martedì 22 settembre 2020

mRNA

Ve lo ricordate Colao che diceva: "si potrà iniettare una sostanza necessaria per le condizioni di salute."?

Per gli inconsapevoli: la DARPA è l'agenzia che ha sviluppato Internet.

martedì 15 settembre 2020

Bastardi senza vergogna


Martina Carletti del FSI, al sicuro (buon per lei) in Svizzera: «Andrei in ginocchio a Roma sui ceci, pur di veder scomparire questa. Lei, e quelle come lei: pulciarole arricchite e buone a nulla, che si danno un tono per sembrare migliori di ciò che sono, che provano senza successo a far scomparire il pesante accento romano per essere all'altezza del ruolo di "parlamentare", che si dimenano per assicurare alla loro progenie adorata un futuro sfavillante e privo di frustrazioni.
Oggi niente analisi politiche. Guardo dall'estero questo spettacolo indecoroso che è la scuola italiana, mentre vedo passeggiare ogni mattina, sereni, bambini e ragazzi svizzeri, senza mascherine, senza genitori ad accompagnarli, senza timori, senza adulti impazziti tra le palle, senza regole assurde, e mi addoloro pensando alla differenza tra il mondo che è stato destinato loro e quello che vorremmo offrirgli noi.
Volevate scavare nei peggiori istinti, voi e quelli come voi, ipocriti e moralisti da strapazzo? Li avrete.»

#Cacciari
: "In autunno la situazione sociale ed economica sarà drammatica con pericoli per l’ordine sociale. Per stare a galla, il governo dovrà coprirsi dietro il pericolo della pandemia e tenere le redini in qualche modo.Una dittatura democratica sarà inevitabile"

lunedì 14 settembre 2020

Gerarchia e democrazia

Troppo spesso si dimentica che lo scopo della democrazia è quello di costruire e difendere la gerarchia sociale, non di indebolirla, essendo quest'ultima qualcosa di cui non è assolutamente possibile fare a meno, perché l'ordine sociale può sì esistere in assenza di democrazia, ma non in assenza di gerarchia. Il punto è: in che modo si forma e viene conservata una gerarchia sociale?

In prima approssimazione possiamo affermare, mettendo nel conto i limiti di questa non piccola semplificazione, che la legittimazione di una gerarchia sociale può procedere dal basso piuttosto che dall'alto, individuando così la ben nota polarità tra democrazia e oligarchia. Nei modelli sociali oligarchici il potere viene distribuito dall'alto, attraverso la forma dell'investitura; al contrario, nei modelli democratici il potere viene consegnato a coloro che prevalgono nelle contese che promanano, dal basso, ai diversi livelli della gerarchia. Una delle conseguenze di ciò è che, nella percezione comune, una gerarchia di tipo oligarchico appare più ordinata di una democratica, sebbene si tratti il più delle volte di un inganno poiché i conflitti interni ai sistemi oligarchici non sono meno furenti e distruttivi di quelli che si svolgono nelle contese democratiche, ma sono tenuti nascosti agli occhi dei più. Salvo accorgersene quando ci si ritrova, dall'oggi al domani, in piena guerra.

Vi è poi una constatazione da fare, ed è che si dimentica troppo facilmente che la costruzione di una gerarchia sociale con metodi democratici è un processo che richiede il rispetto assoluto di regole formali assolutamente inderogabili. Dirò di più: in democrazia l'unica cosa che conti veramente è l'assoluto rispetto delle regole del gioco, tale che chiunque le violi sia immediatamente indicato e riconosciuto come un esponente del campo avverso degli oligarchi. Le regole formali, ovviamente, devono mettere al centro dei processi politici il momento della conta, cioè il voto, insieme alla disciplina di tutte le circostanze in cui questo diritto/dovere può/deve essere esercitato: validità delle votazioni, diritto di richiederle e/o imporle, definizione dei concetti di maggioranza relativa/semplice/qualificata e quant'altro. In effetti uno dei modi in cui le istituzioni democratiche vengono attaccate consiste nel sabotarne i meccanismi elettorali, cosa che può accadere in molti modi e fantasiosi. Come dimenticare le riunioni del vecchio PCI in cui i segretari di sezione, opportunamente addestrati al controllo politico delle stesse, tiravano per le lunghe le discussioni - anche con l'appoggio di qualche complice - al fine di prevalere nel contenzioso stremando gli avversari? E il bello è che alcuni di costoro si vantavano della loro abilità nel comportarsi in siffatto modo! Analogamente i media, fin dai tempi di Berlusconi, hanno finito col disattivare il confronto delle idee inquinando il dibattito con quote crescenti di disordine e di volgarità, col duplice risultato di indebolire la democrazia e aumentare l'audience.

Col passare dei decenni i cittadini, in Italia ma non solo, sono stati indotti a coltivare un'idea distorta della democrazia, nella quale l'importanza del momento della conta e delle sue regole è stata minimizzata e, soprattutto, delimitata ad alcuni momenti: le elezioni politiche e regionali, ambiti nei quali lo strapotere dei mezzi di informazione, saldamente nelle mani delle classi dominanti, è assoluto. In altri ambiti, da quelli relativi ai processi democratici nei partiti, alla democrazia nei posti di lavoro, si è fatto ancora di più, promuovendo consuetudini o nuove leggi il cui fine è stato quello di invertire il processo di selezione delle classi dirigenti: non più dal basso per votazione, ma dall'alto per designazione. Vi farò due esempi illuminanti.

  • I partiti. In Italia non esistono quasi più partiti nei quali la linea politica sia decisa nei congressi, regolarmente convocati a scadenza e nei quali più mozioni congressuali vengono sottoposte al voto di un'assemblea eletta dal basso in un gran numero di elezioni svoltesi ai livelli inferiori della struttura di partito. Una parvenza di questo modello organizzativo lo si può ritrovare nel PD, e in parte della Lega, mentre tutti gli altri partiti sono costruiti intorno a figure di leader carismatici, quando non padronali, con la novità incredibile e assurda di un nuovo partito, il M5S, che si definisce orgogliosamente non-partito! Il che significa che questo non-partito non ha mai svolto un congresso, ha sostituito le procedure democratiche con consultazioni telematiche basate su una piattaforma certificata dai suoi vertici e indette a piacimento dallo stesso, del quale vertice il minimo che ci si possa chiedere è se lo sia effettivamente oppure non siano dei semplici avatars di altre e sconosciute volontà politiche.
  • I luoghi di lavoro. Nei luoghi di lavoro la democrazia è stata, sic et simpliciter, assassinata. Complici i sindacati, una disoccupazione cronicamente alta, l'instupidimento culturale degli stessi lavoratori, il principio che la gerarchia possa procedere solo dall'alto e mai dal basso è stato universalmente sussunto dai lavoratori, con pochissime eccezioni. Nella scuola, un ambito che conosco bene, l'accettazione della figura del "Preside datore di lavoro" è andata ben oltre le stesse norme emanate. Queste ormai deformi figure dirigenziali giungono al punto di pretendere di interporsi nel rapporto tra i docenti e i discenti col fine di controllarlo, adiuvati in ciò dalla crescente diffusione degli strumenti telematici - registro elettronico, piattaforme per la DAD - che stringono la classe docente nella duplice morsa del controllo occhiuto delle famiglie e dei dirigenti scolastici. Questi ultimi, col pretesto di rappresentarsi come i responsabili di tutto (dicono loro! nella realtà praticano l'italico gioco dello scarica barile, con sublime perizia) accampano la pretesa di supervisionare ogni attività dei docenti, in aperto spregio del principio della libertà di insegnamento. Inoltre, interpretando a modo loro il concetto di autonomia scolastica, si arrogano il diritto di assegnare compiti, mansioni ed emolumenti (questi ultimi tenuti ben nascosti, in difesa della privacy) aprendo così la strada al ritorno in grande stile dei provvedimenti ad personam che caratterizzano qualsiasi modello sociale di tipo oligarchico.
Non dimentico mai di ricordare ai miei studenti un principio fondamentale, ovvero che il potere si basa, prima ancora che sulla violenza, sulla discrezionalità delle sue decisioni. Infatti, in modo giocoso, non passa settimana senza che io prenda qualche decisione manifestamente ingiusta, ovviamente su qualche inezia, e alla richiesta di motivarla rispondo che serve a ricordargli che "io so' io e loro non sono un cazzo". Fatto questo, l'ordine democratico viene ristabilito nel rispetto dei ruoli (adulto-minori) e si continua la lezione. I miei studenti si divertono moltissimo, e anch'io perché so che sto formando alcuni dei pochi uomini liberi del futuro, in un mondo di servi convinti dell'inutilità di ogni sforzo.

E' necessario invece resistere e contrattaccare, bisogna cominciare a compiere audaci sortite individuando i punti deboli del fronte oligarchico, che esistono e sono numerosi perché questo si è molto ampliato in seguito alla sua avanzata. Questo è il tempo del coraggio, in cui l'esempio di pochi può fare moltissimo, è il terribile tempo degli eroi, che tuttavia annuncia e indica anche i limiti invalicabili dell'oscillazione tra la polarità oligarchica e quella democratica

Eroi sono quelli che, a dispetto di tutto, insistono nello sforzo di far nascere nuovi partiti dal basso; ancora più eroi sono coloro che, aggiungendo solitudine a solitudine, si tirano fuori da questo sforzo quando si accorgono che, anche in questi partiti allo stato nascente, il principio democratico viene negletto con i più fantasiosi pretesti. Ma i veri eroi, quelli che davvero meritano questo encomio, sono i lavoratori che, sui luoghi di lavoro, resistono e si oppongono alla pretesa di capi e capetti, financo caporalucci di basso rango, di dettar legge perché qualcuno li ha investiti di un'autorità in cambio di solerti e prolungate slinguazzate. 

Vi sentite disturbati da un linguaggio troppo esplicito e addirittura volgare? Sappiate che quando si parla del potere oligarchico non bisogna mai andarci leggeri, è sbagliato usare metafore eleganti per non disturbare gli stomaci sensibili, la verità è che il potere oligarchico è sempre la forma diabolica e ributtante della pur necessaria e irrinunciabile gerarchia sociale. L'uomo è un animale sociale, la società esiste in quanto vi è una gerarchia che fa da argine alla sua trasformazione in una marmellata sociale, questa gerarchia può essere di natura oligarchica o democratica. Fate la vostra scelta.