 anni fa, con la mascherina? Che razza di umanità è quella di oggi? Semplice, è un'umanità di bestie sottomesse, senza cervello, dimentiche della grande storia che ci ha preceduto. Andate, andate a prendervi il caffè pagando con la carta di credito, animali bestie somari sottomessi che non siete altro! Lo volete capire che il Potere, ogni Potere, è sempre fondato sulla forza e sulla religione? Quante divisioni angeliche ha il Papa, che si rifiuta di incontrare Mike Pompeo in visita a Roma? Lo volete capire che le museruole sono per le bestie? Scegliete: o siete umani o siete bestie, tertium non datur.