martedì 28 giugno 2016

Controfattuale

Facciamo un esperimento mentale: immaginiamo che, contrariamente a quanto ci raccontano, il voto sul brexit fosse stato determinato dall'adesione dei giovani al leave e dalla scelta dei "decrepiti campagnoli e provinciali" per il remain. Cosa avrebbero scritto i gazzettieri nostrani?

E' facile immaginarlo. Mi cimento in un esercizio di stile, fingendo di essere un gazzettiere di un giornalone:

"La parte più matura della società britannica, quella che lavora e tira la carretta, ha mostrato senso di responsabilità. I giovani, purtroppo, sono stati facile preda delle sirene populiste determinando, con la loro improvvida e immatura scelta, un esito che sprofonda nell'incertezza la Gran Bretagna, l'Europa, il pianeta, il sistema solare e forse l'intera via lattea. E' il caso di riflettere se non sia opportuno, in futuro, escludere le generazioni più giovani, che non hanno ancora raggiunto una sufficiente maturità, dal diritto di voto nel caso di consultazioni su temi di così grande importanza."

Le cose sono andate diversamente, e i gazzettieri tirano fuori discorsi come questo:


Ora è del tutto inutile lamentarsi di ciò. I vari Serra, Severgnini, Orsini, Saviano, e tutta la corte dei miracoli del gazzettismo, scrivono queste scemenze con il loro limitato talento e più di questo non riescono a fare. Sono in affanno perché, dal profondo dell'anima popolare, si sono svegliate mille e mille voci raziocinanti, che li contrastano e mettono all'angolo con argomenti e ragionamenti troppo complicati per le loro limitate capacità. Sono in difficoltà, al punto che i loro stessi "padroni" credo stiano cominciando a capirlo, forse anche a riflettere sulla necessità di sostituirli con gazzettieri più abili e preparati. Un'operazione, questa, non facile, a meno di pescare proprio tra coloro che oggi li combattono, corrompendoli e portandoli dalla loro parte.

Il concorso per diventare nuovi gazzettieri è aperto. La paga è trenta denari.

5 commenti:

  1. Sì, ma parliamoci chiaro: questi chi se li fila? Oggi come oggi, chi legge sti personaggi? Chi li segue? Secondo me un Serra, un Severglini e compagnia cantando sono veramente convinti di quello che dicono e per questo hanno il candore dell'innocenza, qualità che li rende, al contempo, utilissimi e pericolosissimi ai padroni per cui con tanto zelo lavorano senza rendersene conto. A questa gente non interessa l'economia e il lavoro (che sono cose arida), ma che gli studenti vadano ad "arricchire" il loro bagaglio in qualche altro paese europeo (di serie A, ovviamente) affinché un domani emigrino all'estero, dove (sempre nei paesi di serie A, naturalmente) il livello di civiltà e di organizzazione socio-politica è incomparabilmente più alto che in Italia (e negli altri paesi di serie B). L'italiano solo integrandosi all'estero può riscattarsi dalla appartenenza ad un popolo di caltroni, ladri e saltimbanco. E' sta roba qua che abita le loro menti. Chiamarli camerieri è sopravalutarli (il cameriere sa bene fino a che punto gli è vantaggioso servire il padrone, costoro no).





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  2. Così come non esistono gli epilettici,bensì una soglia epilettogena individuale analogamente non esistono i corrotti bensì una soglia individuale di corruttibilità; trenta denari possono esseri tanti o anche pochissimi.

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  3. In un ulteriore rigurgito di piddinismo mi sono venute in mente le famose parole di Fassino: " se credete che gli italiani vogliano uscire da euro ed EU che si faccia un bel referendum e vediamo quanti votano per uscire!"
    Perchè ho questo rigurgito di fassinismo? probabilmente perchè sarebbe l' unica volta in cui Fassino avrebbe ragione e già questo dovrebbe farci capire perché in Italia non solo non è opportuno sottoporre a referendum tali quesiti, ma è addirittura vietato dalla costituzione.
    in un altro controfattuale la sconfitta di un ipotetico leave de noantri, come sarebbe commentato dai giuda di ogni fazione?
    poichè una delle caratteristiche dell' elitismo è quello di essere in numero inferiore, cioè minoranza di un popolo, chi ritiene che si debba uscire per scelta elitaria (e ce ne sono tra i cosiddetti sovranisti, illustri e meno illustri) reagirebbe esattamente come chi ritiene oggi che il popolo non abbia la necessaria preparazione per prendere decisioni così importanti?
    Che il popolo britannico abbia il diritto di esprimersi e quello italiano, perchè intrinsecamente inferiore, no?
    adesso smetto di straparlare e strascrivere e mi rimetto alla clemenza di Fiorenzo

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    1. Caro Ippolito, parli di referendum a proposito di cosa? Per uscire dall'UE (in un paese che non sta nell'euro) o dall'euro in un paese che ha già l'euro? Vedi, non sono situazioni simili. Nel primo caso (un paese che sta nell'UE ma non nell'euro) un referendum lo si può fare, e quindi una lunga e aspra campagna elettorale stando al sicuro dietro i bastioni della propria Banca Centrale. Nel secondo no.

      Un referendum per uscire dall'euro non si può fare: sarebbe come votare in un lager nazista per ottenere la libertà. Da un lager si esce con la forza o con l'astuzia, o una combinazione di entrambe, non votando.

      Diverso è votare per uscire dall'UE ma non stando nell'euro. In questo caso il problema è costituito dalle pari opportunità mediatiche a disposizione delle due tesi contrapposte. Anche questo non è un problema da poco.

      Invocare astrattamente il "diritto del popolo a esprimersi", senza cioè una concreta consapevolezza della situazione, è esattamente quello che abbiamo definito "rigurgito di piddinismo". O, se preferisci, "chiacchiere e distintivo".

      Sono stato abbastanza crudele?

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    2. No, clemente. Tutta questa mia confusione nasce dalla posizione dei grillini che vogliono proprio farlo sto referendum per uscire dall' euro restando nella UE... E dai sovranisti ed euristi concordi che tale referendum non si debba e non si possa fare.

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