giovedì 1 febbraio 2018

Buono per un vaffanculo gratis

Io sono un sovranista della prima ora, e lo ero quando Matteo Salvini ancora sproloquiava di padania nell'euro e sud alla malora. Io sono un uomo di sinistra che non ha mai accettato l'immigrazionismo senza limiti. Io sono uno che, se fossi stato un paraculo, avrei potuto intrupparmi nel 5S ed essere in parlamento. Io sono uno che preferisce lavare i vetri ai semafori pur di potersi fare la barba guardando una faccia che gli piace. Io sono un italiano.

Oggi leggo che Salvini dice "Riempirò barconi, navi e aerei e li riporterò in Africa". Caro Matteo, e cari sovranari - cioè falsi sovranisti - che gli date retta, stai confermando di essere un mentecatto. Riportare in Africa 500mila immigrati, 100mila all'anno? A che gioco stai giocando?  Vuoi combinare un casino?

Tutti gli immigrati che sono già arrivati in Italia, se vogliono, dovranno poter restare! Sono i nuovi immigrati che vanno fermati. E vanno fermati con tutta la determinazione possibile, ma ciò che è già accaduto va accettato, fa parte dei danni che ci ha inflitto il liberismo - ideologia che tu non rinneghi - e che dobbiamo sforzarci di trasformare in un nuovo punto di partenza. Gli immigrati che sono già arrivati diventeranno italiani, lavoreranno con noi e combatteranno al nostro fianco la battaglia contro chi vuole negare al popolo lavoratore il diritto di essere proprietario di ciò che crea e produce. Tu, Matteo Salvini, con la tua idea di una contro migrazione forzata dimostri di essere perfettamente coerente con la logica del capitale, per cui gli esseri umani sono solo fattori di produzione che possono essere spostati (voi dite allocati) con atti di forza. Il vero sovranismo, se non lo hai ancora capito, gioca in difesa e in anticipo, vuole impedire che accadano cose che non possono essere sostenibili, ma non ha la pretesa di spostare popolazioni. Il vero sovranismo ha il senso del limite, non è schiavo della hybris liberista.

Matteo Salvini, tu e tutti quelli che ti appoggiano nella speranza di salvare i loro risparmiucci dalla mannaia dell'Unione Europea, vi siete fermati all'idea che l'euro non è solo una moneta ma è un'istituzione. Purtroppo non riuscite a fare l'ultimo passo, e cioè capire che ogni istituzione è fondata sulla morale. Altrimenti a che servirebbero le istituzioni? Sarebbero solo contratti da onorare e, quando ciò non avvenga, da imporre con la forza delle armi.

Matteo Salvini, sei anche tu un italiano, ma stai disonorando la nostra antica civiltà. Ti regalo un minibot personalizzato.

8 commenti:

  1. Caro Fraioli, è vero che ogni istituzione (e ogni movimento extraistituzionale) sono fondati su una morale, ma di morali ce ne sono quante le società venute al mondo da che l'uomo ha piantato le palafitte, e può darsi che la morale che Salvini e i suoi elettori hanno in mente sia diversa da quella che ispira un uomo "di sinistra" (l'ultima volta che l'ho scritto mi aveva precisato di essere fuori dalla logica destra-sinistra) come lei.

    Che i "danni" effettuati dal liberismo debbano essere presi per buoni e assimilati è principio che lei stesso applica solo ai migranti (sarebbe d'accordo ad assimilare euro, stravolgimento della costituzione, Fornero e Jobs Act??); e lo fa in virtù delle sue personalissime preferenze ideali, che la portano ad inchiodare indissolubilmente il sovranismo o nazionismo come lo vuole chiamare nella cornice dei diritti umani. Per chi non condivida questo postulato è scontato che l'invasione debba essere gestita alla stregua delle altre catastrofi inflitteci dal regime.

    Aggiungo che l'idea che i migranti, appositamente traghettati per distruggere identità e diritti del popolo italiano, si schierino al suo fianco nella battaglia sovranista, è un puro desiderata che lei stesso si guarda bene dal motivare.

    L'impressione che si ha leggendo i siti, pardon, di sinistra (non solo il suo), è che quando si tocca il tema del sovranismo di destra, delle sue vittorie e della pelle dei c.d. migranti, scattino inclinazioni profonde che prevalgono su ogni criterio di obiettività cognitiva.

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    1. «di morali ce ne sono quante le società venute al mondo da che l'uomo ha piantato le palafitte, e può darsi che la morale che Salvini e i suoi elettori hanno in mente sia diversa da quella che ispira un uomo "di sinistra"»

      Esattissimo! Ora si dà il caso che io sia convinto che la "morale" liberista sia inaccettabile, sia quando costruisce sistemi monetari che funzionano, sia quando ne mette in piedi uno delirante come l'euro. Pertanto mi deve spiegare perché dovrei preferire far vita grama nell'Italia di Salvini piuttosto che nell'Italia dell'euro. Lo so che Lei crede che qualsiasi cosa sia meglio dell'euro, ma io non la penso così.

      Se Salvini vuole il mio voto, deve fare due cose (almeno):

      1) smetterla di dire cazzate da bar (lo sappiamo tutti che gli immigrati già in Italia ce li dovremo tenere)

      2) dichiarare pubblicamente la sua fedeltà alla Costituzione del 1948; in mancanza di ciò, per me resta un eversore come tutti gli euristi.

      Se poi, quando parla di immigrati, cominciasse a chiarire che la loro funzione è quella di abbassare i salari, obiettivo per il quale anche le imprese del nord sono disposte ad esternalizzarne i costi in termini di sicurezza pubblica, allora potrei anche dargli una mano.

      Io aspetto.

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    2. Mi correggo, scusandomi: in effetti non so se Lei pensa che qualsiasi cosa sia meglio dell'euro. Ho sbagliato a darlo per vero, e mi scuso ancora.

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    3. Caro Fraioli, l’euro non è il ministro Scelba o la legge-truffa. E’ l’espressione dell’eurodittatura, cioè della globalizzazione, cioè dell’impero statunitense del capitalismo di rapina e delle multinazionali d’assalto. Sfidare l’euro vuol dire sfidare un sistema di potere mondiale che non manifesta alcuna intenzione di emendarsi. Ciò significa intraprendere una lotta pluridecennale che verosimilmente si porterà appresso crisi, guerre e catastrofi senza fine. Sia nel caso che l’impero si dissolva, pel vuoto di potere che si creerebbe, sia nel caso che sopravviva, perché ribellarsi ai suoi diktat vuol dire finire nell’elenco dei rogue states stile Siria e Iraq.

      In questa prospettiva a me sembra alquanto irrilevante chi e sotto quali bandiere infligga un colpo alla macrostabilità del regime. Chi inizia una guerra dei trent’anni non può predire cosa ne verrà fuori. Questa è sempre stato l’approccio dei veri rivoluzionari (la politica è individuazione del nemico) a partire da Lenin che si allea coi tedeschi per combattere lo zarismo.

      Io vedo la Sua costituzione (che nel ’48 suggellò l’asservimento del Paese al conquistatore e rappresentò quanto di meno sovranista si possa immaginare, ma che può oggi essere validamente opposta al porcile mondialista) come una bandiera fra le altre per coltivare la protesta. Le possibilità che gli sconvolgimenti a venire possano essere gestiti in base a – e sfocino nel – ripristino di un sistema parlamentare-consociativo ad economia mista mi sembrano minime, ma se a voi piace crederci e lottare in tal senso… be my guests. Sarebbe però opportuna un po’ più di radicalità e spregiudicatezza, perché come dice Marco Mori, i tradizionali steccati ideologici sono la catena che il sistema ci mette al collo, creando sistemi maggioritari nella certezza che le estreme votandosi contro (come è accaduto in Francia) garantiranno la vittoria del centro.

      Per quanto riguarda i c.d. migranti, la loro espulsione manu militari è tanto verosimile quanto l’uscita dall’euro e dalla NATO. Concludo facendoLe notare che la comprensione dei medesimi in termini di “forza lavoro” rimonta ad un approccio marxista alquanto speculare a quello liberista (entrambi ritengono determinante la dimensione economica). La maggior parte dei leghisti non pensa a noi e ai migranti come forza-lavoro, ma in base a categorie identitarie (italiani/non italiani, bianchi/negri), e vuole che lo stato assicuri il benessere dei primi nell’indifferenza verso la sorte dei secondi.

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    4. IO ricordo che nel 2002, 2003 e 2004 Assolombarda sollecitò un aumento degli arrivi di immigrati per sopperire alla mancanza di forza lavoro. A quei tempi a nessuno veniva in mente di parlare di italiani/non italiani e/o di bianchi/negri. Ne deduco che, quando il portafoglio è grasso, il negro è un simpatico compagno di bevute, quando è magro da buttare a mare.

      Certe categorie hanno la testa dura, sa? Sarà per questo che sono usate sia dai marxisti che dai liberisti? Portafoglio grasso/magro è una di queste.

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    5. Se vogliamo metterla sul piano delle battute a effetto rispondo che 15 anni fa il mondo, l'immigrazione e la Lega erano completamente diversi.

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  2. P.S.: aggiungo che se si vuole, come dice lei, arrestare l'invasione, non vedo materialmente altra scelta che votare Lega: se vince chiunque altro il fenomeno continuerà indisturbato, al massimo rallenterà leggermente.

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  3. Ah bei tempi quelli in cui eravamo noi ad invadere l' Africa.
    Oggi ho scoperto che la costituzione antifascista del 48 fu uno strumento dell' asservimento al conquistatore, americano suppongo. È veramente comico che i nostalgici del ventennio disconoscano bellamente la primigenia perdita di sovranità del nostro paese causata proprio dal tragicomico epilogo del fascismo.

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