Ecco i firmatari del delirante appello contro la casa editrice "Passaggio al Bosco": Anna Foa, Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Zerocalcare, Domenico Starnone, Carlo Ginzburg, Domenico Procacci, Loredana Lipperini, Christian Raimo, Caparezza, Valerio Renzi, Massimo Giannini, Daria Bignardi, Giovanni De Mauro, Simone Pieranni, Valerio Nicolosi, Stefano Feltri, Maicol e Mirco, Minimum Fax, Vera Gheno, Tomaso Montanari, Davide Coppo, Riccardo Meozzi, Arianna Montanari, Marina Pierri, Marino Sinibaldi, Paolo Di Paolo, Vincenzo Latronico, Giulia Caminito, Serena Mazzini, Valerio Mastandrea, Fandango Libri, Coconino Press, Becco Giallo, Paolo Rossi, Pietro Turano, Vincenzo Ostuni, Giacomo Papi, Alfredo Pedullà, Lucia Calamaro, Momo edizioni, Bao Publishing, edizioni Tlon, Add Editore, Paolo Ruffini, Simonetta Sciandivasci, Ascanio Celestini, Carlo Greppi, Tiziana Triana, Marco Balzano, Gabriele Pedullà, Micol Meghnagi, Roberto Recchioni, Fiamma Ficcadenti, Simone Tempia, Oiza Q. Obasuyi, Francesco Pacifico, Massimiliano Tarantino (Fondazione Feltrinelli), Caissa Italia editore, Erikson edizioni, Hacca Edizioni, Red Star Press, Giulio Calella (Alegre Edizioni), Nicola Villa (Edizioni Altreconomia), Futura Editrice, Matteo Pucciarelli, Lia di Trapani, La Revue, Il Tennis Italiano, Bruno Montesano, Costanza Jesurum, Oscar Gilioti, 66thand2nd Edizioni, Giovanni Piperno, Tamu Edizioni, Bruno Maida, Cristiano Corsini, Giovanni Carletti, Alessio Spataro, Alba Nabulsi, Mosè Vernetti, Martina Testa, Marco Rossari, Alice Spano, Èxorma, Miguel Gotor, Zoro, e/o, Michele Riondino, Carocci editore, Claudio Santamaria, Pietro Sermonti, Francesco Cancellato, Elio Germano.
La domanda che sorge spontanea è dove fossero costoro quando milioni di italiani sono stati costretti, col ricatto, a inocularsi un farmaco sperimentale. Questi stessi personaggi, oggi, si ergono a eroi della libertà dichiarandosi antifascisti e, udite udite, antinazisti!
Cosa devono pensare, di costoro, i milioni di italiani che hanno aperto gli occhi e oggi vivono con l'inquietudine di possibili conseguenze? E quelli che stanno passando una malattia, o i cui cari sono ammalati o morti, e nutrono il sospetto che vi sia qualche correlazione coi vaccini covid? E tuttavia costoro, questa arrogante classe di intellettuali semicolti, osano la pretesa di insegnare al popolo italiano quello che può leggere o è bandito. Non capiscono che il tempo della sudditanza ingenua e fiduciosa è finito per sempre, che è il popolo nel suo insieme a rivendicare il diritto/dovere di decidere da solo ciò che condivide, e/o gli piace, e se accoglierlo oppure condannarlo. Questa classe di intellettuali semicolti ha perso ogni prestigio, non è più credibile, e tutti vedono che si tratta di personaggi in cerca di un'ospitata televisiva, di una qualsiasi ribalta; sono cioè i gombra libbro tradizionali ai quali fanno da contorno, e concorrenza, i nuovi gombra libbro che proliferano nei mezzi di informazione/conformazione social.
Chi scrive non conosce la piccola casa editrice "Passaggio al bosco", non ha idea dei contenuti e della linea culturale che promuove, ma si riserva di informarsi e valutarla senza minimamente tener conto delle indicazioni di questa marcescente congrega di sedicenti intellettuali che hanno taciuto davanti alla scandalosa dittatura sanitaria. Che lo abbiano fatto per incapacità di comprendere la natura di quella vicenda, per conformismo o perché lautamente compensati, costoro hanno perso l'aura di intellettuali di cui amano circondarsi, in ciò potentemente aiutati da tutto il sistema culturale mainstream, e scusate il controsenso. Dispensano pareri che sono diktat, guai a non conformarsi! Chi si oppone è retrocesso al rango di ignorante, quando non di terrapiattista complottista e, ovviamente, fascista. La loro intima natura è quella di fustigatori del dissenso per conto ed in nome di un sistema di potere che si arroga il diritto di stabilire quali sono le idee giuste e quelle sbagliate. Che si tratti di artisti, scrittori, personaggi dello spettacolo, storici, filosofi, scienziati, divulgatori allo stato brado, ciò che li accomuna è che quanto più si prestano ad essere cinghia di trasmissione delle idee conformi tanto più sono vezzeggiati, premiati e pagati.
La frusta che usano più frequentemente, e con maggior gusto, è l'accusa di fascismo, richiamandosi alla XII disposizione della Costituzione italiana del 1948, quella stessa che essi, per primi, hanno tradito ponendosi al servizio della crematistica. Si appellano al dato formale, ma ignorano (o fingono che non ci sia) il dettaglio fondamentale, ovvero che la XII disposizione transitoria aveva lo scopo - pratico e comprensibile all'epoca - di vietare ai fascisti ancora in vita di riorganizzarsi. Oggi, a distanza di quasi 80 anni, quegli italiani sono tutti morti, ma si pretende di vietare un'idea invece di discuterla e anche, se si vuole, scegliere se combatterla o sottoporla a critica: cioè separare ciò che si ritiene pur valido da ciò che si ritiene sbagliato. La XII disposizione aveva un fine pratico, concreto, che teneva conto della situazione politica e psicologica del paese, ma è stata trasformata in un "assoluto senza tempo", ironia della sorte proprio da quei "liberali daje a ride" che la Costituzione aveva ridotto a "quattro noci nel sacco". Perché la verità, che questi magnaccia privilegiati vogliono esorcizzare, è che la Costituzione del 1948 è, prima di tutto, socialista e quindi anti liberale, e solo a margine - la XII disposizione appunto - antifascista. Ecco perché era "transitoria", perché non era un'idea quella che i costituenti volevano mettere al bando e condannare alla damnatio memoriae, bensì una classe politica che, conquistato lo Stato, si era abbandonata all'orgia del potere tradendo sia gli italiani che le sue stesse premesse. Quella classe politica doveva, giustamente, essere emarginata, sia per le sue colpe che per i suoi errori.
Il fascismo, inteso come corpus di concezioni filosofiche e politiche, quindi come visione dello Stato e dei suoi rapporti con la società, è stata una teorizzazione che va posta sullo stesso piano del liberalismo, del socialismo, delle concezioni cattoliche dello Stato, insomma di qualsiasi altra teoria politica con la sola eccezione delle degenerazioni come il nazismo e l'odierno sionismo. E, Dio non voglia, dell'ordoliberalismo europeo fondato sulla teoria dell'economia sociale di mercato che, agli occhi di molti osservatori tra i quali lo scrivente, contiene i germi di una degenerazione egualmente perniciosa. Ma di tutto ciò è lecito parlare, anche alla luce della definizione di ordoliberalismo di cui riporto la descrizione fornita dall'IA.
«L'ordoliberalismo è una teoria economica che propone un mercato competitivo regolato dallo Stato, a differenza del liberismo classico. Lo Stato deve garantire un quadro giuridico e intervenire per assicurare la concorrenza, ma nel contempo promuovere un sistema minimo di welfare sociale per proteggere gli individui e consentire a tutti di partecipare al mercato. Il suo scopo è quello di creare un "ordine" economico stabile e equo.
- Stato garante dell'ordine: Lo Stato ha il compito di stabilire e far rispettare le regole del mercato, intervenendo per impedire la formazione di monopoli e garantire condizioni di concorrenza leale.
- Mercato come ordine "esterno": Si cerca di far sì che la concorrenza sia il motore principale dell'economia, ma con un intervento statale che agisce da stimolo e da garante, non da controllore diretto.
- Funzione sociale dello Stato: Per garantire l'equità e la partecipazione, i sostenitori dell'ordoliberalismo promuovono un sistema di welfare minimo, con un sistema fiscale progressivo e un salario minimo legale.
- Competizione ma non "laissez-faire": A differenza del liberalismo classico, che abolisce l'intervento statale, l'ordoliberalismo riconosce la necessità di un ruolo attivo dello Stato per "incentivare" la concorrenza e prevenire gli squilibri.
- Nato in Germania, il modello ordoliberale ha avuto il suo massimo sviluppo dopo la crisi economica di Weimar e ha influenzato profondamente l'economia tedesca del dopoguerra (la "economia sociale di mercato").
- Figura chiave fu Walter Eucken, che fondò la Scuola di Friburgo e il suo circolo, il Freiburger Ordo-Kreis.
- Un altro protagonista fu Ludwig Erhard, ministro dell'economia e poi cancelliere, che applicò i principi ordoliberali nelle riforme economiche tedesche.
- È considerato un modello di riferimento anche per l'Unione Europea, soprattutto in seguito alla crisi del debito sovrano, dove si è vista l'azione di un "Stato forte" che imponeva regole e sanzioni ai Paesi membri per stimolare la competitività.»
Ce ne sono di cose da dire, non pensate? Eppure questi intellettuali da strapazzo, ciechi e silenti durante la dittatura sanitaria che, oltre alle vittime, ha gettato milioni di italiani nell'angoscia e nell'incertezza per il prezzo che potrebbero dover pagare dopo essere stati sottoposti a un regime zoologico di marchiatura universale, sono pronti a scattare in piedi e intonare le loro giaculatorie contro una piccola casa editrice che promuove idee da nascondere al Popolo italiano a loro insindacabile giudizio. Tutto ciò non sarà più consentito, tutti gli spiriti liberi della Nazione si stanno ribellando e sarà per costoro che dovrà essere scritta una nuova Disposizione transitoria che li espella dal dibattito finché saranno in vita. La ragione di ciò è presto detta: quello che hanno fatto sostenendo la dittatura sanitaria va ben oltre la logica del conflitto di classe di cui il fascismo, il socialismo, il liberalismo e lo stesso ordoliberismo sono epifenomeni conseguenti! La dittatura sanitaria è stata un crimine contro l'umanità, praticata soprattutto in Italia. È stata la nostra parentesi nazista.

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