giovedì 1 ottobre 2020

Un formicaio impazzito

4 commenti:

  1. Concordo al 100%. Io è da marzo che osservo impietrito il formicaio, alternando momenti di angoscia ad altri di maggiore ottimismo; credo si tratti di una sorta di sistema immunitario della mente che interviene quando necessario. Tendo a non credere molto all'ipotesi del virus pericolosissimo di cui il governo tace per un paio di motivi: uno, non mi pare che tutti i governi abbiano reagito allo stesso modo, anzi; due se così fosse, ma che è questo il modo di prepararsi a una potenziale minaccia biologica? Con quella buffonata delle mascherine che sappiamo essere efficaci quanto un corno appeso al collo? Buttando i soldi nei banchi a rotelle e altre cretinate? Mentendo sui dati e impedendo ai medici di fare autopsie e studiarsi il problema? Distruggendo il tessuto economico, sociale e psichico della popolazione? Lasciando a spadroneggiare nei ruoli di comando delle persone chiaramente incapaci, per non dire imbarazzanti? Ma secondo te un governo veramente preoccupato agirebbe così? Io cuesto non creto. A me questa sembra più una tragica sceneggiata, ma per carità, tutto può essere, staremo a vedere. Comunque sia, abbiamo osservato per mesi le formiche, le abbiamo derise e insultate, ma forse ora è giunto il momento di uscire da questo schema di contrapposizione, e non per un senso di indulgenza ma perché è sterile, non andiamo da nessuna parte. Dovremmo iniziare a sforzarci di osservare, analizzare e capire quali meccanismi mentali sono intervenuti (e sono stati abilmente sfruttati?) con tanta e tale devastante efficacia su un numero così incredibilmente elevato di persone, anche colte e intelligenti, e come eventualmente contrastarli, ammesso che questo sia ancora possibile in qualche misura. Certamente la paura è un fattore, i meccanismi del cervello limbico sono in funzione da milioni di anni, e quella fragile e presuntuosa razionalità con la quale ci illudiamo di governare pensieri e azioni se la pappano a colazione. Tuttavia, non credo che ci si debba limitare a questo, ci sono senza dubbio anche altri fattori di ordine culturale e sociale: uno zelo degno di miglior causa nel recitare il ruolo dei bravi cittadini responsabili che cooperano per il bene della collettività (o di quello che la maggioranza di persone attorno a te ritiene sia il bene); la propensione, soprattutto nei momenti critici, verso il potere costituito, l'incapacità di accettare che quel potere a cui ti stai affidando sia un realtà malvagio, e che tu conseguentemente sia solo e indifeso; varie forme di conformismo, pigrizia, paura, soggezione psicologica, e chi più ne ha più ne metta. A volte anche condizioni di vita personali o di salute non facili che vanno rispettate. La vita umana è complessa e la fredda verità dei numeri non basta. Il problema è più profondo, e personalmente non ho la più pallida idea di come affrontarlo. Non la vedo bene, a meno che non intervengano fattori esogeni e imprevedibili a mutare l'andamento degli eventi, il che intendiamoci non è affatto da escludere.

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  2. le tue sensazioni Fiorenzo sono condivise da tanti in realtà.
    E molti le ricacciano semplicemente giù in fondo per riuscire a svagarsi nel tempo libero. Ma tornano.
    Sono arrivato a pensare che è questo il destino degli uomini liberi. O che desiderano la libertà.

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  3. Io mi trovo nella stessa situazione, in cui non è possibile uscirne, perché quello che succede in Italia avviene anche nel resto del mondo. Quindi non c'è la possibilità di emigrare, di uscirne in qualunque modo. A chi rivolgersi, in quale modo si può contrastare la situazione? Non esistono forze di un qualche peso che possano costituire
    un'argine a questa follia. Se le viene in mente qualcosa me lo faccia sapere, per cortesia.
    Lei è l'unica persona con cui ho potuto confidarmi.
    Grazie.

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