L'audiovisivo ha semplicemente confermato, una volta di più, che proporsi di quagliare qualcosa con costoro è come proporsi di svuotare il mare col cucchiaino da caffè.
Anche nella circostanza, abbiamo assistito al solito, triste spettacolino: deprimente pressappochismo, molta confusione e scarsa consapevolezza intorno a tematiche cruciali, ma soprattutto il palpabile imbarazzo di chi si rende conto di non sapere a nome di chi sta parlando (personale o del movimento?) e conseguente paura -- plasticamente testimoniata dall'espressione del volto e dall'eloquio impacciato e titubante -- di dire cose che potrebbero contrastare con una ipotetica "linea" del leader supremo (linea di cui gli esponenti del movimento ignorano sempre gli esatti contorni).
Del resto, chi spende tempo ed energie per stringere allenanze strategiche con un collettivo che si dà la regola fondativa dell'"uno vale uno", dovrebbe sapere in partenza che, per bene che gli vada, avrà contribuito a produrre solo qualche metro cubo di aria fritta.
A mio avviso, per un movimento autenticamente sovranista il perseverare nella ricerca di intese con costoro (i quali, come ha ricordato Frusino, perseguono il PIU' EUROPA e solo in via subordinata la riconquista della sovranità nazionale) è scelta grave e irresponsabile, molto di più di quanto non sarebbe quella di stringere una allenanza puramente tecnica con la Lega di Salvini (il cui consulente economico non è affatto quella testa di ponte dell'ultraliberismo interno di cui parlano, senza molta cognizione di causa, Paquinelli & C).
Condivido il tuo pessimismo sul m5s, però l'esponente che le Brigate Sovraniste per la Costituzione hanno invitato è, a mio avviso, un ottimo elemento. Luca è un giovane di 30 anni, serio, riflessivo, non fanatico. Io preferisco parlare con Luca Frusone piuttosto che con uno di questi esaltati della Lega. Però, se ne indichi uno che valga la pena intervistare, magari le BSC muovono il culo.
"[...]oggi la società non si può considerare una somma di individui, perché l’individuo vuoto non ha senso se non in quanto membro della società. Nessuno vive isolato, ma ciascun uomo acquista senso e valore dal rapporto con gli altri uomini; l’uomo non è, in definitiva, che un centro di rapporti sociali e dalla pienezza e dalla complessità dei nostri rapporti esso può soltanto trovar senso e valore. E allora anche le nostre concezioni politiche e giuridiche assumono un significato diverso. Non si tratta più di contrapporre l’individuo allo Stato, intesi quasi come entità astratte e lontane l’una dall’altra. Si tratta di realizzare invece la vita collettiva dalla effettiva partecipazione di tutti i membri. Ecco allora il senso dell’espressione dell’articolo primo del nostro progetto, che è per questa parte opera mia, e che l’onorevole Calamandrei citava l’altro giorno, là dove si dice che la “Repubblica italiana ha per fondamento il lavoro e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”; appunto, perché oggi non concepiamo più l’uomo come individuo contrapposto allo Stato, ma, al contrario, concepiamo l’individuo solo come membro della società, in quanto centro di rapporti sociali, in quanto partecipe della vita associata. La Repubblica, espressione della vita collettiva, trae il suo senso e il suo significato solo dalla partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale. Ed ecco anche il senso del lavoro, inteso come fondamento della Repubblica; altra espressione che è stata criticata. Perché noi non facciamo, e non vogliamo fare, una Repubblica di individui, ma vogliamo fare non una Repubblica di individui astratti, una Repubblica di cittadini che abbiano solo una unità giuridica, vogliamo fare la Repubblica, lo Stato in cui ciascuno partecipi attivamente per la propria opera, per la propria partecipazione effettiva, alla vita di tutti. E questa partecipazione, questa attività, questa funzione collettiva, fatta nell’interesse della collettività, è appunto il lavoro; e in questo, penso, il lavoro è fondamento e la base della Repubblica italiana. Ed ecco perché noi pensiamo che sia errata la concezione a cui parecchi colleghi si sono sovente ispirati nella redazione degli articoli, e che si trova nel progetto della nostra Costituzione che la democrazia si difende, e si difende la libertà, e si difendono i diritti del cittadino, limitando i diritti dello Stato, limitando l’attività o le funzioni dello Stato. Concezione che si inspira sempre a quella che noi riteniamo una contrapposizione superata fra individuo e Stato. Noi pensiamo che la democrazia si difende, che la libertà si difende non diminuendo i poteri dello Stato, non cercando di impedire o di ostacolare l’attività dei poteri dello Stato, ma al contrario, facendo partecipare tutti i cittadini alla vita dello Stato, inserendo tutti i cittadini nella vita dello Stato; tutti, fino all’ultimo pastore dell’Abruzzo, fino all’ultimo minatore della Sardegna, fino all’ultimo contadino della Sicilia, fino all’ultimo montanaro delle Alpi, tutti, fino all’ultima donna di casa nei dispersi casolari della Calabria, della Basilicata. Solo se noi otterremo che tutti effettivamente siano messi in grado di partecipare alla gestione economica e politica della vita collettiva, noi realizzeremo veramente una democrazia."
L'audiovisivo ha semplicemente confermato, una volta di più, che proporsi di quagliare qualcosa con costoro è come proporsi di svuotare il mare col cucchiaino da caffè.
RispondiEliminaAnche nella circostanza, abbiamo assistito al solito, triste spettacolino: deprimente pressappochismo, molta confusione e scarsa consapevolezza intorno a tematiche cruciali, ma soprattutto il palpabile imbarazzo di chi si rende conto di non sapere a nome di chi sta parlando (personale o del movimento?) e conseguente paura -- plasticamente testimoniata dall'espressione del volto e dall'eloquio impacciato e titubante -- di dire cose che potrebbero contrastare con una ipotetica "linea" del leader supremo (linea di cui gli esponenti del movimento ignorano sempre gli esatti contorni).
Del resto, chi spende tempo ed energie per stringere allenanze strategiche con un collettivo che si dà la regola fondativa dell'"uno vale uno", dovrebbe sapere in partenza che, per bene che gli vada, avrà contribuito a produrre solo qualche metro cubo di aria fritta.
A mio avviso, per un movimento autenticamente sovranista il perseverare nella ricerca di intese con costoro (i quali, come ha ricordato Frusino, perseguono il PIU' EUROPA e solo in via subordinata la riconquista della sovranità nazionale) è scelta grave e irresponsabile, molto di più di quanto non sarebbe quella di stringere una allenanza puramente tecnica con la Lega di Salvini (il cui consulente economico non è affatto quella testa di ponte dell'ultraliberismo interno di cui parlano, senza molta cognizione di causa, Paquinelli & C).
Condivido il tuo pessimismo sul m5s, però l'esponente che le Brigate Sovraniste per la Costituzione hanno invitato è, a mio avviso, un ottimo elemento. Luca è un giovane di 30 anni, serio, riflessivo, non fanatico. Io preferisco parlare con Luca Frusone piuttosto che con uno di questi esaltati della Lega. Però, se ne indichi uno che valga la pena intervistare, magari le BSC muovono il culo.
RispondiEliminaComunque sia, questa cosa del referendum sull'euro mi ricorda quella delle dieci milioni di firme per mandare via Berlusconi di bersaniana memoria
RispondiElimina"[...]oggi la società non si può considerare una somma di individui, perché l’individuo vuoto non ha senso se non in quanto membro della società. Nessuno vive isolato, ma ciascun uomo acquista senso e valore dal rapporto con gli altri uomini; l’uomo non è, in definitiva, che un centro di rapporti sociali e dalla pienezza e dalla complessità dei nostri rapporti esso può soltanto trovar senso e valore.
RispondiEliminaE allora anche le nostre concezioni politiche e giuridiche assumono un significato diverso. Non si tratta più di contrapporre l’individuo allo Stato, intesi quasi come entità astratte e lontane l’una dall’altra. Si tratta di realizzare invece la vita collettiva dalla effettiva partecipazione di tutti i membri.
Ecco allora il senso dell’espressione dell’articolo primo del nostro progetto, che è per questa parte opera mia, e che l’onorevole Calamandrei citava l’altro giorno, là dove si dice che la “Repubblica italiana ha per fondamento il lavoro e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”; appunto, perché oggi non concepiamo più l’uomo come individuo contrapposto allo Stato, ma, al contrario, concepiamo l’individuo solo come membro della società, in quanto centro di rapporti sociali, in quanto partecipe della vita associata. La Repubblica, espressione della vita collettiva, trae il suo senso e il suo significato solo dalla partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale.
Ed ecco anche il senso del lavoro, inteso come fondamento della Repubblica; altra espressione che è stata criticata. Perché noi non facciamo, e non vogliamo fare, una Repubblica di individui, ma vogliamo fare non una Repubblica di individui astratti, una Repubblica di cittadini che abbiano solo una unità giuridica, vogliamo fare la Repubblica, lo Stato in cui ciascuno partecipi attivamente per la propria opera, per la propria partecipazione effettiva, alla vita di tutti. E questa partecipazione, questa attività, questa funzione collettiva, fatta nell’interesse della collettività, è appunto il lavoro; e in questo, penso, il lavoro è fondamento e la base della Repubblica italiana.
Ed ecco perché noi pensiamo che sia errata la concezione a cui parecchi colleghi si sono sovente ispirati nella redazione degli articoli, e che si trova nel progetto della nostra Costituzione che la democrazia si difende, e si difende la libertà, e si difendono i diritti del cittadino, limitando i diritti dello Stato, limitando l’attività o le funzioni dello Stato. Concezione che si inspira sempre a quella che noi riteniamo una contrapposizione superata fra individuo e Stato. Noi pensiamo che la democrazia si difende, che la libertà si difende non diminuendo i poteri dello Stato, non cercando di impedire o di ostacolare l’attività dei poteri dello Stato, ma al contrario, facendo partecipare tutti i cittadini alla vita dello Stato, inserendo tutti i cittadini nella vita dello Stato; tutti, fino all’ultimo pastore dell’Abruzzo, fino all’ultimo minatore della Sardegna, fino all’ultimo contadino della Sicilia, fino all’ultimo montanaro delle Alpi, tutti, fino all’ultima donna di casa nei dispersi casolari della Calabria, della Basilicata. Solo se noi otterremo che tutti effettivamente siano messi in grado di partecipare alla gestione economica e politica della vita collettiva, noi realizzeremo veramente una democrazia."
Grazie per la citazione di Lelio Basso.
EliminaPrego. Mi è sembrato d'obbligo dato che chi dialogava nel video non mi sembrava avesse cognizione del perchè di quella formulazione nell'articolo 1.
Elimina