sabato 1 marzo 2014

L'ego della rete e i "diabolici" piddini ciociari (con annessa "pippa mentale")


Links ai singoli interventi:
Avete mai visto il film "L'avvocato del diavolo", dal quale è tratto il siparietto iniziale del video embedded in questo post? Vi consiglio di farlo. Parla della vanità, che è il sentimento attraverso il quale Satana domina gli esseri umani (intendo "Satana" come simbolo, io sono un agnostico razionalista).

Perché ve ne parlo? Lo faccio a proposito della mia incursione nel covo dei piddini ciociari, a Frosinone il 27 febbraio 2014, su segnalazione del mio amico Benny, il pontifex maximus simbolico ciociaro di codesta schiatta. Che i piddini abbiano, per vanità, venduto la propria anima al diavolo liberista, mi sembra sia cosa ormai assodata, ma non è questo il punto. Traggo da wikipedia questo frammento della trama: "Apparentemente morto, Kevin si 'risveglia' nel bagno del tribunale e comprende che quanto ha vissuto fino a quel momento era solo una visione. Ripreso il controllo di sé stesso decide di abbandonare la causa, rinunciando ad una promettente carriera ma avendo salva l'anima. Un giornalista presente tenta di convincerlo a rilasciare un'intervista, promettendo che la storia di 'un avvocato con una crisi di coscienza' l'avrebbe rilanciato. Kevin, riluttante, dopo le pressioni di Mary Ann accetta di rilasciare l'intervista. Dopo che la coppia si allontana, il giornalista si trasfigura in un Milton (il personaggio del diavolo, nella storia suo padre) sogghignante: ha forse trovato un nuovo modo per far leva sulla vanità del figlio e portarlo di nuovo dalla sua parte."

Beh, non ci sono collegamenti diretti con quanto detto nell'incontro. Diciamo che questa è una mia pippa mentale. Il fatto è che, quando un sistema inizia a crollare (L'Unione Europea), sono in tanti ad attaccarlo, ma molti di costoro, sebbene inizialmente animati dalle migliori intenzioni, poi finiscono con il cedere alla vanità (il principale strumento del diavolo per corrompere gli uomini... e le donne), diventando simili a quelli che avevano combattuto.

Ne approfittano i gattopardi, quelli che vogliono cambiare tutto per non cambiare niente. E il diavolo continua a vincere.

Cosa si può fare, allora? Io penZo che un modo per ritardare (dicasi: ritardare) l'inevitabile corruzione dei "rivoluzionari" sia quello di dar vita a un organismo collettivo: un nuovo partito politico. O anche più di uno, perché por limiti alla provvidenza?

Non che un "partito rivoluzionario" non possa essere corrotto da Satana, ma come è più facile il suo lavoro con un singolo individuo! Alla fine anche il "partito rivoluzionario" si venderà, come è accaduto al PD erede della vecchia tradizione comunista, ma volete mettere la differenza tra un voltafaccia in tre mesi e una deriva che duri qualche decennio? Vogliamo ripetere l'esperienza del 1992, quella del "nuovo che avanza"?

Dobbiamo, assolutamente dobbiamo, far sì che il cambiamento passi attraverso la nascita di nuovi partiti, e non dall'emergere di un nuovo "amato leader".

L'ARS (Associazione Riconquistare la Sovranità) è uno dei movimenti che, in Italia, si stanno impegnando per la costruzione di una nuova offerta politica, con programmi che sono in antitesi con quanto fatto dai partiti politici esistenti, dal PD al PDL passando per la Lega e senza dimenticare il deludente M5S. Questa è l'unica strada, non ce ne sono altre in democrazia! Se vuoi veramente cambiare, allora devi contribuire alla nascita di nuovi partiti! Satana li corromperà, prima o poi, ma non gli sarà facile come corrompere un solo individuo!

La democrazia vive e si rinnova attraverso la morte e la nascita dei partiti politici. Se vuoi evitare che "tutto cambi perché nulla cambi", il minimo che tu possa pretendere è che cambino i partiti, non solo gli uomini!

Naturalmente, anche se tutto andasse bene, presto o tardi Satana si prenderebbe la sua rivincita, come è successo nei decenni successivi alla Costituente del 1948. Ma che pretendi? Di restare libero dormendo e senza combattere, ogni giorno, per i tuoi diritti? Non appena ti distrai... Satana ti seduce... 

5 commenti:

  1. Anch'io un tempo mi definivo agnostico razionalista, poi ho capito che anche quello è un dogma. Open your mind.

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  2. Bisogna vedere cosa intendi tu per "agnostico razionalista". Ti dico intanto quello che intendo io. Sono agnostico nel senso che mi rifiuto di avere delle credenza in relazione a ciò che è trascendente, ovvero so che c'è dell'altro ma, siccome non ne so nulla non faccio affermazioni su di esso. In sintesi, adotto il motto di Wittgenstein: "su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere".

    Sono invece "razionalista" per quanto riguarda ciò che è immanente. Ovvero, visto che ho un cervello, mi sforzo di usarlo con un minimo di ordine.

    Se per te questo è un "dogma" me ne dispiaccio, ma io sono così.

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  3. In effetti la mia era una battuta un po' sbrigativa, non era mia intenzione attribuirti pensieri che non ti appartengono. La razionalità è e rimane uno strumento, o meglio un metodo imprescindibile di indagine dell'immanente. E ha anche un'utile funzione di profilassi contro i ciarlatani per chi, come me, sta cercando di coltivare un approccio più spirituale alla vita. Non sono un esperto di filosofia e forse mi sbaglio, ma credo che Wittgenstein intendesse dire che non si può parlare del trascendente perché non abbiamo gli strumenti linguistici per esprimere l'inesprimibile, di conseguenza ogni disquisizione sarebbe vana. Comunque sia, non significa che il trascendente sia necessariamente inconoscibile o inafferrabile su altri livelli di percezione. Per questo nella definizione di razionalista mi ci ritrovo, in quella di agnostico un po' meno, mi sembra una posizione un po' rinunciataria, anche se la capisco perfettamente e la rispetto essendo stata anche la mia posizione fino a qualche anno fa. Io omaggio a Wittgenstein, non ci sono argomenti che io possa portare per convincerti, ognuno segue la via che ritiene giusta, il mio era solo un invito a non escludere a priori altre possibilità. Per inciso, non so se c'entra qualcosa, ma ho iniziato a cambiare idea su questo quasi esattamente quando mi sono svegliato dal "fogno" dell'euro... :-)

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  4. Non ha molto senso dire che si sa che c'è dell'altro ma non se ne sa nulla.
    Se dici che "sai" che c'è dell'altro almeno "sai" che c'è; perché lo sai? Questo dovresti saperlo dire, immagino.
    Inoltre hai un'idea di giustizia; come dimostri razionalmente che è meglio seguire la tua idea di giustizia piuttosto che fare esclusivamente i tuoi interessi anche a danno del prossimo?
    Razionale significa solo un "metodo" che può essere usato sia per fare il bene che per fare il male ma la scelta si opera in una dimensione che non può essere razionale.
    Razionale significa mettere una distanza fra il soggetto e l'oggetto il che ti porta a ritenere che l'unica prova certa di qualcosa è appunto oggettiva; una catena logica che porta inevitabilmente alle notissime aporie in cui si arena il "ragionamento" (tanto per dire, andando di causa in causa arrivi al punto in cui non sai più come andare oltre e devi inventare la "causa prima" che ovviamente non è dimostrabile razionalmente; solo un esempio banale).
    E qual'è l'unica cosa di cui hai certezza assoluta senza bisogno di dimostrazione? Proprio la tua soggettività che oggettivamente (ossia in parole povere "agli altri") non è dimostrabile ma di cui hai certezza immediata e assoluta.

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  5. Ai diabolici piddini ciociari dovresti mostrare questo articolo di dagospia. Così magari riprendono contatto con la realtà.

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