Fiorenzo Fraioli |
Esperiti tutti i nostri tentativi di promuovere una lista del sovranismo costituzionale, e preso atto dei loro fallimenti, ho infine deciso di raccogliere l'invito del FSI di dare il mio apporto per le elezioni regionali del Lazio, che si terranno probabilmente in concomitanza con le elezioni politiche. Non so se sarò candidato, ma la cosa è probabile, ragion per cui mi muoverò fin da ora come se lo fossi. Dovesse essere scelto un altro ne sarei lieto e lo supporterei ugualmente, forse con ancor maggiore energia. Chi mi conosce sa che parlo con voce di verità.
Se sarò candidato (da esterno) per il FSI dovrò affrontare, in campagna elettorale, temi di natura amministrativa relativi alla regione Lazio, ma ovviamente mi esprimerò anche su questioni politiche. Tra le tante, tutte ovviamente improntate al tema dell'uscita dall'Unione Europea e dall'euro ai fini della riconquista della piena sovranità nazionale, ve n'è una che mi sta particolarmente a cuore perché la ritengo di importanza cruciale, ed è il principio di indipendenza della Banca Centrale imposto extra legem al popolo italiano in occasione del famoso divorzio Tesoro Banca d'Italia nel 1981. Si tratta di una questione che, per me, è stata dirimente per l'abbandono dell'ipotesi di appoggiare la Lista del popolo di Chiesa&Ingroia, stante il fatto che, mentre nella prima stesura della loro piattaforma programmatica veniva esplicitamente proposta la ripubblicizzazione della Banca d'Italia (il che implicava, si poteva presumere, la fine del principio di indipendenza), nella seconda stesura questo cruciale obiettivo politico veniva espunto sulla base di superflue considerazioni tecniche dell'economista indicato, da Chiesa e Ingroia, come "di riferimento", tal Alberto Micalizzi, noto alle cronache per i suoi trascorsi come sfortunato investitore finanziario. Se mi consentite una battuta, passare da Alberto Bagnai ad Alberto Micalizzi (chi?) non è una progressione di carriera.
Ora io ritengo che il principio di indipendenza della Banca Centrale sia il bastione fondamentale dell'ordoliberismo, in quanto introduce surrettiziamente nell'ordinamento un quarto potere (mentre la Costituzione ne riconosce solo tre: il potere legislativo, il potere esecutivo e quello giudiziario) che fa da pendant (quasi numerologico) a quel quarto partito di cui parlò Alcide De Gasperi nel 1947 in occasione della caduta del suo terzo governo:
"Vi è in Italia un quarto Partito, che può non avere molti elettori, ma che è capace di paralizzare e di rendere vano ogni nostro sforzo, organizzando il sabotaggio del prestito e la fuga dei capitali, l'aumento dei prezzi o le campagne scandalistiche. L'esperienza mi ha convinto che non si governa oggi l'Italia senza attrarre nella nuova formazione di Governo, in una forma o nell'altra, i rappresentanti di questo quarto Partito, del partito di coloro che dispongono del denaro e della forza economica."
Questo quarto partito, che è il partito dei detentori di grandi capitali, ha preteso, riuscendoci, di negare il principio di uguaglianza formale e sostanziate tra i cittadini sancito dalla Costituzione, ed ha pienamente conseguito il suo intento avendo successo nell'affermare il principio secondo cui l'autorità responsabile della politica monetaria, la Banca Centrale, non debba rispondere alla volontà politica del Parlamento, e quindi sia indipendente dalle scelte dei governi. Pertanto dal 1981 (almeno) si è passati da un regime in cui la BC era dipendente dagli indirizzi di politica economica espressi dal Parlamento, pur mantenendo una sua autonomia rispetto ai percorsi tecnici necessari per ottemperarli, ad una situazione in cui la BC si è arrogata il diritto di sceglierli in piena libertà. E' come se le nostre forze armate, che ovviamente non sono libere di decidere se fare la guerra, e contro chi, ma solo di condurla nel miglior modo possibile dopo aver recepito la volontà del Parlamento, e quindi del governo, si arrogassero il diritto di condurre una politica estera indipendente, dichiarando guerra a loro piacimento e stipulando trattati di pace senza rispondere all'autorità politica.
Io credo che il cuore dell'ideologia ordoliberista, da cui i trattati dell'Unione Europea traggono ispirazione, sia proprio il principio di indipendenza della Banca Centrale, sia della BCE che delle banche nazionali, tutte coordinate dal Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC). Una questione che Chiesa e Ingroia si sono ben guardati dal porre al centro della loro proposta politica, preferendo dare ascolto all'economista(?) Alberto Micalizzi, il quale si è peritato di strologare su fantomatiche difficoltà tecniche relative alla ripubblicizzazione della Banca d'Italia, indicando nei CCF (Certificati di Credito Fiscale) intesi come moneta parallela, per altro espressamente vietata dai Trattati - come la BCE non ha esitato a ricordarci, un percorso di riconquista della sovranità monetaria. Un approccio di natura tecnica, la cui fattibilità resta comunque da dimostrare, che salta a pié pari il problema politico. Come può un sovranista, che considera il principio di indipendenza della Banca Centrale come un fatto squisitamente politico, accettare l'idea che la soluzione a questo vulnus possa essere di natura tecnica? E' una scemenza troppo grossa per non pensar male, talmente male che l'ipotesi che Chiesa&Ingroia siano due dilettanti allo sbaraglio appare vistosamente ottimistica.
Dunque appoggerò il Fronte Sovranista Italiano alle regionali del Lazio, candidandomi come indipendente se mi sarà chiesto di farlo. Parlerò dei problemi della nostra regione, che conosco abbastanza bene, ma non dimenticherò che questa battaglia, seppur secondaria rispetto al confronto politico nazionale, si gioca comunque sullo stesso terreno, quello dell'effettiva sovranità del corpo elettorale rispetto ai diktat dell'élite finanziaria che opprime tutti i cittadini e tutte le classi sociali.
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