giovedì 30 luglio 2015

Se il coraggio non ce l'ha, Fassina non se lo può dare!

Mi dispiace soprattutto di averci perso tempo. Dopo aver letto il manifesto del gruppo parlamentare che si formerà intorno a Fassina e altri (deputati e senatori provenienti da diverse esperienze politiche - cit.) sono giunto alla desolata conclusione che non ci siamo. Basta leggere il capoverso dedicato all'Europa (grassetto aggiunto): "Un'iniziativa parlamentare - attraverso la presentazione di mozioni, ordini del giorno e proposte di legge - rivolta al governo italiano perché intraprenda in Europa una battaglia contro le politiche di austerità e per la revisione dei trattati e del ruolo della BCE al fine di favorire politiche di investimenti pubblici, politiche attive per il lavoro, la riconversione ecologica dell'economia, la democratizzazione delle istituzioni europee. In questo contesto ci impegniamo affinché nel nostro ordinamento costituzionale sia abrogato il principio del pareggio di bilancio e sia reso possibile lo svolgimento di referendum anche sui trattati."

Eppure ci avevo sperato!


Che Stefano Fassina "sappia" è cosa di cui tutti noi siamo consapevoli; che abbia timore a muoversi è comprensibile, ma la prospettiva che suggerisce con il manifesto è al di sotto del minimo sindacale. A partire dal linguaggio, un sinistrese bolso e senza forza che non trasmette alcuna emozione, frutto evidente di un compromesso, pesato fino alle virgole, con forze che ancora credono nella riformabilità dell'Unione Europea. La ciliegina sulla torta sarà, immagino e scommetto, la partecipazione di Sergio Cofferati, il "federalista" europeista a lungo segretario del sindacato più entusiasta nell'accettare quel "vincolo esterno" che è all'origine della perdita di oltre dieci punti di quota salario dal 1975 ad oggi: la CGIL.

Dunque siamo soli. Il circo mediatico, al servizio del potere finanziario europeo, darà voce anche a Fassina e ai suoi, oltre che a Salvini e Grillo, i quali tutti insieme appassionatamente occuperanno ogni spazio di visibilità della montante protesta antiunionista, depotenziandola e addomesticandola. Fino a metterla, in casi estremi, al servizio di "questa Europa", come la vicenda del referendum greco dimostra ormai senza ombra di dubbio.

Siamo soli, ma forse è un bene. Vedremo Fassina e i suoi partecipare ai talk show, in quota rigorosamente controllata; finiranno con l'occupare l'ala sinistra dello schieramento eurista conquistando qualche seggio in parlamento; l'Unione europea guadagnerà un altro po' di tempo.

Quel tempo che serve anche a noi sovranisti per crescere, radicarci, continuare a smontare pezzo per pezzo la gabbia di falsità che imprigiona i lavoratori italiani. Stefano Fassina avrebbe potuto scegliere di essere una bandiera, se avesse avuto il coraggio di osare, ma così non è stato: un altro che ha preferito passare all'incasso piuttosto che alla storia. Dimentichiamolo.

11 commenti:

  1. Il Vate dovrà rivedere i suoi programmi...

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  2. Fiorenzo, non siamo soli siamo divisi.

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  3. Se si mette assieme a Cofferati ci toglie l ultimo dubbio.

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  4. Fassina ha militato fin troppo tempo in un partito dove l'equilibrismo e le personalità multiple erano l'unico modo di sopravvivere. Non sapremo mai cosa realmente pensa e quali sono i suoi obiettivi e se veramente collettivi e non individuali....

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  5. Sono sconcertato, sono sconcertato dalla caterva di dichiarazioni di Fassina che svariano su tutte le sfumature cromopolitiche.
    Un passo avanti poi tre indietro, due a destra e quattro a sinistra, deve essere un appassionato di qualche strano ballo.
    Tra tutti gli aspiranti interpreti di Vitangelo Mostarda 2.0 Fassina risulta decisamente il più accreditato.

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  6. Io invece sono sconcertato dal credito di fiducia dato a Fassina. Badate che solo pochi mesi fa, egli aveva la delega all'economia da parte di Bersani. Ma cosa vi aspettavate?
    Guardate, chi sostenga in parlamento la causa dell'uscita dall'euro si trova in poche ore non in pochi giorni, non si trova perchè essi inseguono il consenso, ed attualmente il consenso non c'è in nessun luogo dell'europa, e non c'è perchè la paura non ce l'ha solo Fassina, ce l'hanno tutti, le persone comuni. Ogni discorso razionale si ferma di fronte alla paura irrefrenabile della gente. Come scrivevo altrove, una paura così forte si può vincere solo di fronte ad una paura ancora più forte, e quindi bisogna rassegnarsi alla catastrofe, la macchina non si fermerà prima dello scontro. Poi, conteremo morti e feriti e ricominceremo (i sopravvissuti, naturalmentwe).

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    1. Allora c'è l' abbiamo dura, conosco benissimo come ci si può abbrutire nella miseria, specialmente in popoli che solo da due generazioni sono usciti dal medioevo.

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