giovedì 29 marzo 2018

Cicerino, patronus optimus omnium

"Che poi, uno può essere anche un battipugnista per così dire serio, se gli è data l'occasione di governo, vorrei vederlo all'opera.
Ma nella narrazione bagnara il battipugnista in genere era associato all'epiteto di traditore, se andava bene. E ora vedere con tanta disinvoltura bronzea il rovesciamento delle parti, fa capire anche non dico ai fan, ma anche ai meno dotati, l'inaffidabilità del Cicerino." (credits: Andrea Guglieri)

"Se ci va Di Maio nella city è traditoreservodelcapitalebrutto, se ci va Cicerino è "uno shock culturale immenso, ma istruttivo". (credits: Andrea Guglieri)


Insomma: la conquista dell'agibilità politica con l'agilità politica. 

Cicerino Cicerino, fino a quando abuserai della tua impudenza?

Fiorenzo Fraioli:
Comunque in questi tempi tristi dobbiamo essere grati a Bagnai, che ci sta offrendo uno spettacolo indimenticabile di "agilità politica". Mi ricorda l'ascesa a Roma di Cicerone.
Che poi glielo dicevo sempre a Marco Tullio: stai attento, non esagerare, che alla fine non conti una fava, ma lui niente... e vabbè.

Andrea Guglieri:
Su Cicerone ricordo questa definizione: "patronus optimus omnium". Ambigua, perché vuol dire sia "il patrocinatore di cause migliore di tutti" ma anche "il miglior patrocinatore di chiunque, alla bisogna".

martedì 27 marzo 2018

L'euro è un emulatore di gold standard (1 di 3)

Post correlati:
  1. L'euro è un emulatore di gold standard (2 di 3)
  2. L'euro è un emulatore di gold standard (3 di 3)
Si possono distinguere tre casi (da wikipedia):
  • nel primo l'oro viene usato direttamente come moneta (circolazione aurea);
  • nel secondo viene usata cartamoneta totalmente convertibile in oro, dal momento che il valore in oro della moneta complessivamente emessa è pari alla quantità di oro conservata dalla banca centrale (circolazione cartacea convertibile totalmente in oro);
  • infine, nel terzo caso, le banconote sono convertibili solo parzialmente, risultando il valore della quantità di banconote emessa un multiplo del valore dell'oro posseduto dallo stato (circolazione cartacea convertibile parzialmente in oro).
Nel caso una moneta sia convertibile in un'altra moneta, a sua volta convertibile in oro, si parla di gold exchange standard.

Ancora da wikipedia: "Un altro automatismo introdotto da questo standard riguarda l'inflazione. In un paese che abbia determinate risorse d'oro un'espansione economica si deve accompagnare ad una proporzionale deflazione, con il rischio di recessione. Questo è avvenuto, in effetti in Gran Bretagna nel XIX secolo, dove il prezzo delle merci espresso in oro si è dimezzato nell'arco di cento anni, anche se, invece che portare ad un indebolimento del paese, questo è avvenuto quando questa nazione era indiscutibilmente la maggiore potenza mondiale."

Aggiungo io che il rafforzamento dell'Inghilterra è l'equivalente dei polli di Trilussa: è vero che il paese (meglio l'impero) si rafforzò, ma ciò avvenne a spese sia dei paesi colonizzati che delle classi lavoratrici. Inoltre finì come sappiamo, cioè con uno scontro frontale tra l'impero inglese e gli imperi centrali, dal quale trasse benefici l'impero emergente, gli Stati Uniti d'America.

Cinquantatré anni dopo la fine della II guerra mondiale, nel pieno della crisi di un gold exchange standard imperniato, questa volta, non sull'inghilterra ma sugli Stati Uniti, nell'Europa del fu III Reich si ebbe un'idea geniale: resuscitare il gold standard sostituendo l'oro con una moneta scritturale, l'euro. Il fatto è che si era ben compreso che il valore dell'oro, essendo questo anche una merce con un valore di mercato determinato dalla legge della domanda e dell'offerta (entrambe influenzate dal progresso tecnologico) non poteva essere più usato come base monetaria. Che l'euro sia una moneta scritturale, sulla cui emissione vigila in regime di monopolio esclusivo la BCE, ci viene ricordato (6 giugno 2017) da questa stessa istituzione:

«La “teoria della creazione autonoma di moneta scritturale”, traendo spunto dalla concezione di proprietà collettiva della moneta, giunge ad affermare la possibilità per ogni singolo cittadino di creare in via autonoma moneta “scritturale” attraverso proprie registrazioni contabili per l’importo corrispondente alla somma dovuta. Alcuni sostenitori di queste idee, attivi sul web, mettono a disposizione specifici moduli da utilizzare per la creazione degli “euro scritturali” e per la comunicazione del presunto pagamento da indirizzare ai soggetti creditori (banche, finanziarie, Fisco, enti pubblici, enti fornitori, ecc.) e, per conoscenza, alla Banca d’Italia. La Banca d’Italia precisa anzitutto che sulla base della normativa internazionale e nazionale, l’unica forma di moneta legale - ossia dotata del potere di estinguere le obbligazioni in denaro - è la moneta emessa dalla Banca Centrale Europea (BCE), in quanto la sua creazione si basa su rigorose procedure che garantiscono la fiducia generale nella moneta e la stabilità del suo valore nel tempo. »

Sul sito della BCE ci viene spiegato come funziona la moneta. Potete leggervi l'articolo, magari integrandolo con la sintesi che vi offro. In sostanza la BCE ci dice che esistono due tipi di moneta: la moneta esterna al sistema economico, detta anche "riserva di banca centrale", e la moneta interna al sistema economico. La moneta esterna, completamente controllata dalla BCE e considerata moneta ad alto potenziale, si muove in un circuito distinto e separato da quello in cui circola la moneta interna. Per capirci vi propongo questo schema di un reattore nucleare del tipo pwr:


Come vedete ci sono due circuiti. Uno nel reattore, che riceve calore dalla fissione delle barre di combustibile nucleare, e un secondo che assorbe energia dal primo per trasferirla alla turbina, da cui passa all'alternatore, e infine è riversata alle attività economiche reali. Nell'analogia il primo circuito nel reattore rappresenta la circolazione di moneta ad alto potenziale, il secondo la moneta a basso potenziale che circola nell'economia reale.

Nota: un'analogia è un'analogia, non tentate di portarla alle estreme conseguenze, anche se la useremo ancora. L'immagine serve per fissare le idee e facilitare la comprensione.

«La BCE funge da banca delle banche commerciali e anche in questo modo influenza il flusso della moneta e del credito nell’economia per conseguire prezzi stabili. A loro volta, le banche commerciali possono rivolgersi alla BCE per contrarre prestiti, ossia riserve di banca centrale, di solito per finanziarsi a brevissimo termine. Per controllare la quantità di moneta “esterna” e quindi la domanda di riserve di banca centrale da parte delle banche commerciali, la BCE ricorre a uno strumento principale: stabilisce i tassi di interesse a brevissimo termine, il “costo del denaro”.»

In pratica la BCE controlla la quantità di moneta circolante nel circuito esterno all'economia, quello che si trova nel reattore. Quello che è importante capire è che il flusso monetario di questo circuito deve restare confinato, cioè non deve passare direttamente al circuito dell'economia reale, ma gli trasferisce "valore". Ciò avviene attraverso un insieme di regolamentazioni che stabiliscono quanta moneta ad alto potenziale devono detenere le banche commerciali per poter accendere prestiti. Si chiama patrimonializzazione delle banche. Sono così stabiliti e normati dei criteri in merito al rapporto tra i prestiti che ogni banca commerciale può effettuare (detti "attivi") e le sue riserve di moneta ad alto potenziale; nonché tra il monte dei prestiti deteriorati e il totale degli attivi. In sostanza il fluido monetario che circola nell'economia reale è creato dalle banche commerciali quando queste effettuano un prestito, accreditando sul conto corrente di un'impresa una cifra che questa si impegna a restituire a scadenza. Quando ciò avviene, e il prestito è restituito, la stessa quantità di fluido monetario, maggiorata degli interessi, viene distrutta. Tramite i guadagni derivanti dagli interessi le banche commerciali sono, esse stesse, parte integrante dell'economia reale, ma ciò crea un primo problema: la quantità di fluido monetario nel circuito dell'economia reale tende a diminuire perché ne viene distrutta una quantità maggiore di quanta ne venga immessa. Per tornare all'analogia, questa scomparsa di fluido monetario è esemplificata dal condensatore.

Per ovviare a questo inconveniente è necessario espandere continuamente la quantità di moneta ad alto potenziale. Tale espansione produce quello che viene chiamato "debito fittizio", il quale è contabilizzato come tale nei bilanci pubblici perché, nel sistema dell'euro, la quantità aggiuntiva di moneta ad alto potenziale arriva alle banche commerciali per il tramite del Tesoro e della Banca Centrale di ogni Stato. Possiamo immaginare, per tornare all'analogia, che queste funzioni siano esemplificate dalla turbina (il Tesoro) e dall'alternatore (la BC, per l'Italia la Banca d'Italia - BdI).

Torniamo al circuito della moneta ad alto potenziale. E' importante capire che questa moneta, non potendo entrare in contatto con quella circolante nel circuito dell'economia reale, non può essere spesa. Ripeto: la moneta ad alto potenziale non può essere spesa!

Questa circostanza significa che gli azionisti delle banche commerciali, che hanno ricevuto dal QE di Draghi circa duemila miliardi di euro, non li possono spendere in nessun modo. Non per comprarsi degli yacht, non per pagarsi escort di qualsiasi gender, non per fare la carità. Sbagliano quindi quelli che strillano "Draghi ha dato duemila miliardi alle banche e niente ai lavoratori!". Ma allora com'è che ci stanno fregando? Per capirlo dobbiamo tornare al funzionamento del gold standard. In quel sistema, crollato con lo scoppio della I guerra mondiale, gli scambi commerciali tra sistemi economici (nazioni o imperi) venivano regolati attraverso trasferimenti di oro, che era la moneta ad alto potenziale di quel tempo. Se un paese esportava meno di quanto importava rispetto ad un altro, la differenza doveva essere compensata da un trasferimento di oro. Per evitare che ciò avvenisse in termini eccessivi, i dirigenti economici dei paesi in deficit dovevano riequilibrare la bilancia commerciale, il che avveniva distruggendo la domanda interna per via fiscale, cioè alzando le tasse, o con altri mirabili e fantasiosi metodi. In alternativa, i paesi in surplus potevano aumentare le loro importazioni aumentando i consumi interni, ovvero alzando le retribuzioni dei lavoratori e le spese voluttuarie delle classi ricche, ma la prima opzione era malvista da queste, la seconda era insufficiente perché la propensione al risparmio dei ricchi è sempre maggiore alla loro capacità di spesa. Detto brutalmente: quando un ricco ha comprato per sé lo yacht e il palazzo in centro, la villa in campagna per la moglie, l'appartamento per l'amante, la macchinona per la figlia, e ha pagato i debiti da gioco del figlio maschio, il resto (che è una bella somma) lo risparmia, cioè lo tesaurizza. Conseguenza? Questa.


Dunque nel gold standard gli squilibri commerciali dovevano essere sanati distruggendo la domanda interna. Ricorda qualcosa?



Come vedete anche con l'euro, che potremmo definire un common gold standard basato, invece che sull'oro, su una moneta scritturale costituita dalle riserve di banca centrale (il fluido nel circuito esterno all'economia) si deve ricorrere agli stessi metodi. Ci sono ora un po' di punti da precisare. Per prima cosa gli Stati dell'eurozona segnano i loro saldi reciproci di bilancia commerciale in un database comune gestito dalla BCE, chiamato Target2, sul quale risulta per l'Italia un passivo di 359 miliardi. A tal proposito Draghi, il 23 gennaio 2017, ha dichiarato che "per uscire da euro bisogna chiudere i saldi Target 2", cioè saldare il conto. Lungi da me il voler intervenire nel dibattito giuridico sulla legittimità di questa richiesta, per questo c'è chi è ben più qualificato di me, però vorrei sommessamente far notare che, quando si decide di partecipare a un gioco nel quale sono in ballo i soldi, e si decide di non saldare all'istante ma di segnare da qualche parte le vincite e le perdite, non è che poi si possa dire "Signori io scherzavo, vi saluto e buona serata"!

Conosco l'obiezione che va per la maggiore a livello popolare: quando il residente italiano ha acquistato la mercedes dal residente tedesco lo ha pagato, quindi l'italiano ha dato, il tedesco ha preso, e la partita è chiusa. Sì, è vero, il residente italiano ha pagato, ma con quale moneta? Ve lo dico subito: con la moneta a basso potenziale creata dalle banche commerciali, la sola che circola nell'economia reale, non con la moneta ad alto potenziale che, nel sistema dell'euro, rappresenta, in modo scritturale, quello che era l'oro nel gold standard classico.

Ve lo spiego in altro modo, così forse è più chiaro. Quando c'era la lira (moneta a basso potenziale) il residente italiano comprava attraverso la sua banca i marchi (moneta a basso potenziale) necessari all'acquisto della mercedes, e il residente tedesco riceveva questi marchi attraverso la sua banca, mentre la Bundesbanck si teneva le lire come riserva di moneta estera. Quindi: l'italiano pagava in lire, che finivano nei conti della Bundesbank, che aveva così una moneta estera che usava come moneta per future transazioni commerciali di segno inverso (quando un tedesco avrebbe comprato in Italia). Infine la Bundesbanck autorizzava la banca commerciale del residente tedesco ad accreditare i marchi (moneta a basso potenziale) sul conto del venditore.

Alla fine dei giochi alla Bundesbanck restavano le lire, con cui finanziare gli acquisti futuri dei tedeschi in Italia. Tutto bene? No, perché il valore delle lire accumulate nei conti della Bundesbanck non era sotto il suo controllo, ma dipendeva dal gioco della domanda e dell'offerta. Un gioco che, dal punto di vista dei tedeschi (in questo gioco creditori) era truccato, perché la lira tendeva a svalutarsi senza che il governo italiano intervenisse. Anzi, la svalutazione faceva bene ai governi e ai lavoratori, sebbene non ai redditieri italiani, come vedremo.

La situazione, ai tempi della lira, era tale per cui ogni nazione poteva determinare, in proprio, i rapporti tra la quantità di moneta di riserva bancaria (ad alto potenziale) e quella a basso potenziale. Una situazione alla quale, dal punto di vista degli Stati in surplus, occorreva porre rimedio. Sarebbe però sbagliato interpretare questo conflitto in termini soltanto nazionali, perché non è vero che a tutti i tedeschi convenga l'euro e a tutti gli italiani la lira. Per capirlo bisogna ricordare che la ricchezza finanziaria non viene accumulata in moneta ad alto potenziale, ma in moneta a basso potenziale, la sola che può circolare nell'economia reale.

La ricchezza finanziaria non viene accumulata in moneta ad alto potenziale, ma in moneta a basso potenziale, la sola che può circolare nell'economia reale.

In altre parole la moneta ad alto potenziale è solo uno strumento di regolazione della quantità di moneta a basso potenziale che circola nell'economia reale, e basta. La legge proibisce ai privati il possesso e la tesaurizzazione di moneta ad alto potenziale, come pure la possibilità di spenderla. Solo le banche e gli intermediari finanziari possono detenerla, ma come riserva per erogare prestiti. Punto.

Ed ecco allora che il ricco che tesaurizza ricchezza finanziaria in moneta a basso potenziale (sì, quella creata col click del mouse) non è contento che il suo valore si svaluti, nemmeno se è un cittadino di un paese in deficit che complessivamente, dalla svalutazione, avrebbe da guadagnare. Anzi, vi dirò di più. Il residente redditiero di un paese debole volge speranzoso il suo sguardo ai suoi pari dei paesi forti affinché facciano qualcosa per aiutarlo nella sua lotta contro la continua svalutazione del suo tesssòòòòro tesaurizzato in moneta a basso potenziale. Vuole la stabilità, cioè un'inflazione bassa.

Mumble mumble... che si fa? Ideona! Ci vuole un emulatore di gold standard. Un emulatore, dico, perché l'oro fisico, con le sue oscillazioni di prezzo legate ai cambiamenti tecnologici, non funziona più. E con questo, quelli che ci scassano la minchia con l'oro italiano depositato nei forzieri della FED sono sistemati. A meno che non sia vero quello che dice per finta Mauro Biglino, e cioè che l'oro fisico ha un valore perché ci sono gli Eloyn che ne sono ghiotti.

L'euro è un emulatore di gold standard perché la sua quantità è regolata in modo da rispettare l'obiettivo principale per cui è stato creato, a beneficio della rendita finanziaria europea che desidera una bassa inflazione. Perché ho specificato "europea"? Perché la rendita finanziaria europea non possiede un'altra fondamentale moneta, quella ad altissimo potenziale: la supremazia militare. Ma di questo parleremo nella III parte.

Nella II parte parleremo invece di come e perché la rendita finanziaria europea ha bisogno, per raggiungere i suoi scopi, di esautorare gli Stati e imporre il principio di indipendenza della Banca Centrale Europea.

Un saluto.

sabato 24 marzo 2018

Il bacio

Mentre il gossip più regressivo discetta della presunta omosessualità di Giggino Di Maio, cosa di cui nun ce ne po' frega' de meno (salvo il fatto che un domani, per motivi politici, queste testate del cazzo potranno fare gossip su di me alludendo alla mia miociofilia...) è un fatto che si sta prospettando un governo fondato sull'alleanza tra una forza mondialista (il m5s) e una forza percepita(?) come regionalista (la Lega). Il murale(s) con il bacio tra Di Maio e Salvini (geniali gli autori chiunque essi siano, fossero pure agenti al servizio di Stati esteri) fotografa simbolicamente il disastro italiano. Peccato sia stato cancellato.


Ah, quasi dimenticavo: mi si è striminzito il flusso FB. Mi angoscio o me ne sbatto il cazzo?

giovedì 22 marzo 2018

L'economicismo è la malattia infantile del sovranismo

Fabio Campedelli ha commentato così il mio post "Tutto il resto è noia":

«Resta sempre il fatto che quando compri all'estero (materie prime ad esempio) compri sempre in valuta estera. Allora gli USA non dovrebbero aver alcun problema, visto che la loro valuta è quella di riferimento

Questo commento, in un post che criticava l'approccio economicistico al problema dell'uscita dall'euro, per sottolineare, invece, che il problema è soprattutto - se non esclusivamente - politico (e purtroppo anche militare), mi ha sorpreso. Non me ne voglia l'amico Fabio, ma devo ricordargli che un paese come il nostro, in surplus primario, in attivo di bilancia dei pagamenti e con un patrimonio di ricchezza privata tra i più grandi del mondo, in caso di uscita dall'euro non dovrebbe confrontarsi con le conseguenze di una fragilità economica e finanziaria strutturali, bensì con le reazioni politiche e militari di chi, da ciò, verrà danneggiato.

A dimostrazione di ciò, segnalo un articolo di Difesaonline.it dal titolo "PERFORMANCE-BASED LOGISTICS: LA RIVOLUZIONE LOGISTICA DI BOEING". L'autore, Matteo Acciaccarelli, ci parla della "collaborazione sempre più forte e dinamica tra Boeing e Aeronautica Militare Italiana" rinforzata da un accordo di fornitura di aerei Boeing KC-767 che implica, come commenta «Il presidente di Boeing Italia, Antonio De Palmas... quanto siano importanti i ritorni correlati per l’Italia in questa collaborazione: "Abbiamo quasi 50 persone che lavorano direttamente al programma, di cui 30 legati all’industria nazionale necessari per svolgere una parte di manutenzione.

In sostanza si tratta di questo: l'aeronautica italiana, avendo acquistato un certo numero di esemplari del KC-767, delega la loro manutenzione alla stessa Boeing. Il che significa che l'operatività di questi aerei è nelle mani dei nostri alleati americani.

Nulla da eccepire? Davanti alla constatazione che non abbiamo sovranità militare, che non abbiamo una politica estera, che le nostre decisioni politiche interne sono guidate da Bruxelles, mentre un esercito di fondi speculativi si sta preparando per un nuovo saccheggio, ci dobbiamo ancora preoccupare del fatto che per comprare all'estero serve valuta estera? Ma non è forse vero che abbiamo già una valuta che è una valuta estera?

Il problema è politico, è sempre stato politico. E militare. Abbiamo fatto bene a conoscere alcuni meccanismi economici che sono stati usati come trappola, e bene faremo ad approfondire la conoscenza degli strumenti politici che dovremo usare per uscirne, come pure a entrare nell'ottica che, essendo lo scontro anche militare, saremo costretti a cercare alleanze, ma continuare a investire ogni energia nella ricerca di soluzioni di tecnica economica e finanziaria è solo un modo per sedare l'ansia che ci coglie davanti all'enormità del problema. Che è uno solo, riassumibile in questa domanda:

Siamo un popolo che vuole governarsi da solo?

martedì 20 marzo 2018

Tutto il resto è noia

Questo è un ordine: guardate entrambi i video.




Parliamone.

Sappiamo che la moneta è un'Istituzione, e non un semplice mezzo di scambio. Lo ha detto anche Illo, ricordate? Era il 2 dicembre 2012, poco prima che, con la scusa che lo avevo offeso con l'espressione "Bagnaipensiero" - usata in una mail privata - mi concedesse la palma del secondo sfanculato dal suo blog


Il quale Illo, un po' di tempo prima (il 1 marzo 2012), aveva detto anche questa cazzata:

«MMT? No grazie (per ora).
Cerchiamo di capirci una volta per tutte, così evitiamo equivoci, delusioni, e perdite di tempo.

Continuo a ricevere inviti a esprimermi sulla MMT, sollecitazioni ad ascoltare questo o quello, a guardare questa o quella slide, ecc. Tutto bene, se avrò tempo guarderò, mi lusinga il fatto che la mia opinione vi interessi tanto,

Allora: intanto guardate voi questo. Cos’è? Sono le slides del mio corso di Macroeconomia per gli studenti del triennio in Economia Ambientale presso la facoltà di Economia dell’Università “G. d’Annunzio” (dove G. sta, come sapete, per Giuseppe), anno accademico 2006-2007. Del resto, è materiale che riprende l’approccio analitico del mio libro per gli studenti del triennio di Economia della cooperazione internazionale e dello sviluppo, anno accademico 2004-2005, all'Università di Roma "La Sapienza" (daje a ride).

Date un’occhiata, per favore...»

Dunque, durante tutto il 2012 furono in campo due letture diverse della crisi dell'euro: quella di Illo (è un problema di bilancia dei pagamenti) e quella della MMT, portata in Italia da Barnard, che focalizzava l'attenzione sul problema dell'emissione monetaria.

Come accade in economia, è scattata la legge di Gresham: la moneta cattiva scaccia la moneta buona. Ovvero l'analisi di Illo, seppur corretta, era peggiore della visione di Barnard, che invece centrava alla perfezione il problema. Ce lo ha dimostrato Mario Draghi, salvando l'euro con il suo what ever it takes a luglio del 2012.


Che Illo, pur avendo individuato nello squilibrio della bilancia dei pagamenti la causa della fragilità dell'eurozona, fosse lontano dal voler denunciare il problema di fondo, che è quello di riappropriarsi del potere di emettere moneta, lo dimostra in modo lampante il fatto che oggi l'Italia è ancora nei guai, pur essendo in surplus. Grazie, ovviamente, alla distruzione della domanda interna. 


Poi arriva l'intervista di Byoblu a Marco Saba (vedetela, è un ordine!) il quale, come il bambino del pifferaio di Hamelin, ci dice che il Re è nudo. Perché è vero che la moneta è un'istituzione, ma lo è solo nei limiti in cui questa può emettere o distruggere la base monetaria. Quando queste funzioni non sono (o non possono) essere esercitate, la moneta è un mezzo di scambio, e dunque il problema dell'uscita dall'euro è di natura esclusivamente politica. Ovvero: basta avere la forza politica di prendere la decisione di uscire, e scompare qualsiasi problema di tecnica monetaria.

Jens Weidmann
I debiti Target2? Li paghiamo con i conti correnti in euro degli italiani, e poi ci facciamo il fiorino nostro. Dov'è il problema? Quant'è Mr Weidmann? 400 miliardi di euro? Click del mouse, e ve li diamo, fateci il cazzo che volete! Tanto noi, subito dopo, emettiamo la nostra moneta. Di euro sui nostri conti corrente ce ne sono 2000 miliardi, volendo ve li possiamo dare tutti, tanto il problema di cosa farci con quei cazzo di click del mouse è vostro.

In altri termini la moneta è un'istituzione solo e soltanto nella misura in cui chi sceglie di usarla accetta le regole del gioco sottostante. Quando uno decide di uscire, la sola cosa che conta sono i titoli di proprietà. Se io mi accorgo che, continuando a stare nel gioco, finisco col perdere i miei titoli di proprietà, ne esco e ti mando cordialmente a cagare. Mi tengo i miei titoli di proprietà (la robba mia) e scelgo altre regole che mi tutelino.

Ma allora perché non lo facciamo? Adesso spiegone! C'è in Italia un quarto partito...

Alcide De Gasperi
"Vi è in Italia un quarto Partito, che può non avere molti elettori, ma che è capace di paralizzare e di rendere vano ogni nostro sforzo, organizzando il sabotaggio del prestito e la fuga dei capitali, l'aumento dei prezzi o le campagne scandalistiche. L'esperienza mi ha convinto che non si governa oggi l'Italia senza attrarre nella nuova formazione di Governo, in una forma o nell'altra, i rappresentanti di questo quarto Partito, del partito di coloro che dispongono del denaro e della forza economica. Alcide De Gasperi - 1947"

Ebbene, attrarre nella nuova formazione di governo i rappresentanti del quarto partito, sperando che si sarebbero contenuti, fu un errore che ci costerà un'altra guerra civile. Siamo alla replica del pattern tipico della storia del nostro paese: una parte del corpo economico e sociale trova conveniente allearsi, in modalità subordinata, con potentati esteri, piuttosto che scommettere sulle capacità e potenzialità del nostro paese. Sono degli schifosi pezzi di merda che vanno definitivamente espulsi dal corpo sano della Nazione. L'Italia è degli italiani. Non nel senso di perseguire i poveracci che arrivano sui barconi, ma in quello di liberarci definitivamente di una classe sociale che non merita il ruolo di classe dirigente. Illo, Barnard, e tutti quelli che si sono dati da fare negli ultimi anni, da che parte staranno? Francamente ce ne possiamo infischiare. Se staranno con noi saranno nostri fratelli, se staranno col quarto partito saranno nemici. Tutto il resto è noia.

lunedì 19 marzo 2018

Fondamenta del Sovranismo Costituzionale

RuiniPresidente della Commissione per la Costituzione. [...] Il maggiore degli economisti italiani viventi, il nostro Einaudi, ha scritto che il capitalismo storico è al tramonto. Se altri non vi è, sarò io a dire la grandezza del capitalismo, che ha preso in mano, un secolo fa, un'Europa di pochi milioni di uomini, e ne ha aumentato la popolazione con un ritmo sconosciuto al passato, ed ha diffuso la civiltà sugli altri continenti, ha conquistato i più grandi progressi della scienza e del progresso tecnico, ha creato la grande industria e l'agricoltura intensiva, ha portato il tenore di vita delle masse ad un livello non mai raggiunto, ha preparato le loro vittorie di domani, è stata l'epoca più prospera e gloriosa di tutta la storia. Ma noi non possiamo ancora vivere con le forme di quel tempo. Gli economisti — i migliori — riconoscono che il loro edificio teorico, la scienza creata dall'Ottocento, non regge più sul presupposto di una economia di mercato e di libera concorrenza, che è venuto meno, non soltanto per gli interventi dello Stato, ma in maggior scala per lo sviluppo di tendenze e di monopoli delle imprese private. Quando vedo i neo liberisti, come l'amico Einaudi, proporre tale serie di interventi per assicurare la concorrenza, che qualche volta possono equivalere agli interventi di pianificazione, debbo pur ammettere che molto è mutato. Non pochi vanno affannosamente alla ricerca della terza strada. La troveranno? Non lo so. Questo so: che si avanza la forza storica del lavoro. Non potevamo rifiutarci a questa affermazione. Mazzini diceva che noi tutti un giorno saremo operai; i cattolici hanno il codice di Malines e quello di Camaldoli, dove sono stati stabiliti i principî d'una economia del lavoro. Ho sentito da questa parte (Accenna a destra) chi pur faceva vive critiche: «Se per socialismo si intende un rinnovamento sociale, anche noi siamo socialisti». Allora, perché avremmo dovuto rifiutarci a riconoscere che la nuova Costituzione è basata sul lavoro e sui lavoratori? Parlando di lavoratori, noi intendiamo questo termine nel senso più ampio, cioè comprendente il lavoratore intellettuale, il professionista, lo stesso imprenditore, in quanto è un lavoratore qualificato che organizza la produzione, e non vive, senza lavorare, di monopolî e di privilegi. Sono cieche le correnti degli imprenditori che non rivendicano — se sono ancora in tempo lo dirà la storia — la loro vera funzione ed il titolo glorioso di lavoratori. Perché dobbiamo avere paura del nome e dei diritti del lavoro?
Il diritto al lavoro: qui vi sono due opposizioni; una di forma, per il rinvio dell'affermazione al preambolo, ed un'altra che è contro il diritto al lavoro, perché ne ritiene impossibile la garanzia. Vorrei che anche la prima corrente chiarisse bene i suoi propositi, e se è favorevole al principio vedesse di sacrificare lo scrupolo alla sostanza.
Si è obbiettato: se proclamate il diritto al lavoro, e non potrete mantenere subito l'impegno, verrà l'esasperazione, per la tradita promessa. Ma l'esasperazione non c'è anche adesso con tutte le dimostrazioni di disoccupati al Viminale? La Costituzione non poteva tacere del diritto al lavoro, e lo ha formulato nel modo più cauto e con grande equilibrio, come vi ha detto l'onorevole Ghidini. Lo Stato riconosce il diritto e promuove le condizioni per attuarlo. Il principio è posto; e va realizzato nei termini concreti e graduali delle possibilità.
Dovere del lavoro: l'abbiamo pur qui inteso nel senso più ampio, anche del lavoro intellettuale, e di ogni attività e funzione che concorra allo sviluppo materiale e spirituale della società. Non abbiamo creduto che in una Costituzione nuova come la nostra si potesse dimenticare il motto paolino, che è così cristiano, ma è scritto anche nella Costituzione di Stalin: «Chi non lavora non mangia». E che, si chiede, non si può oggi vivere di rendita? Sì, almeno per ora, ma nessuno può essere inerte redditiero; e deve farsi attivo e compiere qualche lavoro socialmente utile.

venerdì 16 marzo 2018

Giuliano Amato - Moneta unica per l'Europa 21-02-1989

Link correlato: Moneta unica per l'Europa - convegno organizzato da Radio Radicale il 21-02-1989

Ho estratto l'audio dell'intervento di Giuliano Amato, e l'ho pubblicato su YouTube, per facilitarne la condivisione e la diffusione.


Il video è l'ennesima conferma del fatto che tutte le problematiche connesse al processo di unificazione europea erano ben note, così come che l'opinione pubblica di quegli anni ne fosse totalmente all'oscuro, addomesticata invece con narrazioni fiabesche in merito a un progetto politico di capitale importanza, problematico, i cui costi erano progettualmente posti in capo al mondo del lavoro. Ma ciò che lascia davvero esterrefatti è il dover constatare che ancora oggi le cose non sono affatto cambiate, a dispetto dell'impegno di molti (compresi i furbetti dello scrannetto). Le ultime elezioni lo hanno certificato in modo clamoroso, non solo nei risultati - sui quali ognuno può avere l'opinione che vuole.

E' un fatto che il dibattito pre-elettorale sia stato di una povertà desolante, ed è un fatto che tra la gente si sia parlato quasi esclusivamente di reddito di cittadinanza, costi della politica, corruzione, immigrazione. I più informati hanno strologato di crisi del PD, di Renzi, di Salvini, della sinistra che non c'è più. E naturalmente dell'ondata fascista che stava per travolgere l'Italia, che dico! l'Europa, anzi no il mondo intero. L'azione di ottundimento delle capacità di critica delle masse è portata avanti anche da utili idioti sinistrati, capaci di operazioni becere come quella di pubblicare "un opuscolo di controinformazione sulla presenza di organizzazioni, associazioni di copertura e sedi fasciste in Emilia" con tanto di nomi e cognomi, in perfetto stile OVRA, di persone che vengono schedate per non essere antifasciste.

Il vero problema, al netto di ciò che accade nei confusi settori politicizzati dei gruppuscoli di estrema destra e sinistra, resta tuttavia la lontananza degli elettori dal tema chiave per i loro interessi, ovvero la problematicità del processo di unificazione europea i cui costi, quand'anche tutto fosse andato bene, sarebbero stati comunque pagati dal mondo del lavoro. E invece, come ben sappiamo, le cose non sono andate bene. Finché non troveremo il modo di far comprendere questa cosa nella sua tremenda serietà, finché non riusciremo a farla diventare un tema vibrante ed emozionalmente comprensibile, la società italiana continuerà ad essere manipolata da tutti coloro che, a vario titolo, hanno interesse a parlare di altro.

giovedì 15 marzo 2018

La "buona scuola" e la stregoneria

L'antefatto: un neo senatore eletto leghista, Simone Pillon, fondatore del Family Day, annuncia che la sua prima interrogazione parlamentare sarà contro la stregoneria negli istituti di Brescia. Tutto nasce da un progetto didattico, approvato l'anno precedente per una prima elementare, che prevedeva l'intervento di un'esperta esterna alla scuola, tal Ramona Parenza scrittrice, illustratrice ed esperta di Intercultura, sul tema "Fiabe e racconti dal mondo". L'incontro si è svolto, ma i bambini a casa hanno raccontato cose che non sono piaciute a molti genitori; la polemica è cresciuta fino all'intervento del senatore Pillon, al quale ha fatto eco un articolo sull'espresso online dal titolo:

"Dopo il Gender è allarme streghe": la battaglia del neosenatore leghista nelle scuole

Nell'articolo la vicenda viene minimizzata, e venduta ai lettori come l'ennesimo caso di arretratezza culturale sul quale il leghista starebbe speculando. La Preside:

Il progetto prevedeva la drammatizzazione, l’interpretazione teatrale delle fiabe: un viaggio immaginario su una piroga, un piccolo libro sui cui scrivere la frase significativa di questo percorso, la consegna di una conchiglia. La signora si è vestita in costume tipico perché l’obbiettivo era la condivisione di una cultura altra

Al coro di deprecazioni si è unito anche Globalist.it con questo articolo:
Zucchero filato per il lettore piddino medio che si ritiene laico, progressista e più intelligente di questi ignorantoni che non capiscono il concetto di drammatizzazione. E frutta candita per i piddini a loro insaputa, che pensano di essere alternativi perché frequentano siti alternativi. Peccato che, ad una ricerca un minimo attenta, emergano particolari a dir poco inquietanti, che rimandano ad un contesto più ampio del quale i sapientoni che sanno di essere tali evidentemente non sono edotti.
Per completare il quadro dei diversi punti di vista, credo sia utile visionare questo filmato in cui compare Ramona Parenzon, nel corso di un dibattito sul multiculturalismo:


C'è però un aspetto della vicenda che nessuno ha colto, quali che siano le opinioni di ognuno, ed è che Ramona Parenzon è un'esperta esterna al mondo della scuola, chiamata per svolgere un progetto educativo. Quello di aprire la scuola alla collaborazione di esperti esterni, che spesso operano nel quadro di collaborazioni con agenzie di formazione finanziate da canali di diversa natura, è uno dei capisaldi della "Buona Scuola". La crescita di questo fenomeno ha l'effetto di ridurre il ruolo e il peso educativo degli insegnanti, i quali sono assunti per concorso e rappresentano, statisticamente, il clima culturale generale, facendo invece crescere quello di tali agenzie, i cui orientamenti culturali, e dunque politici, sono più facilmente determinabili a monte, grazie a oculate strategie di finanziamento.

Posso fare un esempio, del quale sono stato testimone e protagonista. Un paio di mesi fa, in prossimità delle elezioni politiche, una comunicazione interna mi informava che per il giorno X i miei alunni avrebbero dovuto recarsi nella sala videoconferenze per assistere a un dibattito sul processo di integrazione europea. Notai con sconcerto che l'incontro rientrava nel quadro di una serie di iniziative promosse dalla Gioventù Federalista Europea - GFE, ragion per cui mi recai immediatamente presso gli uffici di dirigenza per esporre la mia forte contrarietà, comunicando altresì che avrei sicuramente preso la parola per esporre agli studenti presenti il mio punto di vista, ovviamente opposto alla fiabetta che avrebbero raccontato gli "esperti" della GFE. Sul momento non venni preso in considerazione, ma un paio di giorni dopo una comunicazione interna avvisava che l'incontro era stato annullato. Sono soddisfazioni.

Ma quello che è avvenuto nella circostanza testé descritta potrebbe non accadere in moltissime altre. A mio parere, va combattuta, con la massima decisione, la prassi di far crescere il contributo formativo di agenzie esterne al mondo della scuola, a discapito del ruolo di noi insegnanti che, sempre di più, siamo ridotti a quello di meri sorveglianti dell'incolumità fisica degli studenti, nonché di estensori di inutile e ridondante documentazione burocratica. Se ciò non avverrà, allora assisteremo al ripetersi di vicende simili a quella che ha suscitato la polemica sulla stregoneria a scuola, probabilmente, ma non solo, nell'ambito della promozione dell'ideologia gender. Anche in questo caso, si ripeterà lo scontro tra i sapientoni che sanno di sapere e il popolo dei genitori, che queste scemenze non se le bevono.

La questione veramente centrale è che la scuola, se è un universo democratico così come previsto dalla nostra Costituzione, non deve diventare uno strumento per inoculare ideologie nel corpo sociale in base a decisioni promosse da centrali ideologiche meglio organizzate e più favorite di altre; al contrario essa, riscoprendo e rivalutando la centralità degli insegnanti, deve continuare a riprodurre al suo interno i numerosi punti di vista già presenti nella società, di cui ognuno di noi trasferisce in classe un piccolo frammento. Tutti abbiamo avuto docenti socialisti e liberali, nello stesso anno scolastico o in tempi diversi, così che abbiamo potuto ascoltare campane diverse, e fare le nostre scelte. Quando il mondo esterno era più socialista, allora c'era un maggior numero di insegnanti socialisti; oggi, che il mondo esterno è globalista... bè care élite... lo so che vi dispiace ma ci sono più insegnanti sovranisti. Forse la cosa dà fastidio, ed è per questo che si pensa di usare il cavallo di Troia degli "esperti esterni". #Macedovetestà!

mercoledì 14 marzo 2018

Disgusto (fuoridalleuro.com is for sale)

Link correlato: fuoridalleuro.com

Disgusto sì, ma non per Grillo, Di Maio e compagnia bella, tutti ottimi agenti di potenze straniere. Il disgusto è per chi li ha votati, e ancor più per chi si è candidato. Un po' meno per chi è stato eletto, almeno si è fatto i cazzi suoi. Come quell'altro, nella Lega...
Di Maio ieri: "Con noi l'Italia resterà nell'Unione Europea".
Il M5S l'ha detto chiaramente agli elettori solo dopo le elezioni.
Un paio di anni fa dissero che volevano uscire dall'UE e avevano raccolto le firme per fare il referendum per uscire dall'Euro. Evviva l'honeszdà cha cha cha!






Addendum


Dal sito di orizzonte48: "Quando si insegna ad un ragazzino di primo anno all’università in che cosa consiste la sovranità, la prima cosa che gli si dice è “batter moneta”
Quindi c’è niente popò di meno quel problema lì di mezzo. Una volta si diceva “batti moneta e dichiara le guerre”. Ora pudicamente si dice “batti moneta e poi paga pensioni, stipendi”. Batter moneta come caratteristica dello Stato sovrano continua ad essere la prima cosa che viene in mente. E non a caso…."

Chi l'ha detto? Giuliano Amato, in questo convegno del 21 febbraio 1989.

venerdì 9 marzo 2018

Non ha shtato Putin, ha shtato Sam. Tonne dell'otto marzo andatevene affanculo!

Link correlati:

Confronto tra le economie USA+EU e le economie Russia+Cina+India

Confronto tra USA e EU

Cosa ci dicono giornaloni e televisioni? Che la Cina, e i Brics, e il surplus cinese, e dunque le frizioni tra USA e Cina, oddio la Ciiiina! Ah davvero?

Cos'altro ci dicono giornaloni e televisioni? Ah sì, che Putin ha hakerato le elezioni in USA, il referendum sulla Brexit, il referendum costituzionale in Italia, e naturalmente le ultime elezioni italiane. Non so se sia vero, può darsi, ma stiamo ai dati economici, che sono oggettivi: le due più grandi aree economiche del mondo sono gli USA e l'UE. Tutto quel che accade al di fuori del rapporto tra gli USA e l'UE è secondario. Sul lungo periodo (quando saremo tutti morti) le cose saranno diverse, magari ci saranno i robot che ci rubano il lavoro dicono i deficienti, ma intanto oggi il ventricolo sinistro del cuore del problema è quel che accade tra USA e UE.

Ora chiedetevi: qual è il ventre molle dell'UE, dal punto di vista dell'eventuale ricerca di un'influenza politica degli USA? Potrebbe essere un paese nel quale gli USA hanno più basi militari che in ogni altro, che è anche quello che ospita più militari USA dopo la Germania?

I paesi con la maggiore presenza di militari USA



Ma come si fa ad influenzare la politica di un paese occupato che entra a far parte di un progetto continentale che rischia di costruire un'entità non allineata agli interessi strategici dell'impero USA? Non basta infiltrare e condizionare i partiti esistenti, il principale dei quali - l'ex PCI - ha sposato una linea che, seppur liberista, è parte di un progetto che confligge con l'ambizione imperiale degli USA. A mali estremi, estremi rimedi: bisogna creare nuovi partiti, magari dal basso. Si chiamano rivoluzioni colorate.

Ed ecco che, dal nulla, dal basso (daje a ride), nasce il M5S (movimento cinque scontrini). Ah, sublime sapienza dell'imperium!

Sono stanco, forse sono pazzo. Ebbene, se per pazzia si intende il vedere le cose in modo diverso dalla stragrande maggioranza della tribù dei primati, allora io sono pazzo. E questo è il blog di un pazzo. Ma io questo vedo: che il movimento cinque scontrini è l'esercito politico colorato dell'impero USA in Italia e nell'UE. La quale resta, non servirebbe ripeterlo ma lo faccio, una monnezza rivoltante.

Sono stanco, solo e sconfortato, ma una cosa voglio aggiungere a conclusione di questo post "visionario": tonne dell'otto marzo andatevene affanculo!

mercoledì 7 marzo 2018

Risposta a Filippo

Avendo pubblicato questa battuta su feisbuc:


l'amico Filippo ha commentato: "Fiorè...mi fai un video in cui dai una lettura completa e analitica di queste elezioni dati alla mano?". Gli ho dato una risposta senza numeretti.

lunedì 5 marzo 2018

Esegesi elettorale

Mi sembra di sentirle le rotelle di quanti vorrebbero pubblicare nella bufalosfera le loro interpretazioni del voto del 4 marzo 2018! Skleng sdung tlock zoird sgalong sdreeh...

Il compito è difficile, perché si tratta di ricomporre un quadro sensato partendo da pochi dati certi, molti affetti da possibili e talvolta grandi errori di lettura, altri infine che sono come buchi neri e tuttavia impossibili da trascurare. Un esempio: il mov5scontrini è sicuramente verticistico e opaco, quindi probabilmente eterodiretto, ma da chi? Abbiamo qui un dato certo (è sicuramente verticistico e opaco) un dato probabile (è eterodiretto) ma da chi? (questo è un dato sconosciuto).

Tuttavia, chiuso nel nido del sovranista ciociaro, non resisto alla tentazione di cimentarmi. Inizio esplicitando la mia chiave esegetica fondamentale: l'Italia è un paese politicamente occupato nel quale si agitano anche forze nazionali eterogenee nello sforzo di riconquistare parzialmente o del tutto la sovranità nazionale. Non è una chiave esegetica molto netta, soprattutto nella seconda parte, laddove parlo di forze nazionali eterogenee. Ma lasciamo perdere e proseguiamo.

La prima evidenza è che le forze politiche esplicitamente euriste hanno subito una netta sconfitta. Il PD è tracollato, LEU ha evitato lo schianto per un pelo, +Europa ha fallito sottraendo loro anche dei seggi. Questo risultato è il seguito della brexit, dell'elezione di Trump e del referendum del 4 dicembre 2016.

Tuttavia non è solo la Leuropa ad occupare politicamente il paese, ci sono anche gli angloamericani. Il sospetto è che il mov5scontrini possa essere la loro longa manus, ma questo è un dato da prendere con le pinze perché non possiamo dimenticare il tentativo di traghettarlo nelle file dell'ALDE, il più eurista dei gruppi dell'europarlamento. La madre di tutte le domande è dunque: chi eterodirige il mov5scontrini? Senza un'ipotesi di lavoro è impossibile procedere, ragione per la quale azzardo e mi butto ad indovinare. Per come la vedo, anzi per come la sento, il mov5scontrini è eterodiretto dagli angloamericani, soprattutto dagli inglesi ai quali la CIA ha dato mandato per il controllo e il contenimento della Leuropa a guida germanica.

Dando per corretta questa ipotesi di lavoro, passiamo ad esaminare le tre restanti forze che, con buona probabilità, sono (almeno parzialmente) espressione di interessi nazionali: la Lega, Forza Italia e FDI. Di queste, FDI è la meno interessante, sia per lo scarso peso elettorale, sia perché è l'espressione di un elettorato abbastanza stabile nel tempo sul quale si possono fare pochi giochi.

Al contrario l'elettorato della lega e di FI è, seppure per ragioni opposte, molto volatile. Nel caso della lega perché il suo consenso è ancora poco radicato, in quello di FI perché il suo leader, come vergognosamente e offensivamente ci ha ricordato l'immonda strega che lo ha disturbato al seggio elettorale, ha superato la data di scadenza.

A questo proposito, consentitemi di esprimere tutta la mia indignazione sia per la patetica sceneggiata cui abbiamo dovuto assistere, sia per il fatto che non sia stata intercettata e sventata dai nostri servizi di sicurezza, ai quali, in questa circostanza, va tutto il mio biasimo e, spero, quello di tutti gli italiani.


La questione è dunque la collocazione del mov5scontrini da un lato, e di Lega e FI (con l'aggiunta di FDI) in relazione al tema principale, che è ovviamente la Leuropa. Se le ipotesi dalle cui parto sono corrette, allora in questo momento il partito angloamericano (mov5scontrini+forze nazionali Lega, FI e FDI) è in posizione di vantaggio rispetto al partito eurista (PD+LEU), sebbene la situazione sia ancora fluida per la summenzionata volatilità del consenso elettorale.

Tutto dipende dalla scelta di Bruxelles. Se questa deciderà di resistere a oltranza, allora verrà schiantata e si apriranno scenari impossibili da immaginare. Se, al contrario, a Bruxelles prevarrà la linea di preservare il processo di unificazione europea, conducendolo però in un quadro di completa subordinazione agli interessi geoeconomici e geopolitici degli angloamericani, allora il consenso fluido al mov5scontrini e alla Lega si ridimensionerà a breve, mentre i voti della FI senza Berlusconi verranno opportunamente orientati, per essere utilizzati come fattore di stabilizzazione nel futuro quadro politico della nascitura III Repubblica.

domenica 4 marzo 2018

La differenza tra debito pubblico e debito sovrano

Nel pieno dell'epidemia da febbre elettorale, io continuo a fare video nel nido del sovranista ciociaro (presto da attrezzare con mitragliatrici a canne rotanti)


È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Istituto Bruno Leoni

Su segnalazione dell'amico Andrea Guglieri

Primo provvedimento del nuovo governo!

«È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto Istituto Bruno Leoni
In deroga all'articolo 48 della Costituzione, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore del presente decreto, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili dell'Istituto Leoni.»

Come ben sa chi frequenta questo e altri blog, sul mercato della politica si fronteggiano da 150 anni una realtà fattuale e una fiaba, le quali, per effetto di una propaganda martellante, sono state trasformate nel loro contrario. La realtà fattuale è la caduta tendenziale del saggio di profitto - che viene propalata dai liberisti come una fiaba raccontata dai marxisti dell'Illinois per spaventare i bambini prima di mangiarseli... così vengono più teneri; la vera fiaba è invece il mito del debito pubblico che costringerebbe le nuove generazioni a saldare i debiti di quelle che le hanno precedute, in questi giorni rilanciata come problema reale dall'Istituto Bruno Leoni (vera centrale ideologica in Italia del liberismo) tramite enormi cartelloni elettronici nelle maggiori stazioni ferroviarie.


La tesi di fondo di questi truffatori è, in sostanza, che il XXI secolo dovrebbe restituire quello che avremmo preso a prestito dal novecento. Buffoni! Peggio dei fascisti ci sono solo i liberisti!!!

Toglietevi subito dalla testa, voi sinistrati di ogni risma, che la verità possa stare nel mezzo! No! Il problema fattuale, la vera tara genetica del capitalismo è la caduta tendenziale del saggio di profitto, una malattia cronica che può essere affrontata in due soli modi: o superando il capitalismo, o curandola con dosi massicce di un combinato disposto di farmaci statali, tra i quali il debito pubblico è uno dei più efficaci.

Ho trovato un ottimo articolo sul debito pubblico, di una chiarezza che mi ha commosso, che vi invito caldamente a leggere con attenzione.

Oltre il mito del debito pubblico: non ci sono i soldi o non ce li fanno toccare?

sabato 3 marzo 2018

Riappropriarsi del plusvalore o suddividere il lavoro?

Leggo questa notizia:

La proposta di Grasso: “Settimana lavorativa da 32 ore a parità di stipendio

«Il leader di Liberi e Uguali, Pietro Grasso, ha proposto la settimana lavorativa da 32 ore a parità di stipendio. L’obiettivo della riforma è l’abbattimento della disoccupazione, soprattutto giovanile: le ore non lavorate dai già dipendenti andrebbero coperte da nuovi assunti e si creerebbero così nuovi posti di lavoro.»

Intanto vi faccio notare il condizionale: «le ore non lavorate dai già dipendenti andrebbero coperte da nuovi assunti e si creerebbero così nuovi posti di lavoro», il che fa nascere il sospetto che non vi sia l'obbligo, per le aziende, di assumere per rimpiazzare le ore perse. Queste potrebbero reagire aumentando gli straordinari, o utilizzare maggiormente gli impianti oggi sottoutilizzati a causa della scarsa domanda. Sembra una fisima, ma il diavolo si nasconde nei dettagli, che tanti entusiasti tendono a non vedere. Inoltre, i nuovi assunti non è detto che lo saranno con le stesse tipologie di contratto di quelli ai quali sarebbe applicata la riduzione oraria a parità di salario, visto che oggi c'è il jobs act. Ma anche questa è una fisima, diranno gli entusiasti.

Tuttavia il punto è un'altro, ovvero far finta di non capire che, in assenza di forti stimoli pubblici finanziati a deficit, possibilmente monetizzato - cioè stampando la moneta che serve, i posti di lavoro sono una variabile che dipende da una domanda aggregata che può solo scendere per la caduta tendenziale del saggio di profitto. Pertanto, imporre per legge la riduzione delle ore di lavoro a settimana, invece di lasciare questa scelta ai singoli lavoratori, compresa quella di aumentarle (con proporzionale aumento di salario) per chi ne ha bisogno o voglia, sostituendosi a quelli che invece preferiscono la riduzione oraria a parità di salario, è una misura strutturalmente deflattiva.

Eh già, la caduta tendenziale del saggio di profitto è una fiaba raccontata dai marxisti dell'Illinois per spaventare i bambini prima di mangiarseli... così vengono più teneri.

L'unica proposta sensata è oggi quella di agire per riconquistare le posizioni perse dal punto di vista della quota salari, cioè la frazione di plusvalore prodotto che va a remunerare il lavoro invece che il capitale. Questo è il grafico della quota salari dal 1960 al 2012:


Oggi, nel 2018, la situazione dovrebbe essere peggiorata, ma non ho a portata di mano dati aggiornati.

E' bene tuttavia rimarcare un fatto importante: senza la capacità di un governo di imporre controlli alle frontiere su capitali, merci e servizi, un aumento della quota salari, poiché aumenterebbe il reddito dei lavoratori, aumenterebbe le importazioni e farebbe scendere le esportazioni, peggiorando così il saldo commerciale con l'estero. Sembra difficile, ma in fondo ho solo detto quello che ogni lavoratore sa: che oggi siamo in concorrenza con i lavoratori di paesi nei quali il salario, per ora lavorata, è molto più basso che da noi!

Immagino già l'obiezione del liberista col culo degli altri: sì, ma questo non è altro che il principio dei vasi comunicanti, per cui in occidente i salari scendono ma salgono nei paesi che si affacciano alla modernità. Costui dimentica un dato essenziale, che questi vasi comunicanti interessano solo la quota salari, mentre non intaccano affatto la quota capitale. Anzi, la quota salari è scesa anche più di quanto avrebbe dovuto per essere giustificata dal principio dei vasi comunicanti, perché si sa che l'appetito vien mangiando. 

In un certo senso, la tesi secondo cui il peso della globalizzazione avrebbe dovuto essere ripartito tra capitale e salario, è il cavallo di battaglia dei liberisti cosiddetti buoni, i quali stanno cercando di smarcarsi dalle responsabilità di scelte sempre più chiaramente dannose per lo stesso capitalismo. In realtà, più che delle responsabilità dei vincitori, cioè gli interessi del grande capitale finanziario e industriale, conviene occuparsi delle responsabilità dei perdenti, in particolare dei ceti politici che avrebbero dovuto tutelare, e non lo hanno fatto, gli interessi del lavoro. La responsabilità di queste forze "di sinistra", così si fanno chiamare dopo aver mandato in soffitta il socialismo e il keynesismo, è duplice: verso le loro classi di riferimento, i lavoratori, e più in generale dal punto di vista di chiunque occupi posizioni apicali in organizzazioni politiche, che non dovrebbe mai dimenticare l'obbligo di tenere d'occhio la sostenibilità di sistema; soprattutto quando si contratta un nuovo equilibrio per conto di interessi che si dovrebbero difendere, ma li si abbandona per la fretta di sottomettersi a un avversario che appare vincente, e presso il quale hanno implorato, e ottenuto, privilegi per sé e le loro organizzazioni. Spesso anche a discapito della democrazia, come nel caso di certe regole di rappresentanza sindacale, accettate e sottoscritte senza un belàto di protesta.

Non tocca a noi chiedere al capitale trionfante di fermarsi a riflettere: non lo farà. Come in guerra, l'unico scenario che consente un equilibrio possibile è quello in cui, anche se c'è una parte che prevale, i rapporti di forza sono tali che un'ulteriore avanzata di chi è più forte avrebbe un costo così alto da scoraggiare l'iniziativa. Ma questo è possibile solo se la parte in quel momento più debole riesce a riorganizzarsi, e a mandare il chiaro messaggio che, da quel momento in poi, ogni metro conquistato varrà meno delle risorse necessarie a guadagnarlo.

Pertanto, la proposta deflazionista di Pietro Grasso rappresenta l'ennesimo tradimento del ceto politico cosiddetto "de sinistra", per altro in buona compagnia del movimento 5 scontrini e di quel del PD che, mollato Renzi dopo l'imminente batosta elettorale, si presterà a un governo, ovviamente d'emergenza e di scopo, con entrambi. Tutto ciò è possibile anche perché, ben al di sotto dei vertici apicali, un esercito di zombies compromessi con le piccole e piccolissime clientele, applaude stolidamente alla volta di proposte che non solo non vuole capire (magari, ci sarebbe speranza!) ma proprio non è in grado di comprendere, per evidenti e sconcertanti limiti di cultura politica.

Quanto manca perché tutto precipiti? Anni? Decenni? Forse mesi? Questo proprio non so dirlo, ma posso affermare con assoluta certezza, sulla base di millenni di storia che dovrebbero insegnarci qualcosa ma evidentemente non lo fanno, che quando si verifica la rotta di una delle parti in lotta, allora non si assiste solo al trionfo del vincitore, ma alla fine di un mondo.

venerdì 2 marzo 2018

L'acqua calda di Alberto Micalizzi

Link correlato: LE FALLE NEL SISTEMA – Alberto Micalizzi 27 febbraio 2018 - Da Claudio Messora

Questo è un video di commento all'intervista ad Alberto Micalizzi, realizzata da Claudio Messora per Byoblu.com.


Alberto Micalizzi è l'economista di riferimento della Lista del Popolo, promossa da Chiesa&Ingroia, con la quale gli ultimi sovranisti ancora speranzosi di presentare una proposta politica nettamente no-€uro e no-UE si incontrarono tra novembre e dicembre 2017: 


L'esito dell'incontro fu l'adesione di una minoranza e la scelta di rinunciare della restante parte. Fui tra coloro che scelsero di lasciar perdere. In questo video ne esplicito la ragione di fondo.

giovedì 1 marzo 2018

Addendum alla mia dichiarazione di voto


Continuo a non aver voglia di scrivere, quindi faccio video.

Picchia il Prof

Non mi va di scrivere, faccio un video. Non sono stato molto chiaro per cui temo che capirà solo chi già ha capito, ma pazienza.