martedì 23 gennaio 2018

Scusate, adesso si può dire "Bagnai leghiiiiistaaaaa"?

Sgombriamo subito il campo da equivoci: sebbene abbia avuto forti contrasti con Alberto Bagnai non sono tra quelli che pensano che la sua scelta sia motivata da misere convenienze personali o ambizioni di poco conto. Al contrario, lo considero un idealista animato da una sconfinata ambizione.  In ciò essendo abbastanza simili.

Ho visto la conferenza stampa di Salvini-Borghi-Bagnai. Un'efficacia comunicativa straordinaria alla quale è difficile resistere, e contemporaneamente una profonda sensazione di fastidio. Volete sapere quali sono i volti che affioravano alla mia mente nel sentirli parlare? Ronald Reagan e Margaret Thatcher, da una parte, e Von Hayek dall'altra. Ovvero: liberismo (razionale) versus ordoliberismo (irrazionale). L'idea, cioè, che il Mercato sia pur sempre un Principe dal quale non si può prescindere, e dunque che occorra almeno sceglierne uno razionale. L'irrazionalità dell'ordoliberismo essendo fondata sull'adozione di una moneta, l'euro, gestita da una Banca Centrale dominata dalla Germania, che, per funzionare, ha bisogno di una burocrazia e di imposizioni che contrastano con il libero dispiegarsi delle forze economiche degli Stati che l'hanno adottata. E dunque che, aggiogando Stati con diversi livelli di sviluppo economico ad una moneta unica, ciò possa condurre ad una loro convergenza invece che a un aumento delle distanze tra essi. Il keynesiano Alberto Bagnai ha l'indubbio merito di averci insegnato che la convergenza non può esserci perché... non può esserci. Non è poco.

A me pare che la dialettica sottesa alla narrazione leghista sia quella che considera come soli poli possibili il liberismo e l'ordoliberismo, portatori rispettivamente di convergenza o divergenza, di crescita o crisi. Ovvio che il liberismo alla Reagan-Thatcher sia preferibile all'ordoliberismo alla Von Hayek in salsa tedesca (almeno ce la possiamo giocare senza avere le mani legate), ma il liberismo non è la stessa cosa del sovranismo (vedi nota a pié di pagina). Già, perché il sovranismo è profondamente keynesiano, pertanto statalista, così come lo sono la nostra Costituzione e, pare, Alberto Bagnai, ragion per cui occorre interrogarsi sul perché egli abbia deciso di candidarsi con la Lega Nord.

Come mai il keynesiano Bagnai si candida con la Lega liberista?


In parte ce lo ha detto lui stesso: perché ciò che chiamiamo "sinistra" gli ha chiuso le porte in faccia, essendosi totalmente posta al servizio del modello ordoliberista. E sul fatto che il liberismo sia, per l'Italia e per gli italiani, pur sempre preferibile all'ordoliberismo, ce lo dimostrano i fatti e i dati. Resta però la domanda se sia, quella di votare Lega Nord, cioè favorire un partito che punta ad un'uscita concordata dall'ordoliberismo per rientrare nel liberismo, una soluzione non dico giusta, ma almeno accettabile per chi è sovranista! Senza dimenticare che, nella Lega, albergano spinte di natura secessionista che potrebbero, nel dispiegarsi degli eventi futuri, prendere il sopravvento determinando quello che, per noi sovranisti, è il massimo dei danni: la rottura dell'unità nazionale con il nord (la Padania) che entra (o ritorna) nell'orbita tedesca, e il sud che finisce nelle mani delle mafie locali. La mia sensazione è che la scelta di Alberto Bagnai sia determinata dal combinato disposto di un insieme di cause, che vanno dal tradimento della sinistra ai danni della nazione e dei lavoratori a valutazioni di natura tattica sugli sviluppi possibili, avendo in mente la necessità di evitare quello che, a suo parere, sarebbe il danno maggiore: un lungo e aspro contenzioso con la Germania e (a questo punto) la Francia conseguente a un'uscita unilaterale dell'Italia. Una posizione che ricorda un po' il battipugnismo di Paolo Ferrero, che Bagnai ai tempi della sua giovinezza redarguì piuttosto aspramente. Forse, nel frattempo, il tavolo che allora non c'era è stato posizionato, e il Nostro pensa di potercisi sedere? 

Al tavolo che non c'era, ma oggi pare di sì, la Lega sostiene che ci si può sedere. La Lega! quella che si allea col Berlusconi che parla di abbattere il debito pubblico con una stagione di privatizzazioni e assicura Leuropa sul rispetto del numero 3 (percento) mentre Bagnai sostiene che il Cavaliere è un valore aggiunto perché ha contatti ed entrature con Leuropa! Strano, a me sembrava di ricordare che fosse con Putin! Un altro passo e verrà a raccontarci che ormai il dentifricio è uscito dal tubetto?

Sia come sia, Alberto Bagnai si candiderà con la Lega e verrà eletto. In fondo è coerente: una volta disse che si sarebbe alleato anche col demonio, pur di uscire dall'euro! Però non bisogna dimenticare che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. La sua scelta è pericolosa, come lo è quella di noi sovranisti, che non ci fidiamo né della Lega né di Berlusconi. Non gli daremo il voto, pur continuando a seguirlo e ad apprezzare le sue argomentazioni economiche che tanto ci hanno insegnato.

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Nota: uso il termine "sovranismo" dando per scontato che i pochi e infelici che mi seguono sappiano che "sovranismo" è sinonimo di "statalismo&Costituzione". Questo è un blog per pochi (non anonimi).

8 commenti:

  1. Onore a chi sceglie di mettersi in gioco ed ha il coraggio di schierarsi, finalmente gli uomini saranno giudicati per i fatti e non per gli intendimenti ; è probabile che la prossima legislatura abbia una durata limitata, ma con un compito alto, quasi costituente... anzi ricostituente oserei dire; è un bene che ci siano uomini di valore in parlamento.

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  2. La scelta di Bagnai di presentarsi con la Lega di Salvini a mio modesto parere non rappresenta un evento rilevante, nel senso che non mi aspetto che da ciò discendano chissà quali effetti.
    Al contrario, io la considero uno degli effetti dell'evidente fallimento di ogni iniziativa autonoma dell'area sovranista che si è consumata in quest'ultimo anno, dimostrando l'inconsistenza del fronte, apparentemente più identificato da un termine che da una vera e propria linea politica.
    In sostanza, l'incapacità che attribuisco anche a me stesso nel raggiungere l'obiettivo del consolidamento del sovranismo, ha avuto anche l'effetto di una fuga di un brillante economista da un fronte così evanescente verso un approdo che appare in tutta evidenza ben più concreto, anche se ben meno coerente.
    Bagnai come molte altre brillanti menti che hanno contribuito a creare consapevolezza sui danni dell'euro e delle politiche UE, più che in grado di indicare una via agli altri, equivoco in cui molti sono caduti, cercava una casa che ne ospitasse le sue brillante tesi economiche, e purtroppo non l'ha trovata tra le persone che pure avrebbero potuto apparire più prossime a lui proprio per l'evidente sfilacciamento di un fronte già di per sè numericamente fragile.
    Amen, i suoi scritti rimangono in ogni caso un prezioso contributo per chi ancora avrà la forza e la perseveranza nel perseguire la causa sovranista.

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  3. E' un pezzo che non seguo Bagnai , troppo prolisso , io sono innamorato della tua sintesi ,e competenza naturalmente , ma Illo ha abbracciato in toto la politica economica della Lega , anche la flat tax al 15% ?

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  4. Tutte considerazioni interessanti sig.Fraioli, ma tutte proiettate sull’orizzonte del lungo periodo e su quello della coerenza concettuale.

    Può darsi che la decisione di Bagnai sia legata a un approccio pragmatico che cerca di infiltrarsi là dove si aprono crepe nel fronte nemico e dove massima appaia la possibilità di convogliare energie in funzione antieurista. Il fatto che un partito al 15%, in piena campagna elettorale, avochi quali numi ispiratori della sua politica economica i massimi teorici nazionali dell’uscita dall’euro qualcosa vorrà dire; e infatti alla dichiarazione di Bagnai han fatto riscontro le esternazioni di Salvini contro la sacra soglia debitoria del 3%.

    Se Lenin non se ne fosse fregato della teoria delle condizioni oggettive e Hitler non avesse involgarito i sacri precetti dello Jungkonsevatismus weimeriano non avremmo avuto rivoluzione né in Russia né in Germania. Se euro & C. vengon giù si apriranno praterie inesplorate per l’azione politica, molto al di là dei programmi delle forze che lo contestano oggi.

    P.S.: un lungo e aspro contenzioso fra l'asse renano e il Belpaese sarebbe il modo migliore per cancellare ogni traccia di sentimento europeista in tutti e tre i popoli.

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    1. Lei scrive "Può darsi che la decisione di Bagnai sia legata a un approccio pragmatico che cerca di infiltrarsi là dove si aprono crepe nel fronte nemico e dove massima appaia la possibilità di convogliare energie in funzione antieurista".

      Le rispondo che sì, può darsi, ma anche no. Qui siamo in pieno nel campo dell'opinabile, e si dà il caso che io abbia l'opinione che della Lega non ci si possa fidare. Ho torto? Ho ragione? Vedremo.

      Aggiungo che non capisco bene il passaggio in cui scrive "se Hitler non avesse involgarito i sacri precetti dello Jungkonsevatismus weimeriano non avremmo avuto rivoluzione... in Germania". Cosa vuole dire? Che quella di Hitler fu una rivoluzione?

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    2. Certo che fu una rivoluzione. Secondo lei la Germania del 1938 era uguale a quella di sei anni prima?

      Per il resto nemmeno io mi fido, non solo della Lega, ma del pattume antropologico odierno, che poi riflette la sua natura sulla politica. Ma siccome io e Lei non possiamo abbattere l'euro da soli, da qualche parte bisogna cominciare, e a me come a Bagnai sembra alquanto scontato iniziare dall'unico partito che critica Bruxelles e che offre amplissimo spazio a voci antieuriste.

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  5. Il posizionamento di Bagnai ( collocatevi cazzo!) sembrerebbe far intendere che il conflitto Euro si/euro no sia uo interno al liberismo e precisamente tra ordoliberismo e naziliberismo ( scusate Nazionalliberismo suona male).
    Mi sembra alquanto ridicolo che i nostalgici del nazionalsocialismo e di tutte le altre ideologie e/o modelli socioeconomici che sono stati sconfitti dal liberismo nel secolo scorso tentino di rientrare in gioco in una battaglia che non gli appartiene.

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  6. Con la candidatura di Borghi prima e di Bagnai ora la determinazione di mettere i bastoni tra le ruote dell'euro deve essere genuina. Questo è un punto importante che ci accomuna. D'altra parte sappiamo che la caduta dell'euro è condizione necessaria... Secondo me vale la pena di provarci.

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