lunedì 20 luglio 2015

"Possibile" è possibile?

E' meglio avere nemici intelligenti che amici sciocchi


La fronda nel PD renziano sta generando due diaspore, quella dei civatiani e quella dei fassiniani. La prima si muove nell'alveo dell'europeismo, la seconda lo mette decisamente in discussione. I civatiani si sono dati appuntamento, questo fine settimana, a Firenze, per il loro PolitiCamp. I fassiniani, per il momento, mantengono un basso profilo sul piano dell'aggregazione del consenso e sembrano più concentrati su quello della formazione di un quartier generale politico capace di dare sostanza alle loro posizioni.

I transfughi piddini si trovano, pertanto, davanti a una scelta: Civatiani o Fassiniani.

I primi non mostrano alcuna intenzione di abbandonare la narrazione favolistica dell'Europa unita fondata sulla narrazione spinelliana secondo la quale all'origine dei conflitti che hanno devastato l'il continente nel XX secolo ci sarebbero gli Stati nazione, curiosamente ignorando che l'inizio del conflitto europeo non è stato il 1914 bensì la guerra franco-prussiana del 1870 (per non dire della guerra, che noi chiamiamo di indipendenza, tra la Prussia e l'Austria del 1866). Questi conflitti misero fine a un lungo periodo di pace in Europa che risaliva al trattato di Parigi del 1815

Quello che emerge, anche da una superficiale lettura dei fatti storici, è che in realtà le tre guerre europee non sono state il frutto di conflitti tra Stati che successivamente, degenerando, hanno coinvolto tutti gli altri, bensì tra imperi o coalizioni di imperi. 

Oggi, ancora una volta, l'Europa vive un periodo di gravi tensioni generate dal fallito tentativo di unificazione su base monetaria. E' proprio il fallimento di questo tentativo che è all'origine delle tensioni tra i paesi del centro e della periferia. Se non si fosse tentato di mettere insieme interessi contrastanti, sulla base di una lettura superficiale e fallace quanto interessata delle ragioni dei precedenti conflitti, non si sarebbero creati i presupposti dei contrasti odierni. 

Occorre dare atto a Wolfgang Schaeuble, se non a tutta la dirigenza tedesca, di aver fatto un tentativo per indicare una soluzione razionale: l'uscita della Grecia dall'euro, e probabilmente a seguire di altri paesi, tra cui l'Italia. Questa proposta è stata respinta con sdegno, soprattutto in Italia perché il suo prezzo politico interno sarebbe altissimo per le nostre classi politiche. Queste, escluse di fatto dall'asse franco-tedesco, hanno puntato tutto sulla retorica della narrazione federalista europea, nel tentativo di sopperire alla mancanza di peso economico con un protagonismo politico fondato su questa ideologia. Una visione miope che si è infranta contro il muro della realpolitik.

Uno dei principali esponenti italiani del federalismo europeo è Sergio Cofferati, di cui è bene ricordare i trascorsi al vertice della CGIL dal 1994 - ben due anni dopo le dimissioni di Bruno Trentin in seguito all'accordo sulla politica dei redditi nel 1992 che pose fine alla scala mobile - al 2002.

Wolfgang Schaeuble è un nemico intelligente, i civatiani sono amici sciocchi. Il federalista Sergio Cofferati non vede le lancette dell'orologio della SStoria. Quello che segue è il suo intervento al PolitiCamp 2015, che mi sono preso la briga di commentare.

12 commenti:

  1. Ieri mi sono visto il film "The Great European Disaster Movie".
    Sono terrorizzato da quanta propaganda si metta in campo in questo momento per stimolare sentimenti positivi verso la UE.
    La Piras ( regista ) e Cofferati sono persone che ogni giorno attentano al futuro dei miei figli.
    Vorrei chiedere a qualche novantenne se si ricorda negli anni 30 un sistema mediatico simile all'attuale, e soprattutto se c'era nell'aria l'odore della guerra.

    Perché lo sai Fiorenzo, che ci sarà una guerra vero?

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  2. Se questi dopo lo scempio greco dicono ancora ste cose (che poi non vedo alcuna differenza fra ste fregnacce e la solfa dei renziani....forse un maggior accento sul poter fare più deficit? Due investimenti pubblici in più? basta) significa che non ci fanno....ma CI SONO PROPRIO!!!

    il loro sogno è sta cagata...il mio è vederli presentarsi alle elezioni e prendere il 2%....come probabilmente accadrà.

    Che i Fassiniani non abbiano niente a che fare con sti derelitti

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    1. Se Fassina sta cercando nuovi interlocutori qualche motivo ci sarà, sicuramente da buon politico spero non crederà a compagni di strada e maggioranze variabili.
      Ho partecipato da poco ad una riunione di orfani civatiani cui sono stato invitato, ho chiesto quale dovesse essere la linea politica
      Risposta: " quella di sempre"
      Io: " in pratica quella di Civati senza Civati, un pensiero debole sconfitto già con Civati quale futuro ed utilità può avere? Non sarebbe il caso di approfittare di questo vuoto per portare nel dibattito problematiche di politica economica troppo a lungo trascurate da quella che dovrebbe essere l' anima sinistra del PD?"
      A parte l' assessore regionale alle prese col piano di rientro dal deficit di una regione in pratica alle prese con le stesse problematiche greche, gli altri non hanno capito un cazzo.
      Quella sera ho mangiato bene, ma ho dovuto prendere un antiacido lo stesso.

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    2. Ce ne vuole a prendere sul serio gente così. Quanta pazienza.

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  3. Tutto giustissimo. Peccato però che mentre Civati e Cofferati abbiano un modesto ma non insignificante seguito, diciamo qualche punto percentuale di elettori, Fassina non lo seguano che due gatti. A questo ha portato l'ottusità piddina del non voler assolutamente mai mettere in discussione il feticcio euro: non esiste una minoranza seriamente euroscettica e nemmeno da fuoriuscito puoi farla nascere, perché dopo che hai rincoglionito i tuoi elettori col sogno europeo tornare indietro è impossibile. Fassina è poco più di un cane sciolto, un corpo estraneo le cui posizioni, assolutamente corrette per quanto assai tardive, non trovano spazio in quasi nessun elettore di area. I fassiniani sono buoni alleati ma sono un gruppuscolo irrilevante.

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  4. Ma i Fassiniani come si chiamano? Dove si sono separati con Civati, non erano assieme a Roma? Riguardo i civatiani, credetemi lo sanno, il progetto economico è del tutto simile a quello di Renzi, ricordatevi che Filippo Taddei era di quell'area, per cui gli Stati Uniti d'Europa sono la loro stella polare, perché sono tutti collegati la Partito Democratico Americano. Elly Schlein durante le elezioni europee aveva posizioni sull'euro a dir poco imbarazzati PD style, "indietro non si torna", ora ha modulato sulla tesi "all'Euro manca la governance". Ma è figlia di americano famiglia ebrea allevata dal PD e mandata a studiare come altri rampolli bolognesi alle primarie USA.... Mi ha bloccato su FaceBook e non ha mai risposto alle mie domande dirette che gli ho rivolto durante i suoi comizi elettorali per le europee. al 90% sono in cattiva fede impegnati a fare la quinta colonna come si è rivelato il Greco. Notte.

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    1. Pare che si chiameranno "Futuro a Sinistra" (FaS). Se ho ben capito, non adotteranno una strategia comunicativa centrata sull'euro, sebbene il nocciolo della loro posizione dovrebbe essere lo smantellamento concordato dell'eurozona. Staremo a vedere...

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    2. intanto c'e la "conversione di Gallino" e relativo post di AB sul suo Blog http://listatsipras.eu/blog/item/3029-luciano-gallino-contributo-alla-discussione-per-affrontare-la-crisi.html

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  5. Uhm, purtroppo la strada scelta al momento va proprio nella direzione da me non desiderata, quella delle alleanze variabili su singoli obiettivi, con la questione euro in secondo piano, la posizione sull' IMU mi sembra figlia di vecchie logiche, ci sarà tanto da lavorare.

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  6. Vedo che anche tu, Fiorenzo, ti unisci al piccolo coro di valorizzazione della proposta Schaulbe. Ebbene, secondo me, sarebbe necessario sottolineare due aspetti della sua ipotesi. L'una è che la condizione perchè l'uscita dall'euro della grecia avvenisse consensualmente, egli doveva soddisfare condizioni davvero pesanti. Una di cui sono certo, era quella di mantenere il debito denominato in euro, una cosa che per un paese con una dracma pesantemente svalutata, significava perdere quasi ogni vantaggio dato dalla svalutazione.
    L'altro aspetto, collegato a quello precedente, è che non credo affatto che Schaulbe pensi a uno smantellamento dell'eurozona.
    Dobbiamo intenderci, l'Italia ha una popolazione ed anche un PIL molto prossimi ai valori della Francia, insomma dopo Germania e Francia, il peso dell'Italia è il terzo e gli altri seguono a considerevole distanza. Se esce l'Italia, non è che esca soltanto un PIIGS qualsiasi, esce un gigante che forse non nullifica la stessa ipotesi euro, ma ne cambia profondamente il segno.
    Quindi, io interpreto l'ipotesi Schaulbe in modo totalmente differente, cioè eliminare la Grecia per mettere in riga gli altri paesi e blindare l'eurozona. Sappiamo tutti quanto valga in termini di bilancia commerciale l'euro per la Germania, e l'ipotesi di abbandonarlo la vedrei solo in presenza di scenari geopolitici rivoluzionari, come un accordo speciale tra la stessa Germania e la Russia, ma mi pare che oggi questi scenari siano ancora del tutto ipotetici.
    Come al solito, riesco ad essere il più pessimista di tutti.

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    1. L'espressione che usi (piccolo coro di valorizzazione della proposta Schaulbe) non rende giustizia al mio pensiero. Diciamo che io vedo quella che mi sembra una tendenza oggettiva, cioè l'indisponibilità della Germania a un'unione di trasferimento, sia pure mascherata da default seriali ai quali non possono non andare incontro i paesi che non possono allinearsi al modello tedesco. Ergo, penso che le due sole strade possibili siano l'espulsione in successione dei paesi che non ce la fanno (un processo che potrebbe durare un decennio) oppure un'uscita della Germania. A mio parere alla Germania conviene la prima soluzione. Ne riparleremo, adesso devo uscire...

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