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Con alcuni amici abbiamo avviato una riflessione sulla battaglia politica per la riconquista della sovranità nazionale, nella quale siamo impegnati da anni insieme a tanti in tutta Italia. Decidemmo, ben cinque anni fa, di chiamarci "sovranisti", un termine che non fu accolto in modo convinto da alcuni che pure condividevano le nostre idee, e che oggi preferiscono definirsi "populisti" avendo scelto di adottare un termine coniato dai nostri comuni avversari. E' accaduto che la parola "sovranismo" ci è stata sfilata di mano, ed oggi viene usata da forze politiche che ne riducono il significato politico alla sola uscita dall'euro o poco più, mentre il termine "populismo" è usato, a seconda delle convenienze, da quella fabbrica del falso sistematico che è il M5S. Di ciò non dobbiamo stupirci: ci fossimo chiamati "apriscatole", oggi Alemanno e Starace, per dire, sarebbero "apriscatolisti". E' la politica, cari, che come sappiamo è fondata sull'inganno, come la guerra di cui è la continuazione con altri mezzi; solo apparentemente più pacifici.
Dunque è un fatto: il fronte che si pone l'obiettivo di riconquistare la sovranità nazionale, aka ristabilire la legalità costituzionale, è formato da due rami: i sovranisti propriamente detti, e i populisti. Né gli uni né gli altri professano le idee deformi che il mainstream mediatico, nella compulsiva produzione di fake-news che lo caratterizza, gli ascrive. E' inutile indignarsi per questo, è un dato di fatto: il nemico, se può, bombarda, e noi sovranisti e populisti siamo sotto bombardamento mediatico, come pure oggetto di infiltrazioni ideologiche.
Personalmente non ho mai condiviso la scelta degli amici populisti di adottare questo termine, tirato fuori dal nemico liberista e globalista contro cui ci battiamo, ma questa discussione è ormai superata. Conviene piuttosto domandarsi se questa divisione di fatto delle esigue forze anti liberiste e anti globaliste abbia una sostanza politica di fondo, come io ritengo, o sia frutto di divisioni di altro tipo, magari meno nobili. E' molto probabile, per altro, che se riusciremo a crescere assisteremo a ulteriori ramificazioni dal tronco centrale, il quale, lo ripeto, è costituito dall'obiettivo comune della riconquista della piena sovranità nazionale, aka ripristino della legalità costituzionale.
Un primo passo della riflessione sul sovranismo/populismo sarà un incontro che si terrà nella seconda metà di maggio a Castro dei Volsci. Poiché si tratta di una riflessione, e non di un incontro per organizzare nuovi movimenti, future manifestazioni, coordinamenti e quant'altro, abbiamo scelto di coinvolgere nella discussione un numero ridotto di persone, tutte accomunate da alcune caratteristiche che ci sembrano indispensabili per un dialogo proficuo. Esse sono:
1) Avere una esperienza di impegno e militanza politica sufficientemente lunga. L'incontro, quindi, non sarà di natura divulgativa.
2) Provenire da organizzazioni politiche sia "sovraniste" che "populiste" e non ricoprire, in queste, ruoli di vertice. Ciò al fine di evitare che chi partecipa si senta obbligato a esprimere le posizioni del gruppo di appartenenza piuttosto che il proprio pensiero.
3) Non essere personaggi che, in qualche modo, siano già caduti nella trappola della cooptazione mediatica. Ciò al fine di evitare che l'attenzione e la cura per la propria "immagine pubblica" possano costituire un ostacolo.
Ovviamente la questione principale cui saranno chiamati a riflettere i convenuti è la fase di stallo in cui versa, in Italia, l'istanza politica di riconquista della sovranità, sebbene il dibattito nel nostro paese si sia sviluppato prima e con maggiore profondità rispetto ad altri. L'intenzione è quella di riflettere sia sugli ostacoli oggettivi, costituiti dallo strapotere del fake-flow mediatico e dal controllo algoritmico sui social media, sia su quelli soggettivi, intimamente connessi con la natura e i limiti degli esseri umani. Un elemento, quest'ultimo, che ci pare di rilevante importanza e che dovrebbe essere ben compreso soprattutto dai "populisti", i quali sono in larga maggioranza eredi di quel pensiero politico che ha predicato, per decenni, la possibilità di un sistema socialista di forgiare un "homo novus". La qual cosa, se fosse vera, spiegherebbe perché tanti rivoluzionari cadano così facilmente vittime delle lusinghe dell'individualismo, dopo che per tanto tempo questo "homo novus" è stato forgiato, ahimè, dal liberismo.
Seguiranno, nei prossimi giorni, ulteriori post sul tema, anche a firma di altri che vorranno contribuire al dibattito. Nel frattempo l'organizzazione dell'incontro (20-21 maggio 2017) andrà avanti, e anche di questo sarete informati da questo blog e da altri.
Ieri a Roma c'è stata l'assemblea del CLN, cioè della riunione della parte alta del movimento dal basso.
RispondiEliminaSi sa nulla riguardo a qualche convergenza?