martedì 18 febbraio 2014

Salvini: "ho regalato una copia del libro di Napoleone IV°, 'Il tramonto dell'euro'..."


Bagnai è "legista" o la Lega Nord è "bagnaiana"? Se chiedete al prof, lui vi dirà che è andato a parlare con tutti, perfino con i monarchici e i marxisti dell'Illinois (con questi ultimi ci ha parlato quando ancora non lo "cagava" nessuno, salvo poi deriderli). Comunque, il gesto di Salvini di mostrare il libro di Bagnai (al minuto 0'55'') nella conferenza stampa successiva all'incontro con Matteo Renzi è importante. Se c'è un testo che possa spiegare, con chiarezza, la meccanica della crisi, ebbene questo è il saggio di Alberto Bagnai. Questo è un dato che non si discute, e che nessuno di coloro che sono avversari dell'euro e/o dell'Unione Europea oggi mette in discussione. Nemmeno quelli che, con il prof, sono entrati in rotta di collisione dopo un'iniziale "luna di miele". Tra questi c'è anche il sottoscritto (ma sono in numerosa compagnia), sfanculato dal prof per aver sostenuto la tesi che occorresse organizzare una mobilitazione politica dal basso senza puntare sui partiti esistenti, M5S compreso.

Bagnai è andato a parlare con tutti, e questo non si può negare. E' andato dai piddini, dai berluskini, dai monarchici, dai rifondaroli, dai barnarditi (che non sono una setta religiosa, bensì i seguaci dalla ME-MMT)... soprattutto, ha parlato ai cittadini comuni in numerosissimi incontri, in un tour de force durato oltre un anno. Una fatica bestiale.

Insomma, non si può negare che Bagnai ce l'abbia messa veramente tutta per diffondere quella che lui considera una lettura razionale e scientifica delle cause della crisi. Il problema, non tanto per lui quanto per tutti noi, è che purtroppo la politica è tutto meno che il regno della razionalità. Una cosa che il buon prof proprio non riesce a capire. Sarà per questo che qualcuno, tanto tempo fa, gli disse (parole sue) "beato te che non capisci un cazzo"?

Dobbiamo sempre ricordare quello che ci hanno detto da ragazzini, sono cose che possono contenere un nucleo di verità. A me, per esempio, non è mai stato detto, dai vecchi del paese, "beato te che non capisci un cazzo". In compenso, mi è stato detto "sei un pollastro". Un giudizio più volte confermato dalle vicende della vita. Sono un pollastro perché, pur dotato di un qualche talento nel valutare le cose che accadono, non sono altrettanto capace di valutare le persone, per cui finisce sempre che, dopo essermi fatto il mazzo, non raccolgo praticamente nulla di tutto ciò per cui ho lavorato. Poco male, la cosa, in fin dei conti, riguarda solo ed esclusivamente me.

Più problematica è la situazione per coloro, come Bagnai, che pur avendo qualche (anzi molto) talento nel valutare le cose che accadono, alla fine "non capiscono un cazzo". Possono far danno non tanto a sé stessi, quanto a quelli che, non riuscendo a cogliere lo iato tra "il saper valutare" e "il capire", li scelgono come punti di riferimento. Credo che Bagnai, che è uomo di grande intelligenza e cultura, oltre che dotato di senso dell'ironia, sia consapevole del rischio di vestire i panni di un Napoleone IV°..., essere cioè l'interprete del ruolo di grande tattico (quello che sa come posizionare le truppe e i cannoni per vincere le battaglie) e di pessimo stratega (quello che non capisce, ma proprio non riesce a capire, quali siano i reali interessi in gioco e le relative forze).

Io me l'immagino un vecchio pescatore di Ajaccio che dice al giovane futuro Napoleone I° "beato te che non capisci un cazzo"...

Già, perché Napoleone I° voleva costruire, sul campo di battaglia, una dinastia che fosse riconosciuta dai regnati europei... nel tempo in cui si affermavano gli Stati nazionali...

Scusate se è poco.

Napoleone IV°, degno emulo del trisavolo, sogna di fondare una dinastia (accademica) che sia riconosciuta dai "regnanti europei"... nel tempo in cui si affermano gli Stati nazionali...

Oops...

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