lunedì 29 gennaio 2018

Il trio Lescano

Il trio Lescano
A sentire i media la Lega sarebbe sovranista. A giorni alterni, in associazione con "populista", la stessa etichetta viene affibbiata alla stella a cinque punte... scusate volevo dire alle cinque stelle (lapsus freudiano), a Berlusconi, a CasaPound, ai complottisti, ad Alemanno e Storace. Mai una volta che il termine venga usato per indicare i veri sovranisti, quelli che hanno assunto il termine nel 2013 (ri)costruendo intorno ad esso una teoria politica e dello Stato.

Ora io non pretendo di imporre al sistema dei media il rispetto del linguaggio politico, non è il motivo per cui sono pagati. Lo chiedo, invece, a chi non è pagato per mentire ma si occupa di politica per passione, soprattutto quando ci si confronta tra di noi. L'equivoco è particolarmente grave nel caso della Lega di Salvini perché questo partito gode delle candidature di due personaggi, Borghi e Bagnai, che a lungo sono stati accreditati nel campo sovranista, e dagli stessi sovranisti. Un errore in cui non sono mai incorso nel caso di Borghi, che invece ho commesso con Bagnai, ma fino a un certo punto. E' dunque ora di fare chiarezza, perché parlare di interesse nazionale e di uscita (eventuale) dall'euro non basta per essere sovranisti. Quanto meno nei nostri discorsi, tra noi che non dobbiamo mentire per raccattare qualche voto e abbiamo invece bisogno di capirci bene, cerchiamo di esprimerci con proprietà di linguaggio politico!

Quando noi sovranisti parliamo di sovranismo intendiamo riferirci alla Costituzione del 1948, ad un assetto istituzionale che è statalista e antiliberista, e dunque necessariamente democratico. Il che non significa che a chi vuole solo uscire dall'euro avendo in mente ricette fiscali liberiste, vedi flat tax, noi si debba necessariamente preferire il fronte eurista. Si può essere neutrali oppure, se si è amanti del rischio, sostenere un'opzione politica che potrebbe riaprire i giochi. Magari in peggio, ma chi può dirlo?

La lega è un partito chiaramente liberoscambista, tant'è che Salvini fino a qualche anno fa sosteneva che il nord dovesse restare nell'euro perché poteva permetterselo e che, ad uscire, sarebbe dovuto essere il sud. Con ciò prendendo due piccioni con una fava: far restare la padania nell'euro dalla parte dei vincitori, e ottenere la secessione. Oggi lo stesso Salvini parla di andare a battere i pugni sul tavolo europeo (il famoso battipugnismo sul tavolo che non c'è) e, se non si otterranno risposte rispettose dell'interesse nazionale, trarne le dovute conseguenze. Quali queste siano non è dato ancora sapere, se disobbedire ai trattati (come sosteneva Paolo Ferrero) o uscire dall'euro. Nel primo caso, Bagnai ce lo ha insegnato molto bene, si resterebbe comunque ostaggio delle eventuali gentili concessioni, perché, senza una moneta nazionale e una BC che obbedisca al governo, saremmo esposti allo spread e alle conseguenze di una bilancia dei pagamenti che tornerebbe rapidamente in rosso. Nel secondo caso, uscita dall'euro, si porrebbe il problema della politica economica che Salvini riuscirebbe a far digerire ai suoi elettori del nord; non tanto gli operai quanto il gran numero di piccoli imprenditori del nord est, i quali saranno certamente grandi lavoratori e sagaci ma, come tutta la loro razza, vogliono la moglie ubriaca e la botte piena. Avremmo cioè un problema in camicia verde.

Non credo di aver scritto cose che chiunque non abbia gli occhi foderati di euromortadella non possa ben comprendere. Ora esaminiamo l'unico dei due scenari prospettati che abbia senso: l'uscita dall'euro. L'altro, la concessione di ulteriori margini di flessibilità, non avrebbe altro scopo se non quello di ritardare, forse facilitare, la nostra sottomissione all'ordoliberismo. Un'uscita dall'euro guidata da forze liberiste come la Lega e, suppongo, Berlusconi, avrebbe ancora una volta l'effetto di favorire le mire secessioniste della Lega, questa volta in format colonialista, con il recupero di un'altra vecchia idea del Borghi momentaneamente messa da parte: le gabbie salariali. Il perché ce lo ha spiegato molto bene Fassina: se non è flessibile il cambio, deve essere flessibile il salario. Ma come, direte voli, si recupera la sovranità monetaria e non si può svalutare? Certo che sì, ma non troppo, almeno dal punto di vista degli interessi dell'industria del nord est, votata all'export. Perché se è vero che una moneta troppo forte comprime gli utili perché si vende poco, è anche vero che vendere molto, ma incassando corrispettivi in una moneta troppo debole, è altrettanto sconveniente. E allora che si fa? Si fa, sia pure nell'ambito del recinto dell'interesse nazionale, che si pagano di meno i lavoratori delle aree meno produttive, introducendo le gabbie salariali! Ricorda qualcosa?

Ecco perché la Lega che si dichiara, ambiguamente e solo per bocca dei suoi "tecnici", per la sovranità monetaria e per l'interesse nazionale, non è però sovranista. Ciò detto, se volete votare per il trio Lescano Borghi-Salvini-Bagnai fatelo pure, ma sapevatelo. Io non lo farò.

6 commenti:

  1. Ma ,Fiorenzo ,sei convito che uno vota Lega perche' ci sono Borghi e Bagnai ?

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  2. Non mi pare di aver detto una cosa del genere. Tuttavia, visto che me lo chiedi, credo che molti che non ne possono più nell'euro saranno indotti a votare Lega.

    Col raccontino che l'euro è stato solo un errore tecnico e non il frutto di un'intenzionalità politica ben precisa, Bagnai sta accreditando una forza liberista e secessionista. Fu proprio Illo a dire, una volta, che i veri costi della politica sono le decisioni sbagliate. Aveva ragione, peccato che tocchi a lui, oggi, fare la scelta sbagliata. Ambizione o insipienza? Probabilmente l'una e l'altra.

    Ciò detto e premesso, sono contento che si sia candidato con la Lega, così noi sovranisti ce lo siamo tolto dai cabasisi una volta e per tutte. Stesso discorso per il suo degno compare, Marco Mori.

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  3. Appunto ,Fiorenzo ,vivendo io in terra leghista ,o.se vuoi governata dalla Lega , ti posso assicurre che pochi leghisti o votanti Lega ,sono per l'uscita dall'euro e dalla Ue

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  4. E allora, che facciamo? Ce ne restiamo a casa?

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    1. Se intendi chiedere "per chi votiamo", la mia posizione è l'astensione.

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  5. Siamo già in un sistema di gabbie salariali e fiscali, la UE è niente altro che un grande sistema di gabbie salariali.Non è ancora chiaro se l' obiettivo della lega è quello di una piccola Europa su scala nazionale con la Lombardia a fare la germagna de' noantri; oppure inseguendo il principio di una moneta per ogni area economica omogenea giungere alla moneta condominiale; oppure ancora giungere finalmente alla secessione dal sud approfittando della costituzione dell' euro a due velocità.

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