Ho sempre sostenuto che compito della nostra generazione, diciamo l'obiettivo di fase, fosse quello di costruire un'organizzazione politica capace, qualora si presentasse alle elezioni, di raccogliere il 5% dei voti. Non la rivoluzione, non la mitica sollevazione, ma un partito organizzato capace, volendo, di arrivare al 5%. Questo obiettivo è stato clamorosamente mancato.
Una riflessione su questo fallimento è assolutamente d'obbligo. La mia tesi, ripetuta centinaia di volte, sempre inascoltato, è che lo snodo cruciale sia la democrazia interna. Un appello caduto nel vuoto, o contrastato con le più fantasiose argomentazioni, fino agli insulti personali.
Si è preferito, invece, seguire i "capitani di ventura" man mano presentatisi sul proscenio: Grillo, Bagnai, Meloni, Toscano, Paragone e una miriade di personaggi minori. Tutti costoro hanno detto cose giuste, ma domando: che ci vuole a dire cose giuste? E' facile, sono chiacchiere! Poi, al dunque, tutti inevitabilmente prendono decisioni deludenti, e possono farlo perché sono stati accettati come "capi" senza alcun controllo democratico.
Provate a buttar giù Salvini, Conte, Meloni, voi che li avete sostenuti! Pensate di poterlo fare, un giorno, con i nuovi capitani di ventura? Davvero pensate che questa volta sarà diverso? No! sarà lo stesso. Costruire l'opposizione significa costruire organizzazioni politiche democratiche, nelle quali nessuno possa farsi Re.
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